mercoledì 24 luglio 2019

MINCHIA CHE COGLIORANTI!

di Giovanni Caianiello  - Spesso viene da chiedersi qual è la differenza tra un coglione ed un ignorante. Pensando ai meridionali, a tanti di loro, non è difficile capire che coglione e ignorante spesso sono sinonimi. Coglioni ignoranti appunto. Il conio è fatto: Coglioranti! Se qualcuno prova a spiegare loro qualcosa, ammesso che sia corretto, da ignoranti ti danno persino ragione, poi da coglioni fanno lo stesso di prima.

I meridionali, infatti, ma prima di loro i siciliani, hanno una particolare predisposizione al masochismo, che dalle parti del lombardoveneto definiscono indubbiamente coglionaggine. Se poi aggiungiamo anche una profonda ignoranza caprina
abbiamo disegnato il quadro del fondo dello stivale, abitato perlopiù da… Coglioranti. Sono abitudinari, per questo, nelle urne votano sempre gli stessi, quelli, che con una mano gli danno una pacca e con l'altra, gli tolgono il pane dalla ciotola, con scodinzolamento a destra e sinistra.

Ma i coglioranti, In barba anche alla propria storia fatta di patriottismo, orgoglio e rivolte, capaci di infiammare tutta l'Europa, sono ora diventati fatalisti e passivi. Disconnessi e felici. Insomma coglionazzi, anzi coglioranti. Dalla rivolta dei Vespri del 1282, a quella del pane del 1647, contro i garibaldini del 1860, del 1866 contro i depredatori savoiardi, ed indipendentiste, ingiustamente e semplicemente liquidate come banditismo. Tutto dimenticato.

Hanno però portato nelle istituzioni dello Stato, diverse decine di ministri, vice ministri, sottosegretari e persino un Presidente della Repubblica. Per non parlare nella stessa amministrazione dell’isola che gode dello Statuto Speciale dal 1946. Il tutto senza il ritorno di benefici economici e sociali, benessere familiare, infrastrutture, collegamenti viari e ferroviari degni di paesi moderni e civili.

Le autostrade siciliane, sembrano piste da Camel Trophy, le statali e provinciali interrotte da frane da decenni mai riparate, sono ridotte al rango di mulattiere dello stato borbonico.

Linee ferrate, a binario unico, con tratte spesso irraggiungibili, da odissea, dove per percorrere 350 chilometri, ci vogliono oltre diciassette ore di treno!

Ma che minchia hanno fatto per la Sicilia in tutti questi anni, questi “competenti” e valenti siciliani, che altri siciliani hanno votato e mandati a Roma a fare i ministri, i sottosegretari e perfino il Presidente della Repubblica e quelli che continuano a votare e a mandare al Palazzo dei Normanni? Hanno fatto una beata minchia!

A Roma, invece sono andati a costruire la sanità, la scuola, lo sviluppo del resto d’Italia, le autostrade a quattro e a sei corsie a Milano Nord e treni ad alta velocità dei Freccia Rossa, d’Argento e Italo. Che da Milano a Roma (570 chilometri), impiegano tre ore, meno di quelle che ci vogliono per fare in Sicilia la tratta Palermo-Trapani, fino a cinque ore per soli 87 chilometri con littorina a gasolio. Ecco che minchia ci vanno a fare a Roma! Altro che la Sicilia e i siciliani!

E adesso, sempre per il bene della Sicilia, si farà anche il TAV, così con un buco in una montagna della Val di Susa, arriverà tanto benessere a Palermo, Canicattì e Gela. Proprio come l’autostrada A8 con tanto di MyWay, che consente ai lumbard, beati loro, di viaggiare informati e che a noi, non ce ne viene una beata minchia!

Anzi, adesso vogliono pure l'autonomia della Lombardia e del Veneto, dove ad insegnare nelle loro scuole vogliono solo professori Veneti o Lombardi e non sporchi e puzzolenti napoletani, calabresi, pugliesi o siciliani. Peccato però, che anche questa volta, sono stati bocciati da quelli che dicono sempre di no, alle imbecillità ovviamente. E sono sempre quei cattivoni dei 5Stelle a mettere i bastoni tra le ruote e ad aver imposto ai leghisti di rinunciare alla regionalizzare la scuola e gli insegnanti pagati di più della Lombardia e il Veneto, perché per i grillini la scuola non è leghista ma italiana. I Governatori Zaia e Fontana hanno dovuto ingoiare l’amaro boccone, almeno per ora, ma è certo che ci riproveranno con il via i terroni dal Veneto e dalla Lombardia, ma soprattutto con i voti degli stessi meridionali: I Coglioranti appunto.

