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venerdì 17 marzo 2023

UN PIANTO A DIROTTO

di Torquato Cardilli - Fino a ieri l’altro gran parte del popolo italiano riteneva che il Ministro dell’Interno fosse un vero “pianto a dosi” per ogni dichiarazione imprudente, per ogni omissione, per ogni atteggiamento inopportuno nella triste, anzi tragica, vicenda del naufragio di Cutro.Oggi, dopo quanto accaduto a Napoli, lo stesso Ministro fa piangere non più a dosi, ma a dirotto. E
con lui tutta la catena di comando Sottosegretario, Capo della polizia, Prefetto, Questore,
Commissario che non hanno saputo gestire una polizia, sempre pronta a manganellare gli studenti
inermi, i pastori sardi, i disoccupati in corteo, ma del tutto impreparata a fronteggiare un evento, del
tutto prevedibile, nel quale come al solito, si sono inseriti delinquenti vandali di professione.

Aver consentito ad una falange di tedeschi, armati di bastoni, sfilare in parata sul lungomare per
poi entrare nel cuore di Napoli, dove erano mimetizzati pure gli hooligans locali, è stato un errore
clamoroso, come se i garanti dell’ordine pubblico avessero già alzato bandiera bianca.
Non è servita a nulla l’esperienza della figuraccia internazionale durante il sacco di Genova per il
G8 del 2001 (ministro di destra Scajola).

Ci sono stati altri episodi di pessima gestione dell’ordine pubblico durante la devastazione di Roma
nel 2015 ad opera dei teppisti turchi del Galasataray o l’anno successivo degli olandesi al seguito
del Feyenoord (ministro di destra Alfano).
Allora l’onnipresente verboso a vuoto, quello per intenderci “degli oneri e onori” (giaculatoria
ripetuta in continuazione, come quella dell’attuale Presidente del Consiglio sui “360 gradi”) urlava
che il Ministro dell’Interno, il Prefetto e il Capo della polizia dovessero dimettersi per manifesta
incapacità.
E ora? Sembra sia stato colto da momentanea paralisi ai neuroni e alla lingua.

Torquato Cardilli

17 Marzo 2023

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