domenica 9 dicembre 2012

Lo sfacelo del governo Monti: giusto mandarlo a casa

Montidi Nino Pepe - I dati ISTAT ci informano che nel 2012 il PIL italiano è calato del 2,3% rispetto al 2011, mentre il tasso di disoccupazione ha toccato, sempre nel 2012, il massimo da dieci anni a questa parte, avvicinandosi pericolosamente all’11%.
Il governo dei tecnici ha condotto il Paese ad una perversa spirale recessiva da cui è molto difficile liberarsi, infatti, secondo l’OCSE, nel 2013 il pil calerà ancora dell’1%, i disoccupati continueranno ad aumentare raggiungendo la quota dell’11,4 e nel 2014 dell’11,8. La disoccupazione giovanile è al livello massimo del 35,7%, le donne che hanno un lavoro retribuito sono soltanto il 47,2%, ben 11,4 punti in meno della media dell’Unione Europea.
La perdita dei posti di lavoro ma anche le troppe tasse hanno causato come immancabile effetto un calo progressivo dei consumi nella misura (provvisoria) complessiva del 3,2%. In particolare sono calate del 50% le spese per le vacanze, per il ristorante e anche per l’abbigliamento.
Gli investimento statali e quelli delle imprese hanno subito secondo l’Istat, un calo del 7,2% e le ore di cassa integrazione, secondo la Cgil, sono state per il 2012 circa oltre un miliardo con il coinvolgimento di più di 500 mila lavoratori.
La Caritas fa sapere che ormai un italiano su tre si rivolge ai centri di assistenza e nella prima metà del 2012 sono aumentati di molto gli interventi di assistenza materiale per i più deboli, cioè per casalinghe, anziani e pensionati.
Save the Childrens ci informa che il 22,6% dei bambini italiani è a rischio povertà e circa 1,8 milioni di fanciulli vivono già in condizioni di privazioni; praticamente un anno di governo Monti ha reso l’Italia un paese da terzo mondo.
Non abbiamo ancora finito. Tra IMU, accise sui carburanti e aumenti dell’IVA gli italiano sono diventati più poveri ma, ecco il frutto più avvelenato del governo Monti, le finanze pubbliche hanno continuato a peggiorare. Praticamente la pressione fiscale al 43,8 % del pil (massimo storico) non ha prodotto un miglioramento nei conti dello stato, perché la politica ha continuato a sperperare tutti i nostri soldi. Il salasso fiscale non è servito a nulla perché il rapporto debito/pil quest’anno si attesterà al 127,8% e nel 2014 arriverà al 132,2%, dati forniti dall’Ocse che non ha esitato ad ammonirci per questo motivo.
Il pareggio di bilancio, improvvidamente sancito in una legge costituzionale, non è più un obiettivo raggiungibile, infatti quest’anno il deficit/pil sarà al 3%, altro che pareggio; e anche lo spread è rimasto costantemente sopra i 300 punti. Il sig. Monti, in pratica, ci ha tartassati e depauperati, ma non ha tagliato la spesa per interessi che è la palla si piombo al piede dei conti pubblici.
Tra gli effetti del governo Monti c’è un’erosione del risparmio delle famiglie italiane del 64%. Nei prossimi tre anni ci saranno almeno 250mila sfratti per morosità, le compravendite immobiliari già a settembre hanno subito un calo del 25% annuo, nei primi 9 mesi sono state immatricolate il 20,5 di auto in meno rispetto al 2011 e il 75% dei concessionari vorrebbe cambiate attività.
DOPO L’ELENCO DI QUESTI DISASTRI non riesco a comprendere come ci sia ancora qualcuno che pensa di sostenere questo fallimentare governo, il più nefasto dell’intera storia repubblicana. Casini sta facendo il diavolo a quattro perché il PDL disarcionando Monti gli ha rotto le uova nel paniere e gli ha tolto l’argomento principale della sua campagna elettorale, il PD fa finta di arrabbiarsi ma in fondo è contento che qualcuno abbia fatto il lavoro sporco, cioè quello di far cadere Monti, così potrà presentarsi agli italiani immacolato da questo punto di vista e pronto a governare, Berlusconi, pur di candidarsi ancora, non ha potuto far altro che mollare Monti e la cosa, nonostante necessaria e moralmente lecita viste le cifre del disastro governativo, gli si rivolterà contro, e così si andrà alle prossime elezioni, con mille problemi per chi perderà ma con un miliardo di problemi per chi le vincerà.
AMEN
Nino-Pepe  Nino Pepe
  09 dicembre 2012








7 commenti:

  1. Io sono per rendere la vita della Città di Palermo (e la Sicilia tutta) più vivibile!
    Quindi vanno bene tutte le critiche e le proposte, ma che siano costruttive. Ne sono state fatte molte, moltissime di promesse, ma i risultati alla fine del 2012 sono evidenti... Le cose vanno avanti perchè di tanto in tanto un personaggio "politico" finalmente riesce a far firmare l'ultima "scartoffia" per dare il via alla conclusione dell'opera che serve alla Città.

