lunedì 24 settembre 2018

SCANDALO CASALINO. E IL POTERE DI GOVERNO

Conte Casalinodi Totò Cianciolo - La telefonata di Rocco Casalino e i toni poco garbati con cui sono stati appellati i tecnici “nemici” hanno monopolizzato l'informazione.

Sono anziano e ho vissuto dentro apparati diretti ed indiretti delle pubbliche amministrazioni per scandalizzarmi dei toni usati dal portavoce e, se permettete, anche dei contenuti. Mi scandalizza molto che una telefonata quasi confidenziale sia potuta diventare una dichiarazione istituzionale caricandola, addirittura, sulla responsabilità del prof. Conte. Chiarisco, caso mai ce ne fosse bisogno, che non sono elettore del M5S e non sono affetto da SPAG (la Sindrome da Psicosi Anti Grillina) ma non mi piace questa ricerca forsennata alle pagliuzze negli occhi dei ministri da parte di chi continua ancora a trascinare dentro le proprie travi di un malgoverno ultraventennale.

Casalino GrilloLa questione che, nel linguaggio involgarito dalla confidenza, Casalino pone in evidenza è reale ed è il motivo di disagio che, se ricordate, ha colpito la signora Raggi a Roma nel rodaggio della sua prima esperienza.

La cosa pubblica si governa attraverso un complesso intreccio di scelte politiche che vanno tradotti in direttive da cui refluiscono i procedimenti d’ufficio interamente assegnati ad apparati che ne traducono gli esiti in provvedimenti amministrativi.

Il dato concreto, nella sua estrema semplicità, che emerge è lo sbilanciamento tra il sussurro d’indirizzo del neofita che governa e il macigno di gomma contro cui si può arenare la sua volontà e che viene con disarmante fermezza dichiarato dal dirigente responsabile e che ha volte assume la forma dei vincoli di legge-regolamento, a volte la insufficienza delle risorse economiche.

Quanto vale la scelta di un intero corpo elettorale e del suo mandato nella definizione di efficaci politiche indirizzate al superamento dello stato di bisogno?

luigi_dimaio_giuseppe_conte_premier_m5s_lapresse_2018_thumb660x453Uso questo interrogativo solo per semplificare con il dato più estremo che la parola “bisogno” intende rappresentare, anche se oltre il bisogno c’è la politica territoriale e quindi ambientale, la scelta sulle infrastrutture, la visione urbanistica delle comunità, l’identità istituzionale delle forme di governo, l’idea di collaborazione/alleanza con il resto del mondo e tanto altro.

Su questi temi ogni parte politica ha disegnato proposte, anticipato strategie e volontà, e oggi al governo le consegna a un apparato che si rivela, troppo spesso, lento e spesso in contraddizione (contrapposizione) formale, e quindi sostanziale, con l’autorità politica al governo.

Per carità le istituzioni sono per natura il sistema legale e attraverso loro vengono regolati diritti e doveri di persone fisiche e giuridiche del Paese e dentro un quadro giuridico che assegna ambiti e limiti alla stessa funzione potestativa del governo.

La questione che si pone è quanto possa essere funzionale ai tempi e agli impegni di un governo la dialettica, spesso stiracchiata, dei processi decisionali tra gli organi politici di governo e gli apparati che detengono funzioni della gestione.

Una domanda che accompagna la constatazione che in Italia, da troppo tempo, la macchina della semplificazione è cristallizzata dentro un circuito che la fa dipendere dalla mai completata privatizzazione del pubblico impiego (se non per la giurisdizione competente nel contenzioso).

Se ci riflettiamo il cosiddetto controllo della politica sull'amministrazione è limitato ai sistemi di incentivazione che poi orientano i comportamenti del personale.

Mi chiedo, è sufficiente?

