Trovo interessanti gli editoriali di Travaglio, che molti praticamente odiano perchè parla di fatti difficilmente contestabili. E mi capita di incrociare i post di Enrico Rossi, ex presidente della regione Toscana dal 2010 al 2020, che mi danno qualche soddisfazione. Ogni giorno affronta con serenità i fatti rilevanti del panorama politico nostrano e internazionale con ragionamenti equilibrati, con il senso della misura e con a cuore la giustizia e il benessere dei cittadini.
Quei cittadini, la stragrande maggioranza, che vogliono la pace, ripudiamo la violenza e le armi, ma non hanno la forza per imporre un cambiamento. Per questo le grandi mobilitazioni, come quella per la pace e contro il riarmo organizzata dal M5S a Roma il 5 aprile 2025. Lo sciopero generale promosso da CGIL e altri sindacati di base di venerdì 3 ottobre, per Gaza. La vergogna dell'opera di delegittimazione attuata dalla signora Meloni nei confronti dei volontari della Flotilla e l'arrembaggio da parte della marina d’Israele, un vero e proprio atto di pirateria. E poi l’imponente marea di umanità e solidarietà, di Roma del 4, assumono un fortissimo significato.
Rappresentano il segnale che ancora c’è voglia di partecipazione, di libertà d’espressione, di risveglio civile, della difesa dei diritti e del diritto internazionale, di affrontare temi importanti che rischiano di scatenare reazioni gravi e irreparabili. Bisogna fare di tutto, a cominciare dal richiamare i
parlamentari eletti nei territori alle loro responsabilità. Missione difficile, lo so, perché la legge elettorale ha creato un fossato tra eletti ed elettori, ma bisogna tentare, in fondo sono i nostri rappresentanti, devono portare in parlamento il sentimento popolare, devono confrontarsi con quella che una volta si chiamava la base e comportarsi di conseguenza.
Ma ci sono anche altri livelli di responsabilità che hanno il dovere di parlare, di promuovere iniziative, di gridare ad alta voce rivolgendosi ai leader dei paesi in guerra. Il papa, sì il papa. Leone XIV dovrebbe chiamare direttamente gli attori in campo, rivolgere alla cristianità un messaggio forte e chiaro. Un appello che scaldi i cuori resi glaciali dal potere e dal profitto, che sollevi l'indignazione degli uomini e delle donne di buona volontà.
La guerra, le armi, le bombe, i missili, le testate nucleari sono quotidianamente presenti su tutti i quotidiani e se ne parla continuamente su tutte le reti TV. Non c'è talk show che non preveda la presenza di un esperto di guerra, un ex generale,uno qualunque che ci ammorba il cervello sul pericolo incombente. Che ci spiega che i nemici sono alle porte e dobbiamo difenderci. Con le armi, con quelle più moderne e sofisticate, con quelle che distruggono meglio e che annientano eserciti e città e costano miliardi e miliardi. Così come se niente fosse. Come se la follia delle bombe atomiche lanciate, a guerra vinta, su Hiroshima e Nagasaki, il 6 e il 9 agosto 1945, non avesse insegnato nulla. Una stima di oltre 200.000 vittime, quasi tutte inermi civili, la maggior parte bruciate in un attimo e il resto, nel tempo, morte dopo atroci sofferenze. Una tragedia immane.
Personaggi come il Segretario generale Nato Rutte che afferma: “siamo in pericolo i missili russi possono colpire Roma”. (E Putin: “impossibile credere che vogliamo attaccare l'Europa”). Per non parlare di Ursula von der Leyen, la Presidente della Commissione europea, di quasi tutti i leader europei, compreso il nostro, e dei loro accoliti, rappresentano l’essenza dell’idiozia politica. Un pericolo per tutti noi.
Siamo di fronte a una serie di imbecilli guerrafondai che giocano con il culo dei cittadini inermi. Che si gonfiano il petto parlando di quante bombe hanno negli arsenali e in quanto tempo possono lanciare la distruzione totale. Ma si può essere più scemi di così? Si può giocare con l'esistenza futura dei nostri figli, dei nostri nipoti e dell’intero pianeta?
Talmente è forte e massiva la pressione mediatica che molti cittadini sono sinceramente spaventati e preoccupati al punto di condividere le scelte folli dei governanti nostrani ed europei: perchè dobbiamo difenderci dall’orco che vuole invaderci. Circolano video che già certificano pure la data dello scoppio della terza guerra mondiale, come l'inizio di un gioco che però potrebbe segnare la fine della nostra civiltà.
Ecco perché dobbiamo essere contro ogni guerra, contro ogni riarmo, contro ogni provocazione che possa fare scattare reazioni a catena, come nella fissione nucleare. La mobilitazione delle coscienze, le manifestazioni di massa, l'acquisizione di una maggiore consapevolezza del potere dei cittadini resta l'unica arma che ci deve sorreggere. Per spingere questi politicanti guerrafondai a modificare le loro folli decisioni e, il prima possibile, a togliersi dalla circolazione. Spazio ad altre figure, ai giovani, alle persone animate dalla voglia di cambiare in meglio questa Europa e questa Italia. Speriamo non sia troppo tardi.
