martedì 8 novembre 2022

GOVERNO MELONI ONG E QUESTIONE MIGRATORIA

di Daniele Romito - La questione migratoria è tornata, dopo molto tempo una tematica di stretta attualità per via del sopraggiungere nel Mare territoriale italiano di alcune navi delle ONG specie tedesche e norvegesi. La linea adottata in tale caso dal nuovo Governo italiano presieduto da Giorgia Meloni, in un primo momento è stata il diniego di accesso nelle acque territoriali per poi sempre più ammorbidirsi con il permesso dapprima di sostare nelle stesse per poi passare allo sbarco dei presunti profughi, circa un migliaio. Mentre il numero di immigrati giunti nelle nostre coste, in 15 giorni dall’insediamento del nuovo Esecutivo sono circa 10.000, un numero altissimo per un Governo composto da forze politiche quali Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, di ispirazione almeno teoricamente sovranista e che hanno sempre fatto della lotta all’immigrazione irregolare un tema fortemente identitario. Dunque almeno sotto il punto di vista delle politiche migratorie, in questo momento, assistiamo ad una continuità rispetto al Governo Draghi che invece dell’immigrazione massiccia ha fatto uno dei suoi punti forti.

L’approccio al tema dell’immigrazione clandestina, a prescindere da questi nuovi casi, almeno sotto il profilo squisitamente interno si è caratterizzato nell’ultimo decennio per una tolleranza, favorito tra l’altro dal fatto che a governare fossero forze politiche di centrosinistra, pensiamo al governo Renzi e a quello Gentiloni per poi arrivare al governo Conte II. In più dietro questo atteggiamento indulgente vi è stato il presunto patto con le istituzioni dell’Unione europea per una maggiore flessibilità, che ha peraltro avuto una forte incidenza sul tema del debito pubblico italiano, in cambio di una gestione in solitaria del fenomeno migratorio. Segnalo questo perché di recente la nostra Premier si è recata a Bruselles per aver un’interlocuzione con i vertici comunitari, non vorrei che la stessa abbia barattato, come del resto fatto dai suoi predecessori, la gestione solitaria del fenomeno in esame con una maggiore flessibilità. Infatti una volta tornata la premier ha annunciato che il deficit di cui si farà carico il nostro Paese sarà aumentato nel corso del prossimo anno. Verrebbe da dire, perfetto tempismo.

Il tema dell’immigrazione clandestina, specie a livello dell’Unione europea non è mai stato organicamente affrontato, si è sempre parlato di ricollocamenti, ma che poi non si sono avuti o che sono serviti per ricollocare nei vari Stati membri dell’Unione europea pochi migranti, di fatto il nostro Paese non ha fatto altro che gestire da solo un fenomeno così epocale. Contrari ai ricollocamenti almeno dal punto di vista formale sono i Paesi del cd “Blocco di Visegrad”, ossia Ungheria, Polonia e Slovacchia, in realtà una stenua oppositrice è la Germania, stato che tra l’altro ha immatricolato, nel corso degli anni, numerose navi appartenenti a delle note ONG, peraltro stando alle norme del diritto internazionale, a farsi carico dei migranti deve essere lo stato di bandiera delle navi e non il Paese nelle cui acque territoriali si trova l’imbarcazione, tuttavia tale principio non è stato mai rispettato negli ultimi anni. La Germania e le sue ONG hanno di fatto deciso e il più delle volte imposto il loro volere in tale settore alle autorità italiane. Da mettere in risalto inoltre che sempre su volere della Germania l’UE paga al sultano Erdogan 4 miliardi di euro l’anno per tenere alla larga dal territorio tedesco i clandestini provenienti dal centro Asia. E poi i tedeschi pretendono di dare lezioni a noi italiani.

Il tema migratorio, meriterebbe un approccio più comunitario, che si fondi sul principio della solidarietà ovvero consistente in un Piano per lo sviluppo dell’Africa, che consenta a quelle terre di svilupparsi, elemento questo che consentirebbe all’Unione europea di avere una certa influenza su quel territorio.

Daniele Romito

08 Novembre 2022

1 commento:

  1. La questione migranti è indubbiamente, allo stato delle cose, un problema e dilemma irrisolvibili per qualsiasi paese, posto non c'è volontà politica o interesse a livello europeo figurarsi per la sola Italia, sulla principale rotta naturale per chi parte dall'Africa.
    Da una parte c'è il sentimento umanitario, dall'altra la coscienza di un cinismo politico sociale, le cui prime vittime sono proprio gli stessi migranti.
    Non è difficile capire che lo scopo principale di chi mette in mare le navi ONG, è fare politica internazionale sulla quale sciacalleggia poi, manco a dirlo, anche quella locale.
    Con i barchini capaci di sfuggire a controllo e sorveglianza non fai rumore, né braccio di ferro con governi, né stimoli dibattiti o stampa.
    È esattamente a questo che servono le ONG, con le quali nel gioco delle parti si spostano equilibri e posizioni.
    Se fosse solo questione di trasporto di qualche centinaio di disgraziati, quelle navi neppure entrerebbero nel Mediterraneo e personaggi come Soros, non avrebbero nessun interesse a finanziarle.

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