SalviniConteDiMaioGiorgetti800-188782Non avete anche voi l’impressione che la corsa alla conquista della fiducia dell’elettore, gli sforzi per motivare i cittadini a scegliere da che parte stare, il sacrificio organizzativo di costruire e lavorare per una organizzazione e la resa dinanzi alla rinuncia a una vita privata, a una tregua periodica, la dichiarazione di resa dinanzi ad una affollata commissione d’esame costantemente integrata da analisti scrutosi e polemisti mai benevoli, non contenga un enorme vizio?!

Infatti, le cose vengono fuori da azioni e adempimenti propri di un’azione funzionale di quella parte delle istituzioni che occupa la dimensione gestionale e che formalmente è estranea ai processi cui viene sottoposta la politica e quindi ignora sentimenti e sensibilità sociali e àncora la propria azione alla giustificazione economica e all'ordine legale dei propri comportamenti.

Probabilmente il gergo adottato da Casalino è sopra le righe anche in una telefonata confidenziale e certamente la metafora dei coltelli richiama comportamenti poco delicati. Ma, ripeto, il tema non va liquefatto dentro la polemica che investe ora il portavoce del Governo, ma ricentrato dentro quelle considerazioni che rivendicano il dovere/diritto del Governo di assumere la capacità di agire con efficacia e anche con efficienza, e che per farlo concretamente deve mantenere il timone per assicurare che la rotta della catena funzionale delle scelte che adotta e che adotterà sia quella individuata nel programma elettorale premiato dai risultati.

Totò CiancioloTotò Cianciolo
24 Settembre 2018

22 commenti:

  1. La sua analisi può essere condivisibile in molti punti. Tuttavia l'apparato è li sempre (c'era anche prima) ...e dello stesso non può farsene a meno.
    Io sono nel mondo dell'impresa (privata) e anche in questo mondo tradurre idee strategiche in fatti operativi non è così scontato come sembra, vuoi per scarsa propensione al cambiamento, vuoi per boicottaggio nei confronti del top management....vuoi perché le nuove strategie ....sono semplicemente strampalate.
    Non sono un elettore dei five star (e non penso lo sarò mai)...ma per onesta intellettuale vogliate riconoscere (tutti) un tantino di approssimazione nella nascente legge di bilancio (per la quale gli indirizzi sono politici).
    Sembra un tentativo "Doroteo" si sistemare le cose...ma questi (Giallo-Verdi) non sono gli originali....e l'equazione non ha soluzione.
    Del resto era chiaro ed evidente a tutti che i programmi delle campagne elettorali e le priorità economiche (dei Gialli e dei Verdi) erano totalmente in antitesi...ergo ci sarò sempre un Tria (o una terna di dirigenti) da impallinare e il PD e company da incolpare (vabbè oramai non fa guadagnare piu voti impallinare il PD...sono rimasti solo gli afezionados).
    Con buona pace di Casalino (che è invero poco credibile...per non dire incredibile) e degli altri cari amici a 5 stelle! Auguri

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  2. La verità ti fa male lo so... cantava la Caselli. Fosse stata la Boschi a confidare a un interlocutore "fidato" con parole misurate... lei e'tanto perfettina... il suo pensiero su qualcuno del Parlamento, rivelandone intendimenti, pressioni, commistioni con istituzioni o altro, fossero stati Gentiloni, Renzi o non so chi... so con certezza che i grandi colossi della stampa e della tv... ne avrebbero fatto degli eroi, condannando chi si fosse presa la briga di veicolare queste affermazioni. Ormai lo sappiamo... è un attacco alle forze di governo e Casalino non è stato mai simpatico a nessuno. E poi mi chiedo come mai non si faccia una battaglia, una grande battaglia da parte dei mass media contro chi esercita pressioni sul ministro Toninelli per quanto riguarda la costruzione del ponte invece di "picconare' la sua decisione di affidare i lavori a Fincantieri, azienda conosciuta in tutto il mondo, a vantaggio di Autostrade di cui tutti ormai conosciamo le responsabilità nel crollo della struttura. Cosa gravissima... ma intanto si crocifigge Casalino per crocifiggere il governo.

