domenica 16 ottobre 2011

BERLUSCONI SI SALVA ANCORA. L’ITALIA NO

di Pasquale NevonePer la 53.a volta, con 316 voti, Berlusconi ha salvato di nuovo il suo governo. Il debito pubblico dell’Italia al 31 agosto 2011, invece, è salito al nuovo record di 1.899,553 milioni di euro, quasi 31.000 euro per ciascun italiano, e lo spread dei titoli di stato italiani a 10 anni su quelli tedeschi è risalito a 359 punti. 
Ma la Borsa di Milano è volata al rialzo, addirittura è stata la regina d’Europa e del Mondo con il suo +2,47%, forse perché l’asse Merkel-Sarkozy ieri ha ammiccato all’ipotesi di addebitare agli Stati UE la ricapitalizzazione delle principali banche europee in crisi di liquidità per avere acquistato troppi titoli di stato dei maggiori stati indebitati (Grecia, Italia, Irlanda, Spagna, Portogallo): si tratterebbe di 3.000 miliardi di euro.  

Insomma le banche salvano gli stati, gli stati salvano le banche, i cittadini salvano tutti e due, gli speculatori si ingrassano in borsa sulla pelle di tutti e treIl nostro Premier, convinto di aver vinto alla grande sui suoi avversari, trascurando invece che ha raccolto una maggioranza con il bilancino del farmacista, cioè “quanto basta” per non doversi dimettere”, ha subito “rilanciato” l’azione del governo per far fronte alle sfide di cui prima nominando 2 nuovi vice ministri ed 1 nuovo sottosegretario, tagliando quasi 6 miliardi ai suoi ministri per ridurre il debito pubblico. Poi da vincitore, secondo lui, è salito al Quirinale.


A Berlusconi per salvarsi gli bastava 1 solo voto, la metà più 1 dei 630 deputati, cioè 316 voti, e l’ha avuto. Come al solito suo, per allargare il consenso ha aumentato le prebende. Solo che, però, questa volta  ha dovuto dare 3 incarichi di governo per 1 voto, e darli subito, come dire “cash“. Credo che gli italiani, tranne lui, hanno capito che è l’ultima battaglia che ha vinto.

L’Italia, invece, non riesce ancora a salvarsi perché gli servono non 1 voto, ma 500 miliardi di euro, anche questi subito, ma proprio subito, per portare il proprio attuale debito pubblico di 1.899 mld., pari al 120% del PIL nazionale, ad almeno al 90%  (1.425 mld.), cioè fabbisogno più interessi da pagare per sui titoli in scadenza e sui nuovi titoli da ricollocare, in totale almeno il 10%.

Il giorno dopo la fiducia, il G20 dei ministri finanziari e dei governatori centrali riuniti a Parigi ha dato l’ultimatum all’U.E.: rassicurare il mondo sul pagamento dei debiti sovrani degli Stati UE (quindi anche l’Italia) entro 8 giorni, cioè entro il 21 ottobre p.v., quando si riuniranno i capi di governo UE.

Riuscirà Berlusconi a trovare 500 miliardi entri i prossimi 8 giorni?

Pasquale Nevone
16 ottobre 2011

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