giovedì 29 febbraio 2024

MA CHE STATO È IL NOSTRO: MODERNO O RETROGRADO?

di Torquato Cardilli - Un mese fa mi chiedevo quale Europa fosse il sistema politico-economico-sociale in cui viviamo, impantanati in una profonda crisi tra ricchezza e povertà, tra parassiti speculatori e lavoratori sfruttati, tra chi ha il di più e chi non ha nemmeno il minimo, tra ipocrisia e buona fede in un confronto sempre più serrato con altre culture e popoli. È davvero questo il continente più antico, culla della civiltà e perciò più sensibile alle diseguaglianze?

L'Europa da tre quarti di secolo ha smesso di essere al centro degli affari del mondo ed è progressivamente scivolata nel sentiero della sudditanza sempre più marcata verso potenze, estranee all’Unione politica, che per i loro disegni geo-strategici ci impongono direttive contrarie all’interesse dei nostri cittadini con sacrifici da cui esse stesse sono esenti, e anzi traggono vantaggi incalcolabili grazie all'acquiescenza dei sonnambuli morenti di Bruxelles (Von der Leyen, Michel, Metsola, Stoltenberg) che si fingono cavalieri dell'apocalisse.

In questa allegra compagnia l'Italia si traveste da mosca cocchiera; si illude di essere alla guida della carrozza male in arnese, che invece ubbidisce agli ordini che giungono da lontano. A questo serve la nostra presidenza del G7 di cui Meloni si vanta in ogni occasione, riempiendosi la bocca e illudendo i cittadini, come il protagonista di miseria e nobiltà, che l'Italia conti qualche cosa. Ci sediamo a quel tavolo tra paesi con il Pil doppio o triplo, del nostro, relegati a un ruolo ancillare e tenuti al guinzaglio per tema di fughe in avanti o pungolati a agire per conto terzi.

Il nostro è un paese povero con un debito che cresce di continuo a ritmo mensile di circa 12 miliardi per complessivi 2.843 miliardi cioè il 141,7% del Pil di cui solo il 13% in mano alle famiglie italiane.

L'Italia non cresce perchè lo Stato non sa fare scelte di investimenti, nn sa iniettare liquidità nelle tasche dei cittadini come dimostrano i continui giochi di prestigio dello spostamento di fondi che non ci sono da una posta di bilancio all'altra, e che ogni anno vara una manovra finanziaria a debito caricato sulle spalle di chi non è ancora nato.

E' un paese arretrato in tema di infrastrutture e di tutela del territorio, con una sanità svenduta al privato, con una burocrazia di stampo ancor oggi novecentesco, con procedure cavillose create apposta da azzeccagarbugli, e votate alla cieca in un Parlamento vincolato alla fiducia, in modo che anche le più piccole rotelle dell'ingranaggio possano controllare il meccanismo e incepparne il funzionamento.

Tutti hanno assistito alla vergognosa procedura dello spoglio delle schede delle elezioni in Sardegna. In quale paese del G7 alla chiusura delle urne si consente anche alle schede di dormire una notte? In quale paese per scrutinare una scheda, dico una sola scheda con al massimo 4 segni, si impiegano 18 ore vittime della lumachite, con scrutatori che fanno le crocette su fogli volanti? Come mai tutti gli osservatori, i delegati di lista, erano in possesso dei dati già alle 5 del pomeriggio mentre la televisione si lambiccava tra dati forniti con il contagocce. Possibile che i servizi elettorali del Ministero dell'Interno e delle Regioni siano ancora così arretrati da non tenere aggiornato lo spoglio in tempo reale su maxi schermi come avviene in India o in Brasile con il sistema elettronico?

Come faremo, tra poco più di tre mesi, a non essere spernacchiati dai 26 partner dell'Unione nello spoglio delle schede per le elezioni europee che debbono per legge avvenire contestualmente in ogni paese?

E Meloni che, lo ripeto, si vanta di aver la presidenza del G7 come se fosse una conquista e non un'assegnazione obbligatoria a rotazione, se ne va a Kiev a organizzare una riunione del Club dei 7 in video conferenza, disertata da quelli che sono i nostri alleati senza aver esercitato un minimo coordinamento, ed anzi insistendo in uno stillicidio di sgarbi e ripicche con la Francia, che a sole 48 ore di distanza organizza a Parigi un super controvertice in presenza, con 27 capi di Stato e di Governo.

Come se non bastasse Meloni ha pure firmato con l'Ucraina, paese in guerra, un protocollo d'intesa decennale di assistenza militare senza la previa autorizzazione del parlamento.

Ma Meloni è la stessa persona che scorrettamente accusava in Parlamento con toni truci Conte di aver firmato il Mes con l'Europa senza avallo parlamentare o è una sosia spudorata? Si rende conto del giudizio riportato dalla stampa estera dopo la sua esibizione da avanspettacolo di fronte ai corrispondenti stranieri in Italia, che non sono affetti da servilismo?

Torquato Cardilli

29 febbraio 2024

2 commenti:

  1. Come sopra detto "L'Italia non cresce perchè lo Stato non sa fare scelte di investimenti, non sa iniettare liquidità nelle tasche dei cittadini" non vedremo la luce che per ora è in fondo ad un pozzo

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  2. Francesco Boccuzzi1 marzo 2024 alle ore 09:50

    La coppia di cabarettisti che non si rendono conto dei rischi a cui andiamo incontro.

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