di Fabrizio Ferrandelli - Oggi più che mai una riflessione sulla politica è necessaria non solo in vista dei prossimi appuntamenti elettorali ma soprattutto per ripensare la politica al fine di evitare un fatale e definitivo scollamento tra società civile e le istituzioni democratiche.
Di fronte alla crisi della politica è diventato naturale ricorrere ad un uso “politico” dell'antipolitica, sia per governare la crisi che stritola la nazione in una morsa stringente, sia per ridisegnare in maniera assolutamente pericolosa gli orizzonti ideologici del paese. È ovvio che in un momento di impasse (leggi governo tecnico) del quadro politico nazionale, anche i piani regionale e locale subiscano un processo radicale di riconfigurazione.
In questo nuovo scenario in cui sono venuti meno tutti i vecchi equilibri, sui quali si basava la creazione del consenso attraverso una gestione privatistica e clientelare dei fondi pubblici, si potrebbe comunque cogliere un'occasione imperdibile e non più rinviabile per dare vita ad una cultura politica nuova, da intendere come strumento di critica radicale nei confronti delle contraddizioni profonde del nostro presente, e che si traduca, allo stesso tempo, in una spinta innovatrice capace di imprimere un nuovo corso alle dinamiche di governo, che abbiano come priorità l'occupazione, la scuola pubblica, la sanità, il sistema previdenziale, la tutela e la valorizzazione ambientale, in un'ottica innovativa fondata in maniera imprescindibile sulla partecipazione, sulla gestione condivisa delle risorse economiche e sulla salvaguardia dei beni comuni.
A conferma di quanto detto basta per un attimo considerare lo straordinario risultato delle consultazioni referendarie del 2011: è stata proprio la consapevolezza, fatta propria da ogni singolo cittadino, attraverso una campagna di informazione capillare, che i beni primari appartengono a tutti e che fosse assolutamente necessario che continuassero a rimanere entro una sfera di gestione pubblica, a fare da volano per la straordinaria partecipazione che ha portato all'affermazione di un differente modello di organizzazione sociale intorno al controllo di suddetti beni.
Tutto ciò per sottolineare come la capacità di incidere nella contemporaneità non risiede più secondo un vecchio schema ormai consumato nella semplice affermazione di un astratto progetto ideologico (il comunismo, la socialdemocrazia, etc.) o nella riproposizione di concetti ormai svuotati di ogni senso (sinistra, riformismo) ma nella capacità di costruire un'alternativa valida e reale su questioni concrete attraverso un coinvolgimento della base. Dunque partire dalla nozione di BENE COMUNE, cercando di andare oltre la riproposizione retorica di tale categoria operata da personaggi che fino a qualche giorno fa si muovevano nel solco delle vecchie logiche mafioso clientelari per fare consenso, significa costruire un piano dell'agire collettivo che investa in prima persona I cittadini ed eviti il pericolo di derive populiste.
Osservare il territorio, sia esso la città, la regione o altro, alla luce delle considerazioni appena fatte significa coglierne le contraddizioni e le complessità che lo attraversano, significa guardare senza filtri le condizioni di povertà diffusa e la mancanza di qualunque forma minima di garanzia sociale per lavoratori in nero, migranti, disoccupati (solo per citare alcune categorie), con la consapevolezza che l'efficacia di ogni azione politica dipende dalla capacità di porsi all'interno delle contraddizioni cercando soluzioni condivise.
Su queste tristi ma quanto mai necessarie costatazioni è più che mai urgente raccogliere la sfida e ripensare una politica che non sia, o almeno non solo, applicazione di meccanismi che non controlliamo, ma capacità e coraggio di uscire fuori per strada e farsi nuovamente interpreti dei bisogni e delle esigenze delle persone e del territorio.
Fabrizio Ferrandelli
23 agosto 2012
PS. Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo articolo di Fabrizio Ferrandelli. Politico molto giovane, impegnato nel sociale, è stato consigliere comunale nella scorsa consiliatura. Molto conosciuto per aver affrontato Leoluca Orlando nella battaglia per il sindaco di Palermo. Inizia con questa interessante riflessione la sua collaborazione con PoliticaPrima. Auguri e buon lavoro.
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Ho forse l'onore ed il piacere di commentare per primo l'articolo di Fabrizio Ferrandelli , per questo saro' buono e gentile un po' di piu' di quanto io non lo sia solitamente , ed anche in considerazione del fatto che, se non sbaglio, questo e' il suo primo articolo su POLITICAPRIMA .
