sabato 3 ottobre 2015

La verità fa male

images (1)di Gloria Trizzino - Parliamo di crisi e "fingiamo" che sia un fenomeno di oggi. Forse la crisi la inventiamo, perché è la sola invenzione che ci unisce aldilà di credi religiosi e politici.

È la sola invenzione che ci permette di sentirci soltanto vittime del malgoverno. Ragazzi, riflettiamo un momento, possibilmente con il sorriso sulle labbra e con la consapevolezza, così si vuole, che cornuto è bello. Bello?

Stefano-Bertoli_Liuteria_-®Susanna-Pozzoli-500x333Certo non possiamo dire altrimenti perché ci farebbero accorciare quel breve tempo che ci è rimasto da vivere. Ma torniamo a noi e soprattutto ai nostri giovani che consideriamo senza futuro. Ma, scusate, noi avevamo un futuro o lo abbiamo costruito ognuno secondo le proprie possibilità intellettive ed economiche?

Noi ci siamo rimboccate le maniche ed abbiamo percorso la nostra vita su due binari : studio e lavoro? Oggi che abbiamo più bisogno di cure e assistenza chi ci aiuta? Voi mi direte che ai nostri tempi c'erano i concorsi e una pubblica amministrazione che tutti accoglieva. Si, questo lo ammetto, ma è pur vero che non abbiamo chiesto a nessuno di essere diversi. Non abbiamo preteso di avere tutto e subito.

Porta-a-porta-Bruno-VespaAssodato che oggi, come allora, c'è tanta delinquenza; che ogni istituzione pubblica come le imprese e i sindacati hanno ridotto l'Italia ad uno scarno bastoncino di liquirizia, che vogliamo fare?? Diamo ragione a Vespa che ci considera voltagabbana? Ma siamo seri, lui è svedese? In nome del danaro siamo tutti pupazzi che si rifugiano in un piagnisteo da ritornello vichiano. Purtroppo la 'minestra’ è minestra, non può diventare lasagna o tartufo.

Sono vecchia, ma ricordo che ero innamorata di tutti quei negozietti dove trovavi ad occhi chiusi quello che volevi. Oggi sono tutti chiusi perché nessuno vuole fare il mestiere; tutti sono artisti e con questa definizione continuano a ridere alle nostre spalle.

Basta, penso che ognuno debba prendere atto dello stato di cose e partecipare ad un risanamento a piccoli passi. Ci sono tali e tanti problemi che ci stiamo accecando da soli. Riderci e cantarci sopra serve a superare un attimo di tristezza, ma non serve a ricomporre un puzzle di milioni di pezzi. Ogni Ordine deve darsi le regole, deve rinunciare al libertario o cosmico che sta uccidendo giovani e vecchi allo stesso modo.

Basta con le droghe e basta con le armi. Le droghe sono veleni che fanno perdere la cognizione della vita propria e altrui, le armi sono lo scudo di una ricchezza facile, ma omicida. Non c'è differenza tra nord e sud est ed ovest. Semmai la differenza è tra terra ferma e isole; questi territori sono più facilmente annientabili: basta tagliare l'acqua e far saltare i ponti. Mi chiedo e vi chiedo cerchiamo una svolta e non un panno per coprire le vergogne. Queste sono indelebili.

Gloria Trizzino blogGloria Trizzino
Roma
03 Ottobre 2015 

 

P.S. Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa interessante riflessione che è una pregevole “operazione verità”. Uno spaccato della società com’era e com’è, senza rimpianti ma con uno spirito positivo per andare avanti con speranza. E un appello ai giovani che fa sempre bene. Gloria Trizzino è nata a Roma 1941da padre Agrigentino prof. Universitario e socio fondatore dell’INPS e madre palermitana, casalinga. Una famiglia di 5 figli e un solo stipendio, quando non si avevano grilli per la testa. Testarda ha frequentato L'università, laureandosi con 110 e lode. Prima impiegata, poi dirigente sempre con concorsi classificandosi al 1° o al 2° posto. Attenta osservatrice delle dinamiche sociali e appassionata di politica. Frequenta da tempo il nostro blog intervenendo spesso con suoi commenti. Questo è il suo primo articolo.
Benvenuta su PoliticaPrima e buon lavoro.

