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lunedì 8 ottobre 2018

RC AUTO – ASSICURATI E GABBATI

Salasso RCAdi Maurizio Alesi - Per una famiglia media monoreddito il rinnovo della polizza Rc auto pesa come un macigno. Per chi possiede un secondo veicolo e/o una moto da assicurare, diventano cifre folli.
Se ti assicuri per la prima volta ti spediscono dritto alla classe di merito 14 (la più alta) e la più onerosa. Nel caso di un contratto stipulato nella forma “bonus/malus” scaduto da più di tre mesi, vai dritto alla classe 18 e sono dolori. C’era un tempo in cui assicurarsi era facoltativo e ognuno poteva decidere di provvedere personalmente al risarcimento, in caso di danni causati a terzi con la propria auto. La legge n. 990/69 ha introdotto l’obbligo per la responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore e dei natanti. Difficile pensare che non sia stata scritta dalle lobby delle assicurazioni, da sempre ben rappresentate in Parlamento.

Va sottolineato innanzitutto che la stragrande maggioranza degli automobilisti continua a pagare polizze salatissime, pur non avendo mai causato un incidente e non avendo fatto sborsare un solo euro alla propria compagnia. Ma non è questo l’aspetto dirimente. Quello che fa ribollire il sangue è lo strapotere di chi stabilisce le regole del Codice delle Assicurazioni private, sostenute dalle leggi dello Stato, alcune delle quali configurano, se non una truffa, certamente un’appropriazione indebita. Vediamo perché. Tutti sappiamo come funziona una polizza vita. Il contraente si impegna a versare un premio e la compagnia provvede a corrispondere al beneficiario del contratto un capitale oppure una rendita, comprensivi degli interessi maturati. Queste polizze sono assimilate ad una pensione integrativa, un vitalizio legato al premio accumulato nel corso degli anni che verrà restituito al momento del bisogno in base a quanto previsto dagli accordi sottoscritti. In caso di morte saranno gli eredi ad incassare il capitale. Facciamo un altro esempio.

Se assicuriamo il nostro appartamento contro incendio e furto, quando ciò dovesse accadere, verremmo risarciti senza subire oneri aggiuntivi o maggiorazioni del premio. Sono regole elementari, di buon senso che valgono in tutti i settori tranne che in quello delle compagnie che si occupano di Rc auto dove vige l’autarchia, il raggiro e l’immoralità ai danni del cittadino costretto a subire impotente ogni sorta di prepotenza. La condotta di queste compagnie rasenta profili di illegittimità che sarebbe interessante sottoporre al vaglio dell’autorità giudiziaria competente. Vediamo perché.

1519813747541.jpg--Ogni anno i possessori di un veicolo a motore pagano un salatissimo premio assicurativo che varia dal tipo di mezzo, dalla classe di merito cui è iscritto, dall'età dell’assicurato. Resta da chiedersi a che titolo paghiamo questo balzello. La ratio vorrebbe che, se versiamo un premio ad una compagnia lo facciamo perché, in caso di incidenti, ad indennizzare il danneggiato sia quest’ultima utilizzando i nostri soldi che, negli anni, ha percepito a fondo perduto. Ma le cose non stanno così e ogni volta che ci si imbatte in un sinistro ci applicano delle penali facendoci salire di due classi di merito verso l’alto. Se un automobilista si trovava, ad esempio, in classe di merito 5 basta un lieve tamponamento con un'altra macchina per passare alla classe di merito 7 e restarci per tre anni con conseguente aumento del premio.

img_20170612_183218Per un giovane neopatentato un banale incidente può portare ad aumenti anche superiori al 200% sull'ultimo premio versato. Se per caso si fanno 2 incidenti nello stesso anno, la formula da applicare sarà (2×3) – 1 che fa 5. Cioè l’assicurato schizza di 5 classi più in alto con relativa ulteriore lievitazione di prezzo da addebitarsi sul prossimo rinnovo. Ogni assicurazione, inoltre, è libera di stabilire i prezzi che vuole per ogni singola classe anche se si tratta sempre di somme rilevanti per qualunque compagnia. Molti automobilisti, in caso di incidenti non molto gravi, nonostante siano coperti da una polizza proprio per coprirsi dai rischi di incidenti, trovano addirittura più conveniente mettere mano al portafoglio e pagare di tasca propria per evitare l’aumento applicato dagli aguzzini, che sarebbe superiore al danno provocato.

