venerdì 23 febbraio 2024

IL VOTO IN SARDEGNA AFFIDATO ALLA TODDE

di Maurizio Alesi - Sembra che le elezioni regionali in Sardegna abbiano fatto perdere la testa al centro sinistra (o quello che rimane). Già PD e M5S devono fare i conti col “fuoco amico” rappresentato dal candidato Soru che, in preda a un delirio di onnipotenza si mette in mezzo fra i due veri e unici contendenti Truzzu e Todde senza alcuna speranza di arrivare. Dai sondaggi risulta tuttavia che Soru, sostenuto dai soliti Renzi e Calenda, sia vicino al 10% che rosicchierà quasi per intero alla coalizione di sinistra.

Anziché cercare di recuperare il gap entrando nel vivo dei problemi reali dei cittadini sardi e facendo leva sul fallimento della Giunta uscente, la Schlein di cosa parla negli incontri elettorali e nei comizi? Di fascismo e antifascismo, del terzo mandato e della riforma sul premierato. Ora, come tutti possono immaginare, gli italiani e i sardi vivono questi temi con grande interesse e apprensione. Nelle famiglie, nei posti di lavoro, nelle fabbriche e nelle campagne non si parla d’altro. Hanno dimenticato la povertà
crescente, il caro vita, il lavoro povero, i prezzi alle stelle, la disoccupazione, il disastro della sanità.

Il problema che attanaglia la Sardegna (come il resto d’Italia) è sapere che il PD è antifascista e la Meloni balbetta se interpellata sul tema. La destra furbescamente, per evitare di parlare dei propri fallimenti sposta l’attenzione su argomenti tutti interni al palazzo e alla gestione del potere gettando fumo negli occhi degli elettori e l’opposizione ci casca come un pivellino, non solo seguendolo sugli stessi temi, ma spaccandosi al proprio interno tra Bonaccini, i sindaci PD e la segretaria sul secondo e terzo mandato.

Per fortuna il M5S è riuscito a far passare una candidata alla presidenza della regione molto in gamba. Una persona seria, preparata e impegnata nel sociale, in grado di giocarsi la partita contro un candidato, scelto personalmente dalla Meloni nonché attuale sindaco disastroso di Cagliari. Se lasciassero lavorare nel suo territorio la Todde, che conosce bene i problemi della sua regione provenendo dall’interno dell’isola e non dalla Costa Smeralda, forse potrebbe davvero insidiare la coalizione prendi tutto di destra e puntare anche a vincere. Il problema è che il lupo PD perde il pelo ma non il vizio e, pensando di aiutare la propria candidata, continua a danneggiarla parlando di cose che non interessano nessuno, meno che mai, il popolo sardo alle prese con le difficoltà quotidiane e i suoi antichi disagi non risolti.

Nessuno nega l’importanza della discussione sulle riforme o le sacrosante critiche di autoritarismo
del governo, ma pensare che le elezioni locali si vincano su questi temi è da ingenui e anche da irresponsabili. Ci saranno sedi istituzionali per dibattere sulle posizioni politiche di destra e sinistra ma oggi in Sardegna vincerà chi interpreta meglio i bisogni della gente. Si discuta dei programmi e delle cose da fare per rimediare ai disastri collezionati dalla Giunta uscente di Solinas che infatti non ha avuto il coraggio di ricandidarsi. Sarebbe davvero una grande occasione sprecata considerato che la Todde potrebbe farcela ad arrivare. Il comizio di chiusura della destra ha mostrato il vero volto di una coalizione populista e arrogante che non ha ancora compreso di essere al governo del Paese, anche perché non ne ha la cultura.

