lunedì 3 dicembre 2012

MAGGIORITARIO, PROPORZIONALE E... ALTRI DEMONI

Giuseppe Biancadi Giuseppe Bianca - Il Cavaliere, incubo di ritorno della politica italiana, vuole buttare a mare la riforma elettorale, di per sé modesta ed insignificante, che con tanta fatica, paragonabile alla tela di Penelope, il Parlamento si è sforzato in questi mesi di non mandare avanti.
Obiettivo di per sé non proprio straordinario, quello di arginare i "grillini" esecutori testamentari della fine della Seconda Repubblica, e galleggiare tutti insieme appassionatamente, nella speranza che qualcosa poi succeda nel pluriframmentario e disarticolato scenario del dopo voto.
E così, dopo aver vissuto la lunga stagione proporzionalista e la deriva del maggioritario, interpretata nella maniera più spregiudicata e poco felice, adesso ci aspetta il "proporzio....tario". La sintesi ed i compromessi della politica scheggiano anche gli altri paesi europei, persino quelli che reputano l'ingegneria costituzionale una cosa seria, e non la contingenza opportunista di una stagione. Però negli altri casi, il confine del ridicolo e del grottesco non si sorpassa. Da noi, purtroppo si.
Gianfranco Fini, tanto per parlare del passato prossimo della politica, si scoprì proporzionalista ai tempi del referendum, per evidenti ragioni di sopravvivenza del MSI e favorevole al maggioritario di ritorno, quando prese l'autobus di Berlusconi, convinto che ne avrebbe fatto un solo boccone e sarebbe divenuto il nuovo Craxi. Le cose non sono andate proprio così.
L'attuale proposta pare prevedere un ritorno al sistema proporzionale, alzando la soglia di sbarramento, reintroducendo le preferenze, e mantenendo in ogni caso una parte di rappresentanza delegata ad un listino bloccato. Sembra una questione come un'altra ma è invece l'indicatore più chiaro di chi rimane attaccato alla speranza illusoria di non essere travolti.
Dove non hanno potuto le manette di una nuova tangentopoli come nel'92 sta arrivando, non più contenuta l'indignazione straordinaria della disperazione. Tutto il resta saranno chiacchere. Con qualsiasi legge elettorale si andrà al voto.

Giuseppe Bianca

03 dicembre 2012




2 commenti:

  1. È vero, sulla legge elettorale c'è un balletto indecoroso. Ma comprensibile. Umanamente. Si tratta di preservare la poltrona, di continuare a godere di privilegi. In fondo vorremmo che i parlamentari, tutti o quasi, si suicidassero. Una bella legge elettorale che li spazzi via. No, cari amici. Non sarà così, faranno di tutto per riservarsi qualcosa che consenta a buona parte di loro un "ritorno". Alla faccia di tutto e di tutti. E come sempre la vera arma è nelle mani dei cittadini elettori, con qualsiasi legge elettorale!

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  2. Ci piace molto il sistema americano e di altri paesi dove esistono due forze politiche, una governa e l'altra fa opposizione (magari costruttiva), ma da noi pur guardando a questo sistema, nessuno vuole metterlo in atto forse perchè, finalmente, sparirebbero tutti i partitini e i movimentini creati per derubarci con il contributo elettorale.
    Da noi si fanno le coalizioni e si affrontano le elezioni, domani si fa cadere la maggioranza perchè non conviene più a qualcuno.
    Da noi l'eletto in un partito (o movimento) decide di cambiare casacca e fa cadere un governo (perchè magari non gli hanno finanziato la banda musicale del proprio paese).
    Cambiamola une volta e per tutte questa legge. Facciamo le primarie, quelle vere, e poi andiamo a votare. Per chi governa male niente appello non sarà votato.

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