lunedì 27 ottobre 2025

M5S. QUALCHE POLEMICA E RIPARTENZA

di Giangiuseppe Gattuso - Da tempo emergono critiche feroci, ingiuste e ingiustificate da aderenti del M5S della prima ora, da quelli che lo hanno votato più volte, dai simpatizzanti che ne hanno condiviso l'idea e l'evoluzione, insomma dai più vicini. Che spingono altri, che non hanno mai condiviso nulla del movimento, a infierire ancora di più. Come se quell'idea di Politica che ha portato nelle istituzioni tantissimi cittadini senza avere santi protettori fosse stata la causa di tutti i mali dell'Italia. Il mondo capovolto. E non c'è occasione per rimproverare qualcosa, per sottolineare deficienze, errori, per rincararare attacchi a Conte e al movimento nella sua interezza. Dimenticando, colpevolmente, che proprio Conte è riuscito a porre un argine alla disfatta completa, ai tradimenti indegni di tanti autorevoli esponenti. Che ha pazientemente resistito agli attacchi di Grillo e ai suoi deliri, passato da creatore a padre padrone e infine al tentativo di distruggere la sua opera. Chi avrebbe potuto resistere all'operazione portata avanti dal giovincello Di Maio, con la complicità di Draghi, che addirittura ha avuto il coraggio di presentare un suo nuovo partito alle elezioni politiche, portandosi appresso un numeroso gruppo di parlamentare ed ex componenti dei governi presieduti da Conte. O di tanti altri personaggi che dopo avere ottenuto un seggio parlamentare hanno abbandonato il movimento per passare ad altri partiti. Da brivido.

Poi il “caso” Appendino. Una presa di posizione, condivisibile o meno, che pone qualche problema sulla gestione del movimento, sulle alleanze, su come procedere. Qualcosa che sa di normale democrazia e confronto di opinioni. Niente di drammatico, anzi.

Ma ciò è bastato per scatenare reazioni anche scomposte. Non di Conte. Comunque, credo sinceramente, l’uscita di Chiara Appendino può servire da stimolo per affrontare una seria discussione sulle tante questioni irrisolte che affliggono il movimento. Una per tutte la difficoltà di avere una presenza significativa sui territori. Dalle circoscrizioni delle grandi città ai più piccoli centri urbani nei quali è molto difficile penetrare e consolidarsi. Esistono da sempre tutte quelle organizzazioni che fanno da traino ai partiti tradizionali e mi riferisco alla miriade di patronati più o meno emanazione di gruppi e personaggi politici, alle organizzazioni come le coop, la Coldiretti, le Acli, le associazioni degli industriali, quelle degli artigiani e altre ancora. Mondi nei quali la presenza e il contatto con il Movimento 5 Stelle è pari allo zero. E ciò perché, molto semplicemente, tutte queste realtà hanno avuto e continuano ad avere un rapporto con il mondo politico di “scambio”, anche nel senso non prettamente negativo del termine. Ma anche da questo punto di vista il movimento non ha rappresentato e non lo è tuttora un punto di riferimento a cui “chiedere” qualcosa. Tutto ciò è ancora più evidente nei piccoli centri dove il contatto con la politica è spesso inteso come il mezzo più semplice e diretto per ottenere qualcosa anche se è un diritto averlo. Ma su questo la responsabilità è interamente da ascrivere all’attività portata avanti dai partiti e dai loro rappresentanti che hanno “creato” questo stato di cose.

Il Movimento 5 Stelle era ed è ancora altro. È un modo nuovo di concepire la Politica e il rapporto tra cittadini ed eletti. È la rappresentazione plastica che chiunque può e deve poter avvicinarsi alle istituzioni attraverso l’attività politica ed assurgere anche alle più alte cariche senza avere alle spalle potenti e finanziatori. È concepire la Politica nel senso vero del termine, servizio e impegno per contribuire a migliorare la società. E per farlo basta la buona volontà e la passione. Ma ci vuole la consapevolezza dei cittadini sul loro ruolo, sulla forza che hanno di incidere e determinate la politica di un Paese come l'Italia o di determinare cambiamenti risolutivi semplicemente volendolo fare. Follia? Mica tanto. E ne abbiamo avuto la prova nel 2013, quando alle politiche prese il 25,55 alla Camera, e nel 2018 quando quasi dal nulla si è arrivati a una percentuale di oltre il 32%, un miracolo e un'enormità. 

Adesso si riparte. Giuseppe Conte è stato rieletto presidente a larghissima maggioranza direttamente dagli iscritti e bisogna preparare la strategia per le prossime politiche. Una posizione chiara e principi che non possono essere cancellati. Alleanze sui temi fondamentali sì, ma preservando l'identità del movimento. E nel mentre mettere mano alla presenza sui territori. Dopodiché tutto è, e resta, come sempre, nelle mani dei cittadini.