La Meloni continua ad usare gli stessi toni da vecchia propaganda urlante da borgatara come fosse ancora all’opposizione. Ossessionata da sentimenti di accerchiamento e di complotti contro l’esecutivo, si scaglia contro l’opposizione anziché fare autocritica per avere sgovernato la Sardegna, collocandola all’ultimo posto per la gestione e i servizi sanitari resi ai cittadini. Resta da appurare quanto saranno attrattive per i sardi queste elezioni e quale sarà il livello di partecipazione al voto che, pur limitato in un ambito territoriale limitato, potrà darci qualche indicazione sul gradimento generale di una coalizione che, mettendo dentro chiunque e senza badare a problemi di moralità dei propri candidati, sembra essere ancora in ottima salute. Non c’è dubbio che questa destra è molto più brava nella propaganda e riesce benissimo a coprire la guerra di potere fratricida che è in atto tra la Lega e FdI. Riesce a convincere gli italiani che stanno insieme da 30 anni, sempre d’amore e d’accordo.

Dall’altra parte, invece, continuano a farsi del male mostrandosi divisi e distanti su tutto dilaniati da mille dissidi interni tra le correnti PD e la coalizione che dovrebbe proporsi come alternativa al governo dei peggiori. Non ci resta che sperare sulle capacità della Todde che, saggiamente, non ha voluto accanto a sé i big dei partiti nazionali per chiudere la sua campagna elettorale.

La sinistra dovrebbe fare ammenda di questa scelta e riflettere sulla necessità di trovare nuove strategie per apparire credibile, affidabile e condividendo i valori di quella sinistra, da tempo indistinguibile e perdente. Senza un cambio di rotta significativo dovremmo rassegnarci a fare i sudditi e subire la presenza dei Salvini, delle Meloni, dei Nordio e di tutta questa bella compagnia di impresentabili.

Maurizio Alesi

23 febbraio 2024

6 commenti:


  1. Speriamo con tutto il cuore.

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  2. Il centrosinistra (o quel che ne rimane) non ha perso la testa. Per perdere qualcosa bisogna averla.

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  3. Per avere qualche bella testa nel Centro sinistra dobbiamo farcene prestare qualcuna da quei geniacci di destra. Non so, tipo Lollobrigida, Santanchè, Delmastro, Donzelli o Gasparri. Questi si che hanno testa, ma una testa che sta sotto la cintura.

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  4. Il voto in Sardegna è affidato alla candidata Alessandra Todde e alle liste che la sostengono: M5S, Partito Democratico, Alleanza Verdi Sinistra, Sinistra Futura, i Progressisti, il Psi Sardi in Europa, Fortza Paris e le civiche Demos, Orizzonte Comune, Uniti per Todde. Questa ampia coalizione non rappresenta la tradizionale sinistra ma un “Campo largo” che raccoglie pezzi della galassia della sinistra. La campagna elettorale ha impegnato tutti: forze nazionali e locali. La Todde, riconoscente, nel ringraziare ha detto: “Giuseppe Conte è stato con noi tre giorni, Elly Schlein oggi sarà con me a Carbonia e Cagliari, domani Bersani chiuderà a Nuoro, venerdì sera la campagna elettorale si chiuderà a Cagliari senza i “big” della politica nazionale. Daremo solo voce ai rappresentanti della coalizione che mi sostiene, perché questa è una battaglia dei sardi”. Il cambiamento è affidato all’orgoglio e alla partecipazione del popolo sardo. Cinque anni fa la percentuale dei votanti si fermò al 53% degli aventi diritto (790.332 persone su 1.470.401). Si deve andare oltre con la speranza di riuscire nella difficile ma non impossibile impresa di conquistare il governo della regione. Evitiamo, a sinistra, di amplificare polemiche inutili e pretestuose. Dopo tante delusioni: diamo più spazio alla speranza!

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  5. Per la elezione del presidente di una regione è importante certamente la coalizione e il suo spessore politico ma la cosa che determina la vittoria di un candidato è il candidato medesimo. E' il suo modo di parlare, la sua simpatia, la sua credibilità e la sua preparazione.

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  6. Ha vinto Alessandra Todde. Sono... siamo felici, insieme, si puo'.

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