mercoledì 22 aprile 2015

LA SCUOLA E LA POLITICA

Politica e scuoladi Franco Luce - Tra poco più di un mese, il 31 maggio 2015, verranno eletti i nuovi consigli regionali e malgrado gli scandali che li ha visti protagonisti, si continua con la solita vergognosa melopea.
Matrimoni di “convenienza” celebrati e presto dissolti, poi… con disinvolta ritualità vengono a configurarsi delle vere e proprie “unioni di fatto”, naturalmente, cari amici del blog, non parlo di stato civile, ma di politica incivile e sporca. “L’uomo è per sua natura un animale politico”.

aristoteleVera o falsa questa concezione espressa da Aristotele, ad ognuno poi la libera scelta di accettare questa definizione come meglio crede, come dogma o indirizzo, se oggi si vogliono affrontare i problemi che hanno stravolto la “nobile arte del fare politica”. In una società definita civile la politica è uno strumento attraverso il quale si realizza il governo di uno Stato con l’apporto del libero consenso di tutti i cittadini. Non so se questa è una banale riflessione tante volte detta e ripetuta, da evitare persino di prestare una pur minima attenzione. Probabilmente può essere proprio questo il motivo che ci fa girare la testa dalla parte opposta, quando vengono a determinarsi atteggiamenti della politica di basso livello.

Una domanda. Con quale animo l’elettore si presenterà alle urne? Una campagna fatta di insulti, accuse, vere e proprie faide perpetrate con disinvoltura anche internamente alle proprie aree politiche, pur di sbarazzarsi di chi coltiva un modo diverso di concepire la gestione del potere. Credo che in queste evidenti circostanze non si esagera affermare che i termini “politica” e “politico” vengono usati impropriamente, o con sarcasmo come “legittimo” strumento di offesa.
Questo stato di cose, disorienta il cittadino e lo allontana dalla politica, privando la stessa di una componente fondamentale in un sistema democratico: la partecipazione. Di fronte a tale evidenza ci si convince sempre di più che la politica non rappresenta quella missione che affonda le sue radici nella realizzazione dell’interesse collettivo, ma è in realtà la rappresentazione pratica di uno sfrenato personalismo avente per oggetto solo la conquista del potere.

Scuola eritreaFatte queste dovute riflessioni, nessuno può ritenersi non interessato ad affrontare il grave problema esistente, affinché si possa uscire da una situazione sempre più ingovernabile. Malgrado tutto si continua a fare sfoggio, in assenza totale di pudore, di una demagogia utilizzata per raggirare le regole della legalità. Tempo addietro leggevo su PoliticaPrima il servizio di Marisa Bignardelli sulla “dispersione scolastica”… beh devo dire che i primi “dispersi” della cultura sono proprio molti nostri politici. E sono convinto che per riavvicinare il cittadino alla ‘Politica’, quella che dovrebbe rappresentare l’essenza della citata arte, è necessario che si sfruttino al meglio quegli spazi in cui la politica stessa viene applicata impropriamente: la scuola.

È in questo ambiente che si deve entrare, non in punta di piedi, ma con decisione e convinti di poter giungere ad un serio cambiamento, perché la cattiva politica si fonda su una grave carenza di cultura della stessa. Attualmente pare che è proprio nella scuola ad essere adottata quella logica che va nella direzione diametralmente opposta, continuando a ritenerla uno spazio politico, anziché uno spazio per la politica. Questa istituzione nell’arco dei secoli ha svolto un ruolo  importante e fondamentale nella formazione politica dell’uomo e sui sistemi di organizzare l’amministrazione di uno Stato volto alla modernizzazione. A questo punto è d’obbligo la domanda: attualmente quale funzione svolge la scuola e quali sono i suoi reali effetti nei confronti della politica?

