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sabato 13 maggio 2017

LEGGE ELETTORALE. I PARTITI DECIDANO PRESTO

Renzi da GilettiDi Maio Luigidi Lorenzo Romano - La legge elettorale, in uno Stato retto a forma rappresentativa, ha importanza non minore delle norme costituzionali.
I sistemi elettorali si distinguono in maggioritari e proporzionali; quelli maggioritari mirano a produrre un chiaro vincitore senza garantire la rappresentanza parlamentare in base ai voti; quelli proporzionali garantiscono l’equità della rappresentanza ma senza una soglia di sbarramento consentono frammentazioni partitiche.

Luigi EinaudiDurante i lavori della Costituente prevalse l’orientamento per il sistema proporzionale, solo Luigi Einaudi si pronunciò per quello maggioritario. Antonio Giolitti, per fare inserire il sistema proporzionale nella Costituzione, ottenne l’approvazione di un ordine del giorno: “L’Assemblea Costituente ritiene che l’elezione dei membri della Camera dei deputati debba avvenire secondo il sistema proporzionale” ma non venne recepito nella stesura definitiva della Costituzione per cui tutte le leggi elettorali sono ordinarie.

Antonio_giolittiPossono essere facilmente modificate e sottoposte a referendum: in materia elettorale si sono tenuti due referendum abrogativi, nel 1991 e nel 1993. Il Parlamento, su spinta dei promotori dei referendum elettorali, nel 1993 approva la legge per l’elezione dei sindaci e dei consigli comunali al di sopra dei 15 mila abitanti. Questo sistema elettorale funziona egregiamente ma non si può trasferire a livello nazionale. Nel nostro sistema rappresentativo per formare il Governo occorre una maggioranza nel Parlamento. Nella forma parlamentare la legge elettorale deve essere strutturata in modo da garantire o agevolare la formazione di una maggioranza e la questione della governabilità non deve essere secondaria rispetto a quella della rappresentanza. Compromesso tra governabilità e rappresentatività: per governabilità si intende elaborare una legge elettorale che garantisce la stabilità dei governi.

sergio-mattarellaNel 1993, dopo il referendum del 18 aprile, il 4 agosto fu approvata la legge elettorale Mattarella (Mattarellum) con la quale tre quarti dei parlamentari erano eletti con sistema maggioritario in collegi uninominali e un quarto con sistema proporzionale. La legge fu utilizzata tre volte: nel 1994, la prima vittoria al centro destra Forza Italia – Lega Nord – An – Udc; nel 1996, centro sinistra Ulivo – Rifondazione Comunista; nel 2001, secondo governo Berlusconi.

Nel 2005, il centro destra, approvò una legge elettorale proporzionale con liste bloccate e con un premio di maggioranza alla coalizione che avesse ottenuto più voti, anche senza la maggioranza assoluta prevista nella legge truffa del 1953. La legge Calderoli o Porcellum ha regolato le elezioni del 2006, 2008 e 2013. Nel 2014 la Consulta, con la sentenza 1/2014, dichiarò l’illegittimità costituzionale parziale del Porcellum abrogando il premio di maggioranza e il voto di lista introducendo un sistema elettorale proporzionale puro con una preferenza. La sentenza, per il principio della indipendenza dei poteri dello Stato, non produce effetti sulla legittimità del Parlamento ma avrebbe dovuto far scattare l’orgoglio dei parlamentari portandoli ad elaborare una nuova legge elettorale.

CameraTralasciamo la questione della revisione costituzionale e del relativo referendum del 4 dicembre 2016, ne abbiamo parlato a lungo, per continuare a parlare di leggi elettorali, l’Italicum approvata nel 2015. Legge elettorale modificata dalla Consulta con il blocco del ballottaggio e della scelta discrezionale del collegio di elezione in caso di candidature plurime, è stato mantenuto il premio di maggioranza. Al momento abbiamo due sistemi elettorali revisionati dalla Consulta, l’Italicum per la Camera e il Porcellum per il Senato. La decisione della Corte Costituzionale può essere applicata anche senza una nuova legge elettorale. Comunque va affermato che votare con una legge prodotta dalla Consulta sarebbe uno smacco per tutti gli elettori e per il Parlamento al quale spetta la decisione definitiva.