RispondiEliminaNon si puo' non essere che d'accordo su quanto da lui scritto , anche perche' ha volato alto su posizioni ecumeniche ed ortodosse , diciamo in sintesi politicamente corrette .
Io invece non volo affatto alto , non uso il fioretto va vado al punto senza girarci attorno , o quantomeno ci provo .
Andiamo a noi , come io prevedevo tutto il peggio della politica siciliana si e' rimesso come era ovvio insieme .
Hanno trovato ovvie intese sui fatti e sulle cose concrete , immagino si siano spartiti i resti della '' CARCASSA'' Sicilia con equita' ed armonia.
Cosa e chi si siano ritrovati naturalmente uniti , e' addirittura superfluo sottolinearlo ,basti dire che e' bastato un intervento risolutivo e senza repliche di Gianni Letta ,supremo garante dei nobili accordi stipulati .
Ma fin qui tutto normale . E' ovvio che ognuno fa il suo mestiere e assolve al proprio ruolo .
Quindi il fatto che mafia , massoneria ,intrallazzisti , sciacalli , fascisti , e speculatori di ogni genere siano armoniosamente insieme gli fa quasi onore .
Ma andiamo agli altri , a tutti noi quindi , davanti a questa sfida se di sfida si tratta , cosa facciamo ?
Ci dividiamo in quattro piccole armate scalcinate in stupida ed inopportuna contrapposizione rassegnati, se non contenti, di consegnare noi stessi ed i nostri figli a gente che di questa terra ha fatto scempio .
Allora facciamo, anche a costo di chiedere scusa per primi ,ognuno la nostra parte per ricomporre quella che in sicilia sarebbe una larga maggioranza di gente onesta e per bene; se poi altri , accecati da egoismi o rancori non lo permetteranno , a quel punto non so se in buona fede , allora che se ne assumano la responsabilita'.
Io voglio che la Sicilia cambi , chi questo lo favorira' per me e' il bene , chi invece ,anche fingendo di volere il bene assoluto ma in concreto favorendo la stagnazione piu' assoluta e' colui il quale sta commettendo una sorta di crimine politico .
Caro Fabrizio, leggendo il tuo articolo si può prendere atto con soddisfazione che il tuo impegno nei confronti della Politica con la P maiuscola, quella che comunemente intendiamo a difesa e a tutela degli interessi generali e del del bene comune, dopo l' esperienza delle recenti elezioni amministrative,non è venuto meno.Una esperienza positiva che, forte del consenso di 60mila palermitani, ti ha affidato un messaggio ed un onere, ossia quello di continuare nel tuo impegno civile nei confronti di questa terra che ha tanto bisogno di un ricambio generazionale ma sopratutto di un nuovo modo di praticare e di intendere la politica a discapito dell'affarismo, del qualunquismo,del clientelismo e dell'ascarismo che ha contraddistinto per lungo tempo trasversalmente la classe politica siciliana nel suo complesso. Una esperienza che per questo non va dispersa e che, per le cose che dici e sostieni , totalmente condivisibili, nel tuo articolo, ti deve motivare, ancor di più, a portare avanti con convinzione a difesa di quei siciliani onesti, e sono tanti, troppo spesso traditi, vilipesi e presi in giro dagli opportunisti di turno che troppo spesso, a parole, hanno detto di amare questa terra.Servono per combattere queste ipocrisie e questi nemici della Sicilia energie nuove e serve che quel cammino di impegno civile, a favore dei diseredati e dei disagiati, iniziato, da parte tua, qualche anno fa a Palermo non si interrompa ma prosegua speditamente senza soluzioni di continuità per rinnovare la politica in questa nostra martoriata terra . Il nuovo è speranza e il vecchio è rassegnazione. E noi sperando, per il bene ed il futuro dei nostri figli, che qualcosa cambi,scommettendo e puntando sul nuovo non siamo assolutamente disposti a rassegnarci.
