di Giangiuseppe Gattuso - È scoppiato molto velocemente. Il Presidente della Regione Lazio, Zingaretti, resosi conto dell’emergenza siccità ha emesso un’ordinanza di chiusura del prelevamento d’acqua dal Lago di Bracciano, destinata a Roma.
Una piccola ma significativa quota, circa l’8% del fabbisogno. Che, però, secondo Paolo Saccani Presidente di Acea Ato 2, “è un’ordinanza assolutamente illegittima, abnorme, sostanzialmente inutile. Nella misura in cui il lago di Bracciano per la nostra derivazione attuale scenderebbe di 1,5 millimetri al giorno. Mentre per quanto riguarda l’evaporazione si abbassa per 8 millimetri al giorno. Quindi il lago di Bracciano se non piove continuerà a decrescere. Attualmente non c’è assolutamente nessuna emergenza, ma sarà conseguente a questa ordinanza perché non saremo in grado di garantire h24 la continuità della fornitura idrica nella capitale d’Italia. Noi stavamo gestendo la situazione in maniera ottimale, a Roma a nessuno mancava l’acqua. Il provvedimento della Regione Lazio causerà problemi a circa un milione e mezzo di romani, perché in un arco di tempo brevissimo non ci consente di trovare alcuna alternativa. In alcune ore del giorno fette importanti di popolazione non avranno l’acqua. Questo sì che sarà emergenza. Compreso case di cura, ospedali, vigili del fuoco, etc. ….”
A questo punto si è scatenato un allarme mediatico generalizzato, servizi a reti e stampa unificati sulla “drammatica situazione” causata dalla siccità. Che ha nel lago di Bracciano l’emblema più evidente perché contribuisce a dissetare Roma. “Disastro Lago di Bracciano”, prosciugamento, e forse pure desertificazione. Filmati e inviati delle TV a certificare piccoli isolotti vicino a riva, interviste a vacanzieri e abitanti delle rive del lago che vedono l’acqua sempre più lontana. Cose mai viste. Insieme alle altre situazioni pure gravi in altre regioni che sono sul punto di chiedere lo stato di calamità naturale specialmente per i danni all’agricoltura. E ci sta. Ha piovuto effettivamente poco e le sorgenti hanno ridotto i loro apporti ai corsi d’acqua. L’allarme però non è arrivato con l’eclatante e, continua a dire il Presidente di Acea Ato 2, illegittima e inutile ordinanza Zingaretti. I problemi idrici di questo Paese sono antichi, dipendono da una gestione delle risorse inadeguata, dalla mancata realizzazione di ulteriori opere di contenimento delle acque, di mancata manutenzione delle reti idriche colabrodo. Della quasi totale assenza di riutilizzo delle acque reflue e via discorrendo.
Ma l’emergenza vera è sul serio quella di Roma e del Lago di Bracciano? Vogliamo prendere in considerazione, che ne so, per esempio la situazione della più grande isola del Mediterraneo e più grande regione d’Italia? E lo facciamo prendendo spunto dai dati ufficiali dall’Osservatorio delle Acque della Regione Siciliana, Assessorato dell'Energia e dei servizi di Pubblica Utilità. Un servizio efficiente che fornisce i dati sui “Volumi invasati dai serbatoi siciliani” calcolati a partire dal rilevamento delle altezze effettuato il 1° giorno di ogni mese. Le dighe siciliane, in tutto 23 comprese le più piccole, sono monitorate costantemente, e il dato di luglio 2017 certifica una disponibilità complessiva, cioè per tutta la Sicilia, sia per l’irrigazione che per l’uso potabile, che ammonta a circa 383,52 milioni di metri cubi.
Ripeto per una maggiore comprensione delle misure e delle proporzioni. Le risorse idriche conservate in tutte le dighe della Sicilia sommano, al 1° luglio 2017, poco più di 383 milioni di metri cubi d’acqua. Per intenderci si tratta di una quantità che rappresenta praticamente il 7,7% della capienza del solo Lago di Bracciano, stimata in oltre 5 miliardi di metri cubi, nonostante il calo innegabile e la sofferenza di questo periodo. Il dato sulla capienza è del Consorzio Lago di Bracciano, l’ente costituito tra la Provincia di Roma e i Comuni di Anguillara Sabazia, Bracciano e Trevignano Romano, per gestire le attività, funzioni e servizi finalizzati allo sviluppo economico della zona lacustre.
