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domenica 24 marzo 2013

CIPRO. QUANDO I PARADISI DIVENTANO INFERNI

cipro
di Fausta Fabri - Fino al 2008 Cipro sembrava essere uno stato in ottima salute: forte crescita e bassa disoccupazione, le finanze a posto. Uno dei più floridi paesi dell’eurozona. E le banche? Nessun controllo, completamente libere: un paradiso per tanti!
Nessuno in quel paese si era mai preoccupato della provenienza dei capitali stranieri che affluivano a fiumi, attirati dai vari istituti dell’isola con alti profitti per gli investitori. Un modo utile, non importa come, per creare buone entrate per lo Stato.
Sembrerebbe proprio di sì, se si è arrivati ad avere a disposizione fino all’850% del PIL per tutte le operazioni riferite a beni e servizi prodotti, comprese le erogazioni di prestiti. Grecia inclusa, con l’investimento di grosse fette di patrimonio in titoli di stato; anche, purtroppo per Cipro, quando qualcuno cominciava già a prevedere una possibile crisi greca.
Quando il diavolo ci mette la coda….!
Così, quando la Grecia è finita sull’orlo della bancarotta, Cipro ha subito una perdita dell’80% degli investimenti fatti, e il governo di Nicosia non è stato in grado di salvare da solo le proprie banche dal disastro. A chi rivolgersi se non alla Russia, quel paese amico, investitore privilegiato che negli ultimi anni, approfittando di tasse molto basse imposte dal paradiso di quell’isola felice, aveva depositato grosse cifre nelle banche cipriote facendo ottimi affari?
Alcune di queste banche, a crisi sopravvenuta, si danno da fare di proprio e “accettano” senza troppi scrupoli 21 miliardi di euro da ricchi russi, nonché grosse cifre non ben precisate da alcuni milionari arabi, tutti soldi sicuramente di dubbia provenienza.
Ma non importa...
Poi c’è l’erogazione ufficiale della Russia, che destina a Cipro un finanziamento di 2,5 miliardi di euro; a cui si aggiunge quello della Cina, altro investitore “amico”, di 1,5 miliardi. Ma questi soldi non sono bastati.
Così Cipro, ob torto collo, si trova costretta a rivolgersi alla troika tanto detestata, diventando in tal modo il quinto paese europeo, dopo Irlanda, Portogallo, Grecia e Spagna, a cui la Commissione europea, la Banca centrale europea e il Fondo monetario internazionale (la troika appunto) avevano elargito “interventi salvataggio”: ora, per Nicosia, 10 miliardi di euro.
La situazione non si risolve, anzi si complica sempre di più. Il rischio per tutti è molto alto!

E l’assalto alle banche, di questi ultimi giorni, da parte dei cittadini timorosi di vedersi prelevare all’improvviso parte dei loro risparmi, o addirittura chiudere le stesse banche, non è del tutto ingiustificato.
Cyprus Popular Bank
La Cyprus Popular Bank, la banca più importante del paese, per arginare le perdite, propone di ridurre a 260 euro al giorno la cifra prelevabile da parte dei correntisti.
L’annuncio di una chiusura è sempre più reale, forse è solo questione di tempo, e le garanzie per i cittadini sono molto vaghe. L’ultimo accordo proposto dal parlamento cipriota riguarda il Piano B, al quale le autorità stanno lavorando per sbloccare, si spera presto, l'intervento di salvataggio europeo.
Si tratta di una tassa, del 15-20-25% (sembrerebbe il 15), sui depositi bancari superiori a 100.000 euro per la banca di Cipro e del 4% per le altre banche, controllo dei capitali e l’istituzione di un fondo di solidarietà, sono fatti salvi i fondi pensione.
Il presidente Anastasiades insieme ai laeders dei partiti è a Bruxelles con i vertici dell’Unione per discuterne.

