domenica 15 luglio 2012

La notte della Repubblica. Ma la colpa è del giorno

P-NevoneDa un po’ di tempo, certamente a partire dalla scoppio della crisi finanziaria mondiale dei mutui sub prime USA nel 2008, data storica che paragono allo scoppio della 2.a guerra mondiale
nel 1939, confesso che la notte non riesco più a dormire in maniera soddisfacente. Il motivo è presto detto. Tutte le preoccupazioni per questa crisi planetaria, questa crisi che nasce come finanziaria (quindi speculativa), ma è diventata economica (recessione della produzione di beni e servizi), ma anche sociale (perdita del lavoro e dell’assistenza sociale), ed infine etica (crollo di ogni valore religioso e/o laico), me le porto dentro la mia testa pure la notte quando invece dovrei riposare per recuperare le forze. Si diceva una volta: se hai problemi dormici sopra e domani ci penserai a mente più serena, perché la notte porta consiglio.
Ma quando mai. Anzi al contrario. La notte la mia mente non “stacca la spina”, continua ad elaborare analisi, giudizi, previsioni su quanto costituisce la mia vita di giorno. E tutto questo senza quei freni dell’autocontrollo che di giorno mi consente di “mettere le briglie” alla cavalcata delle “paure”. Insomma, la notte apriamo gli occhi, ma è di giorno che cerchiamo di chiuderli.
Per quel che ne so, non sono soltanto io ad essere vittima di questi agguati notturni. Molti amici, e perfino conversatori occasionali, mi dicono che l’ansia per il futuro dei nostri figli, e adesso perfino del nostro, non li fa dormire. Spesso sui quotidiani si legge che le malattie psicologiche ed il relativo consumo di psicofarmaci è in fortissimo aumento. Non parliamo di omicidi e suicidi. Specialisti invitano a mantenere la calma in tutte le relazioni sociali, anche le più banali, dalla guida dell’auto al lavoro, alle scortesie negli uffici pubblici, ai rapporti con i figli e i ragazzi e i giovani o gli anziani, ai discorsi su soldi, politica o religione. Ogni discorso o parola oggi porta in sé il rischio del conflitto incontrollato e sanguinario.
Tutto questo mi ricorda il titolo di una pubblicazione di alcuni anni fa di Sergio Zavoli, uomo serio e raffinato intellettuale, attuale Presidente della Commissione Parlamentare di Vigilanza sulla RAI, un altro dei pochissimi grandi vecchi dell’Italia migliore. Il titolo era “La notte della Repubblica”.
Zavoli si riferiva alla “notte della democrazia in Italia” a causa del terrorismo politico, rosso e nero, ma anche di stato (le stragi di Piazza Fontana, treno Italicus, etc..), e perfino mafioso. Sperava ed auspicava che gli Italiani ne sarebbero venuti fuori con un nuovo slancio dell’impegno democratico culturale e sociale di tutti gli italiani. E così in qualche modo è avvenuto.
Ma oggi siamo ripiombati in una nuova “Notte della Repubblica”, inedita e peggiore di quella degli anni ’70. E’ una notte le cui tenebre vengono da lontano, da tutti i punti cardinali della terra. Il nostro impegno sembra non essere né sufficiente, né adeguato. Ecco perché la notte ci atterrisce, perché ci tiene sempre “la lampadina rossa” accesa per indicarci che bisogna “darsi da fare” con urgenza. Ma il giorno sembra peggiore, perché i segnali della notte da virtuali diventano reali. Giorno e notte sono uguali, si confermano a vicenda. Questa analisi, forse esagerata e disperante, credo che non si allontani troppo, direi purtroppo, dal “centro del bersaglio” della crisi contemporanea.
Pur tuttavia, forse grazie alla mia fede cristiana che personalmente “strazio” quotidianamente ai “lumi della ragione” e alle “grida di dolore” dell’umanità sofferente, sono comunque arciconvinto che possiamo uscire da questa palude mefitica. Questi guai non sono procurati da chissà quale misterioso “virus” alieno o risvegliatosi dai ghiacci preistorici del Polo Nord. Sono frutto delle macchinazioni fameliche e gigantesche di un manipolo di “farabutti globali”, alimentante inconsapevolmente dalle nostre piccole macchinazioni per la nostra umile e giusta sopravvivenza.
Ne usciremo quando, come l’oste, faremo pagare il conto a chi è giusto che lo paghi, cioè a chi “ha mangiato” a quattro mani addebitando le spese agli onesti e agli umili.
In questo convinzione mi conforta altresì una frase di Bertold Brecht nella sua “Canzone della Moldava”: “A questo mondo niente rimane uguale, la notte più lunga eterna non è”.
Ed allora buona notte a tutti noi. L’alba di domani diraderà tutte le tenebre della notte, e torneremo alla gioia di una vita più semplice e giusta e ad un futuro lungo e sereno.