Schema legge elettoraleLa legge elettorale è un tema politico di fondamentale importanza in tutte le democrazie. Mentre in altri Stati è raro assistere a significativi cambiamenti delle leggi elettorali, in Italia si fatica ad elaborarne una definitiva. Tutte le forze politiche alla prova di un senso di responsabilità, attaccandosi a qualsiasi pretesto per evitare un accodo, danno l’impressione di non saper cogliere l’importanza di elaborare una legge elettorale che armonizza il sistema di voto fra le due Camere per garantire il futuro del Paese. Per evitare di andare a votare con due sistemi non omogenei, anzi contraddittori tra Camera e Senato è consigliabile affidarsi al Mattarellum e rimandare al prossimo Parlamento l’eventuale correzione della medesima o la elaborazione di una nuova e definitiva legge elettorale. Una legge elettorale duratura rappresenta un ulteriore elemento di stabilità politica.

Lorenzo RomanoLorenzo Romano
13 Maggio 2017

28 commenti:

  1. Io non so se l'opposizione abbia fatto bene i conti. Se si fa la legge elettorale Renzi andrà subito alle elezioni per evitare di farle dopo la finanziaria e il Fiscal compact, quando gli italiani si renderebbero conto dei danni fatti negli ultimi tre anni in particolare. Io se fossi all'opposizione li farei cuocere nel loro brodo prima di andare ad elezioni. Bisogna arrivare all'autunno fare toccare con mano agli italiani tutte le sciocchezze dette dall'uomo della ruota della fortuna e portare la gente in piazza e questa volta non certo a togliere l'immondizia per strada, ma a togliere quella più maleodorante che macera in parlamento.

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  2. Proporzionale pura con le preferenze e senza premi di maggioranza in Parlamento si trovino le maggioranze. Nessun candidato presidente del consiglio.
    Divieto di nominare ministri e presidenti del consiglio non eletti.

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    1. Sono d'accordo. Aggiungerei che i partiti dovrebbero avere solamente il compito di "informare" l'opinione pubblica e dare ad essa un indirizzo di massima sulle intenzioni della,parte ideologica che rappresentano e formare le liste dei candidati disposti a realizzarla. Gli elettori devono scegliere, in piena libertà, chi vogliono favorire col loro voto. I partiti non dovrebbero avere la facoltà di imporre la cosiddetta "disciplina di partito" ma lasciare liberi gli "eletti"m di usare la propria coscienza nel voto da esprimere in occasione della presentazione delle leggi sia da parte del governo che da parte di uno o più deputati. Tutto qui e niente premi di maggioranza, coalizione o altro ma esclusivamente voto puro e semplice dei cittadini a quella lista che ritengono più vicina alla personale visione del "governo" della cosa pubblica. I governi devono nascere dalla volontà della maggioranza dei deputati e non indicati dai partiti e la nomina del premier deve essere esclusiva del Capo dello Stato a seguito dell'accertamento di una maggioranza parlamentare non legata ai "partiti" ma ad un effettivo apporto dei deputati rappresentati dai presidenti dei vari gruppi parlamentari e non dai segretari dei partiti. Grosso modo io la vedo così.