Ai meridionali, viene da chiedere, ma che minchia ci votate ancora?

Ma loro li votano, li votano lo stesso! Perché vogliono costruire il ponte sullo Stretto, altra coglionata colossale.

Li votano, perché sono contro i migranti e le Ong. Lo hanno detto sin da subito, lo diceva soprattutto uno di loro, un certo Capitan Felpus, che li avrebbero rimpatriati tutti, fino all’ultimo, infatti, ora stanno tutti in patria, quella italiana, fino all’ultimo. Hanno detto che volevano cambiare il Trattato di Dublino, quello che attualmente obbliga l’Italia a tenersi tutti i migranti che vi arrivano, però poi votano contro l’elezione della Presidente del Commissione Europea Von Der Layen, che invece nel suo programma ha proprio la modifica di quel Trattato. Non si mai che lo cambi davvero!

A tutti quelli, che li voteranno ancora, ai coglioranti: Ma che minchia ci votate!!!

Giovanni Caianiello
24 Luglio 2019

10 commenti:

  1. hai imparato bene da Salvini, nel giorno che Grillo vi disconosce tu cambi programma

    RispondiElimina
  2. Un bello sfogo, questo di Giovanni Caianiello.

    RispondiElimina
  3. Boschetti Vinicio, ecco, appunto. Da anni di voti ad minchiam, alle minchiate di oggi. Nessuna differenza.

    RispondiElimina
  4. Condivido tutto.
    Ma che minchia ci votate?
    I coglionanti sono milioni di milioni e vivono tra di noi.

    RispondiElimina
  5. Gustoso articolo che spezia di ironia una sconcertante verità che, paradossalmente, sfugge solo ai protagonisti.
    Trova, così, conferma l'amara verità secondo cui: c'è una strana concupiscenza fra vittima e carnefice.

    Anche se quanto esposto nell'articolo è macroscopico se è comprensibile che chi ne beneficia ne contesta la veridicità è stupefacente che la maggioranza abbia rinunciato ad essere cittadini per accontentarsi della condizione di suddito.

    La differenza tra suddito e cittadino è che, il primo, è titolare di diritti e doveri, mentre l'altro di favori "ricevuti" e "contraccambiati" il cui discriminante è appunto la dose di ignoranza e coglionaggine si cui sono infarciti.

    L'autore completa l'appello di Gramsci "Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza" con una componente in antitesi con l'intelligenza e su cui l'istruzione non sortisce effetto...appunto i coglioni.

    Considerando che oltre tre quarti della popolazione è analfabeta funzionale, c'è da credere che tale percentuale salga significativamente quando venga riferita ai coglioranti.

    Quindi, caro Giovanni Caianiello, quello che possiamo fare è solo continuare nell'opera di svegliare le coscienze anche se per i Siciliani in particolare sono profetiche le parole di Giuseppe Tomasi di Lampedusa quando nel Gattopardo scrisse "Il sonno è ciò che i Siciliani vogliono ed essi odieranno sempre chi li vorrà svegliare"

    RispondiElimina
  6. Nino Pepe Mi pare che questo articolo sia nato per battezzare il neologismo non per altro. La tiritera contro il popolo siciliano è sbagliata per il semplice fatto che si basa su un falso. Infatti il popolo siciliano è autore del 61-0 pro Berlusconi ma è anche quello che nel marzo 2017 ha votato in massa il M5S. Perciò i coglioni ignoranti, casomai, sono i parlamentari eletti dai siciliani.

    RispondiElimina
  7. Viviamo in Sicilia nello specifico, in mezzo al nulla che avanza, ed ancora parliamo di TAV si TAV no.
    Ma .....mi chiedo:
    COGLIONAZZI SI NASCE O CI SI DIVENTA ?

