martedì 6 maggio 2025

DALLA PADELLA ALLA BRACE

di Torquato Cardilli - Nella tragedia “Giulio Cesare”, Shakespeare mette in bocca a Marco Antonio, nell'orazione funebre sul corpo del dittatore, una verità inconfutabile: “il male che gli uomini fanno sopravvive dopo di loro; il bene è spesso sepolto con le loro ossa”.
Così si può dire dopo la morte di Papa Francesco.

Poco più di una settimana fa il mondo intero, rappresentato dai leader e dalle delegazioni di 170 paesi, era raccolto in piazza San Pietro per l’ultimo omaggio a chi si era sempre speso in favore della pace, degli ultimi, dei diseredati.

Quelli che avevano criticato il Papa, di fronte alla sua bara sembravano all’apparenza contriti e pronti a raccogliere il suo messaggio di pace; in realtà hanno sepolto i buoni propositi con le sue ossa.

La loro presenza era solo un modo di farsi vedere, per riaffermare con l’immagine in mondo visione il proprio potere nella gestione degli affari globali.

Svaniti gli incensi della funzione funebre, i leader sono tornati infatti alla loro usuale abitudine: quella di misurare le loro relazioni in base al rapporto di forza, pronti a colpirsi con le armi economiche, prima ancora che con quelle da fuoco. Con l’obiettivo di sottolineare il proprio ruolo e predominio, a prescindere dai costi e dalle conseguenze sulle popolazioni verso cui, sfruttando tecnologia, sistema dell’informazione, ed il classico strumento di suscitare una ancestrale paura verso il nemico alle porte, hanno mostrato un’inesauribile capacità di manipolazione.

Trump con il suo modo di fare megalomane e schizofrenico a proposito della volontà di controllo politico territoriale su paesi extra statunitensi, sui dazi e sulle misure punitive contro alleati ed avversari, annunciate e poi rimangiate e poi ribadite di nuovo, ha sparigliato le carte del tran tran della politica estera europea abituata ad obbedire comunque.

Trump e il suo vice Vance, hanno abbondantemente seminato terrore insultando e minacciando tutti.

Mentre l’Europa ha incassato i ceffoni come Totò nella sua gag di “Pasquale” a quelle minacce arroganti hanno reagito con fermezza tanto il Canada, da sempre considerato il guardaportone degli Usa, e l’Australia, ove si sono improvvisamente rafforzati i partiti anti sovranisti, che qualche mese fa erano dati per spacciati.

La debole Europa, un vero nano politico tra giganti come Usa, Russia, Cina, tentando di saltare fuori dalla padella trumpiana si è affrettata ad impegnarsi in consistenti acquisti, maggiori che nel passato, di prodotti americani (armi, gas, alimentari, automobili ecc.) ed in nuovi investimenti industriali.

L’Europa sotto la guida di von der Leyen (meglio sarebbe chiamarla von der Leichen) ligia alla tradizione germanica, amante della forza militare, è però caduta dalla padella nella brace della politica del riarmo (papa Bergoglio diceva “da pazzi”) assurda e anacronistica rispetto ai bisogni popolari.

Anziché reagire astutamente alle mosse scomposte di un guitto di provincia, ha risposto con la subalternità promettendo di finanziare l’industria americana attraverso l’acquisto di armamenti per riequilibrare il deficit commerciale.

Con la silente acquiescenza dei leader di governo dei 27 paesi membri dell’Unione e grazie alla inconsistente visione politica di un parlamento europeo, orpello costoso ed inutile, interessato solo a garantirsi i soliti privilegi e benefici, la von der Leyen ha fatto ingoiare a tutti il progetto di riarmo da 800 miliardi di euro che in definitiva consente alla Germania, sua patria di origine, di tornare ad essere il paese europeo più armato del continente.

Riarmo per cosa? Per prepararsi alla guerra che, con una costante opera di lavaggio del cervello dell’opinione pubblica sul pericolo di un attacco russo al cuore dell’UE, viene data per imminente.

Poiché idiozia chiama idiozia è intervenuta la Commissaria per la gestione delle crisi e dell’uguaglianza (la belga Hadja Lahbib) che anziché estinguere quella brace pericolosa ha reclamizzato, come una venditrice di pentole, il kit di sopravvivenza d 72 ore, suscitando l’ilarità mondiale, mentre in assenza di un forte impegno diplomatico si continua a morire in Ucraina e a Gaza.

Torquato Cardilli

6 maggio 2025

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