domenica 23 ottobre 2011

Il Pianista

Pianista-sull'oceanodi Salvo Geraci - Fortunatamente la legge dell'evoluzione ha previsto che il nostro cervello avesse una funzione per consentire il recupero di quanto abbiamo inavvertitamente acquisito e sul quale non ci siamo adeguatamente soffermati.
Perché è in virtù di questa prerogativa che - dopo avere trascurato in un primo momento - una considerazione che avevo letto superficialmente su facebook, ho sentito in un secondo momento la necessità di rileggerla.
Chi l’ha scritta è un pianista di pianobar. Si chiama Serafino Fiorenza, e, in realtà, questo mago della tastiera, gnomo seduttivo, tutto genio e sregolatezza, squisito pianista di classica, uscito a suo tempo a pieni voti dal conservatorio di Palermo e recentemente laureatosi in discipline musicali, è anche un cultore di esoterismo.
Nel ‘post’ che accidentalmente ho rilevato su facebook egli, forse frettolosamente, tra l'esecuzione di un brano e un altro, ha vergato una considerazione che in realtà denuncia una grande profondità.
Serafino, in buona sostanza, rilancia una teoria classica - quella dell'umanità intera e probabilmente anche dell'universo intesi come totalità piuttosto che come somma di singole persone e singole cose - ma la rielabora secondo la propria sensibilità e la adegua a vicende di grande attualità (appresso vedremo come). Egli ci offre uno squarcio delle sue vedute, forse visionarie, ma probabilmente più adeguate a interpretare la realtà di teorie antropologiche e sociali più correntemente adottate dai ‘media’ per interpretare la temperie che stiamo vivendo.
La teoria della totalità diventa quanto mai attuale proprio adesso che pare acquisita la notizia che i neutrini supererebbero la velocità della luce e che quindi una delle più grandi certezze della fisica moderna e cioè la inoppugnabilità del rapporto tra causa ed effetto sarebbe ribaltata al punto che, in una particolare proiezione dimensionale, l'effetto potrebbe anticipare la causa. Questo costituirebbe la premessa per il superamento della prossima più grande sfida dell'essere umano e cioè il tele trasferimento (il trasporto di cose e addirittura di esseri umani attraverso distanze stellari in un arco impercettibile di tempo). Proverò a fare un esempio banale per rappresentare un fenomeno di difficilissima comprensione. Immaginiamo di far parte - noi tutti esseri umani - di un unico grande corpo, anch'esso antropomorfo, disteso tra una galassia e l'altra. Immaginiamo ancora che il dito di un piede di questo corpo ideale sia punto da uno spillo; il riflesso doloroso sarebbe avvertito dal cervello in una frazione di secondo, un tempo assolutamente irrisorio. In questa eventualità quindi, la distanza tra il piede e il cervello di questa figura ipotetica, sia essa di un paio di metri o di un paio di anni-luce, verrebbe coperta ugualmente in un ‘micron’!
In una dimensione configurata in questo modo, tutta la realtà si presenterebbe con caratteri di omogeneità tali da non consentire più la differenziazione specialistica di ogni singola branca del sapere, e quindi anche tutta la conoscenza costituirebbe uno scibile le cui coordinate varrebbero indifferentemente sia per la fisica che per l'etica, o per le scienze antropologiche e sociali.
Questa ultima considerazione ci consente di precipitare nell'attualità, come sopra anticipato. Serafino stigmatizza i comportamenti generalmente adottati nei confronti del deposto dittatore libico sottolineando come ciascuno di noi, in una condizione di totalità sovra-dimensionale, possa e debba considerarsi, in qualche modo, corresponsabile con le azioni di Gheddafi, in quanto tutti soggetti partecipanti della medesima struttura. In tal modo ciascuno di noi parteciperebbe anche di tutto ciò che era avvenuto anche 1000 anni fa e di ciò che avverrà magari tra 1000 anni.
Questa riflessione (che, per certi aspetti, riconduce a quella salvifica operata - secondo la religione cattolica - dal Cristo, che - con il suo sacrificio - avrebbe prodotto un emendamento ecumenico che avrebbe avuto effetti per l'umanità tutta, probabilmente anche passata e certamente a venire) dimostra la consequenzialità dei ragionamenti di Serafino, che pure, ai rari interlocutori, spesso appare come in preda al delirio!
Come accennato, in ultima analisi, questa considerazione che trae lo spunto dal mondo della fisica, e addirittura da quella quantistica, ha - in questa accezione - una ricaduta importante anche su considerazioni etiche e sociali. Perfino le ineguaglianze sociali che in questa epoca rischiano di condurci a risoluzioni perniciose quali sommosse o rivolte (in presenza di egoismi portati fino a conseguenze inimmaginabili ed a povertà inopinate), acquisirebbero una prospettiva più chiara e margini maggiori di soluzione in una prospettiva di “totalità”, quale è quella sopra ipotizzata.
In conclusione, quindi, ritengo di dover porgere i dovuti ringraziamenti per lo spunto di ragionamento offerto dal nostro pianista sull'oceano della nostra città.
Salvo Geraci 
Domenica 23 ottobre 2011

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