domenica 2 febbraio 2025

DA MARCHESA DELLA GARBATELLA A MARCHESA D'ITALIA. Il superego della premier, circondata da pasticcioni e pessimi consiglieri

di Torquato Cardilli - Per l’osservanza del protocollo istituzionale, nazionale e internazionale, occorre un costante addestramento volto alla salvaguardia della dignità del ruolo e della Nazione che non si difendono né con le urla, né con le bugie.

Ho una visione politica ed un’attitudine estremamente diverse da quelle di Giorgia Meloni, nondimeno ho sofferto intensamente nel vedere la Presidente del Consiglio italiano umiliarsi con le bugie e umiliata nella considerazione internazionale per la spettacolarizzazione che lei stessa ha voluto dare, incautamente, alla violazione della decisione della Corte Penale Internazionale (CPI) nella gestione dell’incredibile vicenda del generale libico al Masri. Era ricercato con mandato di cattura internazionale, arrestato dalla Digos di Torino, rilasciato dalla Magistratura italiana trascorse le 48 ore di fermo senza che il Ministro di giustizia ne autorizzasse l’arresto e avviasse l’estradizione all’Aja, riaccompagnato a Tripoli con tutti i riguardi riservati ad un illustre ospite con l’aereo di stato a cura dei servizi segreti.

La questione ha fatto cadere i membri del Governo in un avviluppo di bugie e di scuse risibili per nascondere la grave sottovalutazione delle conseguenze della violazione dell’ordinanza della CPI, l’inazione del Ministro della giustizia, e i pasticci del Ministro dell’Interno e dei servizi segreti, solerti nell’adempiere ad un inverecondo pactum sceleris.

A rotazione, hanno sproloquiato in tv, lanciandosi in dichiarazioni contrarie al buon senso e alla verità, ministri e parlamentari del tutto ignoranti del diritto internazionale e dei nostri codici penale e di procedura. Meloni ha preferito scendere sul terreno della polemica da comizio di partito e dello scontro aperto con la Magistratura lanciando strali, accuse e sfide in televisione piuttosto che parlare in Parlamento per spiegare le cose ai rappresentanti della Nazione.

Annunciare al popolo italiano, in modo plateale e sfottente, di aver ricevuto un avviso di garanzia con l’accusa di favoreggiamento dei ministri è stato un passo falso.

La stessa lettera è stata spedita ai ministri della Giustizia e dell’Interno, Nordio e Piantedosi, e al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega ai servizi segreti Mantovano (da cui si desume che il Ministro degli Esteri non è stato nemmeno consultato durante le fasi convulse dell’affare).

Non paga di aver perso la postura di premier per assumere quella a lei più congeniale di arruffa popolo, si è abbandonata ad ipotizzare in modo meschino una presunta vendetta del Procuratore di Roma, additato come il responsabile del “fallimentare processo a Salvini”, cui era stato negato l’uso dell’aereo di stato che invece è stato offerto ad un criminale, assassino, torturatore, regista degli scafisti.

Parlando della denuncia ha descritto il denunciante, avvocato Li Gotti, come un politico di sinistra (mentre invece ha militato nel MSI come consigliere comunale per cinque anni e poi in Alleanza Nazionale allontanandosene nel 1998 in antitesi alla fusione nel PdL berlusconiano) e come un frequentatore di mafiosi (mentre invece è stato avvocato difensore di pentiti che collaboravano con la giustizia del calibro di Buscetta, nonché avvocato della famiglia Calabresi dopo l’assassinio del Commissario).

Quindi ha aggiunto un’altra perla nera alla collana di sciocchezze, aggiungendo che chi l’accusa danneggia il paese: qui la sgrammaticatura è palese perché si inverte l’ordine logico di causa-effetto come se il ladro accusasse chi lo ha scoperto di avergli rovinato la reputazione. Non contenta ha sciorinato la stupidaggine dei Fondi esteri che sarebbero meno propensi a sottoscrivere titoli del nostro debito, come se badassero alle sue strampalate teorie invece che all’interesse che si può lucrare.

