Dopo una serie di giravolte, annunci, accordi palesi e sottobanco, appelli e dichiarazioni solenni è tornato. Gianfranco Miccichè (Palermo 1° aprile 1954), il 61 a 0 per antonomasia.
Il leader della prima ora di Forza Italia che in Sicilia ha fatto tutto e il suo contrario, il politico frizzante capace di andare contro il suo stesso partito mentre era al governo. Insomma un personaggio da circa 19 anni sulla cresta dell’onda. Amico fraterno di Marcello Dell’Utri, così come di Silvio Berlusconi. È stato Presidente dell’Ars, dal 2006 al 2008, e si ricordano ancora le sue esternazioni nel blog omonimo. Spesso in posizione critica nei confronti degli altri dirigenti del Pdl, che ha quasi sempre trattato con sufficienza. Fino al punto di non ritorno che lo ha portato a fondare nel 2010 un nuovo soggetto politico. Il Grande Sud. Colore distintivo l’arancione delle cravatte che tutti i dirigenti portano con orgoglio. Come un’alternativa alla Lega Nord. Per difendere le ragioni del Sud e della Sicilia. E per questo adesso si candida a Presidente.
Non le ha vinte tutte le battaglie Gianfranco. Ha perso la corsa per fare il sindaco di Palermo nel 1997 battuto da Orlando, ha perso ancora quando voleva candidarsi per la presidenza della regione al posto di Raffaele Lombardo nel 2008, dopo la condanna che ha costretto Cuffaro alle dimissioni.
Sembrava fatta per Nello Musumeci, l’ultima originalissima invenzione di Gianfranco. Aveva destato interesse e risvegliato il gusto del potere di tutto il centro destra. Angelino Alfano dalle colonne del Corriere della Sera nell’intervista di giorno 26 agosto 2012, così rispondeva alla domanda sul ‘Caso Sicilia, sconfitta o ripartenza’?: «Da qui può cominciare la riscossa. Nello Musumeci è un candidato eccellente e la sua è una candidatura nata in Sicilia con un forte imprinting territoriale. Noi lo sosterremo con uno sforzo generoso. Grande Sud: con il suo ottimo gruppo dirigente capitanato da Micciché, ha fatto una proposta che abbiamo condiviso e che sosterremo con uno sforzo generoso. La Sicilia può dimostrare che un'aggregazione delle forze alternative alla sinistra è ancora vincente». Sono passati appena tre giorni e sembra preistoria.
Gianfranco Miccichè ci ha abituati a “svolte” eclatanti. Sono le peculiarità della sua cifra, la sua forza e la sua debolezza. E in questo panorama siciliano, è, certamente, un politico di tutto rispetto. Si candida in nome di quello “spirito sicilianista che lo aveva spinto a fare un passo indietro e che non è stato sposato da Nello Musumeci…che ha preferito alla crescita della Sicilia, un accordo con il Pdl…”. “Finalmente decolla il Partito siciliano. Avremmo potuto avere garanzie dai partiti nazionali per le politiche, invece abbiamo scelto di portare avanti un progetto che amiamo da morire”. Parole sue. E quindi: Grande Sud, Partito dei siciliani (ex MPA), Movimento Popolare Siciliano (Riccardo Savona e altri) e Futuro e libertà, insieme alla riconquista di Palazzo d’Orleans. Diciamo riconquista perché la coalizione rappresenta per grande parte l’attuale gestione politica guidata da Raffaele Lombardo. Manca solo il Pd che, tranne variazioni in corso d’opera, insieme all’Udc e al Psi, hanno preferito Rosario Crocetta.
Che dire. Osserviamo con attenzione l’evolversi delle manovre, i posizionamenti, lo spirito con il quale le forze politiche affrontano questo importante passaggio del prossimo 28 ottobre. La candidatura di Miccichè, indubbiamente, non è di bandiera. Irrompe con forza e ben attrezzata di armi e munizioni sulla scena che sembrava definita.
La Sicilia ha bisogno di lui e dell’aggregazione che lo sostiene?
Come sempre, poniamo all’attenzione dei nostri amici, dei lettori, e di chi ci segue, il quadro politico elettorale che, con le pennellate, a volte precise, a volte (di più) confuse, i dirigenti dei partiti e dei movimenti vanno lentamente creando. A loro il giudizio finale.
Ho appena terminato di leggere l'articolo di Giangiuseppe Gattuso. E lo invidio. Mi impressiona, infatti, la sua chiarezza di idee, la sua capacità di analisi ed infine la serenità con la quale egli riesce, da un lato, a fornire un quadro delle dinamiche politiche siciliane (notoriamente estremamente articolate e complesse), e, dall'altro lato, a dare per scontate, e per certi versi dunque ad accettarle, le inversioni di marcia, talora a 180°, le aggregazioni e le disaggregazioni, che spesso durano l'arco di ventiquattr'ore, gli accordi e i disaccordi (come diceva in un bel film, Woody Allen), che si succedono vorticosamente tanto da rendere impossibile "alla gente normale" come me di cogliere – se c'è – un bandolo della matassa.
