domenica 25 maggio 2025

QUORUM DEI REFERENDUM: UNA CHIMERA IN FRANTUMI

di Torquato Cardilli - Da qualche tempo la stampa ha sollevato il problema dell’incredibile proliferazione della concessione della cittadinanza italiana a stranieri, residenti all’estero, che vantano un trisavolo di origine italiana.

Si calcola che negli ultimi 5 anni siano stati riconosciuti come italiani oltre mezzo milione di stranieri (per lo più residenti in Brasile, Argentina, Venezuela, Cile ecc.) che non parlano italiano, che non hanno mai soggiornato in Italia, che non vi hanno interessi, né proprietà o parenti, che non sanno nulla dell'Italia, della sua storia, e cultura.

Gli emigrati dal nostro paese, ancor prima dell’unità d’Italia e nei decenni successivi, hanno generato più di 40 milioni di oriundi.

Il riconoscimento della cittadinanza ai cosiddetti discendenti, regolata dallo jus sanguinis, senza un intervento normativo che ne disciplinasse una rigorosa limitazione avrebbe finito per sommergerci, dato il continuo decremento delle nascite in Italia (i bambini al di sotto dei 10 anni sono 4,4 milioni) e dell’invecchiamento della popolazione (gli ultraottantenni sono più numerosi ben 4,6 milioni).

Tutte queste richieste di cittadinanza, avanzate con lo scopo di ottenere la pensione e il passaporto italiano (che consente l’ingresso ovunque), in gran parte costruite in modo truffaldino su false attestazioni e testimonianze prezzolate, hanno ingolfato i nostri Consolati e i Comuni di riferimento in Italia, tenuti a ricostruire la discendenza da un capostipite italiano.

Il Parlamento, su iniziativa governativa, ha stretto le maglie del riconoscimento della cittadinanza italiana varando una legge che la riconosce solo a chi possa vantare un nonno o un genitore nato in Italia.

La stretta frenerà il danno, ma non potrà eliminare la distorsione politica già in atto per le elezioni e soprattutto per i referendum: ad inizio del 2000 gli italiani residenti all’estero non erano più di 4 milioni, oggi sono diventati oltre 6 milioni di cui 5 con diritto di voto e di essi solo il 30% è nato in Italia.

La partecipazione al voto dall’estero non supera il milione e mezzo, cioè meno del 30% degli aventi diritto. Questo numero incide pesantemente in modo negativo sul raggiungimento del quorum del referendum fissato nella partecipazione attiva del 51% di tutti gli aventi diritto.

E’ evidente che l’inclusione di questa massa di elettori all’estero nella base elettorale spoglia il popolo italiano residente dalla possibilità di abrogare una legge ritenuta ingiusta che agli italiani all’estero non interessa minimamente. Anche se non ci fosse l’incivile propaganda governativa in favore dell’astensione, considerato il modesto numero dei votanti all’estero, il raggiungimento del quorum è dunque una chimera in frantumi.

Torquato Cardilli
25 maggio 2025


3 commenti:

  1. Credo che la soluzione definitiva per risolvere la questione quorum sia quella di abolire il limite del 50% così come per le elezioni politiche. Una modifica del genere dovrebbe vedere tutte le forze politiche concordi perché si tratta di consentire ai cittadini di intervenire concretamente su temi importanti. E la democrazia ne gioverebbe

    RispondiElimina
  2. E chi lo dice? Evidentemente coloro che non vogliono che il quorum venga raggiunto! Ovvero la vera feccia che adesso è al potere. Siamo ancora in uno stato democratico, con una Costituzione democratica sempre diosattesa e sbertucciata, ma tuttora vigente. Questo significa che coloro che disattendono ai suoi dettati sono fuori legge, e tali sono coloro che al momento governano. Non possono attendere e non attendono di cambiarla questa costituzione, poiché non ci riescono, non essendone all'altezza nè morale , né culturale, per cui sono completamente al di fuori della legge in una interpretazione dei suoi articoli sempre o quasi improponibile: di certo spiegazione ned applicazione non conforme allo spirito con cui gli articoli furono redatti.
    Se il quorum non dovesse essere raggiunto, significherebbe che il Popolo sovrano vuole questo, ed allora questo esecutivo sarà anche il mio esecutivo, ma fino ad allora, seguo democraticamente e disciplinatamente gli ordini ma non mi considero rappresentato da loro. La vigliaccheria non mi è congeniale, da che questa Res Publica è tale anche per il sangue per essa versato da componenti della mia famiglia.

    RispondiElimina
  3. Io non so se sia giusto o no abrogare il quorum sui referendum. Certo, garantire una soglia di partecipazione impedisce che una parte residuale di elettori possa prevalere sulla maggioranza degli elettori che vuole il mantenimento di una legge di cui si vorrebbe la cancellazione.

    RispondiElimina