La Germania non si mostra molto disponibile, a Mosca si sono interrotti i negoziati tra il governo di Nicosia e quello russo, il quale ha rifiutato alle autorità cipriote la richiesta di rinegoziazione di un debito di 2 miliardi e mezzo di euro contratto nel 2011. In tutto questo la Bce è stata chiara: senza un nuovo piano di salvataggio condiviso, garantirà il livello di liquidità di emergenza solo fino a lunedì prossimo. I ministri finanziari dell'Eurogruppo si riuniranno oggi per decidere in fretta sul da farsi.
Una vera corsa contro il tempo dunque.
Intanto continuano gli scontri degli impiegati e dei correntisti con le forze di polizia davanti al Parlamento e al palazzo del Presidente, e un trentina di giovani incappucciati danno fuoco alla bandiera dell’Unione Europea. Una situazione che preoccupa innanzitutto anche noi in Italia... viste le condizioni in cui ci troviamo...!
I grandi della terra preoccupati per altro verso, vedono precipitare nell’inferno uno dei tanti paradisi fiscali in cui hanno sguazzato alla grande.
Una finanza mondiale sempre più ingorda, senza scrupoli, cinica, incurante delle sofferenze che procura imponendo a chi cade in disgrazia, santo o peccatore che sia, pesi che non si possono portare.
Il nostro è un mondo che, su questa strada, quella del profitto come valore primo, se non si aggiusterà la barra al più presto, finirà tutto in bancarotta: senza remissione di peccato per nessuno.

Fausta Fabri  Fausta Fabri
  24 marzo 2013























14 commenti:


  1. ''M''
    Ecco l'unico partito Italiano che per sta decidendo che fare.
    Non è un monolite e quindi sta discutendo al proprio interno.
    Certo la partita è importante,ci sono di mezzo gli interessi di tutti,di tutti loro ovviamente.
    Leggendo e decriptando il CORRIERE DELLA SERA si può capire quanto è complessa e dinamica la vicenda.
    Il giornale di via solferino è la sede storica del partito ''M'', occorre saper leggere tea le righe e tentare di capire qualcosa.
    Noi intanto possiamo serenamente continuare a parlare di ciò che più ci appassiona e ci diverte.
    Possiamo giocare per esempio a far finta che Grillo sia veramente Grillo,che Berlusconi sia Berlusconi e possiamo spingerci a credere che Bersani sia veramente Bersani.
    Non possiamo solo fingere che Monti sia veramente Monti,perxhe'a questo non crederebbe nessuno.
    Può sembrare poco,ma è meglio che niente, in altri tempi ed in altri luoghi,questo poco a gente come noi è stato perfino negato.

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  2. Cari analisti: la vicenda di cipro vi dimostra che delle banche non ci sipuò fidare. Conviene tenere i propri risparmi sotto il materasso o il mattone. Poi non si capisce perchè cipro può fare il paradiso fiscale e la sicilia no! se siamo tutti europa non si capisce queste differenze. propongo di fare la sicilia zona franca per i capitali dei mafiosi, evasori, russi, cinesi. Cosi la sicilia diventa, isola del tesoro. Poi i comunisti di questo blog non illudetevi si andrà alle elezioni e vincerà berlusconi. Ha ragione il sigr. pepe, quello che fa sempre commenti imbarazzanti contro boldrini e a favore di berlusconi. grillo ha ragione chi vota il nano di arcoe, che si accompagna al nano di venezia per sembrare più alto, è colluso. Fans di mussolini, abolizione imu perchè hanno tante case, abusivi, evasori fiscali e bunga,bunga. Tutto questo sommato fa 30 per cento.

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    1. Ma il vero edmont dantes sono io, l'altro è un mistificatore.

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  3. Quando si assume uno pseudonimo bisogna mettere nel conto che qualcuno se ne possa appropriare. A me chi assicura che tra i due dantes quello vero sia il secondo?