RispondiEliminaMa, caro Direttore, ho sempre più la sensazione pessimistica che si navighi a vista. Anzi, peggio! Che si navighi a vista come se si fosse all'interno di una landa nebbiosa che non consente di vedere il tracciato della costa.
Miccichè, Cascio, Crocetta, Musumeci, La Galla, Recca, Ingroia, Cancelleri, e chi più ne ha più ne metta. Politici di professione, ‘parvenu’ della politica (non necessariamente in senso negativo), rettori di facoltà, magistrati...
E non basta, poiché dietro di loro ruotano vecchie e nuove formazioni, Movimenti, gruppi d'opinione. E ancora: correnti, gruppi, partiti, antichi e appena formati.
E infine, lungo la scia di questi candidati, credibili per il ruolo cui ambiscono per la durata di un giorno, come dicevo, o poco più, gli altri grandi squadroni, e cioè, le coalizioni.
E anche queste danno la sensazione, a guardarle dall'alto, della formazione anomala di arcipelaghi e del loro rapido dissolvimento.
Tutto questo probabilmente riguarda anche la fine delle aggregazioni ideologiche, o (e questo è anche peggio) dei sistemi di valori.
Una volta, infatti, c'era la Dc granitica, il Pci dalle radici consolidate, il Psi che lentamente tentava la scalata al potere fino all'arrembaggio. E poi una serie di altri partiti che, quantunque non esprimessero grossi numeri dal punto di vista elettorale, comunque, nell'immaginario collettivo, rappresentavano qualcosa di preciso (Pli, Psdi...). Non dico che fosse meglio, ma certamente il cittadino, l'elettore, avevano degli schemi di riferimento dai quali partire per effettuare le proprie scelte.
Oggi addirittura, nonostante le reiterate sollecitazioni del Presidente della Repubblica, probabilmente si andrà a votare senza quelle modifiche alla legge elettorale che tutta l'opinione pubblica fortemente richiede.
Caro Giangiuseppe, tu, Sergio Volpe, ed altri che partecipano con costanza e passione a questo ‘blog’, poiché avete maturato esperienze politiche più proprie rispetto a me e qualche altro, come ho detto, riuscite ancora da seguire quel “filo rosso” che certamente deve esserci, anche se io ed altri non riusciamo a vederlo.
Di una cosa, tuttavia, ho maturato un certo convincimento; che tutto questo possa, in positivo, apparire come un brodo primordiale orientato alla nascita di qualcosa di nuovo (e questa sarebbe una cosa buona), ma che a molti si presenti, invece, come un "vaso di Pandora", pronto a diffondere nel mondo i suoi mali.
Che la Provvidenza ci aiuti.
Anche Miccichè si è messo a parlare in aramaico, e poi ha fatto le solite sicilianate. Dice bene Giangiuseppe, è dal 2008 che vuol fare il Presidente.
RispondiEliminaFino a tre giorni fa aveva detto(in aramaico)che faceva un passo indietro per il bene supremo del centrodestra, ma appena ha visto che il CDX poteva fare a meno di lui in Sicilia, gran giravolta e gran cucù come il suo idolo Berlusconi: "mi ricandido in nome dello spirito sicilianista". Ma come si fa a non vedere dietro tutto questo la zampata di Don Raffaele?
Miccichè non sarà una comparsa. Agiterà molto le acque.
Poiché sono siciliano anch'io, ed anche un PoliticaPrima’ cresciutello tanto da essere più o meno coetaneo di tutti questi candidati, ed anche modestamente con una militanza politica che oggi i giovani giudicherebbero giurassica, allora dico che non me la danno a bere. Tutti, ma proprio tutti. Dai candidati ai loro referenti politici che li manovrano come soldatini di stagno, e che al momento opportuno o necessario se li giocherebbero come fiches sul tavolo verde da gioco. E si sa, sul tavolo verde si azzarda e ci si "azzanna" anche.
Ricordo ancora il 61 a 0, come si può dimenticare, se andiamo a rileggere la rassegna stampa del periodo troveremo propositi, entusiasmi senso di appartenenza alla Sicilia, ricordo bene parole di Miccichè, adesso in parlamento siamo come un partito abbiamo 61 parlamentari più di altre forze politiche che sono presenti sul tutto il territorio nazionale, ed ancora in Sicilia apriremo il casinò, cosa è successo di tutti questi propositi? Nella composizione del Governo nazionale, e bene ricordare che la Sicilia era rappresentata da 4 ministri Martino, Prestigiacomo, La Loggia e lo stesso Miccichè, che era diventato il vice di Tremonti, ricordiamo bene?
