lunedì 11 marzo 2013

GOVERNO. LA POLITICA DEL DIRE E DEL FARE

di Roberto Buscetta - Roberto Buscetta[8]La domenica più soleggiata della stagione mi avrebbe dovuto distrarre dai pensieri che mi sono balenati in testa negli ultimi, grigissimi, giorni. E in parte c’è riuscita.
Ora, però, in questo lasso postprandiale che introduce un pomeriggio sempre più annuvolato e più vicino all’inizio di una nuova settimana lavorativa, taluni pensieri mi riballano davanti e chiedono di essere spiattellati su un foglio, per poter essere osservati, isolati e valutati. E non solo da me.
Volendo totalmente ignorare tutte le riserve riguardo alle figure di Casaleggio e Grillo, così come le altre che riguardano il concetto di democrazia e il suo rapporto con la Storia, l’Antifascismo, il confronto, la trasparenza e la visibilità, e tralasciando tutte le critiche (non mie) relative a presunte incapacità e/o inaffidabilità dei neo-eletti del M5S, così come tutti gli squallidi dossieraggi e gli improperi immessi in rete contro Grillo e il suo MoVimento, a me rimane solo aperta e incomprensibile una questione: perché il M5S, almeno quello “ufficiale”, ossia quello del suo portavoce più autorevole e credibile, NON VUOLE GOVERNARE, ovvero non vuole che NESSUNO dei partiti o delle coalizioni presenti in Parlamento, grillini a parte, concordi con il M5S la possibilità di far approvare anche solo parzialmente i punti del suo programma elettorale.
Urlando all’”inciucio” o al “mercato delle vacche” se qualcuno prova ad avvicinare taluno dei suoi, Grillo continua a ritenere “accordo” o “fiducia” una qualsivoglia forma di convergenza su punti precisi, persino se sono punti tratti dal suo programma, di fatto precludendo ogni possibilità alla realizzazione di ciò ch’era stato con veemenza urlato nelle piazze. “Voteremo solo punto per punto, se ci si presenteranno proposte accettabili”, è un mantra che sa di disco rotto, insensato per due ragioni: non sarà possibile che nessuno presenti loro alcunché se prima non ci sarà un voto di fiducia su un pur minimale programma di governo e, seconda cosa ma forse la più importante, non si capisce perché un elenco di proposte non possa essere votato “a pacchetto” anziché essere presentate una ad una! Per giunta con l’indiscutibile vantaggio di chi può decidere in qualunque momento di “togliere” la fiducia e mandare tutti a casa.
Oltre a ciò, convergere su pochi punti perfettamente in linea col proprio programma sarebbe, da un lato, una ammissione di sconfitta da parte di un PD che non potrà mai agire di testa propria senza il “nulla osta” dei grillini; dall’altro, sarebbe l’unico modo, da parte del M5S, di permettere al risultato elettorale di tradursi in una vittoria effettiva, ossia nella possibilità di concretizzare almeno alcune delle promesse fatte in campagna elettorale.
La mia opinione è che questa, oltretutto, sia l’unica possibilità per poter gridare vittoria e l’unica per veder realizzati dei passi concreti in direzione del “rinnovamento” proposto dal M5S. Non ne vedo altre, perché qualunque altra ipotesi sarebbe in direzione o di un “nulla di fatto”, con scioglimento immediato delle Camere senza alcuna possibilità di alcuna azione di governo, o di un vero e proprio “inciucio”, talaltro difficilmente praticabile, tra PD e PDL, con un Monti ballerino (il PDL s’è dichiarato antimontiano almeno quanto Monti s’è definito incompatibile col partito che lo ha, di fatto, sfiduciato e costretto alle dimissioni), per poter magari gridare “Avete visto! Eccoli, gli inciucioni! Ora avranno filo da torcere, con noi...” Magra consolazione, credo, per chi avrebbe potuto addirittura guidare una fase governativa e mettere a punto parte del proprio programma…
L’idea che si voglia rivotare subito, col porcellum e con lo stesso conflitto d’interessi, e senza aver affrontato nessuno dei problemi urgenti pur potendolo fare, mi sembra assolutamente incomprensibile e inaccettabile: incomprensibile perché la sicurezza di ricevere lo stesso (o un maggior) numero di voti e consensi dopo aver sprecato un’occasione per attuare parte del programma non c’è e, anzi, mi viene da dubitare fortemente che tanto successo si mantenga intatto o addirittura si accresca in una ripetizione immediata della consultazione elettorale; inaccettabile perché l’idea di far tutto da soli, col “100%” che vuole Grillo, non è nient’affatto auspicabile e, per fortuna, incontrerebbe parecchie resistenze anche all’interno dello stesso MoVimento.
In conclusione, la poca apertura mentale che Grillo e i suoi attribuiscono a tutti gli scettici riguardo alla “novità assoluta” del suo modo di far politica io la vedo, piuttosto, nella loro incapacità di uscire dalle definizioni di “accordo”, “fiducia” e “inciucio”, tanto da renderli miopi alla fattiva realizzabilità del loro programma, a partire da subito, senza fare “accordi” e “inciuci”, ma solo permettendo al PD di proporre ciò che anche loro hanno in mente di affrontare. Sarebbe SOLO QUESTA la possibilità di poter vedere il PD cambiare (o sparire) e il berlusconismo e il montismo diventare talmente minoranza, da dover sparire per sempre.
Roberto Buscetta
11 marzo 2013






