Elenco pagine statiche

sabato 24 dicembre 2011

Cittadinanza. Un brusio dalla città giunge al palazzo

Aula-e-bambinidi Salvo Geraci - Era ora. Anche a Palermo, seppur lentamente, qualcosa sta cambiando. Perfino la sindacatura attuale, per quanto maldestra, riesce a produrre qualcosa verso la sua conclusione. Certo; c'è voluta l'iniziativa di due volenterosi consiglieri, e - nel nostro piccolo - anche il sostegno di questo blog.
Stiamo parlando ovviamente dell'iniziativa per l'istituzione, a Palermo, di un registro per la cittadinanza morale dei cittadini extracomunitari nati nel patrio territorio.
Una legge italiana infatti riconosce la cittadinanza non a chi sia nato in un determinato territorio, jus loci, ma bensì per essere figlio di cittadini di quel territorio, jus sanguinis.
Per effetto, dunque, di una norma creata in un momento nel quale il problema presentava aspetti diversi, gli extracomunitari non possono godere dei privilegi derivanti dal possesso della cittadinanza oltre che dal prestigio che molti di essi avvertono come particolarmente gratificante.

Adesso occorre sperare, da un canto, che questo provvedimento abbia corso: che il Sindaco cioè si faccia parte diligente per applicare la deliberazione, e che non si trovi per strada qualche "benpensante" (o invidioso?) che riterrà di dover fare qualche appunto a qualche aspetto del meccanismo, magari sperando di bloccarlo. E, da un altro canto, sperare ancora che, dopo un'iniziativa di tanto rilievo da parte dell'amministrazione comunale di Palermo, dagli organi competenti per materia o per territorio, venga effettivamente dato l'avvio ad una legge che non si limiti a prendere in considerazione solo la cittadinanza morale, ma piuttosto anche quella legale.
Speriamo davvero che dalla cittadinanza, dai consiglieri, dai bloggers, e da chiunque altro abbia spirito creativo, concretezza, fantasia e competenza, vengano portate avanti altre iniziative che concorrano a determinare per la città di Palermo uno spettro di prospettive adeguato ad una città europea che si presenta alle soglie del terzo millennio.

Ci stiamo avviando sempre di più verso una società multietnica e multiculturale, probabilmente anche multireligiosa. E ciò definitivamente. Ma non dobbiamo considerarlo una diminuzione, un attentato alla nostra cultura ed alle nostre tradizioni; dobbiamo considerarlo piuttosto come un arricchimento, come un'ulteriore possibilità. D'altronde la legge dell'evoluzione medesima ci insegna che dalla diversità nasce il nuovo.
E questa nostra società, tutta, non soltanto quella palermitana, ha assolutamente bisogno del nuovo in tutti gli ambiti. Quello sociale, culturale, antropologico, economico e via dicendo. Occorre un rimescolamento generale dal quale nascano nuove categorie e tra queste vengano fuori, per un meccanismo filogenetico, le categorie vincenti, quali che esse siano.

Infatti ciò che ha fatto finora l'evoluzione, può dirsi che è stato ben fatto; e allora affidiamoci ancora una volta a quella strana mistura di destino, caso, fatalità e forse ragionamento-certamente una qualche forma di razionalità che ci ha portati dalle profondità del tempo sino ad oggi, dall'uomo di Neanderthal all'homo sapiens, passando attraverso l'homo erectus. A ben pensarci quanta sapienza appare esserci in un criterio che, d'acchito, sembrerebbe quanto di più casuale l'uomo possa immaginare!

Salvo Geraci
23 dicembre 2011

4 commenti:

  1. Un segnale, un modestissimo segnale senza costi e di grande umanità. Tanti registri dovrebbero istituire, ma la burocrazia è più lenta della voglia di fare.
    Un modestissimo segnale importantissimo, un primo passo verso la CIVILTA'.
    Mancano forse le risorse per le spese di cancelleria, li compriamo noi che ne dite, invadiamo il comune di registri.
    Meditate gente, meditate.
    GIUSEPPE A.

    RispondiElimina
  2. A me capita spesso ,e credo a tanti amici di questo blog,di incontrare qualcuno , che immancabilmente ,ti chiede: '' COMU FINI' ,POLITICA UNNI FAI CHIU',T'ARRITIRASTI ? '' .
    A questi conoscenti vorrei dare risposte articolate e complesse, ma invece non lo faccio ,perche' me ne manca la voglia,e seplicemente rispondo : '' SI MARRITIRAVU ''.
    Ma invece no ,io e tanti amici di questo blog ,non abbiamo mai smesso di far politica,altri hanno smesso ,ammesso che abbiano mai cominciato.
    Abbiamo dato una testimonianza autentica ,di cosa vuol dire fare politica con la P. maiuscola ,anche nella vicenda trattata da Salvo Geraci ,infatti cio' che e' accaduto , e' il frutto dell'azione politica di POLITICAPRIMA ,che ha voluto tutto cio' , ed ha saputo impegnare le coscienze di chi ha poi tradotto in fatti concreti una nostra posizione .

    RispondiElimina
  3. Un primo passo importantissimo, con la speranza che non sia l'unico, perché la cittadinanza morale può sicuramente dare più dignità a questi fratelli che vivono con noi ma che non sono considerati come noi.
    Si, e' triste questa storia, capisco che la legge che vige (jus sanguinis) sia nata da motivazioni specifiche che forse al tempo della sua creazione poteva avere dei fondamenti accettabili, oggi e' da considerare inopportuna e non adeguata alla nostra era attuale, che come dice il mio amico Salvo Geraci, e' innegabilmente multietnica, mutirazziale, ed anche multireligiosa.
    Dobbiamo trarre spunto da questo primo passo per creare le condizioni per la nascita della legge che in futuro possa dare pari dignità a questi nostri fratelli che condividono con noi una terra che amano come noi.

    RispondiElimina
  4. ogni tanto ci guardiamo attorno e ci chiediamo perche' ci piace tanto l'aria che si respira in altre citta' italiane ed europee.

    Una delle cose che mi piace di Amsterdam, per esempio, e' la sensazione di intregrazione di tutti i popoli della terra, di ogni colore, di ogni religione.
    Nei musei vedi migliaia di persone vestite secondo i propri costumi e gli operatori culturali addetti alla gestione dei musei sono di tutte le etnie.
    A Parigi si entra in strade e vie dove si respira un'aria cosmopilita.
    Barcellona idem.
    Non parliamo dell'America. dove non esiste una etnia americana nativa che fu' devastata dall'arivo dei colonizzatori.
    Nei paesi sottosviluppati questo non si accetta.
    La purezza della propria ignoranza non va intaccata.
    Preferiamo restare chiusi;la paura che cambi il panorama umano che ci circonda ci fa commettere le peggiori nefandezze.
    Tutto cio' che dovrebbe essere naturale ed automatico richiede l'eroismo di due consiglieri, di un sindaco che non si vede piu' in giro.
    Francamente mi disgusta l'assenza di un pensiero sano, laico, aperto.
    Il liberalismo lo si applica alle cose, ai mercati, alla finanza.
    Le persone devono essere allontanate dallo scambio perche sono portatrici di idee di storia, di pensiero.
    Vanno schiacciate per principio e invitate a non disturbare il manovratore.
    "ehi, negro, spostati, lasciami lavorare, non toccare la mercanzia"

    RispondiElimina