RispondiEliminaCosa ne è stato di tutta questa potenza politica che il nostro amico Gianfranco aveva? Io non ricordo nulla per questa terra.
Adesso vorrebbe andare a governare la Sicilia? Penso proprio che non sia questo l’intendimento di Miccichè o per meglio dire lui magari vorrebbe, ma secondo il mio parere è successo qualcosa che sfugge ai più e Miccichè e tornato al suo ovile, con la composizione di Musumeci a Presidente, non vi erano dubbi o pochissimi, che il centro destra avrebbe vinto la tornata elettorale. Ma qualcuno o qualcosa ha tirato per la giacchetta Miccichè e sulla presunta divergenza della sicilianità non condivisa da Musumeci ha cambiato rotta. Non è frutto della sua strategia politica interessi nazionali stanno manovrando ancora una volta le sorti di questa terra.
Mi auguro ed auguro a tutti i siciliani che chiamati a votare chi dovrà governare la nostra terra guardino bene la storia personale di ognuno dei candidati, il passato è importante, e poi scegliere secondo la propria coscienza . Anche se ancora fresca è la penultima elezione, noi siciliani tra Cuffaro e Borsellino abbiamo scelto il meglio…………………….
Luigi Riggio
Di micciche' si e' detto e si dira' tanto , quini non mi annoiero' e non annoiero' altri con riflessioni che lo riguardano .
RispondiEliminaVoglio pero' ricordare tre delle sue affermazioni piu' importanti che hanno contraddistinto la sua azione politica e relativo pensiero .
Si e' speso ed ha lottato per cambiare il nome del nostro aeroporto Falcone-borsellino , perche' convinto che il nome dello scalo ,ispirato a due simili personaggi danneggiasse la nostra immagine all'estero .
Per identici motivi ha condotto una vera campagna contro Andrea camilleri , anche lui a suo avviso danneggiava e danneggia la nostra immagine .
E per concludere , le sue ultime considerazioni personali su Rosario Crocetta .
Questo che ho detto vale sul piano del pensiero ,pero' , poi ci sono i fatti concreti , e quelli sono sotto gli occhi di tutti .
Non condivido per niente su Miccichè!!!!!!!!!Ma lo conoscete????? NicolettaLabella (sr)
RispondiEliminaDal quotidiano online di Grande Sud
RispondiEliminaEditoriale di Gianfranco Micciché - "In un momento di estrema confusione politica, in cui tutto appare condizionato dalle scelte nazionali, bisogna pensare solo alla Sicilia. Questo significa rimanere liberi dai condizionamenti che giungono dai palazzi del potere della Capitale. Dico basta ai partiti nazionali.
Per troppo tempo, ormai, gli interessi reali della nostra Isola sono stati ostaggio di più ampi, ma per noi siciliani poco convenienti, disegni politici elaborati al di la’ dello Stretto.
E’ giunto il momento di mettere insieme tutte le forze politiche che hanno a cuore le sorti della Sicilia. Questo a prescindere dalle garanzie che i Partiti nazionali possano offrire alle forze politiche dell’Isola. Anche perché, storicamente, i siciliani hanno sempre trovato da soli la forza e la determinazione per risolvere i propri problemi. A cominciare dalla lotta alla mafia. Dove i siciliani – magistrati, uomini delle forze dell’ordine, uomini politici – sono sempre stati in prima fila. Pagando prezzi altissimi.
Grande Sud ha avviato un ragionamento con il Partito dei siciliani e, in generale, con tutte le intelligenze politiche, presenti nella nostra Isola, che hanno ben chiaro il concetto che nei Partiti nazionali spazio per la Sicilia ce n’è veramente poco.
Proprio per questo smentisco tutte le voci maligne che profetizzano di un mio passo indietro a favore del candidato del Pdl. Mi viene da ridare solo a pensarci. Anzi, se fossero loro a voler tornare indietro sarei io a mandarli via."
IPSE DIXIT.
Come non essere d'accordo con i concetti espressi da Miccichè in questo editoriale?
La stessa storia del Nostro può aiutarci a capire come sia arrivato a questo punto nella sua carriera politica.
Gianfranco Miccichè (GM da ora in poi) ha sempre dimostrato di non amare troppo l'attività politica romana, infatti nel 1997, pur essendo parlamentare a Roma, si candida a sindaco di Palermo, ma viene sconfitto da Leoluca Orlando; nel 2006, due mesi dopo avere confermato il suo seggio a Montecitorio diviene deputato regionale in Sicilia cedendo il suo posto di parlamentare a Ida D'Ippolito.