Questa sequela di figuracce avrebbe potuto essere evitata con un atteggiamento più sobrio, senza spettacolarizzazioni, come è accaduto per il deferimento al tribunale dei ministri di altri capi di Governo italiani e come accade nei paesi democratici con Capi di stato e di Governo regolarmente processati e condannati senza che nessuno avesse osato attaccare la magistratura di quei paesi; perché dimentica che Nixon si è dimesso per evitare l’impeachment, o i processi di Chiraq e Sarkozy, o quelli di Olmert e di Katsav in Israele e quello in corso per corruzione contro Netanyahu che non hanno danneggiato quei paesi, ma guadagnato il rispetto per l’integrità della magistratura?

Si sperava che la premier agisse composta e non esaltata come quando era all’opposizione. Ma ancora una volta ha confermato che da marchesa della Garbatella (evidentemente alla scuola linguistica non ha studiato la storia di Luigi XIV che aveva detto “l’état c’est moi”) ha la presunzione arrogante della marchesa d’Italia.

Prima di proseguire è necessaria qualche precisazione tecnica per ricordare, a chi lo abbia dimenticato, che la CPI fu creata con lo statuto di Roma del 17.7.1998, entrato in vigore il 1.7.2002 con il deposito della sessantesima ratifica degli stati firmatari. Con esso è stato istituito il Tribunale penale permanente con giurisdizione sui reati di genocidio, di crimini di guerra, di crimini contro i diritti umani. Le sue decisioni sono vincolanti per tutti gli Stati aderenti e il fatto che la Corte sia stata istituita a Roma impone all’Italia uno speciale dovere di stretta osservanza.

Invece la fiera delle dichiarazioni fuori posto e inaccettabili è stata aperta dal ministro degli Esteri Tajani, cui compete per istituto l’assoluto rispetto del diritto internazionale. Il capo della nostra diplomazia (più ligio alla logica di coalizione che a quella di statista) con sprezzo del ridicolo, rispondendo ad una domanda di una giornalista ha affermato, lasciandola di stucco, che la Corte Penale non è la bocca della verità.

Non contento di questo strafalcione ha insistito perdendo le staffe e con tono alterato, alla domanda se la liberazione di al Masri fosse da collegare ad una minaccia libica, ha detto che l’Italia non è ricattata da nessuno e che è un paese sovrano. Ma se le cose stanno così perché questa precipitosa restituzione di una faina a guardia del pollaio? Forse c’è sotto davvero il ricatto sulle partenze dei barconi?

Tajani, e a seguire altri parlamentari di maggioranza, hanno adombrato una responsabilità anti italiana in capo alla Corte internazionale che avrebbe emesso il mandato di cattura dopo che al Masri aveva serenamente soggiornato per circa 12 giorni in altri stati europei.

Il mandato di cattura contro al Masri è stato emesso il 18 gennaio, e diramato non solo all’Italia, ma ad altri sei stati europei come confermato dalla Corte stessa in un comunicato ufficiale. Altri hanno attribuito la responsabilità della rimessa in libertà alla Magistratura italiana che, trascorse le 48 ore di fermo previste, in assenza della decisione del Ministro di giustizia, secondo la legge non poteva fare altro.

Il refrain ripetuto pappagallescamente un po’ da tutti è stato che il Procuratore di Roma non ha dato corso ad un atto dovuto, come prescrive la legge, ma distorcendo il diritto e il significato delle parole ad un atto voluto, dimenticando che in Italia l’azione penale è obbligatoria.

Il ministro Nordio, informato del fermo 24 ore prima della scarcerazione, poteva, solo che avesse voluto, bloccare la rimessa in libertà del torturatore libico.

Il Ministro dell’interno Piantedosi ha dichiarato in Parlamento che l’espulsione di al Masri si era resa necessaria data la pericolosità del soggetto per la sicurezza nazionale. Roba da ridere. Proprio perché pericoloso avrebbe dovuto essere tenuto in carcere fino alla estradizione al Tribunale penale internazionale e invece lo si è rimandato a Tripoli con tutti gli onori e scuse a continuare le sue malefatte. E la premier ha ripetuto questa versione del rimpatrio per motivi di sicurezza. Sicurezza di chi? Nessuno lo spiega, ma sotto sotto si intuisce che la permanenza di al Masri in carcere, e peggio la sua estradizione all’Aja, avrebbe comportato un’intensificazione massiccia di barconi verso l’Italia. Dunque questo era il ricatto o addirittura il sequestro di qualche italiano in Libia tipo Iran.

