sabato 5 luglio 2025

PER CHI NON L’AVESSE ANCORA CAPITO ECCO LA VERA NATURA DI ISRAELE


di Torquato Cardilli - L’informazione occidentale main stream, sia pubblica che privata, insiste ogni giorno, come un martello pneumatico, sullo svolgimento delle finte trattative tra Israele e Hamas, spacciandole per vere, con annunci di spiragli, che si aprono e si chiudono, per una soluzione che in realtà non esiste: lo sanno benissimo a Tel Aviv come a Washington, mentre l’Europa, sorda e muta di fronte alla perdurante carneficina, si trastulla in finti negoziati sui dazi e in veri salassi per rifornire la guerra in Ucraina.

Le trattative tra terroristi (Hamas da una parte e Israele dall'altra) sono il classico pestare l'acqua nel mortaio, perché Israele offre solo una tregua temporanea volta alla liberazione degli ostaggi con l'intenzione di procedere subito dopo alla completa distruzione di Gaza, alla totale eliminazione dei palestinesi per riversare tutto il suo potenziale militare nella cosiddetta West Bank della Cisgiordania; da parte sua Hamas vuole invece in cambio della liberazione degli ostaggi la fine della guerra e il ritiro dell’esercito israeliano da Gaza, già ridotta a enorme cimitero in un fumante cumulo di macerie e di dolore.

Dall’una e dall’altra parte non c’è cenno di cedimenti: l’esercito con la stella di Davide con il permanente sostegno degli Usa, continua ogni giorno ad accrescere il triste bilancio dei morti ammazzati senza nessuna colpa; i terroristi di Hamas in preda alla disperazione sperano solo in un miracolo e impotenti come sono, sanno che li aspetta il sacrificio finale.

A Gaza ogni giorno c’è un nuovo raid dell’aviazione israeliana con aerei e droni contro la misera popolazione ridotta alla fame e con incursioni sul terreno con carri armati e blindati.

In venti mesi di guerra l’esercito israeliano ha ucciso oltre 57mila innocenti (di cui 23 mila bambini) e ferito oltre 200 mila persone.

Nonostante gli annunci degli Usa e del Qatar che una soluzione è in vista, ciò che emerge è la vera natura coloniale e espansionista di Israele che considera la partita di Gaza chiusa per sempre, a qualsiasi costo, ed ora per bocca del suo vice premier e ministro della Giustizia Yariv Levin, esponente del Likud, partito omologo di Fratelli d’Italia, promette ai coloni più razzisti e xenofobi l'annessione totale della Cisgiordania, in aperta violazione del diritto internazionale.

Là i soprusi dei coloni si moltiplicano, con incendi delle proprietà e uccisioni indiscriminate dei palestinesi, sotto lo sguardo complice o addirittura sotto la protezione dell’esercito, come accadde a Sabra e Chatila.

Credete che l’annuncio folle di Levin abbia sollevato reazioni in Occidente, quell'Occidente democratico che ha imposto sanzioni alla Russia per l'annessione della Crimea? 

Passi per gli Stati Uniti che considerano Israele una loro protesi in Medio Oriente, ma l’Europa che si richiama in continuazione ai valori di giustizia, equità, diritti dell'uomo, rispetto dei trattati e delle convenzioni internazionali, nonché delle risoluzioni dell'Onu, perché tace? 

E per quanto ci riguarda il ministro degli esteri Tajani non si vergogna per la dichiarazione ipocrita, in Parlamento e in tv, di operare per due popoli e due stati mentre in qualsiasi foro, nazionale e internazionale, vota contro la condanna di Israele e contro il riconoscimento della Palestina?

Il pensiero di Levin è apertamente condiviso da altri ministri dell’estrema destra xenofoba israeliana come Itamar Ben Gvir (sicurezza nazionale) e Bezalel Smotrich (finanze) che incitano i coloni a considerare la liberazione della Cisgiordania (già vi si contano più di 870 uccisi e 7mila feriti) come una vittoria storica per Israele.

Entrambi sempre contrari a qualsiasi accordo con Hamas, sono pronti a far cadere il governo di Netanyahu di fronte a un vero negoziato di pace che implichi il ritiro da Gaza e la rinuncia agli insediamenti.

Siamo alla caduta della maschera, come nella tragedia greca Elettra di Marguerite Yourcenar. I lupi travestiti da agnelli appaiono in tutta la loro ipocrisia.

Al nuovo Papa che invano lancia appelli di pace, tanti capi di Stato e di Governo (Meloni in testa a tutti) hanno riservato un falso rispetto formale per coprire il più arrogante sberleffo politico.

I creduloni nella buona fede di Tel Aviv debbono prendere atto di ciò che ora è palese: Israele non lavora per quella pace giusta e duratura che l'Europa invoca per l'Ucraina. Il suo disegno è l'appropriazione di tutto il territorio palestinese negando ciò che la stragrande maggioranza dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite (tranne  la filiera USA e serventi) auspica, cioè la creazione di uno stato di Palestina.

Tutti i governi occidentali hanno finora chiuso gli occhi e le orecchie per decenni di fronte alle continue violazioni di Israele delle risoluzioni delle Nazioni Unite sul ritiro dai territori, occupati con la forza nel 1967, sulla discriminazione antipalestinese, su Gerusalemme, e seppur la maggioranza dei paesi del mondo abbia chiaramente espresso la propria posizione di condanna continuano a negare il diritto alla vita ai palestinesi.

L’ultima prova di arroganza e di negazione del diritto internazionale è stata il disprezzo con cui Israele ha liquidato la recentissima sentenza della Corte Internazionale di Giustizia che ha giudicato la confisca su larga scala delle terre palestinesi e gli insediamenti nei territori palestinesi della Cisgiordania e di Gerusalemme Est una irreparabile violazione del diritto.

La Knesset in un atto di sfida al mondo intero ha negato il riconoscimento della Corte e dei suoi atti, compreso quello di indiziare Netanyahu come criminale di guerra ed ha risposto approvando un impegno per il Governo che nega la soluzione pacifica della crisi e la creazione di due stati.

Il primo ministro Netanyahu, per coprirsi le spalle dall’avventurismo dei ministri estremisti, ha svelato il piano imperialista messianico di Israele, covato da sempre, ed ha affermato una volta per tutte che i territori palestinesi non sono territori occupati, ma territori liberati, che Israele non può essere definito occupante della propria terra, e che non c’è Stato o Corte internazionale che possa contestare la legalità dell’insediamento di Israele nei territori della sua patria storica.

Torquato Cardilli 

05 luglio 2025



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