martedì 10 giugno 2025

ASTENSIONISMO. GRAVE PROBLEMA PER LA DEMOCRAZIA

di Lorenzo Romano - Ho sempre pensato che una delle cause dell’astensionismo nelle elezioni politiche fosse l’impossibilità di scegliere fra i candidati. Dopo il risultato del voto referendario non riesco ad ipotizzare le cause di questo misero fallimento elettorale. Perché disertare un appuntamento dove un elettore ha la possibilità di esprimersi liberamente senza alcun vincolo? Perché si rinuncia all’unico vero esercizio di democrazia diretta? Perché rinunciare alla possibilità di partecipare e di esprimere,
liberamente, un SI o un NO? Non condivido la teoria che astenersi al voto referendario equivale ad una espressione di voto. Per me il diritto dovere del voto è un principio costituzionale da onorare sempre. Ad affermarlo è il costituzionalista Michele Ainis: “Votare è un dovere costituzionale. Rinunciare agli strumenti di democrazia diretta come i referendum significa rinunciare alla Costituzione. E se un pubblico ufficiale induce all’astensione commette un reato.” 

Membri del governo, le destre ed i qualunquisti non hanno perso tempo ad intestarsi la vittoria. Quando perde la democrazia è una sconfitta per l’intero Paese. Comunque vittoria o sconfitta è sempre saggio far parlare i numeri che rivelano scenari diversi. I risultati definiti, anche se non validi per il mancato raggiungimento del quorum, dimostrano il reale orientamento del 30,6% degli elettori che hanno votato. Nei risultati definitivi dei vari quesiti è prevalso il SI.

1) Reintegro nei licenziamenti illegittimi: vince il SI con l'89,06% rispetto al 10,94% dei NO.
2) Utilizzo dei contratti a termine: vince il SI con l'87,60% rispetto al 12,40% dei NO.
3) Licenziamenti e indennità nelle piccole imprese: vince il SI con l'89,04% rispetto al 10,96% dei NO.
4) Subappalti e infortuni sul lavoro: vince il SI con l'87,35% rispetto al 12,65% dei NO.
5) Cittadinanza italiana: vince il SI con il 65,49% rispetto al 34,51% dei NO.

La non validità dei risultati, pur essendo positivi, rafforza l’arroganza del potere e la stupidità di tutti quelli che hanno disertato le urne ascoltando il richiamo dei cattivi maestri. Questa disfatta poteva essere evitata con una riforma costituzionale della percentuale del quorum. Bastava renderlo flessibile adeguandolo alla percentuale dell’ultima affluenza alle elezioni politiche della Camera dei Deputati. 

Nelle elezioni politiche del 25 settembre 2022 l’affluenza è stata del 63,9%, la più bassa mai registrata nella storia del nostro Paese. Il 50% più uno del 63,9% è 31,95 più uno. Un traguardo non lontano dal 30,6%, affluenza del voto referendario. Giuseppe Conte, cogliendo l’occasione, propone di abbassare il quorum per i referendum abrogativi: "Credo che lo strumento del referendum vada rivisto nelle modalità e nei paletti, abbassando il quorum in un Paese che affoga nell’astensione: bisogna premiare la partecipazione e la scelta. Soprattutto in un contesto in cui poteri con gran parte dell’informazione in mano inquinano le acque, in cui pochissimi decidono per tutti, in cui molti italiani non hanno quasi mai sentito parlare di questo referendum per mesi". Comunque, bisogna fare qualcosa per difendere la democrazia partecipativa. Intanto è doveroso essere riconoscenti verso quegli elettori che si sono recati ai seggi per esprimere il loro libero e partecipato parere. 

Lo ha fatto Elly Schlein: “Grazie alle oltre 14 milioni di persone che hanno deciso di votare e tutti coloro che si sono mobilitati per far contare il voto dei cittadini. Per noi il vostro voto conta. Peccato per il mancato raggiungimento del quorum, sapevamo che sarebbe stato difficile arrivarci, ma i referendum toccavano questioni che riguardano la vita di milioni di persone ed era giusto spendersi nella campagna al fianco dei promotori, senza tatticismi e senza ambiguità. La differenza tra noi e la destra di Meloni è che oggi noi siamo contenti che oltre 14 milioni di persone siano andate a votare, mentre loro esultano perché gli altri non ci sono andati. Ne riparliamo alle prossime politiche".

Lorenzo Romano

10 giugno 2025

6 commenti:

  1. Sui risultati del referendum la destra al governo, che lo ha politicizzato, canta vittoria, ma la vera sfida per tutti é con l'elettorato che non ha votato, e questa sfida é rinviata alle prossime elezioni politiche.

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    1. QUESTO È IL PUNTO, AL REFERENDUM, SI PUÒ ASTENERSI, PERCHÈ, ERANO GIA STATE DECRETATE DALLA SINISTRA, ADESSO, PERCHÈ, UNO DOVREBBE RICONFERMARE LE STESSE, POI PER LE POLITICHE, PER COME HO VISTO IO, LANDINI, E LA ELLY, NON HO VISTO NESSUNA IDEA POLITICA, CON IL REFERENDUM NON HA PORTATO NULLA DI CONCRETO SOLO CHIACCHIERE, È UNA RAGAZZA SENZA ESPERIENZE, POLITICHE.

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    2. Le elezioni politiche sono una cosa diversa. Certo che il referendum è stato sbagliato nei tempi e nelle proposte. Era chiaro che sarebbe andato così. La Schlein non ha esperienza, ma non è questo che conta. Quello che conta sarà il programma della coalizione del campo largo. Se è raggiungeranno un accordo la Meloni avrà difficoltà a vincere. Troppe promesse disattese.

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  2. Teresa Fabiola Calabria10 giugno 2025 alle ore 22:49

    Io ho votato, fatto votare e lavorato al seggio. La mia coscienza è a posto.

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  3. Chi segue la politica, come tanti di noi che frequentiamo questo Blog ragiona, erroneamente, come se tutti gli italiani fossero informati su ciò che la politica dice e produce con i suoi provvedimenti, le sue leggi e le posizioni che assume. Ma non è così. La gran parte degli italiani non legge i quotidiani, o solo quelli di gossip o di cronaca nera, non guarda i telegiornali e non capisce la politica. E' per questo che se ne sta alla larga, non partecipa alle elezioni e, meno che mai, ai referendum. Complice di questa apatia è un sistema d'informazione malata e corrotta che alimenta il disinteresse per la cosa pubblica.

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  4. Io non ho votato, ho espresso la mia contrarietà e il mio no a questi referendum secondo la costituzione. La mia coscienza è a posto.

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