di Giovanni Caianiello - Sono passati tre anni da quando l’Ucraina è diventata il campo di battaglia degli Stati Uniti e Europa per misurarsi contro la Russia. Tre anni di morte, distruzione, propaganda e bugie, nei quali l’Europa di capi di Stato, eletti per amministrare la vita dei cittadini, hanno invece scelto, privi di ogni mandato elettorale specifico, di occuparsi di altro: Guerra ad un paese che nulla ci aveva fatto. Anzi. Seguendo ciecamente gli ordini di Washington, fino a rinunciare a qualsiasi sovranità, dignità e buon senso. In nome di chi? Ci sarebbe da chiedersi.
La guerra in Ucraina, presentata sin dall'inizio come una crociata per la libertà e la democrazia. In realtà, è stata ed è una guerra per procura, nella quale gli Stati Uniti hanno usato gli ucraini come carne da cannone per indebolire, secondo le loro intenzioni, militarmente la Russia, senza mai esporsi direttamente. E mentre loro facevano i conti, l’Ucraina ci metteva i morti e ancora ce li mette, come anche la Russia.
Ma ciò che sconvolge ancor più del cinismo americano è l’irresponsabilità criminale degli utili idioti leader europei. Sedicenti statisti, da Macron a Scholz, da Von der Leyen a Meloni, Borrell, Starmer, si sono trasformati in fanatici bellicisti, pronti a sacrificare tutto: la pace, l'economia, il benessere dei loro popoli, e perfino il futuro del continente. Tutto pur di allinearsi all’agenda geopolitica di Washington.
Nel delirio collettivo che li ha contagiati, hanno promesso vittorie impossibili, versato miliardi in armi e chiuso ogni spazio alla diplomazia. Hanno strillato slogan da talk show mentre interi villaggi ucraini venivano rasi al suolo, e i cittadini europei si ritrovavano con inflazione, crisi energetiche e una militarizzazione crescente della società.
Ma la loro guerra è stata persa ed è ormai chiaro a tutti, ma ognuno di loro, quelli che per tre anni hanno cantato vittoria, no hanno il coraggio di ammettere la verità: non solo hanno fallito, ma hanno reso l’Europa complice di una carneficina inutile e devastante per un conflitto che poteva essere evitato.
Eppure, nell’Aprile del 2022, ad un mese dall’inizio delle ostilità, a Istanbul, era già sul tavolo una trattativa che avrebbe potuto fermare il conflitto. Le richieste russe non erano affatto irricevibili:
- neutralità dell’Ucraina;
- rispetto degli accordi di Minsk;
- fine dei bombardamenti nel Donbass da parte di Kiev che lo bombardava dal 2014;
- ritorno della Crimea alla Russia (Donata a Kiev nel 1959 dal Presidente sovietico Nikita Krusciov di nazionalità ucraina).
Ma a sabotare quei negoziati furono Joe Biden e il premier inglese Jhonson e pretendere che l’Ucraina continuasse a combattere. Fu Zelensky sotto evidente pressione a rompere ogni dialogo, illuso, sedotto e ora abbandonato, a pensare che le armi occidentali potessero trasformarlo nel magnifico epico condottiero che avrebbe sconfitto la Russia. Dimenticando che quel paese, nella sua storia, non ha mai perso una guerra e che pur di vincere quella contro i nazisti nell’ultima guerra mondiale arrivò a spendere ben ventisette milioni di vite russe.
Tre anni dopo, dopo decine di migliaia di morti ed un paese che piange dal fondo di un baratro, quel rifiuto pesa come un crimine storico. Nel 2025, la guerra in Ucraina non l’ha persa solo Kiev. L’ha persa l’Europa, che si è gettata in un conflitto senza strategia, senza visione, senza leadership. E l’ha persa moralmente l’intero blocco occidentale, incapace di riconoscere che l’unico modo per costruire la pace è non la crociata, ma il compromesso della diplomazia.
L’ha persa ogni singolo leader. Quelli che oggi sostituiscono la parola guerrafondai, impropriamente con il termine “volenterosi”. Gli stessi che hanno spinto per la guerra vittoriosa, parlano di “pace giusta”, pretendendo di dettare le condizioni da una posizione di perdenti, fingendo di non sapere ciò che la storia ha sempre insegnato: chi vince decide e chi perde subisce.
No, loro non ci stanno, altrimenti dovrebbero ammettere il loro fallimento e la soluzione è armarsi. Comprare ottocento miliardi in armamenti. Ma per farne cosa? Una domanda alla rispondono in coro, che servono per difendersi. Ma difendersi da chi? Questo non lo dicono. Hanno in mente forse un’altra guerra? Altrimenti a cosa servirebbero ottocento miliardi in armamenti?
Una guerra, dove non basteranno i soldi e neppure le armi, perché per farle funzionare servono uomini: i cittadini, i loro figli e i loro nipoti, padri, madri, zii, cugini, amici e sconosciuti che si incontrano ogni giorno per strada, nei negozi, nei cinema o al mare. Predestinata carne da macello. Mani che ancora non sanno di essere già strumenti proprio per quelle armi che stanno comprando.
Io credo che se solo, per un attimo, si potesse sospendere la superficialità con cui spesso i cittadini guardano alla politica e ai loro beniamini, molti ricorderebbero una verità elementare: nelle urne non hanno delegato i propri leader a giocare partite geopolitiche di risiko sulla loro pelle, ma a governare nel loro interesse, per tutelare la pace, il benessere e la dignità quotidiana della vita reale.
E forse, proprio in quel momento di lucidità, capirebbero che il potere non finisce nel gesto del voto, ma continua ogni giorno nella voce, nell’azione, nella scelta di informarsi, di protestare, di pretendere responsabilità. Perché chi ha il coraggio di delegare, deve avere anche il coraggio di richiamare chi sbaglia, e se serve, mandarlo a casa senza se e senza ma.
Giovanni Caianello
18 Maggio 2025
Ma veramente Putin prevedeva di conquistare ucraina in tre settimane. Se si guardano le conquiste territoriali beh...io capisco che a chi scrive l'articolo questa cosa gli sta sul gozzo così come a Orsini ma se ne faccia una ragione. Gli ucraini non vogliono sottostare a Putin
RispondiEliminaMa cari cinque stelle, che io voto, ma state dalla parte dei criminali? E basta. Se no sparite del tutto.
RispondiEliminaL'hanno capito bene, solo che fare guerra fa fare tanti soldi.......
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RispondiEliminaGenerazioni di giovani mandati al massacro inutilmente.
Il nemico del popolo si comporta così. Manda al massacro tutta la popolazione per la mania di potere.
RispondiEliminaLa sconfitta è del dittatore assassino Putin perché in tre giorni voleva occupare l’Ukraina invece dopo tre anni è ancora lì che bombarda.
RispondiEliminaHanno capito tutto ma non gliene frega nulla della gente che muore
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