martedì 9 aprile 2024

DOVE STAVANO NASCOSTI GLI IPOCRITI?

di Torquato Cardilli - Non passa giorno che gli esponenti del Governo, della maggioranza e dei più noti organi di informazione (giornalisti e conduttori televisivi) non additino all’esecrazione pubblica Giuseppe Conte responsabile di aver strappato all’UE la concessione di 209 miliardi per il PNRR.
L’Italia, prostrata dal Covid, era letteralmente a terra, ad un passo dal fallimento per la stasi economica da pandemia. Grazie alla tenacia negoziale di Conte, l’Europa ha acconsentito all’allargamento dei cordoni della borsa concedendo un dono di 87 miliardi in aggiunta alla somma stanziata per il PNRR.

Con perfida ipocrisia, senza menzionare che con quella politica Conte ha acceso il turbo nei motori dell’economia del paese, oggi lo accusano di aver creato il maggior buco di bilancio con il piano casa del 110%. Prima hanno detto che il buco era di 120 miliardi, poi di 140, poi di 180 ed ora addirittura di 200 miliardi e che a causa di questa voragine non si può fare di più per la sanità, per la scuola e altre impellenti necessità, ma si guardano bene dall’indicare una misura concreta per stroncare la piaga dell’evasione fiscale di 100 miliardi all’anno.

È arrivato il momento di far aprire gli occhi a tanti milioni di elettori che votano ciecamente a destra senza essere informati di come stanno le cose, indifferenti al principio che il politico deve lavorare per il bene dei cittadini e non per proteggere i suoi interessi come accaduto nelle votazioni salva ministri: Salvini (accusato di accordi Lega-Russia unita di Putin) e salva Santanchè (accusata tra l’altro di truffa allo Stato).

Ma andiamo con ordine e diamo meriti e responsabilità secondo ciò che è stato fatto, quando e da chi.

Conte ha ottenuto l’approvazione di principio europea sul PNRR italiano a gennaio 2021. Siccome la torta miliardaria era troppo appetitosa, il suo Governo è stato fatto cadere da Renzi e soci il 13 febbraio 2021.

Il PNNR è stato approvato formalmente dall’Europa solo ad aprile 2021, divenendo operativo, quando le redini del Governo italiano, cosiddetto di unità nazionale, erano già in mano a Draghi, con il sostegno determinante dei partiti che erano all’opposizione ai tempi del Conte 2, Forza Italia e Lega.

L’economista Draghi, già governatore della Banca d’Italia, già presidente della BCE, che tutti il mondo ci invidia secondo la vulgata mediatica e che invece Cossiga aveva definito “vile affarista” che cosa ha fatto? Dicendo in Parlamento che il piano PNRR consegnatogli da Conte era una buona base di partenza lo ha riscritto ben 8 volte con aggiustamenti sparsi, nuovamente approvati dall’Europa a giugno del 2021.

Quindi tutto in ordine? Pare di si, dato che di fronte a Draghi e al suo ministro dell’economia Daniele Franco, nessuno di FI e Lega Italia osava aprire bocca pur avendo insieme più ministri del M5S e ben 2 sottosegretari leghisti proprio alle Finanze. E chi era il ministro della sviluppo economico? Tal Giorgetti da Cazzago, assistito dal sottosegretario (ora Ministro) Pichetto Fratin.

Nessuna quaestio sui titoli di Giorgetti sia accademici (laurea in economia alla Bocconi) sia politici (deputato da ben 7 legislature e più volte presidente di commissioni parlamentari bilancio, programmazione economica, tesoro, federalismo fiscale). Ma quando il PNNR includente il piano casa è stato rivisto dal governo Draghi e approvato formalmente dall’UE, lui dov’era? A pesca o ad acchiappare farfalle insieme al segretario della Lega Salvini?

Come mai non si è accorto (né gli altri ministri e sottosegretari di Lega e Forza Italia) che quel piano era il luogo ideale per le talpe maestre dell’imbroglio e della truffa? Come mai nei vari rimaneggiamenti del piano da parte di Draghi nessuno ha obiettato che sarebbero stati necessari controlli più stringenti per prevenire le frodi che anzi Salvini ha volutamente escluso per accelerare (a suo dire) l’apertura dei cantieri senza vincoli di sorta nei subappalti?

Ha un bel dire Meloni quando ripete il mantra “con me basta soldi buttati dalla finestra” come se stesse ancora all’opposizione. Invece con il suo Governo i soldi volano davvero dalla finestra, ma sotto a raccoglierli ci sono solo malfattori e malandrini che sfruttano il PNRR privo di controlli, oppure vanno direttamente nelle tasche di speculatori di mestiere.