Politica e aristotele-14-638Secondo il sentire comune, si vorrebbe a tutti i costi che essa ne rimanesse fuori senza un valido motivo, contrariamente a quanto si potrebbe realizzare in un momento in cui vanno alla deriva le norme basilari del confronto democratico. È ampiamente dimostrato come vengono a configurarsi elementi politici non trascurabili tra la trasmissione del sapere e la formazione della stessa coscienza, fondata sul concetto di “diritto” e “di giustizia”. Non deve ritenersi irrilevante la formazione di una opinione politica tanto utile pur di evitare quel linguaggio incomprensibile, spesso ostentato irresponsabilmente in ogni comunicazione mediatica o nei dibattiti dei partiti.

Educare le coscienze attraverso l’istituzione scuola è dunque essenziale oggi, ancora più di ieri. Ricostruire le esperienze, non circoscriverle al solo “pensare” o “guardare” ma renderle concrete, fatte sì di conoscenze, ma anche di emozione, di coinvolgimento, di comprensione vera e di capacità di prendere posizione e di saper agire con la consapevolezza delle conseguenze reali che questo comporta non soltanto per sé stessi.

Franco Luce aprile 2015Franco LuceStornarella (FG)
22 Aprile 2015








17 commenti:

  1. D'accordo: ma chi educherà la scuola ad educare?

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    1. Mi scusi Salvatore il tuo è un commento o una risposta? Presumo che sia una proposta, purtroppo la sua approvazione spetta all'intera società in cui viviamo. Comunque grazie per aver preso visione.

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  2. Scrive Franco Luce: Questo stato di cose, ( uno sfrenato personalismo per la conquista del potere) disorienta il cittadino e lo allontana dalla politica". A me mi ha disorientao tanto fino alla decisione di non andare più a votare.
    La scuola: con un sottosegretario alla Pubblica istruzione che dovrebbe spronare allo studio e e al completamento dei vari corsi scolastici, che non ha voglia di studiare. Leggo dalle cronache che è da 10 fuori corso. Questo perchè la polica gli rende molto di più dal punto di vista economico con la poltrona di Palarmentare e sottosegretario poi.

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    1. Caro Michele, scusami se ti parlo in seconda persona, lo faccio perchè ti sento vicino, molto vicino al mio modo di vedere la scuola, come essa è stata concepita fin'ora. Hai colto certamente il segno del mio pensiero, ma soprattutto la sua essenza. Grazie

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  3. Franco , quello che osservi tu e solo una parte della questione , senz'altro vera, ma io ti chiedo , perché il successo di tutti questi programmi dove si insultano e si gridano a vicenda ? non credi che a molti piace l'arena dove si sbranano ? dove scorre il sangue? ( metaforico , ma mica tanto ) ... non si tratta più di dibattito politico . ma di vero e proprio spettacolo offerto ad un pubblico che lo cerca e lo anela

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    1. La tv propone ciò che la gente gradisce e ha tutti gli strumenti tecnologici per saperlo alla perfezione. E se si continua a vedere questo spettacolo, vuol dire che si apprezza chi sbraita più forte.Purtroppo l'imbarbarimento della politica, e il vuoto assoluto che la governa, è solo colpa della maggioranza degli italiani.

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    2. Salvo, so bene che le mie osservazioni rappresentano una parte del gravissimo problema che travaglia la nostra cultura e l'istituzione scuola spesso serva del politico di turno, anziché del contrario. Hai perfettamente ragione sui vergognosi "talk-show" in cui traspare un linguaggio triviale e poco educativo che non ha nulla in comune con la politica. Ormai questi talk, sono diventati vetrine di visibilità, solo per mostrare il loro narcisismo politico, tanto, da paragonarle alle vetrine dei vecchi postriboli dove venivano messi in esposizione le leggiadre ragazze della "casa".