Pasquale Nevone
15 luglio 2012







2 commenti:

  1. Io e mia moglie non amiamo andare al mare la domenica a causa del caldo, del traffico e poi non siamo tipi da fare a gomitate per un fazzoletto di spiaggia. Perciò per utilizzare il tempo in modo costruttivo lei si mette a stirare con il clima acceso io leggo il g.d.sic. riordino libri, idee, e documenti, poi mi siedo al pc. Incontro sul monitor il generoso e sensibile Pasquale Nevone...(a proposito ti do il mio cell. 3891133537, per mantenere la mia promessa con te e Pepe, per una sana bevuta,Gattuso mi scuserà ma non è mia intenzione usare questo blog come messaggeria), e non posso fare a meno di corrispondere e solidarizzare con le sue argomentazioni, dolore, dubbi. Tutte le sue angoscie sono le mie, soprattutto in quanto padre. Non è mia intenzione fargli il controcanto ne partecipare al muro del pianto. Anzi francamente se fossi un pò più leggero di carattere, come tanti str...potrei fregarmene anch'io, infatti dopo 40 anni e 7 mesi di lavoro e quasi 61 anni, riscattando 6 anni di laurea e 1 anno di militare pagato 11 mila euro sic...in cambio ho ricevuto una pensione dignitosa, ma senza una lira di buonuscita, la mia pensione rientra ampiamente nei parametri trattati da Gattuso e da Grillo. Insomma io e mia moglie potremmo vivere nel giusto, se non fosse che dobbiamo aiutare 3 figli. E qui potrei narrarvi le vicende personali...ma siccome questo non è il luogo giusto...mi astengo. Il blog ha tanti pregi e tanti difetti, non posso e non voglio dire di più. Anzi devo frenare la mia esuberanza e la mia sincerità. Anzi per difendere la privacy ed ingannare i sondaggisti ed i social.network (facebook, googl etc.) che campano sui nostri dati personali...bisogna mentire spudoratamente! Si...proprio cosi ! Bisogna mandare all'aria i loro sondaggi...es. invece di dichiarare che non voteremo berlusconi, dobbiamo asserire il contrario...si certo lo voteremoooo... ma andiamo per es. a votere Grillo. Cosi il cavaliere nei sondaggi arriva al 51 per cento e poi resta con un palmo di naso. Ma per provare la mia strategia della menzogna anche con voi...volete sapere per chi voterò io? forse , berlusconi o casini o fini o monti o grillo o bersani, vendola o Di Pietro o Perchè no Zamparini....Cavolo!! Mi sono confuso...non vorrei incominciare ora a dire bugie e ingannare anche me stesso? Boohh...sarà il caldo...mia moglie ha finito di stirare...la pasta con le vongole è quasi pronta...buon appetitoooooo

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  2. Ok! Cellulare registrato. Il mio te l'ho inviato con un sms. Così non dispiciamo Gattuso, come dici bene tu,usando questo blog come messaggeria, anche se penso che saltuariamente e se fatto con intelligenza potrebbe eseere perfino utile.
    Riguardo alla preoccupazione in cima ai nostri pensieri, e cioè la necessità di aiutare i nostri figli, adesso si è aggiunto anche quella di perdere il nostro lavoro, almeno quello di chi è ancora in attività. Due giorni fa in Europa, non ricordo chi, ha detto che entro il prossimo anno potrebbero perdere il lavoro oltre 5 milioni di persone.
    I governi che fanno? I maggiori partiti (l'internazionale socialista, e quella popolare europea, ed altri ancora) ch eporpongono?
    No! Non può continuare così! La nostra insonnia finirà molto presto. Me lo sento. Chissà forse il 21 dicembre 2012, cone dicono i Maya.
    Anche se penso, però che la svolta verrà dall'estero. L'Italia, come al solito, non potrà che importarla ed adeguarsi, magari con aggiustamenti all'italiana.

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