Ma ci sono anche altri livelli di responsabilità che hanno il dovere di parlare, di promuovere iniziative, di gridare ad alta voce rivolgendosi ai leader dei paesi in guerra. Il papa, sì il papa. Leone XIV dovrebbe chiamare direttamente gli attori in campo, rivolgere alla cristianità un messaggio forte e chiaro. Un appello che scaldi i cuori resi glaciali dal potere e dal profitto, che sollevi l'indignazione degli uomini e delle donne di buona volontà.
La guerra, le armi, le bombe, i missili, le testate nucleari sono quotidianamente presenti su tutti i quotidiani e se ne parla continuamente su tutte le reti TV. Non c'è talk show che non preveda la presenza di un esperto di guerra, un ex generale,uno qualunque che ci ammorba il cervello sul pericolo incombente. Che ci spiega che i nemici sono alle porte e dobbiamo difenderci. Con le armi, con quelle più moderne e sofisticate, con quelle che distruggono meglio e che annientano eserciti e città e costano miliardi e miliardi. Così come se niente fosse. Come se la follia delle bombe atomiche lanciate, a guerra vinta, su Hiroshima e Nagasaki, il 6 e il 9 agosto 1945, non avesse insegnato nulla. Una stima di oltre 200.000 vittime, quasi tutte inermi civili, la maggior parte bruciate in un attimo e il resto, nel tempo, morte dopo atroci sofferenze. Una tragedia immane.
Personaggi come il Segretario generale Nato Rutte che afferma: “siamo in pericolo i missili russi possono colpire Roma”. (E Putin: “impossibile credere che vogliamo attaccare l'Europa”). Per non parlare di Ursula von der Leyen, la Presidente della Commissione europea, di quasi tutti i leader europei, compreso il nostro, e dei loro accoliti, rappresentano l’essenza dell’idiozia politica. Un pericolo per tutti noi.
Siamo di fronte a una serie di imbecilli guerrafondai che giocano con il culo dei cittadini inermi. Che si gonfiano il petto parlando di quante bombe hanno negli arsenali e in quanto tempo possono lanciare la distruzione totale. Ma si può essere più scemi di così? Si può giocare con l'esistenza futura dei nostri figli, dei nostri nipoti e dell’intero pianeta?
Talmente è forte e massiva la pressione mediatica che molti cittadini sono sinceramente spaventati e preoccupati al punto di condividere le scelte folli dei governanti nostrani ed europei: perchè dobbiamo difenderci dall’orco che vuole invaderci. Circolano video che già certificano pure la data dello scoppio della terza guerra mondiale, come l'inizio di un gioco che però potrebbe segnare la fine della nostra civiltà.
Ecco perché dobbiamo essere contro ogni guerra, contro ogni riarmo, contro ogni provocazione che possa fare scattare reazioni a catena, come nella fissione nucleare. La mobilitazione delle coscienze, le manifestazioni di massa, l'acquisizione di una maggiore consapevolezza del potere dei cittadini resta l'unica arma che ci deve sorreggere. Per spingere questi politicanti guerrafondai a modificare le loro folli decisioni e, il prima possibile, a togliersi dalla circolazione. Spazio ad altre figure, ai giovani, alle persone animate dalla voglia di cambiare in meglio questa Europa e questa Italia. Speriamo non sia troppo tardi.
Concordo con te, Giangiuseppe. Dico soltanto che la coscienza collettiva manifestatasi in questi giorni con gli scioperi e le manifestazioni pubbliche, può generare una nuova rappresentanza politica e sindacale che rispecchi valori umani, etici e morali ancorati alla salvezza ed alla promozione della vita contro la morte. Di questo i tratta. Dalla vecchia rappresentanza politica non nascerà niente.
RispondiEliminaSiamo perfettamente d'accordo caro Salvatore, le imponenti manifestazioni lasciano Presagire qualcosa di buono. Che sia la volta buona.
EliminaIl clima politico-sociale che hai ben descritto sembra quello magistralmente tracciato da Eric Hobsbawm nel celeberrimo saggio L’età degli imperi, all’indomani della guerra franco - prussiana del 1870 e che l’autore fissa storicamente quale inizio della prima guerra mondiale. Si parlava solo di eserciti, di aggressioni, di complotti, di riarmo e conquiste e neppure l’ebrezza della belle epoque riuscì a stemperare i toni. Il mondo allora come ora era alla ricerca di nuovi equilibri, era abbagliato da un ondata di neo irrazionalismo, che, come era solito dire Norberto Bobbio, doveva esplodere e lavarsi in un bagno di sangue. Era ed è inevitabile!
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