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  4. simpatico falso edmond dantes 3, sappi che il furto d'identità è reato. Hai una bella faccia di bronzo! vedo che ti diverti a fare controinformazione come il KGB

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  5. Cari Gianni, Sergio, Fausta… prof. Mazzeo!
    Cari amici, vi chiedo scusa anticipatamente se qualcosa di ciò che scrivo può costituire elemento di turbamento della vostra sensibilità. Ritengo, tuttavia, di commettere un oltraggio peggiore se non riferisco ciò che in questo momento passa freneticamente tra il mio cervello ed il cuore.
    La prima cosa che certamente vi domanderete è come mai io abbia l'ardire di chiamarvi in causa (mi riferisco non solo agli amici citati, ma anche a tutti gli altri assidui sostenitori del blog). Non avrebbe senso, infatti, considerato che io stesso, da un po', non sono molto presente.
    Ma c'è un motivo per tutto ciò. Da un lato ho cercato di limitare le mie compulsività ed esuberanze, che tutti voi mi conoscete e ri-conoscete; dall'altro, quando la mia incontinenza verbale ha tracimato il buon senso ed il garbo, molto opportunamente Gianni - che tengo in questa circostanza a sottolineare che considero il migliore amico che io abbia da più di trent'anni a questa parte - ha ritenuto di mettere di canto alcuni miei scritti.
    Mi sto, allora, interrogando sulla identità di questo meraviglioso giocattolo che Gianni ha avuto il coraggio e l'intelligenza di creare. Ciò che affermo può apparire contraddittorio, ma non lo è se si riesce a penetrare il senso profondo di ciò che dico.
    Ogni cosa, affermava Falcone, in natura (prodotta, o meno, dall'uomo) nasce e tende naturalmente al suo esito. La prospettiva sarebbe desolante se fosse soltanto così. In realtà tra il primo, ed il secondo, ambedue importanti momenti, vi è tutto il resto: la vita.
    E, la vita, tutti sappiamo che implica "necessariamente" il cambiamento. Se una cosa dovesse nascere e pervenire al suo esito senza alcun cambiamento, non avrebbe davvero alcun senso. Mentre, in realtà, tutto ciò che facciamo è tentativo di dare un senso... o no?!
    È allora che mi si pone il quesito sulle identità. Mi era ben chiara al principio di questa impresa; ultimamente lo sta diventando sempre meno.
    Certo. Non possiamo avere la pretesa di risolvere qui le contraddizioni e paradossi che sono intrinseci alla vita medesima, ma quantomeno, se pensiamo di costruire un dialogo, e forse un progetto comune, dobbiamo provarci; quando anche questo significasse spostare solo di un micron la realtà. Sarebbe un risultato spettacolare!
    Quello che, ritengo, non possiamo fare, è il lasciare che il mondo ci "scorra" attorno, come se nulla fosse, o (nell’ultimo testo, non pubblicato, dicevo) argomentare dei massimi sistemi, rischiando, senza nessuna colpa ovviamente, il precipitare nell'autoreferenzialità narcisistica.
    Anonimi, Dantes in più copie, comunque abbastanza garbati, direi, e tutti noi, giriamo come vecchi analisti attorno ai temi con estrema attenzione a cogliere elementi distintivi, particolari e che comunque ci sembra che possano dare nuova luce ai temi che affrontiamo.
    Io, tuttavia, sono abbastanza confuso e scoraggiato.
    Vedo, metaforicamente, attorno a noi, la fine del mondo nel quale abbiamo vissuto. Vedo la rivoluzione. Vedo il rischio di derive autoritarie o piuttosto di risacche anarcoidi. Vedo guerre tra raccomandati e non... vedo in sostanza una pericolosissima, e molto triste, guerra tra poveri!