    Il tempo passa inesorabilmente e le speranze ed i sogni vengono messi sempre in "lista d'attesa" ...... (pensate che del Ponte sullo Stretto di Messina ne ho sentito parlare da sempre ........ E cosa dire dell'Autostrada che collega Messina a Palermo ? (trenta e più anni di lavori) ed il raddoppio della linea ferroviaria fra queste due città a quando ? ecc. ecc.
    Quanti anni dovranno passare ? Quanti "politici" dovranno essere eletti o rieletti? Io non vorrei più aspettare, anche perchè di tempo non me ne rimane molto.

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  2. Le ultime elezioni politiche si sono svolte il 13 e 14 aprile 2008. Dunque la scadenza naturale della legislatura è aprile 2013, cioè solo fra 4 mesi. Le annunciate dimissioni del governo Monti, pertanto, non fanno altro cha anticpare la scadenza elettorale al massimo di soli 2 mesi (si parla di febbraio p.v.). Dunque, il primo commento che mi viene di fare è la denuncia del "ridicolo" della classe politica uscente (tutta) che enfatizza "l'anticipazione" di queste elezioni. Il PDL ne parla come di un sussulto di orgoglio (mentre in effetti uccide il malato terminale prima che questi esali il suo ulimo respiro), mentre PD e UDC ne parlano come di una enorme "sciagura" che getta l'Italia in una gravissima crisi (ma quale crisi: quella di non avere al massimo 1 mese in più per fare 6 o 7 riforme che nessuno vuole fare da anni, vedi ad es.la riforma elettorale?).
    Il secondo commento (in effetti un corollario del primo) è quello che pertanto vediamo già prospettato lo scenario della imminente campagna elettorale. Da una lato Berlusconi nelle vesti del Cavaliere coraggioso che unico soccorre gli inermi cittadini italiani (in verità un Don Chisciotte che lotta contro i mulini a vento dello spread), dall'altra parte Bersani che si propone come unico "meccanico" in grado di riparare "politicamente" la macchina Italia pur continuando il rigore di Monti (cioè crede di poter fare la quadratura del cerchio). Francamente tutti e due danno molto da pensare e dubitare.
    In definitiva, terzo commento, mi sembra evidente che Monti ha sciolto le riserve: "è sceso in campo". Sarà il Leader di una larga area moderata non meglio identificabile al momento (fatta di banche, imprese, università, magistratura, alta burocrazia, gerarchia cattolica, forze sociali storicamente radicate nel socile) che cercherà la riconferma alla guida del governo con le mani più libere di quelle che ha avuto finora. Sarà interessante vedere come si muoverà. Avremo novità inedite, quali ad es. un capo politico che farà campagna elettorale senza candidarsi in prima persona (è senatore a vita), e quindi senza sporcarsi le mani ed umiliarsi per chiedere alla "plebaglia" il voto di preferenza, perchè è lui che fà un piacere a noi "sacrificandosi" a governarci e non noi a dargli l'onore di governare la nazione e rappresentarla.
    Tra i due litiganti, Berlusconi e Bersani, godrà il terzo contendente Monti? La probabilità è altissima.
    Ed allora, "tutti alle armi" (elettorali ovviamente).