Chi ha deciso l’intervento dei servizi segreti nel trasferimento con aereo di stato a Tripoli, che avrebbe dovuto essere fatto in gran segreto senza tanta pubblicità? E perché il Falcon autorizzato dal sottosegretario Mantovano è partito da Roma per Torino ben prima che al Masri fosse liberato? Vuol dire che gli organizzatori sapevano che Nordio non sarebbe intervenuto.

Ma due questioni non tornano. Se il Governo considerava al Masri un soggetto ad alta pericolosità per la sicurezza nazionale, come mai non ha fatto intervenire Nordio per confermarne l’arresto e consegnarlo alla Corte penale internazionale?

Infine né Meloni, né Piantedosi, né Nordio hanno fatto cenno al controllo che al Masri ha sul traffico degli emigranti e sul suo curriculum di torturatore, di assassino, di criminale. Perché?

Dove è finito l’impegno solenne assunto in Parlamento di perseguire gli organizzatori dei traffici dei migranti in tutto l’orbe terracqueo?

Una sola scusante avrebbe potuto tacitare ogni discussione: dichiarare la formula del segreto di Stato. Ma si è optato di non invocare questo scudo per paura di essere accusati di aver ceduto al ricatto come appunto è accaduto. Tutto questo modo di fare anti regole, anti Magistratura, anti Corte Penale rappresenta una picconata alle istituzioni ben più grave della decisione di Trump di uscire dall’OMS e la pervicacia di ribadire andiamo avanti, non ci fermiamo, i centri in Albania funzioneranno ecc. riporta alla mente un infausto “tireremo diritto”.

Torquato Cardilli
02 febbraio 2025

10 commenti:

  1. Non vedo dove stia la notizia o la novità. Questo governo si regge da sempre sulle bugie e sulla delegittimazione di chi lo contesta, a tutti i livelli. E' la loro cifra. Più imbarazzanti sono i comportamenti, le leggi, le dichiarazioni che mette in campo e più grosse sono le bugie che, senza alcun pudore, vanno seminando come un sol uomo sui giornali e in televisione. Si guardi alla tecnica usata da Donzelli che spara balle a raffica, parlando velocissimamente creando l'illusione di aver ragione. Alle 11:00 di ogni mattina viene diradato il mattinale del sottosegretario Fazzolari, guru (si fa per dire) di FdI, col quale comunica a tutti i politici di maggioranza e alla stampa amica, la linea da adottare e le cose da dire sui fatti del giorno. Infatti dicono tutti la stessa cosa, con le medesime parole. e, come è tristemente noto, quando ripeti una bugia all'infinito quella bugia diventa magicamente verità. Questo è il governo dei bugiardi e degli irresponsabili. Credo che ci attendono tempi assai brutti.

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    1. Lo credo anch'io che i tempi che ci attendono saranno molto brutti e che continueranno ad esserlo fin quando non cambieranno gli attori

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  2. A Meloni, sai fa a Carbonara alla bugiarda?

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  3. E questo sarebbe un comportamento da premier? No, questa è la vergogna dell'Italia.

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  4. ma Giorgia dimettiti che di danni ne ai fatti abbastanza, e vergognati di esistere

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  5. La caciottara al governo che pensa sempre di fare comizio, nuovo film

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  6. Siamo caduti talmente in basso, che puo' fare il politico qualsiasi persona senza nessuna preparazione in merito

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  7. Io continuo a sostenere che la signora non sta in perfetta salute.....

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  8. Non poteva essere meglio rappresentato un popolo come quello italiano (volevo scrivere "come quello nostro", ma non ci sono riuscito)

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  9. Sono certo che il primo passante in strada, potrebbe governare meglio se (come fanno questi) non ha in testa solo gli affari e l'arricchimento personale. Siamo lo zimbello del mondo intero.

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