sabato 4 novembre 2023

13 MINUTI DI FIGURA BARBINA DA ZELIG

di Torquato Cardilli - La Primo Ministro è una persona che si caratterizza per lo spontaneo spirito da camaleonte che le fa assumere, anche a scapito della coerenza e dell’immagine, un atteggiamento cangiante per essere in sintonia con l’interlocutore, sia che si tratti di una folla da comizio, di una riunione di partito o di incontri con omologhi stranieri.
Gli organizzatori della beffa telefonica avevano ben studiato il personaggio e il contesto di un’amministrazione dotata di uno scudo di sicurezza di cartapesta, penetrabile senza fatica, a dispetto del protocollo di sicurezza e del possesso obbligatorio del (NOS) nulla osta di sicurezza Nato.

Meloni, secondo la stampa di tutto il mondo, è stata vittima di una brutta caduta di stile, di competenza, di riservatezza, di perspicacia, di controllo della fonte, di inefficienza al quadrato di uno staff di ben 21 persone, con a capo un ambasciatore consigliere diplomatico, tenuto a vagliare e a filtrare ogni contatto con autorità esterne del primo ministro.

Il fantomatico personaggio internazionale, spacciatosi per presidente dell’Unione africana, ha chiamato il centralino di palazzo Chigi ed ha convenuto di essere richiamato ad un orario concordato per un colloquio con il Primo Ministro.

È assurdo che nel lungo tempo intercorso tra il primo contatto in arrivo verso palazzo Chigi ed il secondo contatto partito da palazzo Chigi non sia stata fatta nessuna approfondita verifica di controllo, di sicurezza, di intercettazione del telefono chiamante, di scaletta di argomenti da trattare per un opportuno briefing ecc.

Possibile che nessuno dello staff che comprende ufficiali dell’intelligence sia stato presente ad una telefonata così lunga fatta su chiamata di uno sconosciuto, oltretutto con chiara inflessione vocale russa e non africana?

Ancora più assurdo è che l’audio della telefonata del 18 settembre pubblicato il giorno dopo dalla piattaforma Rumble di Toronto e dalle agenzie russe Tass e Novosti sia passato inosservato e che in un mese e mezzo dal fatto nessuna verifica ex post abbia accertato come stavano le cose tanto che ora il Copasir e le altre strutture che curano la sicurezza dello Stato indagano sgomente.

In 13 minuti di colloquio (quanti i mesi di governo), la Premier non ha ottenuto alcuna informazione senza rendersi conto che lei era oggetto di un’intervista per farla parlare a ruota libera. Ha sì evitato qualche trabocchetto, ma è scivolata, pur con l’ingenua premessa “detto tra di noi” come se stesse parlando con il pizzicagnolo di quartiere, in vari apprezzamenti negativi su Macron, sulla Francia, sulla Commissione europea, sugli alleati in genere che non rispondono; frasi che violano ogni principio di riservatezza e di etichetta diplomatica, soprattutto al telefono con una persona che non si conosce.

La stoccata maliziosa dell’interlocutore sull’Ucraina l’ha ridicolizzata perché non ha capito chi era Bandera, il nazista ucraino, celebrato da Kiev come eroe nazionale.

Infine solo un piccolo accenno alla lingua: la sua conoscenza dell’inglese “passabile” per una conversazione da salotto è del tutto inadeguata ad un colloquio politico all’impronta, senza un’approfondita preparazione. La prossima volta usi il servizio di interprete simultaneo.

Il fatto ha sconcertato, e molto, tutte le Cancellerie alleate.

Chi si fiderà più in ambito G7, UE, Nato, G20 di un Primo Ministro così ingenuo e di una struttura di sicurezza perforabile con un soffio d’aria?

Quale Capo di Governo oserà rivelare nei contatti con Meloni notizie o commenti riservati, temendo di finire poi criticato così platealmente?

In conclusione si è trattato di un colpo ferale alla credibilità di una leader decantata in casa dai suoi caudatari come la più rispettata rappresentante politica italiana nel mondo.

Torquato Cardilli

04 Novembre 2023

2 commenti:


  1. Certamente quello che si tenta di minimizzare con arrampicate sugli specchi ardite in patria, avrà un peso nelle relazioni internazionali e contribuirà ad alzare l'asticella che discrimina il ruolo gregario dell'Italia

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  2. Quello che dice non conta nulla... Ma sa dirlo bene

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