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  3. “La legge elettorale è un tema politico di fondamentale importanza in tutte le democrazie”. Dice benissimo Lorenzo Romano.
    La legge elettorale, aggiungo io, è diventata un’arma impropria utilizzata per frenare o battere un ipotetico avversario. E non, invece, un modello e un sistema per stabilire le modalità per le quali i cittadini possano liberamente esprimere il loro consenso verso una delle forze politiche in campo. Facendo in modo che possa essere rispettata sempre la volontà del corpo elettorale assicurando, per quanto possibile preventivamente, la governabilità.
    Ma che ciò mi preme maggiormente è sottolineare la pochezza dimostrata in questi lunghi anni dalla partitocrazia nell’approvare leggi ad hoc a garanzia dello status quo. Soltanto per garantire maggioranze e partiti, lo ribadisco, a danno degli avversari. Con una visione miope della società e dei suoi sviluppi pensando al presente e all’interesse personale. Insomma leggi al limite della vergogna e bocciate dalla Corte Costituzionale.
    Una situazione politica determinata principalmente, con un senso della presunzione e della irresponsabilità incommensurabile, dall’attuale maggioranza parlamentare e dal Partito Democratico guidato dal rieletto Segretario nazionale.

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    1. I partiti decidano subito? Andiamo.....sono gli "eletti" che se la prendono comoda pensando che se si va a votare ce ne saranno diversi che resteranno senza poltrona...............a parte il fato che, comunque gli resta il vitalizio....ma sono meno forti negli intrallazzi!

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  4. Sunnu e semu 'mrpardati su tutto: disoccupazione, debito pubblico, munnizza panoramita e sicula, monnezza romana, invasione spacciata per immigrazione (accoglienza e lavoro solo per chi fugge da guerre e persecuzioni politiche e religiose), legge elettorale, ecc. ecc.
    Dallo stato sociale siamo passati allo stato confusionale.

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  5. UNA LEGGE ELETTORALE DECENTE: Quando bocciò il porcellum, la Corte Costituzionale disse che possiamo votare col proporzionale. Applicando al proporzionale IL CORRETTIVO della SFIDUCIA COSTRUTTIVA si assicurano massima rappresentatività democratica e stabilità di governo che evita frequenti e lunghe crisi di governo, al buio. Con sfiducia costruttiva, mentre si sfiducia il governo, simultaneamente si concede la fiducia al nuovo governo; se in Parlamento non c'è maggioranza per la sfiducia il governo rimane in carica. L'Italicum mi pare quasi un porcellum bis, anzi un cacatellum.

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  6. Il quadro sintetico, egregiamente tracciato da Lorenzo Romano, parla chiaro. Ci dice, chiaramente, come, negli ultimi tre decenni è stata affrontata la questione della legge elettorale, cioe, col criterio del "cicero pro domo sua". Così è ancora. Non mi aspetto cambiamenti di metodo e di criteri. Le forze in campo si paralizzeranno vicendevolmente fino a fare scadere il tempo. La soluzione sarò l'Italicum corretto dall'intervento della Consulta.

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  7. Molto interessante l’articolo di Lorenzo Romano. Finalmente si parla d’altro e non quasi solo della Raggi.
    La legge elettorale. Come dovrebbe essere e come la vogliono i partiti. In teoria una legge elettorale dovrebbe condivisa dalla stragrande maggioranza del Parlamento e che possa durare nel tempo. In pratica ogni partito vorrebbe una legge elettorale che più lo avvantaggia. I piccoli partii vorrebbero una proporzionale pura e senza nessuno sbarramento. Questo tipo di proporzionale è durato fino alla fine della prima repubblica. La Dc viaggiava sempre intorno al 40% dei voti per lo spauracchio del comunismo, e con i tre partiti satelliti, sempre gli stessi, PLI, PSD; e PRI era sicura di governare. La durata dei governi era breve perché i capi correnti volevano alternarsi alla guida di essi. Nella sostanza non cambiava niente. A comandare era sempre la DC con i suoi satelliti per più di 40 anni. Negli anni ’60 entrò in questa maggioranza il PSI. Non cambiò niente.
    Adesso abbiamo tre poli più o meno con la stessa forza elettorale ed ognuno di essi vorrebbe una legge elettorale non solo che non lo danneggi, ma che lo porti al governo del Paese. Sono certo che con qualsiasi legge elettorale nella situazione attuale nessuno dei tre poli potrà governare da solo, quindi visto come stanno le cose spero che da necessità virtù e si mettano d’accordo per una buona legge elettorale che possa durare nel tempo.