RispondiEliminaUn caloroso abbraccio
Ignazio Coppola
Ero e sono ormai su posizioni grilliane e cinquestelliste. Ma Grillo è un populista ? Eh beh!!! Allora sono populista anch'io...se populista è combattere la casta ed i privilegi, se populista è abolire il finanziamento pubblico ai partiti ed ai giornali di regime, se populista è colui che sostiene massimo due legislature per gli eletti e poi a lavorare...quindi abbasso i politici di professione. Se nel programma c'è la filosofia o meglio la politica economica della "decrescita felice", che è il contrario della "crescita montiana", lo sviluppo della cosidetta green economy, energie alternative, solidarietà, il sostegno dei referendum per i beni comuni(come l'acqua pubblica), l'abbandono dell'energia prodotta dai fossili, dell'industria automobilistica e dell'industria inquinante e deleteria per la sopravvivenza del pianeta, se nei programmi c'è la politica per "l'uomo" e non per la finanza speculativa e le banche, se c'è un progetto occupazionale per i giovani, insomma se la politica è finalizzata al bene comune e persegue la realizzazione, la felicità e la pace sociale, cioè tutto il contrario di quello che vuole berlusconi ed i suoi accoliti, allora... quelli avranno il mio suffragio! Siamo persone responsabili e con coscienza critica e se abbiamo la percezione del pericolo, che un 8-10 per cento di voti eventualmente presi dai cinquestellisti del geometra "Cancelleri", possa fare vincere i "mercenari" e le destre del re di arcore, allora è nostro dovere sostenere persone come "Crocetta e Ferrandelli" che ci ispirano fiducia e le loro storie personali e politiche ci domostrano che sono diversi da tutta la "feccia" che si sta mettendo assieme sotto il vessillo di "Musumeci", dopo che il re di arcore ha spedito in sicilia il proconsole,suo "Richelieu", ovvero Letta il re dei gattopardi, l'uomo che sta sempre mezzo passo indietro al fianco di "berlusconi", l'uomo del verbo al "futuro, diremo...vedremo...faremo...Spero di leggere al più presto il programma di Crocetta e Ferrandeli, dove vengano accolte le mie convinzioni ed aspettative...in quel caso viva Crocetta e Ferrandelli. Ad maiora.
RispondiEliminaSergio Volpe e Ignazio Coppola mi hanno preceduto nel commentare questo primo articolo di Fabrizio su PoliticaPrima. E mi fa piacere perché nel leggerli colgo altri spunti interessanti e di grande attualità. Intanto anch’io do il benvenuto al nuovo autore e mi complimento per l’attenta riflessione e per le idee che propone, frutto di passione e amore per la Politica. “Partire dalla nozione di BENE COMUNE”, dice Fabrizio, “cercando di andare oltre la riproposizione retorica di tale categoria operata da personaggi che fino a qualche giorno fa si muovevano nel solco delle vecchie logiche mafioso clientelari per fare consenso”. Insomma una Politica della gente e vicina alla gente, presente sul territorio e capace di cogliere i bisogni e le esigenze della società.
RispondiEliminaMa tornando all’attualità, mi pare di cogliere, nel commento di Sergio, una preoccupata analisi della situazione politica in vista delle regionali di ottobre. Il rischio, per chi pensa che la Sicilia ha veramente bisogno di un serio cambiamento, è quello di riconsegnare il governo dell’isola, ai maggiori responsabili dello sfascio di cui siamo tutti consapevoli. E cioè. La sete di potere e l’intelligenza tattica, che innegabilmente i papaveri del centro destra hanno, li porta a superare divisione e contrasti di qualsiasi genere pur di battere l’avversario per “rioccupare” militarmente tutto il potere regionale, e spartire equamente il bottino.
Dall’altra parte, invece, e questo è ciò che preoccupa Sergio ma anche chi scrive, c’è sempre qualcosa o qualcuno che ha “buoni motivi” per smarcarsi in nome di una qualche verginità. Inutile, sterile, e oltremodo dannosa. Sergio definisce queste “prese di posizioni” un crimine politico. E io sono pienamente d’accordo con lui. E allora, se qualcuno, per la sua porzione di responsabilità, può fare qualcosa per riavvicinare uomini e forze storicamente di sinistra, in nome del cosiddetto “bene comune” di cui parla Ferrandelli, lo faccia. A cominciare proprio dall’autore.
Si proprio tu Fabrizio puoi svolgere un ruolo importante, una sorta di “moral suasion” anche se non sei proprio un’autorità per farlo, ma hai il carisma e la forza della tua passione. E, non meno importante, potresti trovare il modo, con la delicatezza e l’importanza che ciò riveste, per riaffermare l’antico rapporto con Leoluca Orlando. Non so dirti come e non voglio nemmeno sforzarmi di suggerirti qualcosa. Ma ritengo, questo, un passaggio importante per tutti. Ovviamente vale anche averci provato.