Un dato, quello siciliano, da fare inorridire chiunque, e così evidentemente vergognoso da tenere debitamente sottotraccia. Ma che dovrebbe invece scatenare spontanei moti di protesta.
Ancora ricordiamo la famosissima diga Blufi, sulle Madonie che doveva servire le province di Agrigento, Caltanissetta ed Enna. Progettata nel 1963, iniziata nel 1990, ferma dal 1995, e mai completata. Sono stati spesi circa 260 milioni di euro e per finirla, se mai si farà, ne servono ancora altri 155 di milioni di euro. Per non parlare di intere province da sempre assetate e rassegnate a lunghe turnazioni. Impianti di dissalazione costosissimi, mal funzionanti e spesso fermi.
Esempi diversi e situazioni disastrose da stimolare servizi quotidiani di giornali e TV, che invece non ci sono. E tali da convincere chi ha la responsabilità oggettiva e politica di questo perenne disastro a chiedere scusa, abbassare la testa, e poi in silenzio sparire dalla scena politica, della Sicilia e del Paese.
Ecco perché ritengo l’operazione Lago di Bracciano e l’emergenza Roma una solenne mistificazione che nasconde verità, intrinsecamente connesse alla speculazione privata sull'acqua, molto più vergognose e gravi. Un sistema fiorente in Sicilia e nel resto d'Italia.
Giangiuseppe Gattuso
24 Luglio 2017
Io della Raggi chiamerei un esperto, mi farei fare una relazione e Secondo l'esito dello studio, mi recherei alla procura e farei una bella denuncia per causata interruzione di servizio pubblico. Ma chiaramente ciò è possibile solo se provabile tecnicamente che non vi è nessuna emergenza.
RispondiEliminaQuesta dell'emergenza a Roma é solo una stronzata. E cmq la situazione era nota da tempo non può Zingaretti dare 6 giorni di tempo e lasciare Roma all'asciutto ad agosto. Bracciano é solo una estrema riserva dell'acqua capitolina.
RispondiEliminaAnche se dovesse essere un quantitativo limitato, il fatto che non si possa più procedere ad una fornitura continua, ma razionata, si configura egualmente come interruzione di servizio pubblico.
RispondiEliminaCari commentatori, vi prego di leggere l'articolo fino in fondo. Ho voluto parlare della finta emergenza della sete a Roma e dell'ordinanza di Zingaretti, esagerata e inutile, per fare emergere le altre emergenze. Quelle vere, vergognose, gravi, inenarrabili come quelle siciliane. Ecco perché ritengo quella scoppiata in questi giorni una solenne minkiata e mistificazione della realtà. Non so se riesco a spiegarmi. Ho riportato i dati ufficiali della situazione idrica della Sicilia. Leggeteli e confrontateli. E poi esprimete un giudizio.
RispondiEliminaNon c'è paragone! Ti sei spiegato benissimo.
EliminaIl rapporto ONU sui cambiamenti climatici del 2001, ribadito nel 2007, così recita: “Il problema dell’acqua aumenterà nell’Europa centrale e Meridionale, dove i flussi estivi potrebbero ridursi dell’80%". Ergo il problema era stato posto da parecchio tempo.
RispondiEliminaTuttavia, le doti di previsione e prevenzione, a causa di grave miopia che rasenta la cecità, è pressoché nulla nonostante la sbandierata "capacità a governare" della classe politica che ci è succeduta negli ultimi decenni.
Lasciando da parte altre manifestazioni di capacità che hanno prodotto devastazioni di territorio - incendi, discariche abusive di sostanze tossiche, inquinamento della falde acquifere, ostruzione di alvei....- la siccità non è come un terremoto che si manifesta all'improvviso.
Nonostante questo, fidando del sistema informativo amico e presupponendo ottusità nei cittadini, i nostri "capaci" tirano fuori la siccità come un coniglio dal cilindro.
C'è allora da chiedersi perché rischiando di mettersi in ridicolo per la loro "incapacità" ad affrontare il problema per tempo e con gradualità vogliano cavalcare la tigre dell'emergenza. peraltro finta visto i dati riportati da Giangiuseppe nel suo articolo.
