Ancora una volta lo sport è stato umiliato dal gioco politico dato che la squadra nazionale dello Stato di Israele dal 1991, dopo che la Federazione calcio israeliana è stata ammessa, per ragioni politiche all’UEFA, gioca nel gruppo Europa, anche nel basket, immune da qualsiasi provvedimento restrittivo.
La questione pone due problemi di giustizia (sportiva e politica) che si inquadrano perfettamente nel contesto della guerra infinita condotta da Israele per affermare il proprio dominio colonialista nel Medio Oriente contro i suoi vicini.
Non c’è dubbio che ogni tipo di discriminazione in base alla nazionalità dei singoli, ritenuti responsabili di appartenere allo Stato che si vuole colpire, come se gli atleti, i letterati e gli artisti abbiano scelto di nascere e di essere cresciuti nel paese A piuttosto che nel paese B, è contrario allo spirito culturale, artistico, sportivo dell’uguaglianza giuridica dell’essere umano. Non si comprende perciò perché la politica ipocrita dell’Occidente dei due pesi e delle due misure, imposta dagli Stati Uniti e a cadere da tutti i loro satelliti, debba punire e vanificare anni di studio, di sacrificio, di duro impegno per il successo in una gara o in una esibizione artistica solo verso un unico obiettivo.
Per quale motivo viene imposto questo iniquo trattamento di bando, di annullamento di concerti ed esibizioni e persino di cancellazione di corsi sulla letteratura russa negli atenei italiani, contro gli artisti di quel paese? Perché agli atleti russi, ma non agli israeliani, viene imposto di rinunciare alle competizioni o è consentita la partecipazione senza inno nazionale e senza bandiera, come se fossero degli alieni?
Il boicottaggio nello sport ha origini lontane, sempre su impulso degli Stati Uniti che nel 1980 impedirono a una sessantina di paesi di partecipare alle olimpiadi di Mosca, come reazione all’invasione dell’Afghanistan.
In risposta al boicottaggio americano la Russia ed un’altra ventina di paesi boicottarono le olimpiadi di Los Angeles del 1984. Ma nulla è accaduto per l’invasione degli Usa in Afghanistan durata 20 anni e per le guerre americane in Iraq e in Serbia.
Ora siamo di nuovo al boicottaggio contro la Russia nello sport imposto dagli Usa e dall’Europa dal 2022 in risposta all'invasione dell'Ucraina. Le squadre russe sono state escluse, dalle competizioni internazionali (UEFA, Eurolega e FIBA) e il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha adottato una misura ancora più offensiva concedendo agli atleti russi di partecipare alle Olimpiadi di Parigi 2024 come atleti neutrali, senza bandiera.
Il boicottaggio della Russia nello sport continua con il divieto di partecipazione alle prossime olimpiadi invernali in Italia. Cosa ancora più vergognosa per il governo Meloni è stata la dichiarazione del Ministro Abodi che ha escluso ogni provvedimento restrittivo contro Israele, arrivando a sostenere l’assurdo e cioè che l’invasione dell’Ucraina è un evento più cruento e aggressivo della guerra a Gaza. Roba da manicomio. Se le squadre russe sono escluse da tutte le competizioni sportive internazionali e quelle israeliane no, è solo per motivi politici per le pressioni molto forti esercitate dagli USA sul CIO e sull’Europa.
Ad ammettere questa verità è stato persino il Presidente dell’UEFA lo sloveno, naturalizzato britannico, Aleksander Ceferin, che ha confermato come il provvedimento anti Russia sia avvenuto su richiesta di organi politici extra-calcistici, che hanno adottato il trattamento opposto, per favorire Israele.
Se il conflitto russo-ucraino, che va avanti da tre anni e mezzo, dimostra la scarsa utilità dello strumento del boicottaggio sportivo pura reazione politica isterica, c’è da chiedersi che c’entri Israele con l‘Europa.
Israele è uno Stato medio orientale, è uno Stato orgogliosamente semita, uno Stato che fonda la sua costituzione e strategia politica sulla Bibbia, mentre l‘Europa è un continente laico con lingue e tradizioni del tutto diverse. Per giunta Israele è legato a filo doppio con gli Stati Uniti che lo considerano il proprio avamposto per la difesa dei loro interessi in Medio Oriente.
Torquato Cardilli
9 settembre 2025
Se il conflitto russo-ucraino, che va avanti da tre anni e mezzo, dimostra la scarsa utilità dello strumento del boicottaggio sportivo pura reazione politica isterica, c’è da chiedersi che c’entri Israele con l‘Europa.
Israele è uno Stato medio orientale, è uno Stato orgogliosamente semita, uno Stato che fonda la sua costituzione e strategia politica sulla Bibbia, mentre l‘Europa è un continente laico con lingue e tradizioni del tutto diverse. Per giunta Israele è legato a filo doppio con gli Stati Uniti che lo considerano il proprio avamposto per la difesa dei loro interessi in Medio Oriente.
Torquato Cardilli
9 settembre 2025
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