Giangiuseppe Gattuso

27 ottobre 2025

7 commenti:

  1. Il M5S originario é stato un esperimento di Politica con la P maiuscola. Si é confrontato con i partiti della politica con la p minuscola ed ha perso. Il potere costituito, del quale i partiti politici con la p minuscola sono una emanazione, ha combattuto contro il MS e lo ha disarcionato quando era al governo. Il sistema di potere costituito ha ripreso in mano le redini del gioco ed ha proceduto alla restaurazione. Da quel momento in avanti, la questione che si é posta, e che si pone oggi, é come battere la restaurazione conservatrice e autoritaria, per instaurare un potere democratico e popolare. E' la stessa cosa che aveva fatto il M5S originario, sulla spinta della protesta generale contro la vecchia politica corrotta e corruttrice. La domanda che va posta oggi é: si può fare? La risposta a questa domanda la devono dare i partiti politici che vogliono fare Politica con la P maiuscola, insieme con i cittadini. Io credo che, per farlo, ci debbano essere le condizioni di ribellione generale contro l'attuale sistema di potere e di governo della restaurazione. Se non ci sono queste condizioni, bisogna crearle, prima di fare ogni altra azione.

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    1. Salvatore, sono d'accordo con la tua disamina!

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  2. Ti sei solo dimenticato di scrivere che è stato eletto a grandissima maggioranza pur essendo UNICO CANDIDATO grazie ad un regolamento scritto da lui... Buona vita mio caro.

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  3. Ricordo molto bene la difesa a spada tratta degli irriducibili (o meglio, fanatici) del M5S primordiale, allorquando qualcuno (non molti per la verità), ha osato attaccare Di Maio, rivelatosi ben presto un opportunista in cerca di un potere smisurato, pretendendo ben 4 cariche tra ministeri e vertici del movimento. Si è aspettato che Di Maio abbandonasse il movimento per dargli addosso, chiamandolo traditore non avendo capito in tempo la vera natura dell'individuo, peraltro ben manifesta per chi volesse vederla, nè la sua smania di protagonismo e la sua viltà. Ma Di Maio è solo un esempio di scarsa obiettività da parte di molti pentastellati. Che dire di Cancelleri, di Castelli e tanti altri omologhi, passati e futuri. Oggi si vuole chiudere gli occhi di fronte ad una polemica (troppo presto fatta rientrare), che appare davvero inopportuna, inutile, sterile, immotivata e sospetta posta in essere dalla Appendino. Senza voler fare paragoni, non sia mai che la Appendino prima o poi facesse altri percorsi politici, si montasse la testa e sbattesse la porta accusando Conte di scelte non condivisibili. Cosa direbbero gli odierni difensori e minimizzatori dello scontro con Conte. Come mai la Appendino che accusa (ingiustamente), Conte di eccessivo appiattimento sul PD oggi tace sul coacervo di candidati impresentabili alleati col M5S, nella lista di Fico. Che bisogno c’era di dimettersi pochi giorni prima della scadenza del suo mandato, quando poteva avviare un confronto nelle sedi opportune del movimento senza alimentare discredito e provocare smarrimento. Dopodichè, come se nulla fosse successo, ostenta di avere votato Conte per il secondo mandato. Per chi avrebbe potuto votare se Conte era l’unico candidato. Non si tratta di gettare discredito su un movimento che sta facendo bene la sua parte e che va incoraggiato. Ma nessuno è autorizzato a chiudere gli occhi su tutto quello che accade al suo interno, quando si avverte puzza di bruciato.

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  4. Non dimenticherei Toninelli che assieme a Grillo avevano organizzato la sparizione del Movimento!!!! Comunque è indispensabile ripartire e coinvolgere di più le basi e non tralasciare i segnali, più che giustificati, dell’Appendino , persona sicuramente capace e affidabile!!!!!

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    1. Ogni giudizio sulla Appendino è opinabile. Secondo me non è persona capace. E che sia affidabile, è da dimostrare dopo le intemerate contro Conte, camuffate da voglia di "confronto".

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  5. “Adesso si riparte”. Non con la presunzione di essere al di sopra delle altre forze politiche, ma con la consapevolezza di far parte di un sistema politico di alleanze che ha il dovere di elaborare un programma di alternanza al potere delle destre. L’obiettivo per le prossime politiche è conquistare gli elettori che non votano. Le beghe interne e le polemiche esterne indeboliscono ed allontanano gli elettori.

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