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domenica 14 maggio 2023

MELONI INDIETRO TUTTA

di Giovanni Caianiello - Bisogna ammetterlo, la Meloni, era stata molto brava o almeno, lo sono stati quelli che le hanno consigliato di restare fuori dall’oscena ammucchiata del governo dell’assembramento di tal Mario Draghi, per un anno e mezzo incensato come il nuovo profeta, una specie Churchill, Ghandi e De Gaulle messi assieme, oggi scomparso dalla memoria dei media.
Probabilmente i giusti consigli le sono arrivati dalla lobby mondialista Aspen, quella fondata dai banchieri Rockefeller, della quale è entrata a far parte agli inizi del 2021 e che l’avrebbe lanciata di corsa verso la Presidenza del Consiglio, alla faccia del sovranismo, patriottismo e prima gli italiani.

Ma si sa, la gente ha l’abitudine di fermarsi alle apparenze e affibbia alla Meloni il premio di coerente dell’anno, per essere apparentemente rimasta fuori del governissimo del “vile affarista”, come lo definiva Cossiga, almeno fino al suo trionfale arrivo a Palazzo Chigi, dove Alice nel paese delle meraviglie, con il verde gran coniglio e lo scappellaio azzurro, a distanza di mesi ancora faticano ad ambientarsi.

Nella migliore delle ipotesi, non erano pronti, nella peggiore vanno alla ventura 'ndò coio coio,

Eppure, in campagna elettorale di “buoni” propositi e dichiarazioni dopo la vittoria alle Politiche, ne avevano sbandierati a decine e decine.

Ma già alla partenza dai box le prime falle del governo vengono a galla, tra grossolani errori, ritardi e scelte incomprensibili sulla legge di bilancio più volte rivista e corretta, nonostante fosse già sul tavolo e condivisa dall’Europa, in continuità con quella del predecessore Draghi, quello al quale la patriota si “opponeva”… Si opponeva?

Poi inizia la saga dei clamorosi dietrofront.

Via le tasse dai pagamenti elettronici. Una battaglia personale di Giorgia sorella d’Italia. Via le tasse, si…. anzi forse, No, meglio di no, i banchieri non vogliono.
Addio persino all’abolizione della sanzione per i commercianti che si oppongono al pagamento via POS, che ad oggi lascia in vigore la sanzione da 30 euro, aumentata del 4% del valore della transazione. Dietrofront.

Via libera ai condoni, scudi fiscali e penali. Vabbè troppo complicato, facciamolo solo per i ricconi che contano. Dietrofront. La gente è scontenta? Allora facciamo invece una legge contro i Rave.

L’agguerrita difesa di super Giorgia in piazza del Superbonus 110 sbandierata nelle piazze e in Tv appena una settimana prima delle urne.
Dopo? Cancelliamo, cancelliamo perché è già costato 40 miliardi. Una balla colossale subito smentita dai fatti, conti e dalla matematica.
Se lo ricordano bene le aziende e cittadini con i lavori in itinere, ma soprattutto se lo ricorda il PIL nazionale cresciuto di ben 6.7 punti percentuale, con un impegno di 42 miliardi, lo Stato ha avuto un ritorno nelle casse dell’erario di ben 143 miliardi. E se lo ricordano anche le migliaia di lavoratori che aveva trovato finalmente un impiego.
Incomprensibile dietrofront.

Accise sui carburanti, tuoni e fulmini contro governi e partiti avversari, additati come assoluti responsabili di quegli iniqui balzelli. Lei, la statista della Garbatella, ci ha pure fatto una sceneggiata in video da oscar degna di Hollywood! Quindi, poi le ha cancellate? Ma manco per niente. Dietrofront.

Opzione Donna, la priorità assoluta di Giorgia, la madre.

Priorità? Infatti, addio anche al rinnovo di della quota previdenziale per le lavoratrici che permettevano a oltre 20 mila lavoratrici di avere accesso alla pensione. Adesso chi vuole farlo, dovrà accettare un assegno ridotto del 30%.

Dietrofront, ma non solo anche la beffa!