***

10 commenti:

  1. Condivido pienamente il pensiero, siamo in una società del tutto volere ma del disimpegno personale, tutto semprava filare liscio, finche per ognuno di noi lavoravano, a costo quasi 0, 5 shiavetti senza diritti, in scioper quelli, tutto il "primo mondo" parasia cadrà in fame e miseria e , i schiavetti, da noi derisi e disprezzati, non avrano compassione di noi.

    RispondiElimina
  2. Concordo sulla necessità di darsi da fare, ognuno nel suo piccolo mondo, senza delegare sempre gli altri. Per chiedere e volere bisogna impegnarsi. Non sono d'accordo sulle idee espresse nei confronti dei giovani: al di là delle ampie sacche dove prosperano delinquenza e droga, in genere i nostri giovani sono preparati e pronti a svolgere un ruolo attivo nel mondo del lavoro. Non è certo colpa loro se trovano porte sbarrate. I nostri figli sono la conseguenza di ciò che la nostra generazione ha seminato. Guardiamoci negli occhi e riflettiamo sul tipo di società che lasciamo loro. La superficialità, l'arrivismo, i falsi valori sono la conseguenza di questi tempi, non la causa

    RispondiElimina
  3. Come l'amico Peter anche io condivido pienamente il pensiero dell'Autrice, vorrei aggiungere una sola cosa che mi sembra concorra a chiarire meglio lo "status" in cui ci troviamo.
    Direi che la nostra comunità, e mi riferisco alla comunità mondiale non solo a quella nazionale, di oggi, e non vorrei sbagliare o essere considerato presuntuoso, ha perduto il senso del valore del singolo come entità creativa, ovvero, sembra che ognuno di noi aspetti che siano gli altri a risolvere i nostri problemi personali.
    A furia di parlare di stato sociale come stato ideale per vivere in pace ci si è fatta la mentalità, ma forse mi sbaglio, che debbano essere gli altri a mantenerci in vita e non che il mantenercisi sia un fatto anche di orgoglio personale. Vogliamo questo, vogliamo quello...ma non pensiamo a procurarcelo col, sacrificio, il lavoro, l'impegno personale. No! Lo vogliamo e basta, intendiamo la “politica” come l'esercizio di una “divinità” che debba impegnarsi a risolvere im nostri problemi personali prima di quelli di una comunità. In breve: siamo egoisti, egocentrici e ignoranti. Vogliamo ma siamo pronti a dare? Ecco il punto. Siamo pronti a dare? Non sia mai!
    Pretendiamo il welfare ma solo per sfruttarlo per noi stessi non pensiamo che deve esserci senz'altro ma che se vuole essere efficace deve servire tutti distribuendo le risorse per farlo esistere con equità e giustizia, economico-sociale, in ragiione della propria possibilità economica e sociale.
    Oggi è la festività di San Francesco. Il Santo che meglio indica come approfittare delle risorse naturali che il Creatore (per chi crede) o la natura ( per chi è agnostico) hanno prodotto ma non perché debbano essere patrimonio di singoli ma patrimonio universale, di tutti, Invece accade proprio il contrario e per queste risorse che da sole potrebbero, se equamente distribuite, provcvedere alle necessità basilari dell'umanità, vengano carpite, se è necessario con la forza delle armi come sta accadendo anche oggi in questo nostro disgraziato mondo, ai più deboli per uso e consumo esclusivo di pochi ricchi.
    Se pensassimo a tutto questo forse riusciremo a vivere davvero in un mondo migliore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Concordo in pieno con l'esauriente commento di Franco Gentile.

      Da parte mia ho sempre affermato che se ognuno di facesse il proprio dovere, in tutti i campi, il 60% dei problemi degli italiani sarebbero risolti. Per il restante 40% si dovrebbe chiedere, con forza, ai nostri governanti pro tempore di risolverli.