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    1. le pressioni su Toninelli, denunciate da Toninelli, che lo stesso Toninelli non è riuscito a spiegare, tranne una lettera leguleia di febbraio al precedente ministro. Colpo di scena! Lo stesso Toninelli che vuole affidare la costruzione di un ponte a una azienda di Stato (lo Stato sarebbe quello italiano) che non ha l'abilitazione per costruire ponti. Ma il danno d'immagine, sua e italiana, non finisce qui. Le aziende italiane che costruiscono ponti in tutta la EU finanziati dai contribuenti dei vari paesi, ora si troveranno a dover giustificare negli altri paesi quando concorreranno per opere pubbliche come mai i ponti in Italia si debbano affidare solo ad aziende italiane senza gara quando poi le aziende italiane voglio concorrere alla pari nella costruzione di opere in altri paesi.

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    2. Francesco, per Renzi i tecnici non hanno avuto alcun problema a trovare 60 miliardi di euro in 3 anni. ...20 all'anno. ...In 2 mesi ne hanno trovati oltre 10 per gli 80 euro. ...Ma ragionate! È talmente evidente che alti burocrati dei ministeri stiano tentando di boicottare l'azione di governo. ..

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  3. Mi sorprende come la burocrazia di Stato sia stata così veloce nel recepire le direttive dei governi precedenti nell'elargire risorse pubbliche a favore di banche private, togliendole allo stato sociale , di faticosa conquista, ma anche di politiche convinte, dei governi a guida DC o PSI! Ci dev'essere qualche interesse più marcio ed incancrenito nel tempo che ne alimenta le resistenze al cambiamento. Per questo ritengo che sostituire i dirigenti con uno staff di fiducia, debba essere la prima azione di ogni governo che si insedia!

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    1. che evidenza si ha che il Tesoro fa melina? Per trovare 10 mld è necessario tagliare 10 mld da qualche altra parte. Decisione politica, non tecnica. A chi tagliare quindi? Ma prendere decisioni e assumersene la responsabilità pare cosa non tanto popolare con questo governo che, a parte gli immigrati, non sa a chi dare dispiaceri.

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    2. Negli anni tutti i ministri dell'economia hanno sempre creato problemi al governo - Casalino ha fatto una cazzata. Continuate a fare i " Tifosi della curva" NO i sostenitori di un movimento o partito politico questa è la realtà . Leggo che c'è solo una gran caciara momologni di gente sola con il loro amico schermo.

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    3. Antonio Jutto direi che più che una cazzata, Casalino ha voluto lanciare un messaggio di cambiamento a chi quel cambiamento non vuole. Un governo deve poter portare avanti le proprie politiche economiche, soprattutto se ha uno staff economico di primo livello. Il tifo non c'entra, c'entra la volontà espressa dagli elettori che va in direzione opposta a quella degli ultimi governi e che non può e non deve essere fermata. Si chiama Democrazia.

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  4. Bravo Casalino... da esperto della comunicazione ha... comunicato scegliendo il cretino giusto, che pensava di fare lo scoop... pochi giorni e troveranno i soldi... i tecnici troveranno le risorse come le hanno trovate per salvare le banche... che qualcuno rema contro il governo si è capito ed è una cosa che ci si aspettava... anche ieri Berlusconi ha detto che aspetta un litigio tra i due ecc.ecc. è un povero vecchietto pure messo male... fa tenerezza, in un certo senso...