Basta con le ONG ed i migranti, il numero dei salvataggi va limitato per fermare l’immigrazione. Gli sbarchi? Sono quadruplicati. Altro dietrofront.

Ma per la Giorgia nazional popolare ci sono altre priorità. Evidentemente, è stata chiamata a rispondere alla benevolenza delle dei tecnocrati europei, quelli della grande finanza, delle lobby delle armi, comprese quelle d’oltreoceano e non ultima all’inquilino della Casa Bianca. Condizione assoluta per continuare a conservare il potere, con buona pace del buon governo, degli interessi nazionali e dello sbandierato sovranismo. Una marcia indietro su tutta la linea compresi gli strilli in parlamento pro Russia, contro le sanzioni che “danneggiano l’economia e gli imprenditori italiani”. Parole sue.

Servono soldi, tanti soldi. Servono per sostenere lo Zio Sam ed i reali inglesi nella guerra degli Usa contro la Russia in Ucraina, con buona pace dei bisogni e necessità dei cittadini italiani.

Adesso la priorità non è più il benessere degli italiani e del paese, ma comprare armamenti che servono per fare ammazzare uomini donne e bambini ogni giorno in un paese che non è partener né dell’Europa, né della Nato, in una guerra che non ci riguarda. E dove prendere quei soldi? Dai ricchi, grandi aziende e multinazionali?

No quella è gente che conta e non si tocca, meglio dalle tasche degli italiani, dalle loro pensioni e stipendi e togliendoli da quel poco che hanno, anche dai poveri.
Presto fatto!
Passo dopo passo, la madre cristiana, ha finito con smontatore il reddito di cittadinanza, sgretolando pezzo per pezzo le poche entrate per gli indigenti, senza però chiarire cosa intende fare per assistere le persone che inevitabilmente si troveranno in grave difficoltà. Quelli che fino ad adesso con il RdC ci hanno pagato l’affitto e messo la pentola sul gas per dare da mangiare ai bambini.

Peccato solo che ci siano milioni di persone in gioco, ma questo evidentemente poco gli importa. D’altronde, si sa, la politica è una cosa seria, ma il cinismo lo è anche di più! Grande madre cristiana.

È di questi giorni, l’annuncio dell’ISTAT sulla denatalità. Per la prima volta dall’Unità d’Italia, le nascite sono scese sotto la soglia delle 400 mila unità, tanto che si calcola che tra 10 anni avremo già un milione e mezzo in meno di italiani in questo paese.

Ma c’è chi continua a sostenere che la priorità per gli italiani, è spendere soldi per acquistare armi per una guerra che non ci riguarda, anziché investire nel futuro dei giovani, che passa solo attraverso un lavoro stabile, elemento indispensabile per creare una famiglia e pensare di avere dei figli.

Una priorità non sentita da questo governo, che conferma invece il cinico no anche al salario minimo, sì al lavoro precario, voucher e licenziamenti facili. Praticamente un’apoteosi per le grandi aziende e multinazionali e la negazione assoluta della famiglia.

Giovanni Caianiello

14 Maggio 2023

8 commenti:

  1. Il top di Meloni e' stata l'udienza da Papa Francesco .... di bianco vestita .... uno sgarbo ignobile.

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  2. Che coraggio. Avete Draghi sostenuto con 55 fiducie e 125 leggi e parlate del Presidente Meloni...!

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  3. Peggio di loro due cosa potrebbe capitarci???

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  4. Guarda chi ci sono in questa foto di copertina, quelli che tolgono ai poveri per dare ai ladri, povera Italia!

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  5. Drago ha lasciato in eredità una "promettente" allieva.👹

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  6. Ma questo signore continua a lavorare sotto sotto: vedi Di Maio…

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  7. Le sono rimaste ancora balle da raccontare al popolo ko glio ne, ma anche i ko glio ni hanno delle esigenze come mangiare e avere un tetto sopra la testa e un lavoro e prima o poi...... la fame raggiungerà pure il suo elettorato ignorante.

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  8. Mattarella e Draghi hanno gravi responsabilità.. per avere permesso a certi personaggi di occupare il palazzo. Vergogna

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