      Elimina
  4. Signora, Gloria, ho letto con piacere il suo articolo e devo confessarle che a tratti, mi ha anche fatto tenerezza, per la sincera passione, ma soprattutto per la fiducia che pone nella buona volontà delle persone. Mi piacerebbe molto condividere la sua visione e speranza di poter cambiare con un semplice "basta" questa vergognosa deriva morale e materiale della società attuale. Purtroppo, devo arrendermi alle evidenze dei fatti, dei documenti e dell'operato dei nostri governi e istituzioni, che continuano a condurci nella direzione opposta. Mi piacerebbe anche darmi del complottista immaginario per poter dire, forse mi sbaglio, ma non è così.
    Da decenni il nostro amato paese, è finito nelle mire di potentati politici-finanziari che hanno corrotto uomini dei nostri governi ed istituzioni. Ci siamo ritrovati ritrovato personaggi, come Prodi, Draghi e Monti, solo per citarne alcuni, già impiegati presso la Goldman Sachs bank americana, quella che ha volutamente generato prima la crisi americana per la quale è anche stata condannata e poi quella europea con i titoli subprime, allo scopo di indirizzare, far cadere e gestire governi ed istituzioni. Stessi personaggi, da elenchi alla mano(reperibili anche online), inseriti nei consigli direttivi di lobby internazionali come la Trilateral, la potente Aspen Institute ed il Bilderberg Club, che secondo alcuni magistrati, starebbe anche dietro le stragi di stati avvenute in questo paese. Grazie a questi personaggi, che non ho alcuna difficoltà a definire traditori del paese che li ha visti nascere, è stato perpetrato un vero e proprio golpe ai danni di questa povera Italia, dapprima con la sottrazione della moneta sovrana pubblica e gratuita come la lira, per prenderne in prestito una privata dalla BCE, sempre di proprietà di privati banchieri e sottoscrivendo trattati criminali come quello di Maastricht, di Lisbona, MES etc.. Ecco, gentile Signora Gloria, perchè non mi sento di essere fiducioso nel prossimo futuro di questo paese, soprattutto quando l'ex presidente della repubblica e l'attuale presidente del consiglio parlano apertamente ormai di Nuovo Ordine Mondiale. Mi dispiace per il fatto che lei si addolori, come tutti, per la chiusura dei negozietti sotto casa, ma questo, è voluto e programmato da quella che tutti chiamano la globalizzazione, che vede andare al macero le arance siciliane per importare quelle tunisine, ed è solo un anticipo del disastro che porterà il TTIP, (Trattato transatlantico sul commercio gli investimenti), segretamente discusso anche da nostro governo, (i cittadini non devono sapere, fino ad approvazione definitiva), e che consentirà alle multinazionali di impiantare cause vincenti contro lo stato italiano, se dovesse rifiutare o preferire l’olio extra vergine d’oliva italiano a quello africano, o pomodori san marzano a quelli cinesi, per fare qualche esempio.
    La verità è che se non troviamo in noi, la forza di liberarci di questa classe politica e sostituirla con forze nove non legate a lobby e banche d’affari, per noi non c’è alcuna speranza di un futuro migliore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Concordo con l'autrice su alcune cose, nel corso degli anni cambiano molte cose, i modi di affrontare la vita e come gestire il proprio vissuto, non sempre il progresso, il benessere aiuta, in questo compito, ho una età che mi ha insegnato che per ottenere qualunque cosa devi impegnarti, adesso sembra che tutto sia dovuto, non è così, ci hanno fatto credere al sogno della agiatezza, poi ci hanno buttato in una crisi, orchestrata a tavolino da personaggi, anche conosciuti, che si sentono e purtroppo, forse lo sono, padroni del mondo, che muovono le loro pedine sulla scacchiera che rappresenta le nazioni, danno il via alle speculazioni, fanno scoppiare guerre, e noi qua, nelle loro mani, incapaci di vedere, ed agire, anche il voto, la nostra unica arma, diventa ogni giorno più spuntata, senza importanza...che fare?
      Provare, provare ad invertire la tendenza, ma è difficile, molto, le forze da combattere sono titaniche...ma dobbiamo almeno provare.