PS. Spero, al più presto, di leggere altri tuoi interventi che oltre ad arricchire questo blog, saranno fonte di dibattito e approfondimento.
Saluto con vero piacere l’ingresso di Fabrizio Ferrandelli su POLITICAPRIMA, e come non essere d’accordo con quanto esposto in maniera chiara ed esaustiva.
RispondiEliminaCome dice le consultazioni referendarie del 2011 sono state un segnale da non sottovalutare e che il centro destra non le stia affatto sottovalutando si nota dalla unione sotto il proprio manto del peggiore affarismo, degli intrallazzi, dello sciacallismo, ecc. e rappresentato da chi? Dall’ex Presidente della Provincia di Catania forse non proprio casualmente di chi ha preceduto l’ex Presidente della Regione nello stesso Ente, la faccia pulita di una destra che accomuna tutti.
Al di là dei programmi che propone una coalizione, ormai vige la regola del populismo e dell’inganno.
Credo che il centro destra, continuerà a fare sfracelli, basta vedere come hanno dissestato il Comune di Palermo e la Regione Siciliana.
Ma il problema che abbiamo è molto più grosso, ci sono analogie con quello che fa il governo russo, che ha una situazione economica pessima, ma avendo tutti gli oligarchi con sé, lasciando alla gente poca o nessuna speranza di cambiare le cose con il voto, continua a vincere grazie alla stanchezza, e all’indolenza di un’opinione pubblica sfiduciata, stanca, sfibrata e che sa che è inutile agitarsi. Le analogie con l’Italia sono inquietanti.
Si gioca tra la capacità della politica tradizionale di recuperare credibilità tra i cittadini con scelte rigorose e trasparenti.
Non può andare delusa l’aspettativa di imminente cambiamento che si percepisce.
Si discuta sulle scelte da fare e ciascuno indichi proposte e soluzioni, ma si evitino inutili spaccature, scissioni o deleterie frammentazioni.
Non ci serve una bella affermazione ma una vittoria.
Anch’io do il benvenuto a Fabrizio Ferrandelli su questo Blog, e auspico che, visto il contenuto del primo che ha scritto, i suoi articoli d’ora in poi siano frequenti.
RispondiEliminaConcordo sulla necessità di un modo di fare e concepire un nuovo modo di Politica, visto che il risultato disastroso del vecchio è sotto gli occhi di tutti, nessuno si può più permettere di prenderci in giro con false promesse, con proclami utopistici di cambiamento , adesso basta, è arrivato, per i politici, il momento di tirare fuori quel poco di dignità rimasta e dire come stanno le cose, di finirla con la recita imparata oramai a memoria, che viene tirata fuori ad ogni tornata elettorale, di diventare buoni, bravi e migliori e che risolveranno tutti i problemi del mondo, siamo stanchi di essere presi in giro, vogliamo verità, onestà e dignità.
Le alleanze che si sono consolidate, in vista della prossima tornata elettorale, dimostrano come, pur di rimanere in sella, non si tenga conto della dignità personale, leader partitici che per anni si sono insultati adesso corrono insieme pur di continuare a gestire il potere, semplicemente schifoso, niente di più.
Il mio augurio a Fabrizio per il prosieguo della sua azione politica, che condivido pienamente, e che auspico possa portarlo nel posto che merita.
La filosofia moderna è impegnata profondamente sul tema della "complessità". Io ritengo che, di norma, le categorie della filosofia non possano né debbano essere applicate, 'tout court', ad altre materie, né tantomeno alla politica che, per sua natura, si muove nell'ambito della complessità. Tuttavia, dal dopoguerra ad oggi, si è intrapreso un percorso politico (?) che, lungi dal raccogliere i brani delle singole coscienze sbandate e di quelle collettive, grazie a una crescita esponenziale, smodata, imprudente, patologica individualmente e socialmente, è riuscita a mettere in crisi un intero sistema. intendiamoci: non ci riferiamo soltanto a ciò che intrinsecamente è legato alla politica ma anche tutto ciò le è estrinseco poiché i fumi letali della politica si sono riversati fuori dal contenitori, e, come da un vaso di pandora, si sono diffusi nel mondo.