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  8. Tutti continuano a rispondere Picche a proposte che non siano la LORO. nessuno escluso (forse la lega, ma dubito)

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  9. Se fossero onesti e leali (onestà intellettuale e lealtà verso i cittadini che hanno votato il 4 dicembre) si sarebbe gia andati al voto con la legge elettorale che la Consulta ha riveduto e corretto togliendo tutte le incostituzionalità! la si adegua anche al senato e si rispetta il popolo "sovrano" mandandoci a votare! Ma manca la volontà! o almeno fin dopo il 15 settembre quando cani e porci si saranno assicurati il vitalizio!

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    1. Stefania, sono d'accordo con te, però quella maggioranza che si è mostrata coesa in 4 dicembre, nel bocciare la riforma costituzionale, dovrebbe ora essere in grado di farlo con la legge elettorale. Purtroppo il "guaio" italiano più grande è di non votare a favore di qualcosa, ma solo contro qualcuno.

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  10. mi sento davvero poco preparata a commentare questo articolo! So solo che la gente vuole la certezza di sapere CHI vota per poterli,successivamente,mandarli a casa ovvero confermarli dopo una valutazione del loro operato CONCRETO. Gli italiani sono arciStufi delle parole e degli slogan. Sta di fatto che dal sud se ne vanno migliaia di giovani e qui rimarremo solo vecchi. Vadano in Parlamento SOLO i CAPACI ed i MERITEVOLI perchè comunque, sono convinta che la sola onestà NON sia sufficiente a farci uscire dalla palude in cui ci troviamo.Occorrono le competenze.

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  11. Gabriele Di Giacinto15 maggio 2017 alle ore 11:57

    La cosa triste che ogni partito-movimento scambia la legge elettorale per un vestito fatto su misura per esso. Nessuno escluso.

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    1. Perché si da una interpretazione della Costituzione, secondo me, errata. La Costituzione certifica il diritto dei cittadini di raggrupparsi in Associazioni ( partiti) atti a formulare un indirizzo politico ma non dice che i partiti sonio i "padroni" del Parlamento. Si son trasformati i partiti in veri e propri manager del parlamento ma è eticamente e letteralmente sbagliato. I partiti devono solo proporre dei candidati al Parlamento che per realizzare la loro visione politica della gestione del bene pubblico, ma i veri responsabili verso i cittadini, sono i singoli deputati che devono sentirsi liberi di esprimersi nell'interesse appunto dei cittadini e non per gli interessi del segretario del partito o di chi foraggia lo stesso. E' questa la principale deviazione istituzionale nell'interpretazione del precetto costituzionale che è stata travisata dagli anni '50 in poi! Altra deviazione è quella sulla designazione del "premier" : non sono i partiti che devono designarlo ma deve essere scelto dal Capo dello Stato fra i cittadini tutti su indicazione del Parlamento consultato attraverso i presidenti dei "gruppi" parlamentari e non dei segretari dei partiti. Quando si parla di "sovranità popolare" bisogna convincersi che l'unico ente responsabile verso i cittadini di un cattivo o buon governo è il Parlamento e non i partiti che altro non sono che "associazioni di persone" senza, anche perché mai attuato, riconoscimento giuridico che non sia quello che regola ogni associazione di persone. (leggere bene il Titolo I° della Costituzione là dove si parla di diritti e doveri dei cittadini.)