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  6. Il problema di fondo è che tutti sembrano, è forse hanno anche, ragione. La storia ci insegna. È sempre avvenuto così nei periodi di grandi cambiamenti, che poi, in genere, hanno preceduto fatti drammatici che hanno rivoltato i sistemi, nei vari momenti, esistiti.
    Ci chiamiamo PoliticaPrima; e proprio per questo non dovremmo atteggiarci a simil-giornalisti… certo. Ma è altrettanto certo che non possiamo neanche atteggiarci (o, peggio: essere) dei "ragionatori". In questo momento non servirebbe ad alcuno; e certamente, men che meno, a noi stessi.
    Un governo regionale che, in quattro e quattr’otto, licenzia due socialmente autorevolissimi assessori. Secondo me (ma conta poco) ben facendo. Ma appare ovvio chiedersi come mai, solo qualche mese fa, siamo stati associati al governo, presentandoli come punte di diamante del medesimo. Era una sceneggiata allora, o adesso una decisione intempestiva?!
    Le imprese private e le pubbliche istituzioni che licenziano senza più alcun limite... ed i giovani e meno giovani, spesso padri di famiglia, reciprocamente si attaccano, singolarmente o a drappelli, come iene. Ed è giusto: si tratta del lavoro. E, come al sud usiamo dire spesso, il lavoro è la vita medesima!
    In streaming o su Twitter, Bersani tenta disperatamente di fare un governo; Berlusconi, di salvare il salvabile. Monti di non precipitare appresso alle sciocchezze invereconde commesse sulla vicenda dei marò. I grillini, in maniera spesso oltraggiosa e impudica, esprimono comunque, se non tutta, almeno una parte della verità.
    È ovvio che noi non possiamo avere un ruolo in tutto questo. O forse, come dicevo sopra, anche per un micron, possiamo? E questa la domanda attorno alla quale ruota il mio interrogativo sulla nostra identità. Tutto ciò di cui stiamo parlando è politica; e, come dicevo, noi ci chiamiamo PoliticaPrima...
    Dobbiamo cambiare atteggiamento allora? Forse ciò è veramente impossibile.
    Allora è possibile che sia venuto il momento di cambiare nome?
    Comunque ammetto pubblicamente di avere una grande sciocchezza quando Gianni sosteneva che si cominciava a sentire forte il vento del cambiamento, ed io sostenevo che fosse un refolo!
    Hai ragione tu, Gianni: il vento del cambiamento si avverte, e come! Ma forse, un po', ti sbagliavi anche tu. Infatti, non è un refolo ma neanche un vento... è la nera, plumbea, acre e greve, avvisaglia, di un tornado.

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  7. Benvenuto sia il tornado che ci possa liberare da tutte quelle storture che limitano i bisogni e le gioie della vita. Il vento del cambiamento, in considerazione delle nostre limitate capacità economiche e dei vigenti controlli cui siamo sottoposti da parte di organismi internazionali, non credo che presto arriverà con la potenza che lo caratterizza. Arriverà, ma con una modesta forza senza nulla distruggere. Per spazzare via tutto il marcio che ci circonda, dobbiamo avere il coraggio di autodeterminarci sul nostro destino, liberarci dai lacci che ci tengono avviluppati e non ci consentono di assaporare il gusto della libertà.

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  8. Sì, il mondo sta cambiando, ma è normale: da un tempo si passa ad un altro.
    Il problema è, se non ho mal capito, come ci si possa ritrovare, appagati, in questo giocattolo di PoliticaPrima, nella comprensione e nell’uso delle cose che appaiono nuove. Simil-giornalisti, ragionatori?
    E il progetto? Su tutto, la vita!
    Per riprendere daccapo il filo, per rendere raggiungibili, alla mano, tutte le novità sconvolgenti di questo oggi, ancora così fresco.
    E sì, il 2012 è stato segnato dalle profezie, come l’inizio di cambiamenti epocali: verso un rinnovamento di modo e di senso dell’esserci, inizio di un risciacquare i panni nei mille fiumi del mondo.
    I grillini ne sono, in casa nostra, l’immagine più chiara, eppure… tanto difficile da capire.
    Bersani negli incontri avuti con loro, ha portato avanti un discorso franco, onesto, ma vecchio; ascoltato con benevolenza e riguardo da questi giovani rivoluzionari, ma respinto con pacata fermezza, tutto in streaming, l’inizio di una rivoluzione.
    Un no deciso, perché per loro progetto e vita non sono distinti, sono un’unica determinazione.
    Da qui quello “appagamento” così leggibile nelle espressioni dei visi, nell’uso attento di poche parole, nell’allineamento, ordinati, d’accordo in ogni cosa, virtuosi e disciplinati, sicuri del successo. E lo avranno.
    E’ un fatto di età? Siamo noi fuori del tempo? No, non è questo, Dario Fò ne è la testimonianza.
    E’ che ogni cambiamento di pelle è doloroso. Lo sa bene il biblico serpente!
    Dunque, che fare? Quali “adeguamenti”?
    Per me è difficile dare una risposta, essendo, tra l’altro, l’ultima arrivata.
    Vivo anche il disagio di non conoscervi. Ci incontriamo qui, vedo i vostri volti nella galleria di foto di facebook; ritrosa, pure, ad uscire dal guscio della mia pesante timidezza (causa, spesso, dei miei possibili "incidenti di percorso"); nella difficoltà di fare un passo oltre il recinto delle mie abituali frequentazioni, al riparo.
    Davanti a questo schermo, quasi sempre col naso in aria, affascinata dal sacro giocattolo, nella percezione dello sguardo attento del grande assente di queste pagine: divino pensiero e che oggi appare, voce tuonante di un dio!
    E ci interroga: refolo o vento?
    E io tremo!

