giovedì 21 dicembre 2023

BUGIE E IMBROGLI

di Torquato Cardilli - Ci sono cose che a livello di leader di Governo, di alta carica dello Stato, di ministro, non si possono fare. Non si possono rilasciare dichiarazioni avventate con l’unica finalità di scaldare le pulsioni più miserabili dei propri sostenitori, o, peggio, mentire in Parlamento di fronte alla Nazione.

Si dirà che il principe della politica e della diplomazia Machiavelli aveva argomentato, con l’eloquenza del tempo, che il signore che regge le sorti di uno Stato deve tendere al fine dell’interesse del popolo a favore del quale si possono anche sottoporre a qualche torsione le regole e le convenzioni. Concetto banalizzato dai posteri nella sentenza “il fine giustifica i mezzi”.

Allora c’è da domandarsi quale sia stato il fine di Meloni, della sceneggiata in Parlamento, cioè nel luogo dove non si può mentire alla Nazione, in un’occasione solenne dedicata all’informazione al paese alla vigilia del vertice UE. Brandendo, come una pistola fumante, un foglio di carta che nessuno ha potuto vedere e controllare, Meloni, mentendo sulla data, ha accusato il suo predecessore di aver firmato l’adesione al trattato MES, senza mandato parlamentare, il giorno dopo aver formalizzato le dimissioni e per giunta con il favore delle tenebre.

Conoscendo lo scrupolo con cui i diplomatici preparano i dossier dei trattati internazionali e forniscono la documentazione al Governo, non si può derubricare l’offesa pubblica come un nuovo caso d’inciampo, tipo la telefonata con un fantomatico leader africano.

Allora ci rimise il posto il consigliere diplomatico di palazzo Chigi, accusato di non aver vagliato a sufficienza la veridicità della personalità straniera che voleva interloquire con Meloni.

Questa volta chi è il responsabile di aver dato a Meloni un foglio di carta farlocco su cui costruire una menzogna, oppure Meloni istigata da qualche zelante collaboratore, ha pensato che l’occasione era propizia per mischiare le carte e far apparire con un imbroglio ciò che non è?

La verità è che il Parlamento aveva delegato il Governo il 19 novembre 2020, cioè ben due mesi prima delle dimissioni, con il voto su una risoluzione che lo impegnava a finalizzare le procedure dell’accordo politico raggiunto dall’Eurogruppo. Impegno, ripeto, votato in Parlamento al quale il Governo Conte non poteva sottrarsi e che era alla base dell’autorizzazione, data in piena trasparenza cinque giorni prima delle dimissioni del Governo, dal Ministro degli Esteri al nostro ambasciatore presso la UE di firmare, secondo l’intesa già raggiunta a Bruxelles dai 27, che sarebbero stati proprio gli ambasciatori a firmare il documento nella data già fissata dall’Europa.

Quindi va concluso che se Meloni non è stata tratta in inganno da chi l’ha depistata, in occasione dell’informativa al paese prima di partecipare al summit dell’ UE, ha mentito consapevolmente tirando fuori l’argomento del MES che non era nemmeno all’ordine del giorno del vertice europeo.

Oltre a quello delle bugie anche il carniere degli imbrogli contro gli italiani è molto cospicuo.

La riforma della Costituzione, con l’istituzione del premierato, partorita da quel genio della terzietà di Casellati (che partecipava alla gazzarra contro la procura di Milano in favore del condannato Berlusconi), e battezzata da Meloni come la mamma di tutte le riforme, in effetti è solo l’aborto del principio dell’equilibrio tra i poteri dello Stato.

Casellati ha giurato alla stampa ed alla radio che la riforma non intacca in nulla i poteri del Presidente della Repubblica.

Pura menzogna: il Presidente con la riforma avrà le mani legate nella nomina del premier senza consultare le forze politiche anche di minoranza, ed eventualmente nella nomina del suo successore tratto obbligatoriamente dallo stesso partito, nello scioglimento delle Camere e nella nomina dei senatori a vita.

A far cadere la maschera dell’imbroglio ci ha pensato il Presidente del Senato La Russa, aduso ad intervenire a sproposito (si può dimenticare che il plotone di SS di via Rasella è stato definito banda musicale di pensionati?) che non ha esitato, nell’ammettere che i poteri del Presidente della Repubblica si sono dilatati nel tempo e che dovrebbero essere ricondotti nei limiti dell’inizio della Repubblica come appunto previsto dalla nuova riforma costituzionale che istituisce il premierato.

Ma c’è ancora un’altra arma per prendere in giro gli italiani che dovranno ingoiare altri rospi e bocconi amari nei prossimi sei mesi di campagna elettorale fino alle elezioni europee.

Con quale coraggio già si parla della candidatura Meloni in tutte le circoscrizioni per le elezioni europee? Non si è mai visto che il leader di un governo si candidi per andare a fare un altro mestiere in spregio della fiducia già ottenuta per governare l’Italia.

Fanno da corollario a questo sistema di presa in giro degli italiani le liste della Lega e di Forza Italia, intitolate per Salvini premier e Berlusconi presidente, i cui capi (attuali vice presidenti del Consiglio dei ministri) intendono usufruire delle candidature multiple.

Il cittadino che regala il consenso a queste liste è chiamato a votare per chi? Per un politico fedifrago della buona fede popolare che non potrà mai essere parlamentare europeo- Bel colpo.

Di fronte a queste macroscopiche manifestazioni di arroganza del potere si può stendere un velo pietoso sui tanti altri casi di gaffes e scorrettezze di un’allegra brigata di Governo: ministro che sostiene che i poveri mangiano meglio dei ricchi, che fa fermare un treno freccia rossa a richiesta, di altro ministro indagato per falso in bilancio e fallimento di alcune società, di altro ministro che lancia strali contro la magistratura e ritratta poi in parlamento forse temendo che venga a galla il conflitto di interessi di abitare in un alloggio a Roma di proprietà di un industriale che fa affari con il suo Ministero, di un sottosegretario rinviato a giudizio per rivelazione di segreto d’ufficio, di un altro sottosegretario su cui incombe un’indagine per furto.

Torquato Cardilli

21 dicembre 2023

6 commenti:

  1. Questa persona ignobile bugiarda e infame. Non può ricoprire il ruolo che ha. Per molto di meno la gente va in galera. Sveglia deve andarsene a casa sua a più presto.

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  2. E siamo solo all'inizio... Mi preoccupa e molto quando dovranno rincarare sempre più la dose per stupire un popolo già assuefatto....

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  3. Munnezzz, miserabile burina e caciottara.

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  4. In un paese normale!

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  5. Che vergogna immensa....

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  6. Potrebbe vendere all'asta i "Pacchi" nei mercati rionali, invece ha venduto il "Superpacco Europeo" a tutti gli italiani onesti.

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