Dopo aver detto per mesi agli italiani che il Reddito di Cittadinanza e il Superbonus erano la fonte di tutti i mali del paese, non ha fatto nulla per stringere le maglie, anzi proprio i partiti della sua maggioranza hanno imposto in Parlamento proroghe alle scadenze operative, comportandosi come i ladri di Pisa, nemici all’apparenza ed alleati nello sfruttamento.

L’ultima notizia della frode sui fondi del PNRR, per una cifra enorme di 600 milioni, anziché far arrossire di vergogna Meloni e Giorgetti (che è a capo della Guardia di Finanza) serve ancora per dare addosso a Conte.

Intanto non dicono che l’economia si è fermata: Bankitalia conferma per il 2024 una crescita stitica dello 0,6% del Pil, ben al di sotto delle rosee previsioni governative.

Si è tentato di distrarre gli italiani con le riforme della Costituzione sul premierato, sulle autonomie, sul test per i giudici, sul ponte sullo Stretto, (fonte di imbrogli e favori alla malavita), e con l’ultima trovata di Salvini del piano Salva-Casa.

Secondo l’Istat nel 2023 gli italiani hanno pagato 24 miliardi di tasse in più, il loro potere d’acquisto è calato dello 0,5% e hanno continuato ad attingere dai risparmi.

Nell’ultimo anno e mezzo il governo Meloni, che si scaglia contro le tasse definite il pizzo di Stato, ha fatto di tutto per tagliare con l’accetta la rete dei controlli, ingaggiando un duello rusticano con la Corte dei Conti.

I furfanti banchettano e il sospetto è che siamo solo all’inizio perché scavalcare quel che è rimasto dei controlli è diventato un gioco da ragazzi.

Giorgetti in un momento di lucidità ha ricordato che presto l'Unione europea aprirà contro l’Italia una procedura di infrazione per eccesso di deficit in violazione del nuovo patto di stabilità passivamente subìto e accettato da Meloni, che costringerà l'Italia a una manovra correttiva lacrime e sangue.

Anziché fare un severo esame della revisione della spesa, il governo dei patrioti, nell’acquiescenza beota della maggioranza, sta optando per una scelta scellerata sul piano economico e devastante sul piano sociale: la messa in vendita del 35% di Poste Italiane, pezzo pregiato del nostro patrimonio, azienda presente in ogni angolo del paese che garantisce il risparmio postale (fonte operativa della Cassa depositi e prestiti) e un servizio fondamentale per tutti. La bozza di decreto sulla vendita della quota statale (appartenente al Ministero delle finanze) per raggranellare meno di quattro miliardi, fa rassomigliare lo sventurato tandem Meloni-Giorgetti ai governi africani, poveri in canna, che vanno al monte dei pegni del FMI promettendo mari e monti pur di ottenere liquidità. I nostri eroi patrioti non solo mettono a rischio i risparmi e i servizi degli italiani, ma rinunciano per sempre al dividendo annuale di 250 milioni all’anno come remunerazione della quota di Governo.

Sul piano della privacy c’è inoltre il rischio che tutti i dati dei risparmiatori e degli utenti finiscano nelle mani di grandi fondi d'investimento, dato che Poste Italiane gestisce il sistema di pagamenti digitali PagoPA, grande serbatoio di informazioni sensibili di milioni di cittadini.

Dunque in conclusione il Governo non vuole ridurre il debito, non vuole colpire l’evasione, strizza l'occhio agli affaristi (elevazione del contante, depenalizzazione dei reati tributari, cancellazione delle cartelle esattoriali dopo cinque anni dall’emissione) e tartassa i poveri contribuenti (aumento delle tasse sui pannolini, sul latte in polvere, sulle donne, sulla casa, sulla benzina).

Esso è prono senza discussione ai voleri di Bruxelles che detta la politica economica, di Washington che detta la linea di politica estera, delle lobby bancarie che hanno imposto la retromarcia sulla tassa sugli extra profitti, della lobby delle armi che ingoia finanziamenti miliardari per sperperarli in Ucraina.

Quale altro disastro deve fare il Governo perché gli elettori aprano gli occhi?

Torquato Cardilli

09 aprile 2024

3 commenti:

  1. L'articolo di Torquato Cardilli non poteva essere più chiaro ed esaustivo. Ma si scontra con un sistema dell'informazione asservita, nella sua stragrande maggioranza, ai padroni del vapore che hanno tutto l'interesse di ingraziarsi sempre più chi sta al governo. Che già controlla il sistema radiotelevisivo pubblico e quello mediatico privato dell'ex padrone di Forza Italia. Insomma, la situazione non è bella e non si vedono molte luci alla fine del tunnel. Ma continuiamo a sperare e a fare del nostro meglio.

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  2. Un quadro che sintetizza i punti salienti del dramma in scena nell'indifferenza di coloro che, pur se destinati a subirne le conseguenza, tacciono per...indifferenza. Purtroppo come bevve a dire Mark Twain: "É molto più facile ingannare la gente, piuttosto che convincerla che è stata ingannata".

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