giovedì 15 giugno 2023

L’ITALIA SANTIFICA I CONDANNATI

di Maurizio Alesi - Funerali di Stato, lutto nazionale, Forze armate al completo in alta uniforme, sette giorni di fermo delle votazioni di Camera e Senato. Blocco dell’attività legislativa dell’Assemblea Regionale siciliana, già quasi inesistente di suo, bandiere a mezz’asta in tutti i palazzi pubblici e istituzionali (ad eccezione dell’università per gli stranieri di Pisa il cui rettore è il prof. Montanari, unico disobbediente e per questo insultato dalla casta). Riprese televisive della funzione funebre al Duomo di Milano officiata dall’arcivescovo della città meneghina, diffuse a reti unificate Rai-Mediaset-La7 e Sky. 

Un trattamento e una santificazione mai registrata prima che non è stata riservata neppure agli gli eroi dello Stato come Falcone e Borsellino trucidati da Cosa Nostra insieme ad altri colleghi esempi encomiabili dell’attaccamento al dovere, a cui lo Stato non ha pagato neppure i funerali. Lo stesso giorno in cui si è diffusa la notizia della morte di B. l’Italia era già stata inondata da decine di programmi, talk show, maratone fiume fino a tarda notte mandando filmati, documenti di repertorio, discese in campo, contratto con gli italiani che esaltano le gesta nobili di uno statista assoluto. La conduzione dei programmi lecca-lecca non poteva che essere affidata ai soliti servi sciocchi che scendono in campo nelle grandi occasioni, come l’onnipresente Vespa, il logorroico Mentana, eccezionalmente corroborato dal suo capo, Urbano Cairo generalmente poco incline ad apparizioni televisive ma, chiamato alle armi per esaltare le qualità e le doti del vecchio amico, è rimasto per ore ed ore in studio ricordando i suoi primi passi come assistente di Berlusconi, di cui è stato dipendente per 14 anni. 

Un amico, per difendere il quale ha cacciato Giletti che stava diventando pericoloso. Le reti televisive sono state prese d’assalto dai tanti camerieri di regime facendo da scudo umano alle poche voci dissonanti che, in totale isolamento, hanno cercato di smontare il processo di beatificazione, inserendo qualche elemento di verità politica e giudiziaria ricordando ciò che in una serata si è cercato di rimuovere dalla memoria collettiva, ovvero 30 anni di gestione personalistica del potere portato avanti con disonestà e disonore. Non un cenno sulle 66 leggi ad personam, l’attacco alle istituzioni, la vocazione alla corruzione di parlamentari, finanzieri, giudici, testimoni: tutti fatti acclarati in sentenze giudiziarie. Silenzio sull’attacco ai magistrati che lo inquisivano definiti “antropologicamente diversi”, accusati di applicare la legge in ossequio all’obbligatorietà dell’azione penale. Una potenza di fuoco mediatico incontenibile come una contraerea volta a manipolare l’opinione pubblica convincendola della persecuzione delle toghe rosse accanite contro un innocente che si è sempre adoperato per il bene degli italiani. 

Chi ha seguito le immagini del funerale di Stato ha potuto notare le facce afflitte della Meloni, La Russa, Salvini, Rita Dalla Chiesa (senza vergogna non avendo ricevuto gli stessi onori per il padre ucciso dalla mafia), Fontana presidente della Camera e Fontana della Regione Lombardia. Quelle facce immarcescibili che continueranno a praticare il berlusconismo anche senza Berlusconi. Si è fatta notare anche la Cuccarini, forse in cerca di affidamento di qualche nuovo programma e la De Filippi tra le poche “privilegiate” che hanno avuto il pass per entrare in chiesa da non istituzionali. E che dire dell’inconsolabile Marta Fascina, la signorina innamorata di un quasi novantenne che ha avuto in dote già due legislature senza alcun merito. Era affranta pensando al suo futuro incerto senza il suo quasi marito. 

Il caro estinto, tra l’altro, aveva l’abitudine di mettere a carico dei contribuenti gli stipendi delle sue fidanzate. È sconcertante, avvilente prendere atto di come un’informazione malata al soldo di poche e solide mani di imprenditori senza scrupoli, giornalisti scendiletto del potere incluse le reti pubbliche, riesca a far passare qualunque messaggio, seminando una disinformazione di massa in grado di annientare la verità storica, ancorché documentata e di dominio pubblico. Un’informazione che riesce a far perdere la memoria collettiva spacciando un condannato plurinquisito come un giglio di campo, esaltandone la generosità, l’altruismo, il senso dello Stato. Un uomo vittima di una persecuzione giudiziaria, bersaglio di un bandito come Travaglio che “deve a Berlusconi la sua fortuna editoriale”. 

Purtroppo, anche questo messaggio sta facendo i suoi proseliti appannando una delle figure più alte del giornalismo italiano. Un rarissimo esempio di “cane da guardia” del potere, un giornalista che risponde solo ai suoi lettori e alla Costituzione. La stampa di regime è riuscita a trasformare in santo, un personaggio che ha governato il Paese eludendo la legge, iscrivendosi alla P2, finanziando la mafia, frodando lo Stato, mercificando il corpo delle donne pagate per mentire nei processi. Purtroppo, all’orizzonte non si vede la possibilità di cambiare questo sistema. Rimane il rammarico di non essere riusciti, nei governi Conte, a modificare due leggi fondamentali: il conflitto d’interessi e la riforma della Rai. Oggi saremmo in una situazione molto diversa.

Maurizio Alesi
15 Giugno 2023

7 commenti:

  1. Riccardo Giannuzzi Savelli15 giugno 2023 alle ore 12:43

    Vergogna. Soltanto vergogna.

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  2. Il nostro più grande errore è stato diventare italiani , noi dovevamo restare Regno delle due Sicilie e quindi oggi saremmo spagnoli!!!

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  3. Un capo dello Stato, che ha avuto un fratello ammazzato dalla Mafia, va al funerale di quello che finanziava la Mafia!!! VERGOGNOSO!!!

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  4. Purtroppo avere avuto in famiglia un parente prossimo che ha combattuto la mafia o ne è rimasto vittima, non conferisce a tutto il nucleo familiare lo stesso impegno e la stessa sensibilità civica. Si guardi, per esempio, a Rita Dalla Chiesa o a Caterina Chinnici i cui padri sono stati un raro esempio di lotta alla mafia. Le figlie di questi eroi dove sono finite? A Forza Italia il partito italiano fondato da mafiosi e che ha al suo interno il più alto tasso di indagati e arrestati per rapporti con Cosa Nostra.

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  5. E il PDR...? Che figuraccia con l'estero?
    Ancora non riusciamo a riprenderci da quando ha governato il signor "bunga bunga" delle "gnocche"... Eppure c'è chi vota ancora per questa tipologia di persone. Povera Italia! 😱

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  6. Sarebbero ancora nell’MSI se Lui non li avesse sdoganati . La tragedia è che ha portato l’Italia nell’MSI !

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  7. Mattarella non ha fatto un fiato....Mattarella ha avallato questa decisione.... COMPLIMENTI!!! BRAVO!!!! CONTINUA COSI, MI RACCOMANDO......

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