      Elimina
  5. Ciascuno ha quel che merita! Ognuno ha quel che realizza! Mi piace iniziare così il mio commento. Sono tra le più giovani signore del blog e fidatevi che io di giovani ne so qualcosina. A proposito li avete mai incontrati ubriachi dentro e fuori le mura delle discoteche? Li avete mai visti chiedere e aspettare il drink nei bar delle discoteche? E quanti ne avete visto vomitare alle prime luci del mattino? Io tanti e provo vergogna per loro. Io li ho visti rinunciare alle proprie passioni, aspettando il posto fisso tanto decantato dalle famiglie di appartenenza. I tempi sono cambiati e per fortuna qualcuno se n'è accorto. Altrettanto dovuta è la precisazione che esistono giovani in gamba che seppur conoscono quel genere di vita, hanno avuto l'intelligenza di capire che il futuro dipende solo da se stessi. La crisi? Ma quale crisi? Siamo abituati al consumismo e siamo perennemente in crisi.
    (anche se io felicemente mi sottraggo ad esso, scegliendo dal mercato quel che mi conviene).
    C'è troppa gente che vive aldilà delle proprie possibilità e troppa arruffando nei cassonetti. C'è una discrepanza nella spartizione delle risorse ma per capirlo servono i lumi della ragione ma che purtroppo vengono spesi nel mercato del consumismo. Si ritorni ad essere padroni di se stessi. Si trovi il coraggio di essere umili. Si riparta dalla terra e da essa si ricominci a programmare il futuro, cercando in ultimo di non delegare potere di rappresentanza ma essere cittadino attivo di questa democrazia fantoccia.

    RispondiElimina
  6. Bello articolo che condivido. Purtroppo i politici, i sindacati, i mezzi d'informazione non parlano della madre di tanti problemi: il fenomeno epocale della globalizzazione; raramente ne accennano brevemente senza indicare soluzioni per affrontarla. In aggiunta al magna magna di tangentopoli, privilegiopoli, al max debito pubblico si aggiunge la globalizzazione, che provoca disoccupazione, per le enormi differenze costo lavoro tra i vari Paesi, e che tende a diminuire e ad eliminare i dazi doganali. Se imponessimo forti dazi doganali alle importazioni, gli Stati ricambierebbero la "cortesia" alle nostre esportazioni, e sarebbe peggio. Purtroppo non c'è nessun partito né sindacato che dica come affrontare la globalizzazione che può essere anche un'opportunità usando cuore, cervello, matematica. Occorre uno Stato snello, poco costoso, con burocrazia semplice.
    Il problema non è solo italiano. Indipendentemente da come la penso, politica e sindacati si devono dare una mossa ed una regolata; lo Stato (cioè noi) non può continuare a indebitarsi per pagare le spese correnti (un moderato debito pubblico è giusto per gli investimenti la cui utilità si perpetua nei decenni e nei secoli) e non si può continuare con i suicidi di disoccupati ed imprenditori, tragedia che dura da 25 anni. Ci furono due politici, uno di destra ed uno di sinistra, che, in perfetta par condicio, definirono bamboccioni i nostri giovani disoccupati senza accennare alla globalizzazione. Comprando in Cina a 10 euro e rivedendo in Italia a 100 euro i due politici avrebbero dovuto indicare ai giovani come e dove trovare lavoro; forse in Cina, ma mi pare difficile che, tra il miliardo e trecento milioni di cinesi ci sia posto per i nostri disoccupati. Eppure l'art. 4 della Costituzione dice che la Repubblica riconosce a tutti il diritto al lavoro E PROMUOVE LE CONDIZIONI CHE RENDANO EFFETTIVO QUESTO DIRITTO. Quei due politici, invece di offendere i nostri giovani disoccupati, avrebbero fatto bene a promuovere le condizioni per metterli in grado di lavorare. Gloria Trizzino, giustamente, ricorda gli anni della sua gioventù, gli anni del grande miracolo economico post disastro seconda guerra mondiale; ma allora non c'erano il magna magna e le troppe poltrone di oggi: non c'erano i consigli di quartiere, le Province erano di meno, non c'erano le regioni ordinarie; purtroppo esistevano già le regioni speciali. Pur con euro e globalizzazione un altro miracolo economico-occupazionale-sociale è possibile eliminando l'enorme spesa pubblica asociale improduttiva: sprechi, spropositati privilegi, enti, superflui, poltrone in eccesso. Troppe poltrone nel Parlamento Nazionale e dall'Etna alle Alpi. Le riforme costituzionali in corso sono tutte da rivedere.
    1948 i pari Costituenti scrissero la Costituzione. 2015 la Costituzione stravolta da ragazzini ricostituenti in un Governo, espressione di un Parlamento eletto col porco democratico e incostituzionale poecellum e che ci ha rifilato l’italicum, quasi un porcellum bis, anzi un cacatellum. Coso cose di repubblica de bananas!