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  12. Avverto la necessità di complimentarmi con Lorenzo Romano, per la lodevole fattura del suo servizio, aggiungo che rappresenta, a mio modesto parere, un vera garanzia al dialogo ed alle riflessioni politiche. Ha inteso trattare lo spinoso problema della legge elettorale e devo dire con un equilibrio di moderazione che invita coloro che sono seriamente disposti a confrontarsi e ad esprimere la propria ponderata opinione. Tuttavia, come si evince, in particolare nella chiusura del servizio, è del tutto inutile dare la colpa di questo stallo a questa o quella forza politica, come è del tutto inutile di parlare, almeno in questa circostanza facendo una netta distinzione tra partito o movimento. La realtà ci dice che i vari “contendenti” sono tutti protesi a salvaguardare gli interessi del proprio “orticello politico” scaricando, come consuetudine diventata ormai “legge”, sempre la colpa sull'avversario di turno. Credo, sia anche inutile fare una distinzione tra partito o movimento, in quanto gli interessi di “parrocchia” sono identici. Tutti affermano di volere una legge elettorale, nel più breve tempo possibile, ma sono esclusivamente “tattiche” di facciata o visi di circostanza, infatti, ufficialmente porgono la mano nuda al “nemico” , mentre con l’altra brandiscono la sciabola. Caro Lorenzo, hai saputo vedere con grande lucidità, nel tuo servizio,per questo lo condivido in toto. Purtroppo le nostre forze politiche hanno l’aspetto di quelle donne che pur facendo di tutto per risultare amabili si ritrovano senza un uomo e lamentando la loro solitudine, dimenticando che in amore vince solo l’autenticità. Così si lamentava la ricca e potente sorella del papa Sisto V, la famosa Sora Camilla: “TUTTI MI VOGLIONO E NESSUNO MI PIGLIA”. E’ chiarissimo il tuo excursus storico sul cammino delle leggi elettorali che hanno caratterizzato la nostra repubblica, sin dai tempi della “Costituente”, utilissimo a capire le sostanziali differenze tra i vari sistemi elettorali e gli effetti che producono, e sono proprio questi ultimi effetti, perfettamente conosciuti dalle varie forze politiche che fanno naufragare qualunque tentativo di dialogo ma solo la ricerca del singolo vantaggio. Ho poca fiducia che nei membri della commissione elettorale prevalga il buon senso sopra le singole motivazioni e che il dialogo venga inteso come metodo di convivenza e non di tentato trionfo di una ideologia.

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  13. Non è certo un caso che l’Italia abbia conosciuto il suo massimo sviluppo socio-economico quando c’era il proporzionale, la più costituzionale di tutte le leggi elettorali partorite dal dopoguerra ad oggi.
    Erano altri tempi, sicuramente, e soprattutto il contesto internazionale era configurato su scenari ben diversi. Più che altro non si doveva fare i conti con la globalizzazione e la generalizzata tendenza la neo-liberismo.
    Tuttavia ritengo che l’unica via per uscire dalla stagnazione sia quella di restituire la voce ai cittadini per consentire la formazione di un Parlamento che rappresenti la reale volontà del popolo sovrano e non quella manipolata dei capi di partito. In altre parole, è necessario tornare alla legge proporzionale, con le preferenze, con la soglia di sbarramento al 5% e senza i capilista bloccati.

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  14. Uno stato che cambia costantemente metodo di elezione dei parlamentari è uno stato senza identità. Un paese sempre alla ricerca di nuove leggi elettorali che favoriscano ora questo ora quel partito è un paese destinato a fallire . Un passato glorioso abbiamo nel tempo civilizzato un mondo di barbari e oggi ci troviamo ad essere quasi ai margini di una civiltà rappresentativa.

