giovedì 1 giugno 2023

DOVE ARRIVA LA MALAPOLITICA E L’INCOMPETENZA

di Giangiuseppe Gattuso - Non la percorrevo da qualche anno, circa tre, e mi sono mortificato per loro. Ho avuto un senso di frustrazione misto a rabbia. Quel qualcosa che ti fa scattare il campanello dell'indignazione, dello schifo, del vomito. Che ti fa cogliere tutto il senso dell'impotenza dei cittadini di fronte alla malapolitica nella sua plastica evidenza. 

Quella che ti ferisce, quella che ti fa toccare con mano il significato e la differenza tra efficienza e sciatteria, tra buona amministrazione e ignominia, tra razionalità e follia. E la colossale differenza tra la Politica e i politicanti. Quei miserabili omuncoli spesso riveriti che fanno il bello e il cattivo tempo della nostra vita. Quei ridicoli personaggetti abituati a sguazzare nel fango melmoso del do ut des, della ricerca del consenso finalizzato al potere e al denaro a scapito della cosa pubblica. 

Quei governanti e membri di assemblee elettive e legislative che passano il loro tempo a difendere questo o quel portatore di interessi e voti che gli consentono di continuare a gestire quella fetta piccola o grande di potere. Senza mai porsi il problema di come, invece, si possa migliorare lo Stato in tutte le sue infinite articolazioni che rendono la vita difficile a milioni di cittadini.

È il caso dei lavori di "ammodernamento" di un tratto di circa 34 km dell’Itinerario Palermo-Agrigento, la cosiddetta "scorrimento veloce". Una via Crucis che dura da dieci anni con un investimento di circa 300, trecento, milioni di euro. Lavori da completare in 4 anni e che invece sono diventati senza fine. Che rendono la vita difficile oltre ogni immaginazione ai cittadini costretti a percorrere quell'arteria di collegamento tra la capitale della Sicilia e il capoluogo dei templi. Migliaia di pendolari, lavoratori, turisti, mezzi pubblici costretti a subire le conseguenze dell'incapacità di questi miserabili. E la designazione di Agrigento a capitale italiana della cultura 2025, suona come una beffa. Chissà se un miracolo, a distanza di dodici anni, consentirà di percorrere l’intera arteria senza interruzioni e deviazioni.

Tutto questo è figlio di un sistema contorto, di una legislazione e di regolamenti farraginosi, contradditori e complicati. Che per garantire trasparenza ed evitare infiltrazioni malavitose ha generato prassi e procedimenti lunghi e difficili da gestire le cui responsabilità, quando le cose non funzionano, sono sempre di qualcun altro. 

Eppure, quando si vuole, i risultati arrivano in tempi umani e senza intoppi di alcun genere, come la realizzazione del Ponte Morandi di Genova. Peccato restino mosche bianche.  

Insomma, che dire di più. La Sicilia è una regione autonoma con poteri enormi, e non vado oltre per non infierire. Agrigento ha avuto fior fiori di uomini di governo nazionale e regionale: ministri, sottosegretari, assessori, presidenti di regione. E Palermo non ne parliamo. Ricordo soltanto Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica dal 31 gennaio 2015, ininterrottamente.

E per essere ancora più chiari: Non si salva nessuno!

Giangiuseppe Gattuso
01 Giugno 2023

4 commenti:

  1. E con tutte queste amministrazioni di destra, uscite dalle recenti elezioni amministrative, si allontanano le speranze di vedere risolti problemi atavici.

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  2. Te l'ho detto diverse volte, ma colgo l'occasione per ripeterlo, la politica non può niente di fronte, alla mala magistratura, alla mala burocrazia, al pessimo giornalismo,.Il giorno in cui ci sarà una buona magistratura, una ottima burocrazia i politici saranno ottimi e faranno bella figura. A qualche qualunquista consiglierei di sciacquarsi la bocca con acido muriatico quando parla di politici di dx.

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  3. Della Palermo-Agrigento, conosco bene il tratto denominato “scorrimento veloce”. Lo conosco dal 1970, anno del mio matrimonio. Mia moglie è di San Cataldo. Per andare a San Leone, il lido agrigentino, occorreva tanta prudenza. È una questione vecchissima, ha dell’incredibile, e la soluzione ancora è lontana. In Sicilia, non cambierà nulla. La colpa è dei politici e degli elettori siciliani. Alle ultime regionali l’affluenza non ha raggiunto il 50%, si è fermata al 48,62%. Ha vinto Renato Schifani con il centro destra (FdI, FI, Prima l’Italia-Salvini Premier, Popolari Autonomisti, Democrazia Cristiana) con il 42%. Gli altri cinque candidati con il frullato di tanti partitini hanno totalizzato il 58%. Dati che rapportati al numero degli elettori che hanno votato dicono che la maggioranza rappresenta il 20,42% dell’intero corpo elettorale e le minoranze rappresentano il 28,20%. Minoranze frammentate e divise. Se poi la candidata del PD passa a FI affermando che ha cambiato partito ma non le idee: “sono e resto indipendente”. Indipendente! De che? Con questi “ridicoli personaggetti” non c’è speranza. La “sciatteria” dei “politicanti” e l’indifferenza degli elettori che non hanno votato sono la causa dell’immobilismo. L’antico proverbio dice: “Chi è cagione del suo mal, pianga sé stesso”.

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  4. Sottoscrivo integralmente le tue riflessioni, Giangiuseppe. Per la mia attività talvolta mi capita di dover riecarmi al Tribunale di Agrigento e ciò ho fatto nel corso degli anni alternando mezzi pubblici e auto privata. Ma, circa 6 anni fa, quando già erano in corso i lavori di ammodernamento dello scorrimento veloce, sono partito dal palazzo di giustizia di Agrigento alle ore 15,30 e dopo aver attraversato lo scorrimento, i suoi frequenti limiti di velocità anche a 30 Kmh, le sue bretelle i suoi svincoli, i suoi semafori, finalmente ho superato Bolognetta e sono arrivato in viale regione siciliana ( quindi non ancora a casa ) alle 18,00. !!! Da allora ho detto a me stesso BASTA . Non andrò più in auto ad Agrigento, per me lo scorrimento veloce possono pure chiuderlo. Da allora quando devo necessariamente recarmi ad Agrigento prendo il treno. Parte alle 7,40 da Palermo Centrale e scendo alle 9,35 ad Agrigento bassa, dove con un taxi familiare arrivo al palazzo di giustizia in meno di 5 minuti. Ne vale di soldi, e soprattutto di salute.

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