domenica 22 giugno 2025

BUGIE E FOLLIA

di Torquato Cardilli - Georges Clemenceau, primo ministro francese agli albori del novecento, affermava che non si dicono tante bugie quante se ne propalano prima delle elezioni e durante una guerra.

Della prima affermazione abbiamo prova ogni giorno. Il Governo Meloni, dopo due anni e mezzo, non ha realizzato alcuna promessa elettorale in favore del popolo. Al contrario la riduzione degli spazi di libertà, dei finanziamenti alla scuola e alla sanità, lo spreco di denaro con l'imbecille operazione Albania, l’introduzione di nuovi reati per i poveri e l’ampliamento delle franchigie penali per i ricchi e i colletti bianchi che non erano promesse elettorali, sono stati provvedimenti realizzati a colpi di decreti, convertiti in legge con voto di fiducia da un parlamento ridotto a simulacro.

Per quel che riguarda la guerra, che per la Costituzione noi ripudiamo, siamo in bilico sull’orlo della menzogna, ma tutti gli altri attori dello scenario internazionale hanno fatto largo uso di bugie, di inganni dell’opinione pubblica, di diffusione di false informazioni.

Il principe di questo modo di fare è il presidente Trump, quello della promessa della fine della guerra in Ucraina e a Gaza in 48 ore dal suo insediamento, quello dei dazi imposti, revocati e imposti di nuovo, quello delle minacce all'Europa e degli ultimatum “prendere o lasciare”, quello che la colpa di tutto è di chi lo ha preceduto, quello che tratta la politica internazionale come se fosse un mercanteggiamento continuo o una partita di poker, condita di rilanci e di bluff.

A questo gigante dell’imbroglio basta un'alzata di sopracciglio per dominare i nani del G7 senza che nessuno osi contrastarlo. Ha abbandonato l'ennesima inutile riunione prima della fine, rifiutando di incontrare Zelenski, onnipresente in qualità di mendicante. I nani incapaci di produrre un documento unitario, si sono salutati senza aver fatto nulla, al grido di ei ho, ei ho, a casa a riposar…!

Il risultato di questa scampagnata turistica in Canada di fronte ad una crisi mondiale, che rischia di tracimare in un conflitto atomico è stato l'appoggio allo Stato canaglia che fa dell’imbroglio la cifra della propria esistenza, pronta allo sterminio sistematico pur di conseguire la realizzazione del sogno messianico dell’ampliamento territoriale a spese dei palestinesi, e del dominio regionale. Stato che si muove sull'unico binario della vendetta decuplicando ed oltre le atrocità terroristiche subite da Hamas o le minacce puramente retoriche del regime iraniano.

L’accusa all’Iran di essere a un passo dalla realizzazione della bomba atomica è un refrain che Netanyahu ripete dal 2013, dopo aver svillaneggiato l’ONU definito covo antisemita, dichiarato il suo Segretario Generale persona non grata, violato costantemente il diritto internazionale, calpestato tutte le risoluzioni obbligatorie del CdS sul ritiro dai territori occupati e sullo status di Gerusalemme, non riconosciuta la Corte penale internazionale, ignorata ogni regola umanitaria.

Il comunicato sull’arricchimento dell’uranio dell’AIEA (organizzazione anch'essa non riconosciuta da Israele che non è neppure firmatario del trattato sulla non proliferazione nucleare) è stato strumentalizzato per corroborare presso la comunità internazionale l’assunto del possesso o quasi della bomba atomica iraniana. La successiva smentita dell’AIEA è stata derubricata a frutto della propaganda.

Ora che la guerra di aggressione di Israele all’Iran ha oscurato la tragedia continua di Gaza ed ha raggiunto un pericoloso livello di allarme per la pace mondiale, Netanyahu spinge con follia per un cambio di regime a Teheran. Finge di non sapere che non si può pretendere un cambio di regime che non ci piace a suon di bombe con la stessa facilità con cui prendiamo un altro abito dall’armadio.

Ignora volutamente la storia: nessun tentativo di cambio di regime con le armi o con colpi di stato ha mai prodotto un miglioramento delle condizioni di vita della gente e di sicurezza mondiale; al contrario a regimi dispotici sono seguiti altri peggiori o fantocci incapaci di stroncare la guerriglia interna (vedi Iraq, Libia, Afghanistan, Siria, Egitto, Tunisia, Algeria ecc.).

I nani europei oscillanti tra le minacce a salve di Macron e le sortite assurde di Merz tacciono o balbettano in contorsioni dialettiche pur di non irritare il pregiudicato umorale e amorale del Maga, la baronessa von der Leyen, la invasata russofona Kallas, e il propugnatore del riarmo infinito Rutte, tutti sostenitori della guerra a oltranza contro la Russia, insensibili alle perdite ukraine e alle atroci sofferenze dei palestinesi.

L’ultima della serie è stata l’affermazione di Merz che Israele sta facendo il lavoro sporco per noi europei come se fare il lavoro sporco fosse una cosa onorevole e non un crimine internazionale e come se noi fossimo minacciati nella nostra libertà, nel nostro benessere e nei principi democratici che invece sono messi a repentaglio dal folle avventurismo di chi pretende di dettar legge a tutti.

Torquato Cardilli
22 giugno 2025


1 commento:

  1. Condivido e confermo nella mia più profonda convinzione che l'asserto del post sia condivisibile al 100%

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