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  4. Bravo Franco Luce. Ho letto parole di grande realismo nei confronti della politica e del degrado in cui è stata ridotta. Sacrosanto e opportuno anche lo stimolo per chi, proprio nell’ambito delle istituzioni scolastiche, sarebbe preposto a formare una coscienza politica alle nuove generazioni che siedono tra i banchi della scuola. Partendo dalla considerazione che l’espressione del voto è uno dei pochi poteri reali conferiti al popolo che decide da chi vuole essere governato. Siamo ancora molto indietro su questo versante e, a dire la verità fino in fondo, non sono tanto sicuro che tutti i docenti siano attrezzati per assolvere a tale delicato compito. Per spiegare il senso e la funzione della politica ai ragazzi è necessario che gli insegnanti abbiano, a loro volta, una propria coscienza politica. Nel corso di alcuni incontri con i docenti dei miei figli, ho avuto la netta percezione che anche nel corpo docente risieda una conoscenza sommaria e approssimativa in tema di istituzioni e politica, intesa come Franco Luce la intende. Quando si verifica questa condizione, i ragazzi rischiano di approdare a simpatie di destra o di sinistra, solo per istinto di emulazione. La lettura dei quotidiani in classe (non di uno soltanto), per esempio, permetterebbe di mettere a confronto opinioni, commenti, descrizione dei fatti tra loro diversi e stimolare un dibattito tra docenti e studenti. Purtroppo, per i motivi già ricordati, i giovani stanno alla larga della politica della quale percepiscono solo i privilegi, le ruberie e la distanza dai problemi veri della gente a cominciare dalla disoccupazione che avvertono sulla loro pelle o dentro la propria famiglia. Non è facile recuperare questo gap e forse non abbiamo speranza che la politica sappia autoriformarsi. Almeno fino a quando vigerà un sistema che premia i più furbi e i più abili imbonitori.

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    1. Maurizio apprezzo il il senso del tuo lucidissimo commento al mio servizio, che certamente completa il complicato problema che dovrebbe unire in un unico scenario culturale la scola e la politica. E' verissima la tua riflessione, spesso in politica si arriva per istinto di emulazione e non per spirito di conoscenza. Bravo Maurizio, la "cattedra" non deve ritenersi il limite invalicabile tra l'istitutore e allievo, bensì lo strumento attraverso il quale venga diffusa la cultura e la stessa politica.

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  5. Ottimo e appropriato argomento. Franco Luce coglie l'essenza del problema che ormai da tantissimi anni avvolge la stragrande maggioranza dei cittadini. E che plasticamente è rappresentata dalla crescente astensione dal voto e dal sentimento diffuso della cosiddetta "antipolitica". In questo caso parliamo delle nuove generazioni, del futuro. Fatto ancora più rilevante perché se tra i giovani cresce la disaffezione vuol dire che c'è qualcosa di grave nel sistema. E se Franco individua nella scuola il punto debole lo fa a ragion veduta. C'è, infatti, una sorta di distacco, quasi un muro a protezione per tenere lontano dalle aule tutto ciò che riguarda la politica. Il frutto di una cattiva gestione delle nostre istituzioni, di cattivi politici, e, anche, di un corpo insegnante non sempre all'altezza. Sarebbe bene, invece, prevedere nei programmi scolastici attività che possono avvicinare i giovani a questa “nobile arte”, come dice bene l’autore. Leggere e commentare i quotidiani, non uno solo, e poi studiare la costituzione, il funzionamento delle nostre istituzioni, la presenza e il ruolo dei partiti e dei movimenti. Insomma, tutte cose che potrebbero consegnarci, alla fine del ciclo scolastico, nuovi cittadini consapevoli e, se non tutti, con un interesse a partecipare ai meccanismi della democrazia. Solo così, in un prossimo, speriamo non lontano, futuro potremo avere una classe politica sempre più intrinsecamente legata al corpo elettorale. E quello sarà il momento nel quale chiunque, uomo o donna di buona volontà, potrà svolgere ruoli fino adesso riservati alle organizzazioni di potere quali sono, in buona parte, i partiti.
    Per questo ritengo sia sempre apprezzabile l’impegno di chi si prodiga in attività partecipative che stimolano i cittadini a occuparsi del loro futuro.