    RispondiElimina
  7. E NESSUNO MI PUO' GIUDICARE....... NEMMENO TU.- L' aver avuto il coraggio, ma io direi un' altra parola e cioè, l'aver avuto l'onestà di " esporre il proprio pensiero " così come si "sente ", questo è, penso che bisogna riconoscere che Gloria Trizzino non è che poi si è svegliata all'improvviso ed ha scritto " quello che ha scritto ".- Io mi stanco nell'entrare " nel politichese ", perchè l'entrarvi significa che la o le colpe sono sempre di qualcun altro, ma nei fatti quando la Gloria Trizzino dice che si girava i negozietti per comprare delle cose e li si girava con calma e tranquillità. Oggi quei negozietti sono tutti chiusi e la tranquillità sia nelle strade che nei quartieri, ma io direi anche nelle case, dico, questa tranquillità è andata " a quel paese ". Quello che dice la Trizzino, io l'ho vissuto anche quì da me a Catania dove girando per delle Vie in cui un tempo c' erano tanti negozi e negozietti aperti, oggi tutto ciò non esiste più, tante saracinesche sono chiuse, e la tranquillità è scomparsa anche nei volti della gente. Allora, siccome siamo in tempi dove " quai a parlare ", non si può nè giudicare, nè dire le cose come stanno. Diciamo chiaro e tondo che abbiamo passato un ventennio in mano a dei bucanieri che pensavano a tutto tranne che a far sì che questa " nostra povera Patria " si potesse risollevare anzi, hanno fatto il contrario, andavano dietro alle loro frivolezze e dichiaravano che i ristoranti erano sempre pieni, forse quei ristoranti erano pieni dei loro portaborse, maschi e femmine, forse più femmine, ma nei fatti il paese è andato sempre di più in declino. Ecco che, condivido il pensiero della Trizzino, la crisi non è " spuntata " all' improvviso, la crisi è stata agevolata dall' ignavia, dall' incuria, dall' irresponsabilità di chi ha governato questo paese. Possiamo dire queste cose??? Oppure qualcuno " col suo politichese " ci fustiga se lo asseriamo???- Siccome, si dice, che c' è la " parità di ogni tipo ", io direi che vi è " la parità di dire " che il Paese è affondato perchè clown, bucanieri all'arrembaggio hanno fatto sì che questo Paese affondasse sempre di più.- Con buona pace per chi legge, si può anche non condividere, ma almeno che ci si lasci esprimere.

    RispondiElimina
  8. Ogni epoca va vissuta per quella che é e per quella che abbiamo contribuito a creare. Prima era meglio? Forse. O anche no. Il solo modo per consolarci resta quello dell'impegno come dice bene Gloria. E chissà che possiamo contribuire a migliorare le cose.

    RispondiElimina