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  5. L'amministrazione delle decisioni politiche è assegnata a burocrati che le rendono operative attraverso un iter dagli esiti non sempre prevedibili di compatibilità con leggi e regolamenti in essere.
    Compatibilità che, si badi bene, dipende dall'interpretazione delle stesse fonti e che, quindi, attribuiscono un potere a chi le interpreta, potere che può essere giocato come carta sul tavolo della politica.
    Al pari dei magistrati chi opera nella burocrazia può interferire con il potere politico e mi stupisce come, mentre per la magistratura se ne sia parlato diffusamente, per i burocrati ora ci si strappi le vesti gridando allo scandalo

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  6. In sintesi, l'apparato è sempre stato così ed allora i grillini che hanno da lamentarsi?
    Ma se è vero che loro sono il governo del cambiamento, allora perché meravigliarsi se vogliono cose diverse e "l'apparato", così com'è sempre stato proprio non gli piace?
    Quella di Casalino è stata una ingenuità oppure una mera mossa comunicativa?
    Oggi tutti a farne una questione di stato, tra chi ne chiede persino l'allontanamento e chi lo difende a spada tratta. Ma vogliamo veramente dirci la verità, che tutti pensiamo e cioè che le istituzioni sono infarcite anche di gente poco per bene e di nominati e collocati dalla stessa politica, che ha portato il paese sul baratro del fallimento? Dove i ministri non allineati,si vedono dettare l'agenda anziché dettarla e visti con indifferenza e dispetto? E, che il MEF non fa certo eccezione? I bravi dirigenti e tecnici, cioè quelli che sanno velocemente reperire in una sola notte miliardi per le banche, per il Tav e per le marchette elettorali,sanare in due ore il mancato introito di altri miliardi dal gioco d'azzardo, menano il can per l'aia di fronte alle richieste di impegno del governo e dello stesso ministro Tria. Personalmente, sono stanco di tutto questo buonismo a buon mercato, anche nell'assolvere a tutti i costi le "Istituzioni", solo per il fatto di essere tali, ben sapendo, da quanta corruzione e malaffare sono oggette. Casalino, semmai ha sbagliato nel metodo, non nel contenuto. Avrebbe certamente fatto meglio a dire le stesse cose in una pubblica conferenza stampa ed assumendosi con orgoglio tali dichiarazioni.

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  7. Casalino non è attaccabile per la sostanza delle sue valutazioni sulla burocrazia. È noto che i tecnici non sono affatto un’entità neutra e, spesso, svolgono un’azione politica frenando, accelerando o bloccando le direttive impartite dal potere esecutivo. Al responsabile della comunicazione di Palazzo Chigi va mossa un’altra contestazione che ha a che fare con la superficialità con cui sceglie i suoi interlocutori parlando a ruota libera di cose delicate che esulano dalla sfera di sua competenza. Difendere il suo comportamento (lo dico agli amici di M5S), vuol dire non comprendere che così facendo si espone il governo a seri rischi, a gaffe istituzionali, a situazioni imbarazzanti. Stavolta si è trattato, tutto sommato, di aver riferito cose condivisibili e verosimili ma domani, continuando con la stessa poca accortezza e superficialità, potrebbe fare scatenare un putiferio, facendosi scappare dal telefonino cose più compromettenti, magari qualche commento acido su uno dei partner di governo o, chissà, anche sul Capo dello Stato. A causa delle esternazioni di Casalino, Di Maio ha dato l’impressione di aver taciuto ciò che pensava e che è stato costretto ad ammettere, andando a rimorchio del suo portavoce. Sarebbe spettato a Di Maio dire quelle cose. Se non le ha dette è perché avrà fatto le sue legittime considerazioni. Non esiste che arriva Casalino e scavalca il vice premier senza neppure consultarlo prima. Nessuna giustificazione può essere addotta per uno che passa per genio della comunicazione (oltre che per recordman dei guadagni). Mi dispiace ma quando ci vuole, ci vuole.

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  8. Le esternazioni di Casalino ci fanno capire quanto sia difficile superare le resistenze di un sistema marcio, ancorato ad una burocrazia inerte e ad una mentalità iniqua votata alla difesa dei propri privilegi. Nulla può cambiare senza decisionismo e senza volontà di farlo. E questo loro lo sanno...- La rabbia di Casalino dunque è del tutto giustificata, anche se poco garbata.

