Non c’è persona con un minimo di cultura, di senso morale, di amore per la giustizia che non abbia sofferto per le tante vittime civili, compresi i bambini falciati a migliaia.
La morte violenta di qualsiasi essere umano è un delitto contro l’umanità, ma è proprio su questo terreno morale e politico che si misura la doppiezza degli occidentali che si scandalizzano per i missili e i droni russi, ma restano muti o sorvolano e minimizzano gli eccidi volontari che Israele commette ogni giorno, a Gaza e in Cisgiordania, contro la popolazione civile, gli operatori sanitari, i giornalisti.
I Governi europei, la Commissione europea, il Parlamento nazionale e quello europeo sono rimasti indenni dalla commozione e dalla compassione, immobili, incapaci di un’azione politica concreta, nonostante la ferocia della sproporzionata rappresaglia, con l’ONU impedita di prendere qualsiasi provvedimento dal persistente veto americano.
Nessuna di queste istituzioni, pronte ogni giorno ad esaltare ed appoggiare fino alla vittoria l’Ucraina invasa, a condannare con ripetute sanzioni la Russia, ha avuto un sussulto di sdegno per la magnitudine della strage a Gaza, delle distruzioni, delle sofferenze, delle privazioni, degli ordini perentori alla popolazione civile di abbandonare la casa e di vagare nel vuoto, condannata a morire di fame.
Perché Hamas ha pianificato l’aggressione, scegliendo come data l’anniversario della guerra del Kippur? Perché la striscia di Gaza era soggetta da 20 anni al blocco totale da parte di Israele, nessuno poteva entrare e nessuno poteva uscire, i Gazawi non avevano diritto di avvicinarsi al loro mare, né di pescare il necessario per sopravvivere, tanto che Human Rights Watch aveva definito quella fetta di Palestina come una prigione a cielo aperto, isolata dal mondo, impedita di accedere alle risorse vitali (cibo, acqua, elettricità, medicinali) fornite con il contagocce.
La barbarie del 7 ottobre, impensabile anche per i più fanatici, è stata superata dalla ferocia della rappresaglia israeliana, presentata come volontà di distruggere Hamas, ma con la strategia politica di liberarsi per sempre del problema palestinese, dello stanco slogan due popoli due stati, della parità di diritto all’esistenza, all’autodeterminazione.
È davvero umiliante assistere allo spettacolo dei politici di maggioranza, dei gazzettieri del Governo, dei politologi che, sproloquiando di fronte a un microfono, difendono l’alleanza con Israele come fattore imprescindibile di sicurezza e di stabilità.
Solo gli ipnotizzati da una ripetitiva propaganda e i ciechi volontari non riescono a vedere la realtà. La guerra di Gaza e l’oppressione costante dei palestinesi in Cisgiordania, condannati all’apartheid in casa loro, è servita a far cadere l’ultimo velo di ipocrisia farisaica sulla volontà di pace di Israele. È vero che i leader arabi, per oltre 50 anni, hanno soffiato sul fuoco dell’odio, del rifiuto dell’esistenza di Israele, finanziando il terrorismo internazionale e impedendo il raggiungimento di uno straccio di pace, fondata sul riconoscimento reciproco. Ma ora il governo e il parlamento israeliano sono venuti allo scoperto facendo di peggio: hanno approvato il disegno egemonico e neo imperialista di appropriazione totale della Palestina rifiutando ai palestinesi ciò che questi avevano rifiutato ad Israele.
Allo slogan lugubre “Palestina libera dal fiume (Giordano) al mare” ha fatto seguito quello altrettanto lugubre, ancorato alla Bibbia ma contrario al diritto internazionale, “Israele libero dal fiume al mare”. Il governo di Tel Aviv ha perso lo scudo morale che lo proteggeva nell’opinione pubblica mondiale e inferto un duro colpo alla propria immagine di stato pacifico come rilevano gli stessi intellettuali israeliani. Quanto all’Italia l’incredibile inerzia della premier e del ministro degli esteri sulla ferocia dei bombardamenti e sui gravi reati israeliani in acque internazionali contro le barche con bandiera italiana su cui si trovavano parlamentari della repubblica è stata un’ingiustificabile viltà.
Confermando uno status di dipendenza psicologica non hanno reagito all’atto di pirateria da parte di soldati israeliani contro gli inermi e pacifici volontari: sono stati fatti inginocchiare per ore, prima con le mani in alto e poi legate dietro la schiena come si fa con i criminali e i terroristi, tenuti senza acqua, né cibo, né medicine, e dileggiati persino dal ministro razzista ben Gvir che li ha apostrofati come terroristi. L’onore e la dignità del popolo italiano sono stati difesi dai milioni di cittadini comuni, famiglie con bambini compresi, scesi in piazza in tutte le città d’Italia per dichiarare no all’occupazione della Palestina, no alla guerra, no al terrorismo di fanatici o di Stato.
Torquato Cardilli
9 novembre 2025
Torquato Cardilli
9 novembre 2025




Concordo pienamente con Cardilli.
RispondiEliminaPurtroppo è molto difficile avere notizie vere al punto che si trovano in rete delle affermazioni che smentiscono le uccisioni da parte di Israele nella striscia di Gaza. La propaganda è utilizzata con ogni mezzo a scapito di chi non ha alcun mezzo per difendersi.
RispondiElimina