A questo punto le motivazioni possibili sono:
- mettere in cattiva luce l'amministrazione capitolina, per addossarle responsabilità che non le competono: la governance del territorio è una specifica competenza della Regione;
- rimettere in pista la privatizzazione del servizio di fornitura dell'acqua, usando la "presunta emergenza" come grimaldello per forzare la volontà popolare espressa con il referendum di giugno 2011 su "acqua pubblica".
In conclusione, credo che questa boutade persegua il fine di fronteggiare ben altre emergenze: la caduta di consensi elettorali del PD e il bisogno di finanziamenti da parte di lobby interessate alla gestione delle acque pubbliche.
C'è poi da tener presente la seconda parte dell'articolo di Giangiuseppe che, confrontando dati ufficiali, mostra ben altra "emergenza" acqua ... quella siciliana sulla quale nessuno organo di informazione parla.
RispondiEliminaProprio per questo c'è da essere grati per il lavoro di documentazione svolto dall'autore che, a differenza dello stolto, non guarda il dito che indica la luna.
Grandi professori e studi Leonardeschi, guarda caso, sorti adesso e trascurati prima dell'amministrazione Raggi. Il problema delle fonti idriche è importantissimo, annoso e mondiale: riguarda il surriscaldamento, le precipitazioni e gli impianti obsoleti. Cosa dovrebbe fare adesso la sindaca...razionare l'acqua nella Capitale? Strumentalizzazione ed imbecillità...non altro.
RispondiEliminaAd avvalorare l'intento mistificatorio ci sono dei dati significativi, che l'articolo del Direttore evidenzia e che riguardano la Sicilia: é infatti assodato che la capienza o la disponibilità idrica delle 23 dighe siciliane rappresenta solo il 7,7 di tutta quella del lago di Bracciano; la più grande regione d'Italia, cioè, é ed é stata sempre in carenza idrica, ma nessuno ne parla o non lo ha fatto abbastanza tanto quanto lo si sta facendo per Bracciano e Roma.
Si dovrebbe invece scrivere un trattato ed individuare le cause e le responsabilità, che vanno dalle connivenze mafiose, alle volute ed intrallazzistiche inadempienze, come per la diga di Blufi nelle Madonie, progettata negli anni '60 ed ancora incompiuta. Ritorno allora al mio incipit per evidenziare la becera strumentalizzazione e l'incapacità, se non l'incuria, dei Governi e dei mezzi mediatici a farsi carico del grande problema in nome della salute pubblica e della Verità.
Quella siciliana è una tragedia causata da una politica insulsa fin dagli anni ottanta.
RispondiElimina"Fin dagli anni ottanta". Nel 1976, andai, con mio fratello e due delle mie sorelle, a fare una vacanza a Messina. Lì abbiamo parenti. Ci siamo organizzati nella casa di nostra nonna, a via Palermo, per dormire e come base di appoggio. Ricordo che, sui tetti di molti palazzi, c'erano i cassoni di raccoglimento, ma quello che più ci ha colpito è stato che dovevamo alzarci alle quattro meno un quarto per prendere l'acqua. Il flusso durava un tot di tempo, poi più niente per tutto il giorno. E noi lì, con secchi e catini, a raccogliere. Non ricordo se ci fossero altre fasce orarie, perché il giorno si andava in giro. Mi sembrava assurdo. Mi chiedevo come mai fosse così, contando che, a qualche chilometro, c'è Alcantara e la sua bella acqua gelata. Quando siamo andati alle gole vedevo la gente che se ne riforniva con taniche. Per quello che so io, il razionamento dell'acqua è sempre stato un problema anche da prima. Faceva comodo così prima, figuriamoci oggi. È un'arma preziosa, contando che è l'elemento più vitale del nostro benessere. E che su ciò siamo totalmente vulnerabili!
RispondiEliminaNon so se a Trapani sia cambiata la situazione ma ci feci il servizio di leva per me che ero di Catania dove l acqua non è mai mancata mi è sembrato di andare in africa si stoccava acqua minerale negli armadietti.
RispondiEliminaI politici italiani hanno una funzione che svolgono in modo impeccabile che consiste nel creare problemi alla gente. Sono soliti fare il contrario di ciò che il buon senso vorrebbe. Così abbiamo miliardi di euro che si spendono per l’accoglienza delle risorse umane, miliardi di euro per il poltronificio perché dopo ogni elezione la prima cosa che succede in ogni partito politico e movimenti e la guerra per le poltrone Roma stellata purtroppo non ha fatto eccezione.