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  9. ah ah... il commento più intelligente e spiritoso che potessi attendere!

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  10. Cara Fausta, ottimo articolo. L'argomento meritava attenzione.
    Mi scuso se solo ora posso inserire un personale piccolo commento, ma non so per quale motivo tecnico in questi giorni non sono riuscito ad accedere per la risposta.
    Ho subito pensato che il problema Cipro non fosse cosa di piccola dimensione. Il problema Cipro, infatti, è il vero maggiore incubo che i vertici Eurozona tengono disperatamente a nascondere e sottacere: Il fallimento delle banche (tutte in profondo rosso) trascinerebbe dietro all'istante il fallimento dello stato.
    Oggi si sa che, ancora una volta, dietro la riuscita del salvataggio finanziario di Cipro c'è il nostro SuperMario Draghi. Almeno di questo possiamo essere contenti. Anche perchè dimostra che SuperMario ce n'è uno solo (Draghi), due invece erano troppi per essere vero. Il 2° (Monti) si è sgonfiato da solo come un grande palloncino.
    Questa mattina apprendiamo che da oggi anche la Slovenia denuncia una crisi sul modello cipriota.
    L'Italia, per il momento, riesce a tenere lontana da sè questa tempesta. Ma sappiamo che Draghi pressa le banche italiane, in apparenza le più solide in europama in realtà anche loro tutte in rosso, ad aumentare il proprio patrimonio sociale (incrementandolo con aumenti di capitale e storno egli utili) al fine di fronteggiare l'aumento spaventevole delle "sofferenze" (cioè i mutui e i prestiti non restituiti).
    In questi frangenti, assistiamo al fenomeno Grillo nel Parlamento e nella politica italiana. Non so se si tratta di vento forte, di refolo o di tornado. Credo che sia comunque una forte novità, inedita e imprevedibile in queste dimensioni. E le novità vanno attenzionate con serietà, anche perchè se fallisce la novità M5S (che mi sembra voglia soluzioni, non governare) , l'eventuale dopo-flop Grillo sarebbe un incontrollabile ribellismo anarcoide dei cittadini, della serie tutti contro tutti, ricchi contro poveri, poveri contro poveri, cittadini contro istituzioni, e chissà cos'altro ancora.
    Siamo al 90° minuto. Abbiamo a disposizione soltanto qualche minuto ancora di gioco. Con un grande impegno di tutti possiamo farcela.

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    1. Grazie per l'attenzione. Annoto con cura le tue considerazioni, e rifletto: c'è molto di cui preoccuparsi....!
      I grillini? Difficile smontare il M5S,così determinato e coeso! Ha una fede laica "originale", senza macchia: profeti!
      Piuttosto, speriamo di giocare bene davvero questi pochi minuti che ancora restano. Che farà Napolitano? Ora la palla è a lui...!

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  11. Una buona Pasqua a tutti gli amici di PoliticaPrima!

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