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    1. vogliamo negare che a tutti i livelli, nella pubblica amministrazione, ci siano ancora dei dirigenti che sono espressione diretta di chi ci ha sgovernato fino s tre mesi fa?

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    2. - Purtroppo in ogni palazzo c'è ancora la polvere dei malgoverni e del fascismo, non c'è via di scampo. Pensi veramente che un gruppo di componenti di un governo dei "meno perdenti" Possa bonificare tutto.

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  9. Su l’episodio che viene definito “scandalo Casalino” mi sono espresso, con un post, pubblicato ieri sul mio diario, non intendo ritornarci. Totò Cianciolo, conclude la sua analisi, condivisibile, invitando a non sottovalutare “il dovere/diritto del Governo di assumere la capacità di agire con efficacia e anche con efficienza, e che per farlo concretamente deve mantenere il timone per assicurare che la rotta della catena funzionale delle scelte che adotta e che adotterà sia quella individuata nel programma elettorale premiato dai risultati.” Ineccepibile! Però è doveroso chiedersi se le promesse elettorali prevedono una spesa che non trova la dovuta copertura è giusto prendersela con i funzionari del Tesoro. Rivendicare il principio, indispensabile, di semplificazione per snellire ed accelerare il procedimento di qualsiasi atto non vuol dire far saltare finanziamenti inesistenti, spetta alla politica reperire i fondi. L’articolo 81 della Costituzione è chiaro: “Ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte”. In poche parole, senza la “bollinatura” del ragioniere generale dello Stato non si può procedere. Tutti i governi hanno avuto problemi per le procedure del Tesoro. L’importanza e il rispetto per la Ragioneria generale risale al periodo 1919/1932 quando il titolare della carica, Vitantonio De Bellis, osò dire no al Duce. Quest’ultimo, in una lettera al ministro delle finanze De Stefani, scrisse: “La gente pensa che al di sopra di me e di lei, vi sia un misterioso dittatore: Vitantonio De Bellis”. De Stefani, a sua volta, disse di De Bellis: “Possiede l’intransigenza di un domenicano, odiato da tutti per l’inflessibilità nel difendere il denaro del popolo”. Il ragioniere generale agisce in piena autonomia, il suo ruolo è a tempo determinato regolato da un contratto triennale che viene sottoposto a conferma, in caso di cambio di governo, anticipato rispetto alla scadenza. Daniele Franco, attuale ragioniere generale, nel mese di luglio è stato confermato dall’attuale governo. Il ragioniere generale e l’intero staff della Ragioneria non sono dipendenti dei partiti ma dello Stato, hanno giurato fedeltà alla Repubblica. Se qualcuno è sicuro che i soldi ci sono e vengono nascosti per ostacolare l’azione del Governo è giusto prendere provvedimenti. Daniele Franco ha detto: “Mi dicano di andarmene, il giorno dopo torno sulle Dolomiti”.

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    1. Lorenzo, una curiosità, mi dici quali furono le coperture degli ottanta euro di Renzi e i venti miliardi alle banche? A me sfuggirono. Non ricordo una diatriba del genere.