    RispondiElimina
  8. L'articolo è una "provocazione" che stimola il confronto. Il tunnel nel quale, noi siciliani, da decenni ci siamo infilati continua purtroppo a non vedere la luce. Ma di chi è la colpa? In primis nostra, non c'è dubbio, ma, permettemi di aggiungere, non solo. Molti nostri rappresentanti, di ogni colore politico, una volta raggiunte certe posizioni, si sono dimenticati della loro terra, si sono "salottizzati". Il Nord, ancora oggi, a mio avviso sbagliando, continua a vedere nel Sud più un problema che una risorsa. Non rendendosi conto delle reali potenzialità del meridione e, soprattutto, che i problemi del Sud ricadranno inevitabilmente sul più ricco Nord. Intanto la nostra Sicilia si fa sempre più povera (reddito pro capite meno del 50% di quello del Nord, con un triste nostro primato del 44%). I nostri giovani scappano, compresi i miei figli, e la popolazione diminusce, invencchiandosi sempre di più. È una Sicilia sempre più isolata (collegamenti da terzo mondo) e tenuta/voluta povera e sotto "ricatto" dell'assistenzialismo. Si è confuso o voluto confondere l'aiuto per i più deboli (bene il RdC) come volano per il lavoro. No, la ricchezza ed il lavoro richedono ben altri provvedimenti. La sveglia dobbiamo però darcela noi siciliani, prima che sia troppo tardi per il cambiamento. Adoperiamoci affinché questa meravigliosa terra di Sicilia, ricca di cultura, bellezze e di storia, non venga definitivamente abbandonata a se stessa, alla deriva... La gente perbene è nettamente superiore a chi del malaffare e del clientelismo ne ha fatto una scelta di vita. Molti, è vero, hanno perso la speranza, si sono "rassegnati". EVITIAMO, NOI SICILIANI PER PRIMI, DI FARE DI TUTTA L'ERBA UN FASCIO e proviamo invece a darci veramente una sveglia ed a credere in un futuro migliore per noi e le nostre future generazioni. Chissà, magari in molti cominceranno a vedere la luce in fondo al tunnel...
    Orgoglioso di essere italiano e siciliano...

    RispondiElimina
  9. Minchia che sfogo! Ha senso?! Per avviare una riflessione, SI!
    Incominciamo dalla richiesta di autonomia delle Regioni Veneto e Lombardia. Luca Zaia, per il suo Veneto, non ha mai nascosto l’ambizione di una autonomia quasi secessionistica. Per dare più valore al referendum consultivo è stato fissato un quorum da raggiungere: hanno votato il 57,2% (98,1% i SI; 1,9% i NO). Roberto Maroni non nutriva le stesse ambizioni, pensava ad una autonomia differenziata ma senza impatto aggressivo all’unità nazionale. Non ci hanno creduto e non ci tengono i lombardi molti dei quali sono di origine meridionale. Su 7.897.056 elettori, hanno votato 3.017.707 pari al 38,21% (96,02 i SI; 3,98% i NO). Attilio Fontana, rispetto al suo predecessore, ha cambiato le carte in tavola. C’è da augurarsi che, almeno sulla questione autonomie, il M5S mantenga la barra dritta.
    Ma se ci trasferiamo in Sicilia, qui sono i “Coglionanti” che non hanno nessuna intenzione di cambiare. Votano con interesse, attenti a scegliere chi promette di mantenere privilegi e clientele. Saltano da un carro all’altro nell’interesse personale e mai di quello collettivo. La Sicilia non riesce ha scrollarsi la maledizione gattopardiana “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. La domanda è: “ I siciliani sono contrari o favorevoli alle spinte di cambiamento?” Si direbbe potrebbe dire SI, per quelli che vivono nell’isola. Molti di quelli che non hanno accettato e non accettano questa situazione hanno lasciato e lasciano la Sicilia per il Nord del Paese dove si sono inseriti e, non sono pochi quelli che hanno dimostrato le loro capacità in diversi campi.
    Quelli che restano, quando votano, sono ignoranti? Sono coglioni? Non si direbbe! Sanno scegliere! Mantengono per sé e per tutto il sistema inalterati i privilegi in una Regione che può vantare una autonomia vera ed esclusiva.

    RispondiElimina
  10. Certo, per alcuni é uno sfogo. In realtà è una superba analisi dei meridionali, nella fatti specie i siciliani. Il passo tra coglioranti e malfattori è sottilissimo...se non si è l’uno si è l’altro...e senza fare di tutta l’erba un fascio. Ah si, forse tra loro ci sono gli gnorri, ma risultano comunque “roba” avulsa all’umano. Buona giornata

    RispondiElimina