di Salvo Castellese - Cercherò di farla semplice semplice.
Breve sintesi delle puntate precedenti:
1) Nel febbraio 2022, la Russia, di propria iniziativa e senza alcuna plausibile ragione, invade militarmente alcuni territori dell’Ucraina.
2) L’Europa accoglie profughi e fornisce armi all’Ucraina per resistere.
3) Nonostante gli inviti e le esortazioni da parte dell’ONU, dei altri Stati e del Pontefice, Putin non arretra di un millimetro, anzi nel corso di questi anni aumenta le incursioni e i bombardamenti sulle città ucraine, provocando migliaia di vittime civili e distruzione.
La situazione di oggi :
Dopo anni di innumerevoli e vani tentativi di contatti e di incontri volti quantomeno a far cessare il fuoco, Trump, dietro spinta evidentemente dettata da interessi economico-finanziari, e sorretto dalla sua smisurata vanità, ha cominciato a parlare in questi giorni di cosa potrebbe prevedere un accordo, quando ha detto che potrebbero esserci «scambi di territori» tra Ucraina e Russia.
Ragione per cui è stato fissato per stasera (ore 22,00 in Italia) l’incontro ad Anchorage (Alaska) tra USA e Russia per “capire le intenzioni di Putin”. E, sempre secondo Trump, basteranno 2 minuti per capire cosa accadrà (ma cosa c’è da capire?)….
Putin, da parte sua, pur apprezzando formalmente e ipocritamente l’iniziativa di Trump (solo per dargli il contentino) ha mantenuto una posizione rigida sulla questione: la Russia rivendica le quattro regioni (oblast) ucraine di Luhansk, Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson, anche se le controlla militarmente solo in parte.
Il regime di Putin pretende, in sostanza, che gli ucraini si ritirino da queste regioni e che accettino limitazioni alla propria difesa e alla propria sovranità.
L’Ucraina si è già detta contraria alla cessione di qualunque territorio.
A questo punto, considerato che Zelensky (che rappresenta il Paese vittima dell’invasione) sarà chiamato solo in un secondo tempo per dire la sua, io credo che onestamente il Mondo stia prendendo una deriva che è sempre più disancorata dalle norme, dai valori e dai principi che vennero ampiamente riconosciuti e stabiliti dalle organizzazioni governative planetarie alla fine del secondo conflitto mondiale.
Penso che questo momento storico stia segnando in modo indelebile e pericoloso il fallimento di tutte le politiche coltivate nei decenni dagli Stati per assicurare la pace tra le nazioni.
Perché qui non è che è in ballo solo una questione politica specifica tra due nazioni (Russia e Ucraina), qui è in pericolo la stabilità intera del pianeta e la sicurezza di tutti i Paesi del mondo. Perché se è degna di rispetto, al punto di ottenere dagli USA una speciale convocazione per “capire le intenzioni di pace”, la posizione di un Paese che oggettivamente aggredisce e invade militarmente un altro Paese, allora possiamo ritenerci in pericolo tutti.
Se passerà l’idea che ai fini della pace occorrerà accordare comunque un po' di ragione (e di territorio) alla Russia, allora è davvero finita la favola di una giustizia mondiale a tutela delle nazioni più deboli su cui abbiamo creduto per decenni.
“Ai posteri l’ardua sentenza” scriveva Manzoni alla fine della sua ode del 5 maggio, ma questa sentenza temo si stia già scrivendo. E nel modo più orrendo e inaccettabile.
Salvo Castellese
16 agosto 2025
Condivido l'analisi e le preoccupazioni di Salvo Castellese. Coma andrà a finire è un capitolo da scrivere. Basta segnalare l'anomalia del non cessate il fuoco con l'apertura delle trattative per la pace. Dovrebbe prevalere, fin d'ora, il motto 'Mai più'. Chi aggredisce uno Stato non dovrebbe pretendere nessuna annessione di territorio conquistato con le armi. Dico di più: Il Paese aggressore dovrebbe pagare i danni provocati alle persone e alle cose del Paese aggredito. Dovrebbe avviarsi un processo di smantellamento delle strutture sovranazionali mangiasoldi e a volte guerrafondai. Tutti uguali davanti al diritto della Pace e della cooperazione. A tal proposito anche i dazi non dovrebbero impedire il libero commercio, ma questo è un argomento, da non sottovalutare, complementare alla stabilità della pace mondiale.
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