di Torquato Cardilli - Gli antichi romani, si sa, erano pagani politeisti. Ogni occasione era buona per rivolgersi agli dei, con preghiere, suppliche o ringraziamenti.
Se non bastava fare sacrifici a questa o a quella divinità, arricchivano le proprie credenze ricorrendo a sacerdoti maghi: gli àuguri, che interpretavano il volo degli uccelli traendone gli auspici, e gli aruspici che esercitavano l’arte detta aruspicina consistente nell’esaminare le viscere di animali sacrificati per predire prodigi o sventure.
Poiché non c'è mai fine alle credenze dei superstiziosi, soprattutto quando è in gioco la vita, i romani di umili condizioni che non potevano permettersi il costo del sacrificio di animali ricorrevano agli oracoli, cioè a persone che alle domande sul futuro (guerra, matrimonio, prole ecc.) dietro un modesto compenso davano un responso ispirati dalla divinità protettrice. Celebre era l’oracolo di Apollo a Delfi, mentre nel basso Lazio si distingueva per fama la Sibilla cumana, anch’essa sacerdotessa di Apollo.
Al legionario che la interrogava sul suo futuro in battaglia rispondeva "ibis, redibis, non morieris in bello" (andrai, tornerai, non morirai in guerra).
Il credulone prima di partire rassicurava la famiglia con questo responso.
Accadeva invece che il legionario morisse in guerra e i parenti, avuta notizia della scomparsa del congiunto, si recavano all’antro della Sibilla per protestare sul falso vaticinio e farsi restituire la somma pagata per ottenerlo. La Sibilla, senza scomporsi redarguiva quel gruppo di ignoranti perché non avevano ben interpretato il suo oracolo che andava letto in modo diverso “ibis, redibis non, morieris in bello" (cioè andrai, non tornerai, morirai in guerra). Quando si dice l’importanza di una virgola!
L’ambiguità della Sibilla è stata fatta propria dalla nostra premier che in più occasioni al popolo credulone ha dato responsi che si sono rivelati del tutto fallaci e menzogneri. Questione di accento o di sillabazione.
Avete presente quando ha scommesso sulla vittoria dell’Ucraina (con l’accento sulla U)? Essendole stata rinfacciata dall’opposizione questa previsione-impegno per l’Italia del tutto sballata ha replicato candidamente (mentendo) di non aver detto mai scommessa sulla vittoria dell’Ucraina (questa volta con l’accento sulla i). Capito la Sibilla?
Ma non è tutto. Da un anno e mezzo non ha tralasciato occasione per ribadire che i famosi e costosi centri di identificazione di migranti in Albania “fun-zio-ne-ran-no”. Di fronte al fallimento dell’iniziativa ci si è accorti che il proclama stentoreo andava invece inteso come “fun-zio-ne-ra-nnooo...”
Sulla stessa lunghezza d’onda straparlano, ispirati chissà da quale demone, i suoi ministri come quello degli esteri, vice premier Tajani, che per difendere una menzogna e non ammettere una topica dà la colpa alla traduzione dall’inglese, lingua in cui era redatto il mandato di cattura internazionale del torturatore libico al Masri, o quello dei trasporti, vice premier Salvini, che invitava ad essere spernacchiato se non avesse abolito la legge Fornero come primo atto di governo. A chi, rinfacciandogli l’impegno, lo ha spernacchiato ha risposto che la legge Fornero era stata cambiata (in peggio ma non lo ammette). Ma Salvini litiga per la sua incoerenza anche con i numeri sparati a caso sui posti di lavoro indotto che sarebbero stati creati dal ponte delle illusioni.
Ecco la cifra della credibilità del nostro Governo, mentre il mondo è alle prese con guerre, stermini e disastri che richiederebbero dosi massicce di onestà e di lungimiranza.
Torquato Cardilli
20 dicembre 2025


Fare l'elenco delle promesse non mantenute da questo governo o addirittura fare l'esatto opposto di ciò che veniva sbandierato in campagna elettorale è molto facile. Ma la cosa che per certi versi sconvolge è la faccia tosta con la quale si presentano al cospetto dei cittadini. Non so se è l'effetto della propaganda grazie al sistema dell'informazione o è, invece, la rassegnazione degli elettori che ormai lasciano correre. Ci salvi chi può.
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