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  15. Un eccellente excursus storico politico quello di Lorenzo Romano sulla Legge elettorale. Mi preme dire che io sono controcorrente rispetto a quasi tutte le prese di posizione dei commentatori ed, in un certo senso, anche a me stesso, che ho votato no, contro Renzi, all' ultimo referendum. L' Itallicum mi stava bene e mi sta bene anche oggi. Lorenzo mi dice che solo Einaudi fosse a favore del maggioritario....ebbene ciò mi fa apprezzare maggiormente Luigi Einaudi. Abbiamo dimenticato l'andazzo vergognoso della Proporzionale durante la Prima Repubblica? Abbiamo dimenticato i biasimevoli compromessi fra i Partiti e lo scambio di favori in nome del "do ut des"? Abbiamo dimenticato quanto duravano i governi in considerazione di tutto questo? No, amici, i tempi sono cambiati ed abbiamo bisogno di risposte veloci e di Governi stabili. La legge elettorale, a parer mio, deve garantire la stabilità di governo per cinque anni ed un'opposizione che adempia al proprio ruolo. Dunque, che vada al governo chi abbia ottenuto anche un solo voto in più e con un premio di maggioranza ben consistente. Non possono esistere problemi di derive autoritarie in una Democrazia come la nostra con i suoi contrappesi istituzionali. Facciamo uno sforzo e facciamo prevalere il buon senso a discapito di chi si batte, non per il bene della Repubblica, ma per il momentaneo interesse di partito o di parte. Grazie Lorenzo

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    1. Nino, la tua considerazione la sottoscrivo parola per parola, e questo è stato il motivo di base che mi convinse di votare SI al referendum costituzionale, non certamente come seguace della maggioranza di governo. A mente serena, sgombra da giudizi ed antipatie, a cosa è servita tutta quella inutile propaganda di una probabile deriva autoritaria o addirittura delle disgrazie politiche alle quali potevamo andare incontro? Possibile che pur di fare inutile demagogia si continua a difendere a voce alta il responso del 4 dicembre? Attualmente stiamo ancora discutendo su un Senato eletto con una legge elettorale diversa e di come si possa raggiungere un accordo per riequilibrare la sua elezione rispetto al Parlamento. Qualcuno saprebbe dirmi in cosa abbiamo migliorato con la bocciatura della “riforma”? Possibile che nessuno si accorge che abbiamo creato una situazione, a mio parere, più complicata di prima? Ora, in questo marasma di accuse e controaccuse e di guerra totale, si pretende di fare presto una legge elettorale per andare al voto. A mio parere, coloro che sono stati concordi e coesi a votare NO, dovrebbero essere concordi e coesi a partorire una buona legge, almeno secondo il giudizio espresso con la bocciatura. Ma… scusate in che cosa erano d’accordo per la bocciatura? Come mai questa comunità di intenti si sia sciolta come neve al sole? Tutto ciò, credo che fosse ampiamente prevedibile, ora c’è da sperare che sia il dialogo ed un pizzico di sale in più a prevalere sugli interessi di partito o di movimento. Sarebbe il caso di votare con il proporzionale puro per dare la rappresentanza parlamentare anche alle forze minori per poi procedere alla stesura di una legge elettorale che tenga conto di tutte le espressioni politiche.

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    2. Sono concorde con te, ma in realtà oggi le maggiori forze politiche vogliono il proporzionale per motivazioni che poco hanno a che fare con la democrazia: Berlusconi vuole che FI si sganci da Salvini e Meloni, andare da soli e dopo le elezioni insieme ad Alfano, Casini, i Verdiniani e scelta Civica andare a governare con Renzi. (guardate le posizioni assunte sul Caso Boschi e ora sul caso Consip). I piccoli partiti vogliono garantirsi una presenza autonoma in parlamento, cosa questa impossibile con il maggioritario. A Salvini va bene qualsiasi legge elettorale perché non ha interesse, in questo momento, ad andare a governare gli serve una crescita elettorale e una vittoria alle amministrative. Il PD, vuole un sistema misto nella speranza che riesca a raccogliere tanti collegi e aggiungendo una quota di proporzionale gli consenta di scegliere gli alleati da coinvolgere al governo. Il M5S avrebbe interesse al maggioritario, ma nessuno degli altri partiti lo vuole più proprio perché porterebbe il M5S a palazzo Chigi, allora cerca un accordo per una legge elettorale meno svantaggiosa, e proprio per questo sarebbe opportuno aspettare e fare finanziaria e Fiscal Compact a questo governo per far toccare con mano agli italiani il danno fatto da Renzi

