giovedì 18 settembre 2025

UNA “NATO” ARABA CONTRO ISRAELE? È QUELLO CHE SI PROSPETTA DOPO L’ATTACCO ISRAELIANO AI SEI PAESI SOVRANI E AL GENICIDIO E DEPORTAZIONE DI GAZA

di Giovanni Caianiello - Il Medio Oriente, mai come adesso, è sull’orlo di contrapposizione e potrebbe proclamare un’intifada mondiale contro Israele capace di coinvolgere altri paesi nel conflitto globale.
Dopo gli attacchi israeliani non solo su Gaza ma anche su paesi sovrani come Iran, Libano, Siria, Cisgiordania, Giordania e persino Qatar, i leader arabi e islamici si sono riuniti a Doha per discutere una risposta comune. È la prima volta che si parla apertamente di una possibile alleanza militare, una “NATO araba” pronta a contrapporsi a Israele.
 
La tensione è altissima. Nel documento finale del summit, i leader hanno condannato il governo israeliano in modo unanime con questa parole: “il brutale attacco israeliano al Qatar e la continuazione degli atti ostili di Israele, tra cui genocidio, pulizia etnica, carestia, assedio, attività colonizzatrici e politiche di espansione” che minacciano la pace e la stessa possibilità di coesistenza nella regione.

Erdogan senza veli: "Netanyahu, il macellaio di Gaza”. Ad aggravare il quadro, le parole del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, membro della NATO, che ha accusato: “Netanyahu ha commesso una delle più grandi e peggiori atrocità dell’ultimo secolo a Gaza, ha scritto il suo nome nella storia come il macellaio di Gaza, con gli omicidi commessi a Gaza, Netanyahu sta alimentando l’antisemitismo mettendo in pericolo la sicurezza di tutti gli ebrei compreso il popolo israeliano”. 
Israele come polveriera globale
L’espansionismo sionista del progetto della “Grande Israele”, perseguito dall’estrema destra al potere a Tel Aviv, ha trasformato l’intera regione in una polveriera pronta a esplodere. Gaza è stata ridotta in cenere da bombardamenti incessanti: Secondo i dati delle agenzie delle Nazioni Unite (UNRWA e UNICEF), oltre 100.000 civili palestinesi sono stati uccisi dall’inizio dell’offensiva israeliana, tra cui 25.000 bambini assassinati persino nelle incubatrici, deportazioni di massa, fame indotta dall’assedio. 

Scene che senza alcuna fatica riportano alla memoria la peggiore era nazista. Nonostante le ripetute condanne delle Nazioni Unite, nonostante il mandato di cattura internazionale emesso dal Tribunale Penale Internazionale dell’AIA contro Netanyahu e altri membri del suo governo, Israele prosegue
indisturbato nella sua azione criminale. E mentre il governo si ostina a negare ogni responsabilità, migliaia di cittadini israeliani da mesi protestano nelle piazze, opponendosi a una leadership che li sta conducendo verso il baratro morale e politico.

La vergogna europea e il silenzio italiano

Ma la responsabilità non è solo di Israele. Anche l’Europa porta sulle mani il sangue del popolo palestinese. Paesi e leader che ogni giorno si riempiono la bocca di “diritti umani” e “pace” continuano a vendere armi a Tel Aviv, alimentando con i loro affari il genocidio in corso. L’Italia, in particolare, è l’emblema di questa ipocrisia. Nonostante le atrocità sotto gli occhi del mondo, continua a negare il riconoscimento dello Stato di Palestina per non dispiacere al suo burattinaio americano. È una scelta
vergognosa, disumana, che trasforma il nostro Paese in complice diretto del genocidio: le armi italiane che finiscono a Tel Aviv non sono neutre, ma partecipano attivamente allo sterminio, fornendo armi e tecnologie belliche che finiscono per alimentare la macchina di morte. Secondo i dati ufficiali dell’Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma (SIPRI), l’Italia è tra i paesi europei che hanno incrementato l’export militare verso Israele nell’ultimo periodo. Ogni bomba che esplode su Gaza, ogni bambino schiacciato sotto le macerie, porta anche il marchio “Made in Italy”.

Un crimine che la storia non perdonerà

Il genocidio di Gaza non è solo un crimine israeliano: è una vergogna mondiale. Una pagina oscura che la storia ricorderà a lungo. Non verranno dimenticati i carnefici che hanno ordinato le stragi, ma neppure i complici che hanno taciuto, che hanno continuato a vendere armi, che hanno preferito i profitti e la sudditanza a Washington alla dignità della vita umana. Quando un giorno i documenti verranno messi sul tavolo e le coscienze si risveglieranno, non basteranno più le scuse. Israele sarà ricordato come lo Stato genocida, e l’Europa Italia compresa come la complice silenziosa e codarda che ha permesso la distruzione di un intero popolo. Voglio sperare che l’Occidente ritrovi un minimo di umanità e, soprattutto, di responsabilità di fronte a leader criminali senza scrupoli. Ne abbiamo già avuti troppi in passato, e hanno trascinato il mondo sull’orlo dell’autodistruzione. Se non si disinnescano al più presto i nuovi fronti che si stanno aprendo con l’altra parte del pianeta, a rischio non è solo la Palestina, ma la sopravvivenza stessa del genere umano.

Giovanni Caianiello

18 settembre 2025

3 commenti:

  1. Sarebbe ora di farla davvero.

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  2. Con Israele non serve più la politica e diplomazia, bisogna portarla al 1943

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  3. Sarebbe ora. Ma senza escludere Gaza oggi.

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