RispondiEliminaCerto non è colpa dei politici, o almeno colpa diretta, se come raccontavano ieri i quotidiani, il nostro pianeta in metà dell'anno o poco più è stato defraudato di quanto, ai limiti, sarebbe stato comprensibile nell'intero anno.
Però vi sono temi ed argomenti, molto più terreni (che planetari), più quotidiani (che legati ai tempi immutabili); ecco: su questi vorremmo che i politici facessero il loro mestiere… ma, perché ciò avvenisse sarebbe necessario altresì che funzionasse limpidamente tutto il sistema di relazioni, a partire – come è ovvio – dal sistema dei partiti, vero grande buco nero della politica italiana (ciò non avviene soltanto in Italia, ma l’Italia è uno di quei paesi dove il fenomeno è più rilevante).
Io accolgo con piacere il contributo di Fabrizio Ferrandelli; infatti, esso rientra ampiamente nei nuovi paradigmi per fare politica, nelle pragmatiche innovative, e – mutuando le parole dell’Unione Europea – nelle cosiddette “buone pratiche”.
Io penso che Fabrizio possa (e probabilmente debba, essendo il primo che collabora pro-attivamente con il blog) rientrare all’interno di un programma che probabilmente presto lanceremo.
Qualcosa di serio di importante e di nuovo che è già sul tavolo del nostro direttore Giangiuseppe Gattuso, e all’attenzione (lasciatemi passare il termine scherzoso) anche del “comitato di saggi”. Se tale iniziativa decollerà, PoliticaPrima comincerà davvero ad avere la visibilità che merita.
E questo non può che gratificare questo drappello di sconsiderati che da più di un anno ogni sera, pazientemente e con passione, magari facendo le ore piccole, accendono il pc per entrare in contatto con i palermitani (e da li tutto il mondo) che ancora amano fare politica, e che con questo amore, sono rimasti gli unici a legittimarla.
Un grande benvenuto nel nostro blog a Fabrizio Ferrandelli. Da iscritto e militante del PD sono stato un tuo sostenitore ed elettore da subito, ancor prima delle primarie. Pertanto, quando successivamente alcuni amici comuni di questo Blog ti hanno scelto e proposto liberamente quale miglior candidato, essi hanno trovato in me già la porta aperta, anche al ballottaggio. In definitiva ti ritengo il vincitore morale e politico delle elezioni palermitane, perché se Orlando non avesse parlato in aramaico per poi candidarsi alla palermitana oggi il Sindaco saresti tu.
RispondiEliminaComunque ormai è acqua passata. Anche con Orlando Sindaco il rischio default del Comune sembra sempre più vicino, ed ora è scoppiato anche quello più grave della Regione. Dunque è urgente andare avanti, e di corsa pure. Altrimenti a fine anno al Comune e alla Regione i commissari per almeno due anni non ce li leva nessuno .
Pertanto, caro Fabrizio, sarebbe interessante conoscere cosa farai alle prossime regionali 2012. Insomma ti candiderai all’ARS ? E in quale lista? Chi scegli come candidato tra Crocetta e Fava? Quali sono le cose prioritarie che, secondo te, la Regione dovrebbe compiere subito dopo l’insediamento del nuovo governo per evitare il crac?
Rammento che tra i tagli alla spesa pubblica che la Regione dovrà fare entro il 31 dicembre p.v. (imposti, accettati e rinviati meschinamente dopo le elezioni ) prevedono, tra l’altro, il taglio di almeno 2.000 dipendenti regionali su 17.000 di ruolo. Di questi solo pochissimi potrebbero andare in pensione ,mentre la stragrande maggioranza andrebbe in CIG solo per 2 anni e poi conoscerebbe dagli 8 ai 10 anni di disoccupazione non indennizzata in quanto l’età media apicale del personale è sui 50 anni, solo qualcuno sopra i 60, quindi ben lontani dai 67 anni voluti dalla Fornero. Ed allora, perché non chiedere al posto del taglio di 2.000 dipendenti una riduzione generalizzata (20-30%) degli emolumenti per tutti i dipendenti, come si sta facendo in questi giorni in Germania all’ Opel? In definitiva Monti vuole un risparmio di 150 milioni sulla spesa del personale , non la testa di 2.000 capi famiglia. I tagli sono una necessità tecnica, ma politicamente si possono fare in modo più o meno indolore ed equa.