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    3. Nino condivido quasi tutto il tuo commento Io per esempio ho votato SI pur non essendo di SX. Inoltre contrariamente a molti altri commentatori sono per una legge diretta tipo Francia per esempio Tu scegli chi ti deve governare e forse da quello che capisco a gli italiani questa responsabilità non piace preferisce dare sempre la colpa a gli altri

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  16. Il guai dell'Italia è che le leggi elettorali vengono formulate non allo scopo di assicurare la rappresentanza popolare ma a quello di impedire il trionfo dell'avversario. Ecco perché ogni volta che ci rifletto mi viene alla mente l'invettiva di Dante contro la sua Firenze così prodiga di leggi da somigliare all'ammalato che rivoltandosi nel letto spera di alleviare i suoi dolori.

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  17. La legge elettorale è la madre di tutte le questioni politiche, rappresenta un tassello indispensabile per la stabilità politica. Purtroppo il contrasto tra le forze politiche allontana la possibilità di trovare un qualsiasi accordo su una legge elettorale capace di garantire la stabilità del governo a prescindere dalla singola forza o coalizione di forze politiche che vincono le elezioni. Tutto dipende dal senso di responsabilità della maggioranza e della opposizione parlamentare, entrambe hanno il dovere di trovare l'accordo per una ottima legge che armonizza i sistemi elettorali fra Camera e Senato. Sull'argomento l'attenzione deve rimanere viva fino alla definitiva approvazione di una buona legge elettorale con i requisiti di cui abbiamo parlato. Ringrazio tutti per i commenti che hanno integrato il mio pensiero arricchendo l'argomento.

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  18. Evviva la ns bellissima costituzione che da 70 anni c'impone questo ma a noi italiani ci piace questa situazione è sempre colpa dei poteri forti

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  19. Veramente noi avevamo un bel sistema parlamentare con proporzionale e le preferenze e fino a quando non hanno iniziato con il riformismo e si stava nell' immobilismo l'Italia era la 5 potenza industriale del pianeta.

    Lo zio Giulio Andreotti faceva l'equilibrista tra gli Usa che sono sempre stati bombaroli gli arabi e gli equilibri tra poteri interni e tutto funzionava.

    Poi subimmo la prima rivoluzione colorata e siamo finiti in venti anni paese terzomondista governato da marionette.

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  20. Nino Risitano non condivido, governi come dici servono solo alla grande finanza che ordina e trova chi subito esegue.
    In ogni caso un governo che ha la maggioranza fasulla in parlamento ma che non rappresenta neanche 1/4 del paese si sfalda ben presto.
    Non si può governare con il 25% contro un 75%.
    La legge elettorale non risolve problemi politici

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  21. Articolo chiaro e attualissimo. Vorrei iniziare dalla fine “Una legge elettorale duratura rappresenta un ulteriore elemento di stabilità politica.” Ogni stato, ogni democrazia discute, sceglie la legge elettorale per i suoi cittadini. In Italia prevale il per Me e non il per Voi. Cosa ci ritroviamo?Due leggi dichiarate incostituzionali e un Presidente della Repubblica, esperto costituzionalista che aspetta la consulta-Io non sono fare leggi elettorali. So, come cittadina, che non voglio un parlamento precostituito. So che hanno vinto i No al referendum e la posizione espressa da Guido Selene la condivido perfettamente. Vorrei tanto che i candidati non siano scelti tra chi è stato indagato e condannato, tra chi ha usato oscenamente parentopoli, tra quelli che hanno cambiato partito. Quale sistema?il maggioritario dice chiaramente chi ha vinto e ci eviteremmo di sentire che hanno vinto tutti. Il proporzionale prevede un parlamento più variegato ma si presta a inciuci e alleanze fatali. Trovo giusto ciò che dici Aggiustare una legge Mattarellum o Italicum e andare al voto. Il pericolo è che non lo aggiusteranno mai. Grazie Lorenzo e speriamo di poter votare i nostri rappresentanti liberamente.

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