venerdì 19 dicembre 2025

IL DIRITTO DI GIOCARE ALLA GUERRA CON LA VITA DEGLI ITALIANI: UN CINICO ATTACCO ALLA DEMOCRAZIA E ALLA COSTITUZIONE

di Giovanni Caianiello - Il prezzo della presunzione di poter decidere sulla vita degli italiani per una deriva militare che nessuno ha votato nelle urne è abuso del mandato elettorale!
Provano a convincerci:
- Le armi servono.
- Il servizio di leva è patriottico.
- La leva educa i giovani.
- Saremo attaccati dalla Russia.
- La minaccia può arrivare dal sud.

COME CONDIZIONARE LE MASSE E CONVINCERLE DEL CONTRARIO DI TUTTO!

Sondaggi falsi, politicanti addestrati a inventare e seminare probabili minacce inesistenti… Stampa, commentatori e "giornalisti" a fare loro da cassa di risonanza, mentendo sapendo di mentire.
Un sistema collaudato per creare e modellare nelle menti convinzioni che gli italiani altrimenti non avrebbero mai condiviso.
Eppure… ci riescono eccome!
Ci hanno convinto di una pandemia arrivata da scimmie e pipistrelli, quando in realtà era stata creata e diffusa appositamente da un laboratorio.
Ci hanno convinto che un farmaco iniettato nel corpo umano fosse la chiave per proteggerci, che le cure adottate erano corrette, anche se la gente moriva comunque, mentre soluzioni realmente efficaci venivano scientemente ignorate.
Attraverso TV e giornali, ci hanno convinto a restare chiusi in casa, con la promessa che solo così eravamo "al sicuro". Eppure, il "lasciapassare" non era altro che il nostro certificato di obbedienza cieca, benché inutile per la salute.
Ci hanno convinto che fosse giusto inveire contro chi non ubbidiva, licenziandoli e privandoli persino dello stipendio.
Ci hanno detto che un italiano su due avrebbe voluto andare a combattere contro Putin e ancora c'è chi lo ripete tuttora.
Che la flottiglia che cercava di raggiungere Gaza con aiuti umanitari, medici, infermieri e soprattutto solidarietà fosse solo una massa di turisti per caso in cerca di notorietà.

Oggi ci raccontano che un italiano su due sarebbe favorevole alla leva "obbligatoria-volontaria", per senso di Patria, ma soprattutto perché così si educano i nostri figli. E come genitori, ci sentiamo impotenti, incapaci di discernere tra ciò che è reale e ciò che è manipolato.
Ci raccontano che anche il 65% delle donne vorrebbe indossare la divisa.

Ma questo governo?

Che legittimità ha a prendere decisioni guerrafondaie così folli, se mai in campagna elettorale ha detto che sarebbe stato questo il suo piano?
E se avesse davvero detto che avrebbe preparato l'Italia a combattere, amandola fino in fondo, a spese della sanità, della sicurezza, del lavoro, della scuola, del sociale, ecc., lo avrebbero votato lo stesso gli italiani?
Eppure, ci troviamo di fronte a un governo che agisce senza avere un mandato esplicito, violando la volontà di milioni di cittadini. Che violenza sta facendo alla Costituzione italiana, quando trascina il Paese verso un ipotetico conflitto che non abbiamo mai voluto, né approvato nelle urne?
Le promesse fatte in campagna elettorale erano ben altre, quasi tutte disattese, e ora ci ritroviamo a fronteggiare una realtà di guerra, senza mai aver avuto la possibilità di scegliere consapevolmente se accettarla o meno.
Ma i manovratori politici, che tirano i fili per i loro interessi interni ed esterni, tacciono sulle vere realtà: su cosa significa davvero mettere un fucile, un mortaio in mano a un giovane o infilarlo in un carro armato, per ordinargli poi di uccidere qualcun altro. Un padre di famiglia, un ragazzo o una ragazza di vent'anni, la cui unica colpa è quella di indossare un'altra divisa, di un altro colore.

Politici e servili commentatori evitano di raccontare che, quando i figli e i nipoti degli italiani indossano la divisa, perdono immediatamente ogni facoltà di rifiuto o pentimento, perché se poi mandati su un campo di guerra, devono uccidere o essere uccisi, perché il mestiere del soldato è questo: carne da macello o essere fucilati per codardia dai suoi stessi commilitoni. Perché questo recita il Codice Penale Militare di Guerra.
Crudele? Sì, lo è, ma è questa la realtà di un sistema che ci ha sempre trattato come pedine sacrificabili.
Già nelle guerre passate, gli italiani sono stati chiamati a combattere con la promessa di un "onore patriottico" e hanno pagato le conseguenze, con un Codice Penale che è rimasto lo stesso. La memoria storica degli italiani, invece, è stata smarrita, ottenebrata dalla propaganda, educata a fermarsi a quanto fosse "bello" essere soldato, dimenticando che allora si parlava esclusivamente di guerra, che non è mai un atto di onore, ma unicamente di sacrificio di vite.

Ci stanno convincendo che la guerra è inevitabile. Ma fino a che punto siamo disposti a seguire questa narrazione senza chiedere a noi stessi: è davvero questo che vogliamo diventare?
Siamo veramente disposti a farci infilare in qualche conflitto che non ci riguarda neppure alla lontana?
Siamo veramente disposti a voler sacrificare le giovani vite dei nostri figli e nipoti, guardandoli in faccia, in nome del cinismo di questa classe politica senza scrupoli morali?

Giovanni Caianiello

19 dicembre 2025

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