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  3. Condivido in pieno l'analisi di Nino Pepe,
    sono tutti lì, chi contro chi pro, solo per fare "scruscio". La verità vera qual'è forse quella che i "vecchi" della politica ognuno per le personalissime ragioni cercano di rimanere in sella ancora un pò.
    Il popolo sovrano (ma sovrano di che cosa?) deciderà chi governerà caricandosi la responsabilità con il voto.
    Ma chi voterà il popolo sovrano se non quelli che i vari partiti stabiliranno di mettere in lista?
    Sarà meglio Monti, tecnico di alto prestigio (e affamatore del popolo), sarà meglio Bersani politico esperto di lungo corso ( meccanico di vecchia data esperto di carburatori magari a doppio corpo ma non di elettronica), sarà meglio Berlusconi imprenditore ricco e famoso (egocentrico che pensa solo a stesso).
    Tutti, forse, più o meno affidabili ma, come è stato già detto, USATO SICURO (sicuro ma di che?).
    Ma che popolo siamo; quando abbiamo avuto la possibilità di cambiare, non i partiti ma le persone, non lo abbiamo fatto; ognuno per i propri motivi (tutti leggittimi?) ma non lo abbiamo fatto.
    Ora ci ritroveremo i soliti partiti, i soliti contendenti, le solite facce.
    E la rivoluzione della dignità?
    Meditate gente, meditate.

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  4. AGGIORNAMENTO: NEI TRE GIORNI CHE SONO TRASCORSI DA QUANDO HO SCRITTO L'ARTICOLO IL PIL INDICATO DA ME A -2,3% OGGI VIENE INDICATO A -2,4%.
    La cosa mi ricorda un pò la repubblica di Weimar quando si andava a fare la spesa con i carrelli pieni di banconote che si svalutavano di ora in ora.

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  5. Non posso essere certo io a difendere gli effetti negativi della cura Monti. Ma l'articolo è sbilanciato tutto sugli effetti negativi di un governo di emergenza imposto dalla politica nefasta, del tutto va bene...i ristoranti sono pieni. Il pareggio di bilancio in costituzione entro il 2013 non è opera di Monti ma di Berlusconi. Infine almeno un merito a Monti bisogna riconoscerlo, se non vogliamo riconoscere che i tassi d'interesse sui titoli italiani sono scesi, almeno riconosciamo la sua serietà, sobrietà e senso dello stato. Il fatto che viene riconosciuta la sua competenza e la sua autorevolezza a livello europeo e mondiale, rispetto all'all'altro, il fatto che all'estero non veniamo più derisi...ma si riconosce che l'italia oltre che il paese di pulcinella, è un paese capace di esprimere un premier, come Monti, che non ci fa vergognare nel consesso internazionale. Certo se in parlamento non ci fosse stata la maggioranza del porcellum, sarebbe stato giusto imporre la patrimoniale per i ricchi come berlusconi e riequilibrare i sacrifici chiesti ai cittadini onesti.

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  6. I dati non hanno sentimenti. Bisogna prenderne atto e servirsene per porre rimedio. Se ciò è possibile. Mario Monti è stato "chiamato" al capezzale di un malato grave. Come un medico di grande esperienza e serietà che deve trovare il modo di salvare una vita quando ancora c'è una labile speranza. Ha portato con se l'equipe di cui si fidava e iniziato la sua cura. E sono stati dolori. Sacrifici senza distinzioni. Senza valutare appieno le conseguenza nei confronti dei più deboli. Sacrificati, forse, per salvare il salvabile. Adesso è tardi per tutto: per cambiare medico in corsa, e per cambiare la cura. La storia ci dirà se poteva essere fatto altrimenti. Adesso, però, il suo compito giunge alla fine. Ha fatto ciò che ha potuto o saputo fare e consegna agli italiani la possibilità di scegliere. A loro, a noi, è legato il futuro del Paese.

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  7. AGGIORNAMENTI E C0NFERME A QUANTO GIA' DETTO.
    Dodici mesi. Un anno di professori, un anno di tasse e balzelli. Un anno di sacrifici. I risultati? Quelli non si vedono ancora. Cresce il numero dei senza lavoro presenti in Italia. Nonostante Mario Monti non perda occasione per spacciarsi come il salvatore della Patria i dati confermano quello che tutti vivono quotidianamente sulla loro pelle: va sempre peggio.
    Secondo le stime della Cgia di Mestre, durante il governo Monti il numero medio dei disoccupati è aumentato di 609.500 unità. Nel 2013 andrà peggio: l'esercito di coloro che sono alla ricerca di una occupazione è destinato a salire ulteriormente di altre 246.600 unità. I senza lavoro sfioreranno quota 3 milioni con un tasso dell'11,5%.
    "Una situazione allarmante che sta diventando una vera e propria piaga sociale - afferma il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi - Purtroppo le condizioni generali della nostra economia sono pessime e questo si riflette negativamente sulla tenuta occupazionale anche delle piccole imprese. Giovani, donne e stranieri sono le categorie più a rischio, senza contare che tra questi ex lavoratori sta aumentando drammaticamente il numero dei disoccupati di lungo periodo".

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