Le società partecipate sono un invenzione tutta nostra al fine di praticare un clientelismo sfrenato una gestione del denaro folle prova ne è che tutte le soc. partecipate sono una macchina del debito fuori controllo che scarica sugli enti locali ogni anno una montagna di debito.
In Italia in media il 70% dell’acqua si perde perché le tubazioni sono bucate, esiste anche il problema dell' allaccio abusivo. Delle trivellazioni abusive al fine di utilizzare l acqua potabile, per riempire le piscine per l’irrigazione dei campi e per i prati all' inglese delle ville. Di tutti questi problemi le regioni e i comuni non si curano. A Catania ad esempio avevano iniziato a rifare nuovo l’acquedotto pressurizzato chiamato area pilota in questa zona di ct l’acqua viene erogata a pressione e fino alla 11 piano non c'è bisogno più di autoclave l’acqua è erogata diretta h 24. Peccato che l’espansione dell' area con l’acquedotto nuovo è ferma da anni eppure dove è stata fatta ha dato grossi vantaggi ai cittadini dove abito io sono stati eliminati gli impianti di sollevamento sono stati rifatti tutte le tubazioni del palazzo condominiali e private perché con l’acqua pressurizzata per allacciarsi occorreva l’impianto certificato, nel mio l‘abbiamo fatto un impianto certificato a 16 bar. Chiaro che di acqua in questa zona non se ne perde. Ho misurato per sfizio in un altra zona non servita, la perdita di acqua all'appello mancano 270 MC di acqua a settimana e nessuno vuole rifare gli impianti nuovi quindi le condutture comunali perdono, le condutture private e condominiali sono anche un colabrodo. In compenso i nostri politici locali l’Europa e il governo rompono li santi coglioni finanziando tutti i progetti del cazzo per le infrastrutture dei servizi essenziali invece soffrono di stitichezza patologica. Devo riscontrare che gli italiani sono in linea con i loro politici perché appena in una riunione di condominio esce il discorso di rifare gli impianti scoppia il casino a casa mia ricordo che per costringere tutti a rifare gli impianti si è dovuta aspettare la ristrutturazione generale dell' edificio e diciamo che un piccolo incidente indotto che ha lasciato senza acqua l’intero palazzo per prima casa mia ha convinto gli abitanti del palazzo a scendere in cortile con un assegno di 400 euro a cranio senza delibere per rifare tutto nuovo. Bene dopo il bordello le minacce di qualcuno di denunce poi furono tutti felici e contenti perché l acqua era h 24 non si restava più sotto la doccia a secco perché la riserva era finita si sono risparmiati oltre 4 mila euro l’anno di consumi elettrici perché la stazione idrica è stata dismessa oltre ai soldi per la manutenzione sono finite le rotture di minchia dei danni agli appartamenti per rottura dei tubi di bagni e cucina. Il tutto con 400 euro a persona il costo di un fottuto telefonino e in una famiglia ci sono tre 4 cellulari.
I politici fanno schifo ma gli italiani non è che sono tanto diversi.
Quando si lancia un sassolino nello stagno si moltiplicano i circoli di acqua e si estendono su tutto il territorio e non solo. Giusto?
RispondiEliminaIn confronto a ciò che succede in Sicilia, ma non da oggi, la situazione di Roma è solo fumo negli occhi. Sono stato sposato con una siciliana e per brevi periodi ho vissuto a Caltanissetta, ricordo benissimo l'acqua a giorni alterni, anche allora si parlava di siccità, ma la verità era che la mafia aveva la gestione dell'acqua potabile. Prova ne è che quando la famiglia di mia moglie si vide assegnata una casa popolare in un quartiere dove risiedeva un "boss", l'acqua per miracolo c'era tutti i giorni. La verità è che nelle emergenze, vere o finte che siano, ci sarà sempre qualcuno che ne trarrà vantaggio.
RispondiEliminaZingaretti si è comportato "da PD", ovvero facendo becera propaganda finalizzata al discredito della Raggi.
RispondiEliminaInvece di intervenire sulla rete fatiscente delle condutture che causa la dispersione del 67% dell'acqua nel flusso dal lago alle abitazioni capitoline, preferisce lasciare all'asciutto 1 milione e mezzo di cittadini romani.
Feccia.