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    1. E' vero, caro direttore, considero la scuola il "ventre molle" della politica italiana, e come hai detto tu, parlo per ragion veduta. Per 15 anni nel mio piccolo comune ho avuto la delega alla pubblica istruzione ed ho sempre ritenuto di estrema importanza costruire una simbiosi tra la scuola e la politica. Fui fautore dell'istituzione del "Consiglio Comunale dei Ragazzi" che abbracciava 4°, 5° classe della primaria e il triennio della scuola media. Beh caro direttore, con orgoglio rivendico alcune delle loro proposte, discusse e rese fattibili. La scuola può e deve essere la "fucina" della politica, dove poter forgiare uomini e donne pronti a salvaguardare il lato positivo di questa "nobile arte". La scuola, può nuocere soltanto a coloro i quali la conoscenza intralcia il loro sterile percorso politico realizzato attraverso un linguaggio quasi sempre incomprensibile..... surrogato di idee che mai avranno un risultato positivo, ma confidando soprattutto sull'ignoranza del popolo. Mussolini spesso dichiarava che: "I regimi democratici sono quelli nei quali di tanto in tanto, si da al popolo l’illusione di essere sovrano."

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  6. L'articolo di Franco Luce mi trova pienamente d'accordo. Un tempo pensavo che fosse assolutamente necessario insegnare sin dalle elementari l'educazione civica senza indirizzare o condizionare la capacità intellettiva degli scolari. Ma oggi è ancora così? So che politica è un termine comprensivo della gestione al meglio i servizi sociali. Ebbene, da circa 70 anni la politica, a mio avviso, non ha gestito se non la nomenclatura delle leggi esistenti per mantenere così l'immutabilità del sistema, anzi aggravando i danni derivanti da una distribuzione del reddito del tutto anomala.. È vero, la politica deve occuparsi di tanti, tantissimi argomenti. Ma per come si sta andando avanti le "modalità" mercenarie è da mercanti degli organi di governo stanno inculcando la convinzione che sia inutile votare e che l'istruzione in famiglia, stile '700, sia la più valida.
    Non è giusto, suggeriamo di formare i giovani al rispetto delle istituzioni pretendendo una totale pulizia delle poltrone inutili e legate sempre agli stessi nomi.

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    1. Carissima Gloria hai fatto una lucidissima riflessione oltre che giusta, circa l'utilizzo della "Educazione Civica" sin dal ciclo primario. Questa disciplina da utilizzare come compendio educativo ed immesso nel 1958 dall'on. Aldo Moro, finì nell'arco degli anni per essere utilizzato per altre materie di studio. Oltre ai motivi da te elencati, è proprio questa mancanza di cultura ed un linguaggio incomprensibile usato, ad allontanare il popolo dala "partecipazione".

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  7. Impossibile non concordare con quanto scrive Franco Luce, ma trovo ottima la domanda di:Salvatore R.Mancuso. CHI educherà la scuola ad educare? Nn so se capita ad alcuni di ascoltare , anche casualmente insegnati che parlano tra loro, Nel caso la domanda sarebbe ancor più importante. Troppi pensano a come districarsi tra "eventuali" corsi di aggiornamento che gli porterebbero via ""un mese"" di ferie, E' quindi vero che non si sprecano. Resta il fatto che, avere un sottosegretario come l'attuale ed una Ministro che pensa solo a foraggiare le scuole private, non aiuta la scuola a formare, come dovrebbe i giovani. Purtroppo la politica si è infiltrata ovunque, ovunque ci sia la possibilità di sedere su una poltrona, avere un proprio tornaconto o, un premio, per la casacca cambiata in tempo.