Leggere le parole del ns. amico Fabrizio, fa ben sperare, un giovane impegnato in politica che pensa Al Bene Comune, sarebbe ora.
RispondiEliminaPurtroppo, e sono più che mai amareggiato, assistiamo alla conquista del Fort apache, politici, se così possiamo dire, che per solo interesse personale, e non abbiamo alcun dubbio, si mettono assieme al solo scopo di andarsi a spartire quel che resta di questa Terra.
Soltanto fino ad ieri, si vomitavano addosso, tutto quello che era possibile dirsi ed anche oltre, Miccichè su Lombardo, e viceversa per non parlare degli scambi “garbati” tra Castiglione e lo stesso Miccichè, roba do Oxford, Musumeci che ad oggi è ancora opposizione, dura e pura come è nel suo stile, al Comune di Catania Sindaco Stancanelli (PDL). (per una analisi completa degli scambi di cortesia suggerisco questo sito http://www.isoladeicani.it/IPSE%20DIXIT.html )
Niente che faccia presagire ad un rinnovamento in Sicilia, anche dalla parte della sinistra purtroppo assistiamo al balletto, solito dobbiamo purtroppo dire, delle difese di posizioni proprie, delle multiple candidature a Presidente della Regione, senza che nessuno riesca a cercare di unire le forze per andare tutti, o quasi tutti insieme, e tentare come dicono a parole di dare una svolta a questa Terra.
L’analisi del nostro amico Fabrizio, ci dà una flebile speranza, è auspicabile che politici giovani e meno giovani abbiano a cuore veramente il Bene Comune, i siciliani ne avrebbero bisogno ma i siciliani sapranno veramente distinguere il BENE COMUNE, o come, ma speriamo non accada, succede in questi momenti saranno allettati dalle fumose promesse che i nostri politici sono soliti fare in queste circostanze, e quindi guardare al presunto Bene Proprio.
Le riflessioni di Fabrizio Ferrandelli sono del tutto condivisibili.
RispondiEliminaLa sensazione è che la brace sia ormai bollente, che cioè il disastro politico, economico e sociale frutto di decenni di non politica, di nepotismo e di clientelismo, possa forse determinare per necessità il crollo di quella classe dirigente (sic) che lo ha in gran parte determinato.
Costoro, i quali hanno lasciato ben poche briciole della pagnotta che negli anni si sono andati "spartendo", verosimilmente non sarebbero capaci di affrontare un momento di crisi complessiva come quello attuale, in quanto notoriamente del tutto aridi di ogni proposta o passione politica.
Ottimisticamente sarebbe da considerare questo cambio di passo come automatico; purtroppo non è da sottovalutare la cultura piagnona, meschina e masochista che talvolta contraddistingue noi siciliani, perciò nulla è scontato.
Il fatto che "a sinistra delle destre unite" si possano contare quattro diversi candidati è obiettivamente preoccupante; certo è chiaro che il movimento 5 stelle in realtà avrebbe ben poco da condividere a livello programmatico con pd ed udc, ragion per cui non ritengo corrette le critiche di chi considera i "grillini" come una trappola per il centro sinistra istituzionale (sono semplicemente qualcosa di diverso da esso).Correttamente il dott. Vullo pone infatti l'attenzione sui programmi e sulle idee più che su nomi, bandiere e vessilli.
Purtroppo il misfatto è determinato da una legge elettorale che, non prevedendo un doppio turno, sospinge forzatamente a soppesare la scelta tra "voto utile" (o meglio più probabilmente utile), e voto programmatico.
Da questo punto di vista sarebbe bello che Crocetta proponesse un programma di reale rottura rispetto al passato: data la persona e la sua storia, ciò non è da considerarsi impossibile.
Certamente è positivo che, alla corsa ai seggi dell'ars, partecipi gente come Ferrandelli, la cui storia personale è fortemente intrisa di politica vera.
Saluto anch'io con vero piacere l'ingresso su PoliticaPrima
RispondiEliminadi Fabrizio Ferrandelli e spero di leggere sempre piu' spesso
i suoi articoli.Condivido quello che tu hai scritto e in una tua candidatura.Spero che cambi qualcosa,perche' perdere il lavoro a 46 anni per la crisi automobilistica e vedere una totale indifferenza dalla politica fa male.
Mi emoziona davvero tanto il vostro affetto!
RispondiEliminaSono io che abbraccio tutti voi calorosamente,
A presto
Fabrizio