Complimenti, per quanto concerne la diga di Blufi bisogna ricordare che facendo da vaso comunicante con l'Ancipa ed il Fanaco completerebbe il sistema idrico regionale, che sono stati realizzati 98 km di condotta sino a Licata, e che lo svincolo di Irosa ha dimezzato i costi del trasporto del materiale per lo sbarramento e che tutti gli Assessori competenti Crocetta compreso, personalmente interessati non si sono degnati di dare risposte.
RispondiEliminaAd Agrigento l'acqua è razionata. Palermo è una fitinzia: munnizza a go' go' per mancanza di senso civico di molte persone e per assenteismo dell'Amministrazione Comunale. Ma i grandi mezzi di comunicazione non ne parlano.
RispondiEliminaA pensar male si fa peccato, ma si rischia di azzeccarla: "Forse molti sindaci e presidenti di regione sono raccomandati; ma pare che la Sindaca di Roma, Virginia Raggi, non sia raccomandata.
Sappiamo tutti come in Sicilia dietro al problema dell'acqua, della distribuzione, delle autobotti etc etc ci siano certi personaggi al limite del mafioso, e come la politica sia connivente con tutto ciò in quanto ampio bacino di voti!
RispondiEliminaIl mio pensiero è stato più o meno espresso da Nino Risitano. Tornando a Roma credo che il pd stia facendo di tutto per screditare la giunta, serve evidenziare il fallimento di Roma per fare desistere eventuali elettori attratti dal m5s, e noi semplici cittadini difficilmente sappiamo bene quali siano le competenze del comune e quelle della Regione. Raggi ha già specificato che la loro giunta ha apportato migliorie alla condotta tali da aver diminuito la quantità di acqua prelevata al secondo, ma nessuno da risalto alle sue parole.
Ma non cambiate mai disco
RispondiEliminaA causa della siccità, l’emergenza idrica investe tutto il Paese: preoccupante nel Nord, drammatica nel Sud. Mentre nel Nord bastano pochi accorgimenti per superare l’emergenza, nel Sud si rischia di precipitare nella disperazione perché la mancanza d’acqua rischia di aggravare la, già precaria, qualità della vita. Mezza Sicilia rischia di rimanere senza acqua e al perenne razionamento si aggiungerebbe la beffa della chiusura totale della fornitura. È tutta colpa di questa straordinaria siccità? No! Particolarmente in Sicilia, da sempre, manca una politica idrica: poche dighe, quelle grandi di competenza statale e quelle piccole di competenza regionale, insufficienti per il fabbisogno e a volte prive della dovuta manutenzione. Altro aspetto negativo è il colabrodo della rete di distribuzione che fa perdere quasi il 30%, in alcuni casi si avvicina al 50%, della fornitura: situazione vergognosa. L’acqua rappresenta un grande affare per i privati a spese della collettività. I siciliani, da sempre assetati, per un servizio non efficiente pagano 500 euro all’anno contro una media nazionale di 376 euro e, più del triplo dei milanesi che pagano 140 euro per una fornitura costante e di buona qualità. La questione siciliana, paragonabile al terzo mondo, è assai lontana da quella laziale per il problema del lago di Bracciano che interessa Roma e dintorni. Qui, al di là delle polemiche pretestuose fra la Regione e la Capitale, la vera colpa va ricercata nella cattiva gestione di Acea, la holding che gestisce l’acqua e controlla per il 96% la Acea Ato2 che gestisce il servizio idrico dei cittadini di Roma e provincia. Acea è una società per azioni quotata in borsa, malgrado il Comune di Roma ne detiene la maggioranza a decidere sono gli azionisti privati. Il 60% dell’acquedotto risale a oltre 30 anni fa e per la mancanza di manutenzione il 44,5% di acqua si perde nel tragitto. A seguito della bocciatura del ricorso di Acea, il cui presidente è indagato per inquinamento colposo, contro l’ordinanza dei prelievi dal lago di Bracciano i romani rischiano di rimanere al secco. Un simile evento deve essere scongiurato per i cittadini e per Roma. Poiché l’acqua è indispensabile alla nostra vita, un bene così prezioso non può essere affidato al business di dei privati. Lo Stato e le Regioni si devono far carico del problema idrico con un piano accelerato per dotare tutti i comuni di infrastrutture efficienti. La questione sanitaria e quindi il futuro delle nuove generazioni sono strettamente legati al problema dell’acqua risorsa pregiata che non deve essere sprecata.
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