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  8. Effettivamente non è per nulla facile presentarsi il 31 maggio alle urne e votare, qualsiasi pensiero politico si abbia, con serenità e convinzione, infatti in sempre più persone disertano le urne. Nei politici in effetti regna tanta ignoranza, in molti non conoscono nemmeno la Costituzione italiana. Spesso capita che nelle interviste fatte al volo, alcuni politici non sappiano rispondere a domande anche semplici. La scuola è fondamentale per la formazione dei nostri ragazzi e dovrebbe essere il primo punto fermo di aggregazione e integrazione, stimolare la loro curiosità le loro emozioni coinvolgendoli totalmente e non solo per dare nozioni che poi nemmeno ascoltano. Qualche giorno fa hanno fatto un intervista a dei ragazzi romani e livornesi sul significato del 25 aprile, ecco non hanno saputo rispondere e questo mi preoccupa moltissimo.

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  9. Franco Luce da uomo che ha fatto politica (Nobile arte)e in cui ha creduto è in evidente stato di sofferenza per la sua trasformazione in politica sporca e incivile!Tutti noi condividiamo questa visione,Io ho letto gli innumerevoli articoli di Franco Luce e, oltre allo sdegno viho trovato qualcosa di giusto e inquietante.Noi cittadini dimentichiamo e demandiamo subito dopo il voto,in pratica,noi rinunciamo ai nostri diritti e dimentichiamo che chi votiamo deve darci conto e ragione di ciò che fa.Noi dimentichiamo che siamo la vera sovranità popolare!!Non è rinunziando al voto che esprimiamo il nostro sdegno ma votando e coinvolgendoci Non dimentichiamolo alle prossime elezioni!!!Ringrazio Franco Luce per aver ricordato un articolo che ho scritto sulla dispersione scolastica(fenomeno poco conosciuto) e sulle gravissime ricadute sul piano sociale e politico!!Probabilmente ha ragione ,quando dice che i nostri politici sono frutto della dispersione culturale!!!!!!!Ed ecco che rientra in campo la SCUOLA e l'importanza del suo ruolo nella formazione dell'uomo e del cittadino.Mi sembra di grande attualità il pensiero di Jhon Dewey,pedagogista,filosofo, scrittore riporto un suo scritto "OVE VENGONO MENO LE RESPONSABILITA' PERSONALI PER IL GIUDIZIO E L'AZIONE ,SI SOSTIENE UNO STATO TOTALITARIO"Parlare di democrazie e soprattutto di partecipazione democratica ,vuol dire dare le giuste competenze culturale e critiche per poter partecipare alla vita pubblica Comprendiamo facilmente come sia importante l'EDUCAZIONE e dunque la centralità della scuola !!!!Cui prodest ?Se la classe politica non investe sulle nuove generazioni ,il conto è presto fatto.Formare cittadini con senso critico non è un buon investimento!!!!!!!Che dire di più ?Grazie al nostro articolista che ci ha dato tanti spunti di riflessione e finisco il mio commento con una frase di J.Dewey "LA META è LA PARTENZA"Speriamo di riuscirci!!!
    24 aprile 2015 19:50

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    1. Verissimo ... signora Bignardelli ho fatto politica dall'età di 15 anni, amo la politica ed ho sempre inteso la politica come "nobile arte" se messa a disposizione della comunità in cui si vive. Fare politica vuol dire anche gestire un potere, ma..... se mi è consentito spiegarlo, il termine "potere" può essere inteso come verbo o come sostantivo. Io preferisco utilizzarlo come verbo: poter servire. Certo, è sbagliato considerare il consenso depositato nell'urna come delega irreversibile, o peggio atto di rinuncia. L'elettore non subisce alcun esproprio all'atto del voto, o addirittura una cessione di sovranità. Per questi motivi sono abbastanza convinto che è compito dell'istituzione scolastica formare dare una preparazione adeguata sia all'amministratore che all'amministrato. Chi potrebbe interpetrarmi meglio di te che per tantissimi anni hai svolto il ruolo di insegnante e quindi di educatore?

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