Nel luglio 2006 è eletto presidente dell'Assemblea regionale Siciliana.
Nel febbraio del 2008, dopo averlo a lungo smentito, annuncia di volere candidarsi alla Presidenza della Regione Siciliana con una lista propria dal nome "rivoluzione siciliana", anche in contrasto con Silvio Berlusconi,ma dopo le critiche dei suoi alleati di Alleanza Nazionale e del suo stesso Partito che lo invitano a desistere ed un incontro con Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri, rinuncia alla corsa solitaria in cambio di una posizione importante nel futuro governo Berlusconi. (CONTINUA)
Nel 2008 ritorna alla Camera dei deputati, ma annuncia più volte l'intenzione di costruire, inizialmente assieme a Raffaele Lombardo un nuovo Partito del Sud, progetto poi naufragato per le pressioni di Silvio Berlusconi. Nel novembre 2009 provoca una scissione nel PDL facendo nascere all'Assemblea regionale Siciliana il gruppo del PDL Sicilia.
RispondiEliminaNel marzo 2010 dichiara di essere disposto a lasciare il PDL per creare il Partito del Sud, cosa che fa denominandolo Forza del Sud con un gruppo parlamentare all'ARS di 5 deputati.
Nel gennaio 2012 alla Camera nasce la componente “Grande Sud-Ppa” che raccoglie tutti i deputati vicini a Forza del Sud finora iscritti al Gruppo Misto.
Adesso è il leader del "Grande Sud", un nome che fa sognare ma che, per adesso, di grande ha solo il nome.
Come abbiamo visto, GM non ha esitato a tagliare (parzialmente) i ponti col PDL pur di fare il partito del sud, e ha sempre dimostrato di volere fare politica in Sicilia e (almeno nelle intenzioni) per la Sicilia.
Aggiungo che dal 2001 diviene docente a contratto di “Politiche di sviluppo e pianificazione delle opere pubbliche nelle aree deboli” all’interno del Dottorato di ricerca in Trasporti dell’Università di Reggio Calabria.
Tutto ciò dovrebbe convincere tutti coloro che affermano GM essere un cretino (anch'io qualche volta l'ho detto) a non insistere con affermazioni del genere, perchè ampiamente smentite dalla sua vita e dalla sua carriera.
Dal lato umano presenta tanti punti deboli, quali, per esempio, quello di essere stato un "assuntore di cocaina" (parole sue di fronte a ch lo accusava di essere uno spacciatore) e anche le sue affermazioni sul nome dell'aeroporto Falcone e Borsellino e quelle su Crocetta non depongono a suo favore, ma insomma, le esternazioni di Bossi sono molto più gravi e soprattutto molto più numerose di quelle di GM e sono state metabolizzate e praticamente accettate, per cui non starei ad insistervi troppo.
Non voglio difendere nessuno, anche perchè io NON voterò mai per il Grande Sud, a meno che non diventi per la Sicilia quello che è stata la Lega Nord per il Nord Italia.
Ragionando su questo, io non vedo tanti attivisti del Grande Sud girare porta a porta come fanno i leghisti, quindi aspettiamo e vediamo.
Dovendo concludere, dirò che GM ha il suo peso nella politica siciliana, ha comunque dimostrato attaccamento alla sua terra, dimettendosi anche da deputato nazionale, non è ancora riuscito a diventare sindaco di Palermo nè governatore della Sicilia, e ancora una volta ci sta provando. Vediamo se il 61-0 stavolta ce la farà.
Se poi GM governatore della Sicilia sarà un bene o un male , questo è un altro discorso, sul quale potremo ritornare.
Gli appuntamenti a cui dobbiamo chiamare i candidati alla carica di presidente governatore e al seggio in parlamento regionale, non possono essere trascinati da sostantivi e aggettivi vuoti come sicilianismo, autonomismo, come se fossero conquiste a cui tendere:l'autonomia l'abbiamo e siciliani siamo. Parliamo di Termini Imerese, ponte sullo stretto, di ferrovia veloce, Palermo Catania, dei porti di Palermo, Messina, Augusta, Mazara, Trapani, degli aeroporti tutti, dell'agricoltura, dell'industria, dei rigassificatori, dei laghi di montagna che stanno morendo, delle discariche e dei termovalorizzatori, della scuola, della sanità e del lavoro, di cui non si parla, se non per dire che non c'è, delle nuove e tante povertà. Esaminiamoli questi candidati. Certo le storie personali contano, anche e allora facciamoci raccontare un pò di biografie, delle loro e se qualcuno le chiede, possiamo raccontare anche delle nostre, perchè si sappia chi domanda e chi risponde.FGM
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