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  10. Egr. Totò Cianciolo, hai iniziato il tuo articolo che approvo ed apprezzo, poi pian piano ti sei perso in deduzioni tue personali che difficilmente possano avere reale riscontro. Anch’io nella mia attività politica, ho avuto a che fare con tecnici a convenzione e a tempo indeterminato, ma non mi è mai capitato di trovarmi di fronte a pubblici funzionari che sfruttano il loro potere, per remare contro il politico di turno. A me è capitato di vedere sempre il contrario. Non vedo ne il motivo e ne l’interesse come un funzionario o un dirigente di una struttura tecnico amministrativa possa avere un certo interesse a mettere in cattiva luce le sue qualità peggiori. Il sig. Casalino ha sbagliato e non ha alcuna attenuante valida, anche se la sua espressione non sia stata ufficializzata da un microfono. La sua veloce ascesa, a livello di portavoce del premier fa parte di quelle scalate portate avanti con il sistema non dei meriti, ma dalla propaganda e dalla ricerca forsennata di visibilità. Perciò con questa “sparata” stupida, ha inteso darsi una spruzzatina di cipria sul viso, convinto di partecipare ancora al Grande Fratello. Tuttavia non sono d’accordo alle sue dimissioni, ma vorrei mettere in evidenza che è un sistema volgare di chi intende esperire la funzione di “portavoce” del presidente del consiglio, tra l’altro, persona seria e di rara compostezza.

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  11. Chi lo avrebbe mai detto che ci saremmo dedicati a Casalino E conte? Cedo che subito dopo le europee si tornerà a votare . Il centro destra avrà una maggioranza vera e solida.Salvini sarà presidente del consiglio sorretto da una vera maggioranza.

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  12. Adesso non trovano nemmeno i soldi per ricostruire il ponte di Genova ( si lo so...lo pagherà Autostrade per L'Italia...ma quando e come....visto che NON LO RICOSTRUIRANNO LORO...boh?). Eh... sti ragassu0li...

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  13. Sull’episodio mi sono fatto alcune idee:
    1. Credo che il messaggio di Casalino non sia un ingenuo fuorionda ma una missiva recapitata ai burocrati e direi soprattutto agli elettori del M5S. In sintesi, ai primi si raccomanda di mettersi a squadra; ai secondi si dice che se non si trovano i soldi la colpa è dei tecnici “renziani” che remano contro;
    2. Ritengo inoltre che qualsiasi forza di governo abbia il sacrosanto diritto/dovere di assicurarsi che il proprio programma sia attuato. Se l’attuazione trova ostacoli pretestuosi o se qualcuno rema contro, credo sia lecito intervenire;
    3. Il tutto va ricondotto ad un generale nervosismo da parte del Governo, in particolar modo della componente pentastellata. In sede di redazione del contratto di governo molti sottolinearono come le aspettative – e quindi gli oneri – maggiori di questo fossero in capo al M5S. Era chiaro sin da subito che la legge finanziaria sarebbe stato il primo grosso ostacolo per valutare la tenuta del Governo. I balbettii sul decreto Genova e le oggettive difficoltà sulla redazione della legge di bilancio (peraltro comuni a tutti i governi) evidenziano tale nervosismo a fronte delle notevoli attese suscitate.
    4. Il problema, che sembra sfuggire ai nostri responsabili politici (Di Maio che cita il 2,8% della Francia è in palese malafede…) è che tutti i Paese, con l’adozione dell’Euro, hanno alienato la propria sovranità monetaria e palesemente ridotto la propria autonomia fiscale. Gli spazi per manovre espansive sono estremamente ridotte, pari allo zero per un Paese fortemente indebitato come l’Italia. Ora, in sede di formazione del Governo, ebbi modo di scrivere che una saggia politica estera avrebbe consentito all’Italia di riguadagnare un minimo di autonomia e di “brillantezza” sulla scenario internazionale, consentendole di negoziare qualche decimale con Bruxelles e di rassicurare i mercati sullo spread. Credo che le parole del Governatore Draghi la dicano lunga su come il Governo si è mosso in questi ambiti. Aspettiamo con ansia e curiosità la legge di bilancio e le manovre attese; ma aspettiamo altresì con impazienza come reagiranno i mercati, considerando anche che il fiscal compact, che ha protetto l’Italia in questi ultimi anni è ormai terminato.

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  14. Lo dico con affetto e sincerità anche perchè li ho votati ma è evidente che una classe di governo non si inventa. Bene la lega ma i 5 stelle sono ridicoli.

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