4 commenti:

  1. Chi è l'uomo più potente d'italia ?

    Se la risposta dovesse per caso coincidere con la mia,a quel punto tante cose inspiegabili diverrebbero più chiare.

    Conta più un governo o chi può determinarne la nascita o la morte,conta più chi può dettarne scelte ed attori o chi deve semplicemente governare.
    Chissà cosa può creare nella mente umana vivere sensazione cosi' uniche da non sembrare neppure umane, sentirsi cosi' vicini all'assoluto?
    Certo si potrebbe impazzire, si potrebbe anche non esser disposti a ritornare ad atteggiamenti terreni.
    Vedremo.....

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  2. Non ho condiviso, fin dal primo minuto dopo i risultati elettorali, l'atteggiamento di tanti, a cominciare da Bersani, per coinvolgere il Movimento 5 Stelle. Era ed è una manovra furbesca per trasferire la responsabilità del disastro della politica italiana a chi ancora deve mettere piede per la prima volta in Parlamento. Il Governo del Paese è una questione che riguarda le forze politiche che hanno fatto il bello e il cattivo tempo negli ultimi 20 anni. La quota di responsabilità del M5S è proporzionale al numero di parlamentari eletti. E, tra l'altro, la loro è una posizione chiara e limpida dichiarata in tutte le sedi. Nessuna fiducia ad un governo guidato dai partiti e nessuna alleanza. Può piacere o no. Ma è così. Se tutto il resto della classe politica (che rappresenta oltre l'82% del Parlamento!) ritiene così importate fare presto il governo, lo faccia. Nessuno lo impedisce, tanto meno il M5S.

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    1. Gianni con questo commento ormai sei un grillino ortodosso anzi fondamentalista ! Pensavo di essere io, più duro e puro. Non ti sembra che in questo momento ci sia un personaggio pericoloso con il suo partito padronale che come Craxi si sente al di sopra della legge e non vuole farsi processare per una montagna di reati di cui alcuni gravissimi ? Ma mentre Craxi si diede latitante in tunisia, Berlusconi pretende di essere assolto dalle piazze PDL. Cosi mentre gli altri 2 partiti si interessano dei problemi degli italiani, il PDL si interessa dei problemi del capo. Non ti sembrerebbe un atto di buon senso che Grillo si mettesse attorno ad un tavolo con il PD, con tutti i distinguo ma con un pezzo di programma comune ed un tempo limitato, la cui priorità assoluta assieme all'economia è la scomparsa dell'uomo, che pur di non pagare le sue nefandezze e disposto a rompere il paese?

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  3. Anch'io penso che Gianni sia un grillino ortodossissimo,non è più tempo di moderati o finti moderati,è bene che le posizioni dei partiti e degli elettori siano chiare e senza moderatismi pelosi.
    Ognuno difenda esplicitamente i propri convincimenti ed i propri interessi.
    Alla fine qualcosa verrà fuori,speriamo che quando sarà,ci sia ancora materia da contendere.
    Comunque è finito per tutti il tempo dei furbacchioni,e tra i furbacchioni Grillo ha un posto in prima fila.

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