giovedì 11 aprile 2024

Il coraggio della verità sul riconoscimento della Palestina

di Torquato Cardilli - La soluzione dell'annosa questione del Medio Oriente, che alterna da quasi ottanta anni guerre sanguinose a periodi di vendetta terroristica per la negazione prima dell’esistenza di Israele e poi per la negazione del diritto ad uno Stato del popolo palestinese, è una sola: due Stati con Israele da una parte e Palestina dall’altra.

I grandi della terra ne parlano da anni e ne auspicano a vuoto la realizzazione, senza convincimento. Abilissimi nel pestare l’acqua nel mortaio, sembrano impegnati nella ricerca della pietra filosofale, senza muovere un dito per una misura concreta in senso creativo. Anzi chi muove una mano c’è: gli Stati Uniti che, a dispetto delle dichiarazioni dei vari presidenti da Carter in poi sul principio del “due popoli, due Stati” non hanno fatto altro che alzare quella mano per esprimere in Consiglio di Sicurezza il veto ogni volta che si proponeva una qualche risoluzione di condanna del colonialismo israeliano, dell’occupazione militare della Palestina, della negazione dei diritti dei palestinesi ecc.

L’Europa, come noto al traino di quella motrice, non ha capacità propulsiva né direzionale, segue pedissequamente le istruzioni come dimostra anche l’approccio alla guerra russo-ucraina. Nessuna iniziativa se non quella della tipica piaggeria verso la Nato e il suo burattinaio.

Il Parlamento europeo chiede almeno dal 2014 (dieci anni fa) ai singoli Governi dell’Unione che venga riconosciuto lo stato palestinese, sempre sulla base del suddetto principio con le frontiere del 1967. Ma il blocco dei paesi fondatori dell’UE politicamente non si è proprio mosso. Hanno reagito solo le Università italiane e quelle del resto del mondo occidentale dalla Francia alla Gran Bretagna, dagli Stati Uniti al Canada.

Fino a ieri solo i piccoli Stati europei avevano mostrato sensibilità al tema (Bulgaria, Cipro, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Svezia, Ungheria, Svezia) riconoscendo la Palestina come Stato nei confini del 1967 (Cisgiordania, striscia di Gaza e Gerusalemme est).

Ad essi se ne sono aggiunti altri due in questi giorni per l’orrore della vendetta israeliana su vasta scala contro Gaza e i suoi abitanti, letteralmente massacrati senza pietà.

Il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez ha annunciato di essere pronto a compiere il passo decisivo del riconoscimento della Palestina come Stato.

Simon Harris Premier Irlanda
Gli ha fatto eco, in forma solenne, il nuovo primo ministro irlandese, il 37enne Simon Harris che nel discorso di accettazione dell’investitura ha utilizzato termini di inusitata durezza verso Netanyahu e il suo Gabinetto. Il suo lapidario messaggio diretto al premier israeliano ha fatto il giro del mondo salvo che nella tv pubblica italiana.

Mentre in Italia chiunque osi criticare Israele per la sua politica di sterminio dei palestinesi, vene immediatamente accusato di antisemitismo e ostracizzato dalla società, ci sono ancora paesi in cui vige il coraggio della verità.

Harris ha descritto Gaza come l‘inferno dell’orrore in cui “la ragione è stata sostituita dalla vendetta, dai voluti bombardamenti, dalle mutilazioni e dalla morte dei bambini. La carestia è uno spettro che nessun irlandese può sopportare. Chi tollera la fame deliberata ha perso la propria umanità” . Quindi rivolgendosi direttamente al capo del governo israeliano ha detto: “Primo Ministro Netanyahu, il popolo irlandese non potrebbe essere più chiaro. Siamo disgustati dalle tue azioni. Cessa il fuoco adesso e lascia che gli aiuti fluiscano in sicurezza. L’Irlanda riconosce lo Stato di Palestina”. Parole che in Italia sono pronunciare solo da volontari della pace come Di Battista, Santoro, Lerner, Ovadia, e qualche altro.

Peter Pellegrini Presidente Slovacchia
Sul fianco ucraino poi la vittoria elettorale del nuovo presidente slovacco Pellegrini, contro Korkov fedele ubbidiente ai voleri di Von der Leyen, della Nato e degli Stati Uniti, rappresenta un duro colpo per il fronte atlantico.

Il conflitto Russia-Ucraina, punto centrale di politica estera nella contesa elettorale, aveva già premiato il premier Fico nel sostenere la necessità di un negoziato, uno stop alla guerra ed all’invio di aiuti militari.

Pellegrini, ha impostato la sua campagna a favore della pace e mai della guerra. Ha vinto con il 53,26% dei voti, raccogliendo il chiaro segnale dell’elettorato slovacco, contro le pressioni provenienti da Washington e Bruxelles.

Cosa aspettano Meloni, Tajani (e quel simulacro di Parlamento italiano che vota a comando), a prendere atto che la politica imposta dagli Stati Uniti in entrambi i fronti di guerra è perdente? Ancora non si sono vergognati abbastanza di aver espresso all’Onu l’astensione dell’Italia sulla cessazione immediata delle ostilità in Palestina?

Torquato Cardilli

10 aprile 2024

4 commenti:

  1. Temo che la soluzione definitiva del problema palestinese non sia voluta perché non convenga a nessuno dei pupari che tirano i fili e finanziano le parti che si confrontano sui campi di battaglia. Tuttavia questo non deve impedire di mobilitare l'opinione pubblica affinché lo stillicidio abbia fine.

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  2. Questa situazione di Gaza e il problema palestinese e dei due stati è una vergogna immane i cui responsabili andrebbero additati al pubblico al pubblico ludibrio. Ma ciò sarebbe possibile e giusto se molte nazioni, la prima l'Italia, non fossero dei vassalli agli ordini del padrone. Siamo di fronte a fatti gravissimi, a guerre assurde, a morti che ormai non si contano nemmeno e a capi di governo che si trastullano vantandosi di non si sa che cosa. Indegni.

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  3. La soluzione a due stati non la vuole nessuno. Non la vuole l'ANP, meno che meno la vuole Hamas. Le popolazioni arabe fin dal 1948 non hanno mai accettato questo tipo di soluzione, mentre Israele ha dato subito il suo consenso. Arafat rinunciò a fare lo stato palestinese nonostante gli accordi di Oslo avessero assegnato ai palestinesi il 92% dei territori contesi. Tutt'ora parlano di Palestina libera dal fiume al mare. Continuano a volere tutto il territorio libero, senza Israele, cioè vogliono sempre la sua distruzione. E perciò di cosa stiamo parlando?

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  4. Caro Nino Pepe, dove l'hai letta la notizia che i palestinesi non vogliono i "due Stati due Territori" sottoscritti proprio da Arafat e Rabin ad Oslo?
    In realtà, ad impedirne la realizzazione e questa è storia, sono stato i falchi di estrema destra di cui fa parte proprio Natanyahu ed il suo governo, nonostante le tante risoluzioni dell'ONU.
    Non solo i governi che succedettero a Rabin violarono quelle rivoluzioni, ma occuparono via via i territori palestinesi riconosciuti dalle Nazioni Unite, sistemandoci i propri coloni fino a rinchiudere i palestinesi nella prigione a cielo aperto di Gaza.
    Non capisco perché continuate a parteggiate per i sionisti israeliani assimilandoli agli ebrei, che sono altra cosa.

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