venerdì 8 agosto 2025

INIZIATIVA DEL COORDINAMENTO PROGETTO SICILIA SVILUPPO

di Giangiuseppe Gattuso - Agricoltori, pescatori, titolari di partite IVA e professionisti di vario genere della Sicilia si sono ritrovati a Caltanissetta, lo scorso 5 Agosto, per provare a creare ‘qualcosa’ di alternativo a quello che oggi la politica della nostra Isola offre loro: pochissimo, in verità. L’iniziativa del “Coordinamento Progetto Sicilia Sviluppo” in maniera spontanea, senza sovrastrutture di partito, intende dare voce alla volontà di cambiamento che giunge da quei siciliani disposti a lottare per cambiare, per creare sviluppo e occupazione, per ottenere la dignità di un Popolo fiero di se stesso, della sua storia, delle sue tradizioni e consapevole delle sue tante contraddizioni.

Lo stato di abbandono in cui versa l’agricoltura siciliana è sotto gli occhi di tutti e viene considerata dalla politica nazionale merce di scambio. Nei primi anni ’80 del secolo passato per vendere le auto nel Nord Africa i Governi italiani importavano agrumi. E oggi per non ‘importare’ migranti si investono ingenti somme degli italiani perchè quel che resta dei governanti libici blocchino le partenze dei barconi. Quell’Europa che è riuscita a svilire l’importanza di un’economia agricola, piena di diversità, vanto della nostra terra che oggi rischia di trasformarsi in un grande sito fotovoltaico. Mentre i nostri pescatori assistono alla lenta agonia delle marinerie isolane vittime di politiche comunitarie alla mercé degli interessi delle company della pesca internazionali. Il tutto con un’Autonomia siciliana mortificata da politici inetti che non hanno saputo cogliere le grandi potenzialità dello Statuto Speciale. Uno scenario noto da anni dal quale non si riesce a costruire un’alternativa per i cittadini siciliani i quali, in maggioranza, sbagliando, disertano le elezioni perché stanchi e nauseati dal panorama politico che, spesso, presenta attivisti ed eletti nelle istituzioni regionali dediti al proprio tornaconto.

L’incontro di Caltanissetta, una quarantina di persone molto qualificate, ha partorito un gruppo di lavoro che porterà, a settembre, alla costituzione di un Coordinamento del movimento. Padre Giuseppe Di Rosa, Felice Coppolino, Franco Calderone, Marco Giammanco, Adriana Cavasino, Anna Maria Meli, Mario Rizzo , Giacomo Fascetto, Guglielmo Conigliaro, Alberto Maugeri, Rosario Galati, Beppe De Santis, Angelo La Plena ed Enzo Maiorana, costituiscono il nucleo operativo.

La riunione è stata presieduta da Padre Giuseppe Di Rosa, un sacerdote di polso protagonisti della rivolta dei Forconi siciliani che ci tiene a sottolineare che “Non siamo né di destra, né di sinistra” ma impegnati a cambiare il futuro della Sicilia. Per la salvaguardia del patrimonio etico e culturale, schierati contro la mafia e a difesa dell’agricoltura, della pesca e del patrimonio imprenditoriale dell’isola.


Felice Coppolino, presidente di Unicoop Sicilia, ipotizza per settembre, in occasione del secondo incontro, la creazione di un organismo di proposta ed elaborazione politica, una sorta di governo siciliano alternativo, che proporrà interventi legislativi nelle materie di competenza esclusiva della Regione siciliana. E verrà deciso se, e in che modo, trasformarsi in un movimento politico elaborando una piattaforma di proposte da porre all’attenzione del Popolo siciliano.

Franco Calderone - titolare di un’azienda vinicola e di un frantoio a Marineo, nel Palermitano - e persona sempre molto sensibile alle problematiche degli agricoltori e del futuro della Sicilia, ha tenuto a evidenziare che non era mai accaduto prima che si trovassero le convergenze e si fosse tutti d'accordo sulla nascita di un soggetto politico costituito da agricoltori, partite IVA, pescatori, consumatori e tutti coloro che auspicano un cambiamento vero della società. Insomma, siamo di fronte a una realtà di persone realmente rappresentanti dei comparti e dei bisogni della società produttiva siciliana. Donald Trump tutela l 'economia del suo paese e i propri prodotti con i dazi, mentre noi importiamo prodotti agricoli esteri e incentiviamo le importazioni a danno degli agricoltori. E la chiamiamo sovranità alimentare. È arrivato il momento di dire basta.

Speriamo bene, e se son rose fioriranno.

Giangiuseppe Gattuso
08 agosto 2025

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