giovedì 30 ottobre 2025

GIUSTIZIA: LA RIFORMA UMANA DI NORDIO

di Giovanni Caianiello - Riforma della Giustizia: la legalità ridotta a farsa. Altro che modernizzazione: tra abolizioni, limiti e avvisi surreali, il governo Meloni sembra più interessato a disarmare chi indaga che a punire chi delinque. È la nuova giustizia all’italiana: tra ladri avvisati, corrotti liberati e furbi promossi.
Con l’addio all’abuso d’ufficio, il ladro pubblico ha ringraziato e riverito.
Motivo ufficiale: “Troppe denunce infondate, i sindaci hanno paura di firmare”.
Motivo reale: nessuno deve più rischiare di essere scoperto.
L’abuso d’ufficio era il “reato spia” che permetteva di intercettare la corruzione prima che esplodesse. Senza di quello, ora i corrotti potranno dormire tranquilli.
E così, d’ora in poi, quando un dirigente comunale assegnerà un appalto da tre milioni all’amico del cognato, potrà dire con serenità: “Tranquilli, non è più reato!”.
In pratica, il sogno di ogni amministratore disinvolto è diventato legge, e i corruttori stappano lo spumante.
Si passa poi alle intercettazioni-lampo: il delinquente con il cronometro in mano.
Nuova regola: massimo 40 giorni di intercettazioni, poi basta e piomba il silenzio radio.

Gli imprenditori collusi con la politica e il malaffare, che in 40 giorni non fanno in tempo neanche a organizzare una cena d’affari, ora possono stare tranquilli: dal quarantunesimo giorno possono ricominciare sereni. Telefoni accesi, riunioni, tangenti e brindisi.
Gratteri lo ha detto chiaramente: “Così si avvisa il criminale che può tornare a delinquere”.
Davanti alle procure dei tribunali bisognerebbe mettere un cartello:
“Attenzione: le microspie sono a tempo e scadono dopo quaranta giorni. Gli interessati si raccontino al telefono tutto quello che combinano entro e non oltre il termine stabilito, altrimenti niente processo.”
Ok, però almeno i ladri, gli spacciatori, i ricettatori, i falsificatori, gli assassini con la pistola o il coltello del delitto li prendiamo!
Non se ne parla proprio. Ci vuole più umanità. Basta con i traumi improvvisi. Non sia mai che poi non li trovino in casa: così. Con gentilezza e massimo rispetto, li avvertiamo prima con l’avviso di perquisizione.
È solo una delle tante altre perle della riforma: l’obbligo di avvisare in anticipo chi sarà perquisito o arrestato. Un’idea geniale.

– “Buongiorno, avvocato siamo dell’Antimafia. Più tardi andremo a perquisire il suo cliente, ma non si preoccupi, gli dica di mettere in ordine casa. “
– “Perfetto, giusto il tempo di portare via i documenti falsi, le valigie di contanti, la droga e le pistole!“
Almeno arresteranno chi delinque.
Non scherziamo con le cose serie: serve il preavviso all'indagato prima di arrestarlo, non sia mai che si offenda così all’improvviso. Non è educato. Serve democrazia.

“Scusi, dovemmo arrestarla, va bene se passiamo?”
Infatti, la Procura della Repubblica di Venezia ha chiesto l’arresto per 22 persone accusate, a vario titolo, di una quarantina di furti. E loro, democraticamente, hanno deciso di andare a rubare da un’altra parte.
Ma il vero capolavoro di logica giudiziaria è la separazione delle carriere: due magistrature, una delle due più comoda e soprattutto politica. La ciliegina sulla torta.
“Così avremo più equilibrio”, dicono.
Peccato che oggi il PM non possa fare nulla senza l’ok di un giudice.
La si può pensare politicamente come si vuole, scegliere un’idea o un leader invece che un altro, ma ci sono fatti oggettivi le cui posizioni lasciano indubbiamente dei sospetti sui reali obiettivi di chi li promuove.

La riforma della giustizia, così come concepita, appare più un attacco diretto alla legalità che un tentativo di correggere eventuali storture. Certe misure apparentemente incomprensibili e raffazzonate, uscite dalla mente di un’incompetenza abissale, sembrano invece puntare scientemente allo smantellamento delle regole della giustizia e della legalità, costruite in oltre ottant’anni di esperienza e lotte sul campo.
Un cambio di carriera con molti paletti e ostacoli, una sola volta nel corso della vita professionale, e solo entro i primi dieci anni, dopo un giudizio di idoneità e con obbligo di cambio di regione. Sicuramente poco conveniente o poco attrattivo, tant’è che a chiederlo è solo lo 0,2% dei magistrati. In sostanza, già oggi quasi nessuno lo chiede.

Si sa che attualmente il potere del PM è totalmente sotto il controllo del giudice.
Infatti, il PM da solo non può far nulla senza l'approvazione di un giudice: non può chiedere un sequestro, né un arresto, né un’intercettazione, né persino il prolungamento di un’indagine senza l’autorizzazione del giudice.
Dunque, qual è il motivo di una riforma a dir poco inutile? Una vendetta? Un chiaro tentativo di manipolazione delle procure da parte della politica?

Il governo la chiama “riforma epocale”.
In effetti lo è: mai, negli ultimi quarant’anni, si era visto un attacco così frontale al sistema giudiziario.
Un capolavoro di ipocrisia legislativa, venduto come modernizzazione ma costruito su misura per garantire impunità ai soliti noti.
La più grande sanatoria del malaffare dai tempi di Tangentopoli.

La verità è che questa riforma non aggiusta nulla.
Non velocizza i processi, non migliora i tribunali, non risolve l’arretrato.
Non aumenta i magistrati, non modernizza la giustizia, non garantisce più trasparenza.
Fa una sola cosa: toglie potere a chi indaga e tranquillizza chi teme le indagini.

Giovanni Caianiello

30 ottobre 2025

4 commenti:

  1. Una "riforma epocale" ? La riforma della giustizia?NO, è una schifezza! È la volontà di riscrivere i rapporti tra poteri dello Stato con l'obiettivo di indebolire l'autonomia della magistratura attraverso la politicizzazione del PM. Il giudizio di Nicola Gratteri: "Perché votare no? Perché a parte i sofismi, a parte le esegesi che si può fare su ogni parola, su ogni sillaba, il risultato finale è che si vuole un pubblico mistero burocrate, un pubblico mistero addomesticato, un pubblico mistero docile che si comporti esattamente come il negativo di un perfetto burocrate". Lo condivido come le tante opinioni contro la riforma. Io amo la nostra Costituzione e non sopporto nessuna manomissione. Ho sempre votato NO a tutti i referendum costituzionali.

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  2. Caro Giovanni dovrai preparare una seconda puntata per quando aboliranno la Corte dei Conti, i controlli preventivi e successivi dello Stato. Arriveranno a decretare che sui parlamentari inquisiti deciderà il governo.

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  3. Io sono dalla parte di Giovanni Falcone che sosteneva la separazione delle carriere. Credo di più a Giovanni Falcone anziché a Nicola Gratteri.

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  4. Meglio chiamarla, RIFORMA DEI LADRI.

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