lunedì 16 gennaio 2012

REFERENDUM. LA POLITICA RIPARTE DALL’ABC .



di Pasquale Nevone - La Corte Costituzionale ha annullato il referendum abrogativo della legge elettorale “porcellum”, promosso da Di Pietro, Segni e Parisi. Un milione e 200 mila cittadini che l’avevano sottoscritto sono stati sconfitti. I restanti cittadini che non lo avevano fatto, cioè 42 milioni e 800 mila, sono stati ugualmente sconfitti,
perché gli è stato comunque negato il diritto di voto sulla scelta del mantenimento in vita della legge elettorale più antidemocratica mai fatta finora in Italia.
Quale è il motivo che ha così convinto la Suprema Corte? Ufficialmente le motivazioni saranno pubblicate a giorni, ma nei corridoi girano voci bene informate, proprio le stesse che avevano previsto questo esito contro l’incredulità generale, secondo le quali se si fosse abrogato il “porcellum”, lo stato sarebbe rimasto senza legge elettorale in caso di improvviso ricorso alle urne.
Si tratta di una palese e sfacciata menzogna giuridica. Tutti sappiamo, infatti, che in caso di abrogazione di una legge sarebbe tornata in vigore quella precedente, cioè il “mattarellum” del 1994. Tra l’altro, tra gli attuali 15 giudici della Corte, siede proprio il padre di questa legge: l’On. Prof. Avv. Sergio Mattarella.
E allora che è successo veramente? La risposta, purtroppo, è semplicissima quanto disarmante ogni minimo sussulto di risorgimento democratico di questo paese: i partiti si sono ripresi tutto il potere che i tecnici (Governo e Corte Costituzionale) gli stavano ridimensionando, usando la solita e ben nota arma letale finale: il ricatto. I politici (tutti) non volevano né il mattarellum né una nuova legge, perché sanno di non sapere e potere controllare l’elettorato in astensione e in rivolta, sapevano che solo il porcellum gli consente di avere tutto in mano; quindi hanno detto ai giudici che se avessero ammesso il referendum, subito a marzo avrebbero provocato la crisi di governo e a giugno le elezioni anticipate con il “porcellum”, in quanto il referendum sarebbe slittato in avanti di un anno e non vi era più tempo per preparare una nuova legge elettorale, che nessuno di loro vuole veramente.
Chi è il cervello di questo nuovo corso politico? l’ABC dei politici italiani, cioè Alfano, Bersani e Casini. Mentre Di Pietro e Vendola fanno finta di opporsi. Bossi se la ride.
La minaccia di un ricorso immediato alle urne e di un risultato elettorale assolutamente imprevedibile ed antipolitico, pertanto destabilizzante per le istituzioni e la tenuta democratica dello Stato, è la nuova e l’unica clava che gli attuali partiti e leader in parlamento da oggi useranno per ricattare i cittadini e i tecnici e piegarli ai loro voleri.
Bocciatura del referendum e della richiesta di arresto dell’On. Cosentino sono solo l’inizio. Dopo verranno l’ostruzionismo ed il condizionamento delle riforme e dei sacrifici. I politici, cioè la casta oggi più abietta perché non riesce più a distinguersi dai malavitosi, dai ladri e dai parassiti sociali, che agli occhi della società rende dei “minchioni”quei pochi politici che vogliono ragionare, cambiare, risorgere.
Se questo è l’ABC della politica di questi giorni, qual è il nostro ABC, quello del futuro dei nostri diritti, dei nostri bisogni, delle nostre attese?

PASQUALE NEVONE
16 dicembre 2012

1 commento:

  1. Partiti !?
    non penso proprio che si possano definire correttamente partiti, se ci si riferisce a quella sorta di società per azioni o in nome collettivo,se non addirittura imprese individuali, le quali-assolto qualche adempimento notarile,e possedendo i requisiti minimi previsti dalla legge-seggono facilmente in Parlamento. Organismi privi di democrazia interna,e quindi per nulla rappresentativi;bene che vada oligarchie, che "dettano legge" per tutti !
    Volete farne uno !? ...niente di più facile !
    Ma perché tali "partiti" dovrebbero avere a cuore il modificare un sistema elettorale che, ad essi, come si suol dire,"va a pennello" ?

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