Anche se per tanti anni ci si è comportati da automobilisti modelli, basterà un lieve tamponamento per salire di due classi e subire il relativo aumento. Per arrivare all'agognata classe di merito più vantaggiosa occorrono tanti anni, ma per perderla basta un attimo di distrazione. Praticamente ci costringono a pagare senza voler correre nessun rischio d’impresa: vogliono i nostri soldi e quando escono un euro, se lo riprendono attraverso l’aumento del premio. In sostanza i danni continuiamo a pagarceli noi (per intero o in parte). Si aggiunga che la compagnia può decidere unilateralmente di non rinnovare il contratto ad un proprio assicurato, quando ritiene che questo non sia più conveniente.

C’è poi la farsa degli sconti per chi non provoca incidenti, che è solo un’altra beffa poiché lo sconto promesso viene annullato dall'aumento costante delle tariffe. Come se non bastasse, la Corte di giustizia Unione Europea, con sentenza 04/09/2018 n°C-80/17 ha stabilito che la stipulazione di un contratto di assicurazione della responsabilità civile, è obbligatoria a prescindere dal fatto che un veicolo stazioni su un terreno privato, perché il proprietario non intende più guidarlo. Continuiamo a subire una vera e propria tirannia delle assicurazioni nel silenzio delle istituzioni, dell’IVASS l’istituto di vigilanza sulle assicurazioni, delle associazioni pro consumatori molto agguerriti in altri campi e stranamente muti in questo settore.

Se all'assicurato si impone di pagarsi i danni e a subire aumenti ingiustificati in caso di sinistri, pagando una salatissima polizza assicurativa, qualcuno dovrebbe spiegare per quale ragione dobbiamo pagare il “pizzo” a questi truffaldini. Se le cose stanno così tanto vale abolire l’obbligo di assicurarsi. Almeno pagheremo solo in caso di incidenti (come di fatto facciamo anche adesso), risparmiando migliaia di euro se manteniamo una guida disciplinata. Per queste ragioni ho pensato di sollecitare un’iniziativa parlamentare per tentare di porre fine a questa insopportabile mangiatoia.

Maurizio Alesi
08 Ottobre 2018

6 commenti:

  1. Quello che denuncia Maurizio Alesi, è l'ennesima dimostrazione del marciume e la collusione che da anni impregna i partiti ed i suoi governi di destra e sinistra. Quelle delle Assicurazioni è una delle lobby più potenti del paese, senza dimenticare che direttanente ed indirettamente, tramite istituti di credito, posseggono quote rilevanti della banca ormai privata cosiddetta "d'Italia". È lampante come siano riuscite a farsi fare leggi e leggine che vanno ben oltre la truffa e la vessazione, per ingrassare il loro patrimonio, grazie alla complicità dei soliti partiti di sempre, naturalmente ai danni dei cittadini. E dire, che in giro c'è ancora tanta gente che li difende. Masochisti!

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  2. Sono certo che il nuovo governo e laggioranza faranno in fretta una legge che metterà a posto le cose. Se poi voi dall'interno pressate e fate presnte tutto questo schifo tutto sarà più facile e veloce. Per fortuna le cose sono cambiate non ci sono più i farabbutti di prima e il tema da lei sollevato è un ottima caryina di tornasole per evidenziare le differenze. Grazie per l'articolo.

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    1. Ho già inviato al Gruppo parlamentare M5S la proposta di revisione della normativa vigente in tema di Rc Auto. Mi auguro venga presa in considerazione.

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  3. Doveva mandarlo anche anzi specialmente all lega. Mi sembrano più attendibili. cmq ha fatto bene.

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    1. Lo farò immediatamente. Al di là della maggiore o minore attendibilità in quanto anche la Lega è una componente importante di questo governo.

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  4. Ottimo artico dobbiamo ammettere che il buon bersani qualcosa ha fatto.Speriamo che le europee mettano a posto le cose. Occorre un governo forte a guida salvini con un grillino vice. All'economia Savona e anche se brave persone Conte ,Tria E toninelli vadano a fare un altro lavoro.

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