Elenco pagine statiche

giovedì 15 ottobre 2015

Donne e violenza. L'anima non me la toccano...

Uguaglianzadi Gisa Siniscalchi - Donne... sfruttate, vilipese, picchiate, uccise. Un problema che nell'Italia del 21esimo secolo, e non solo, ancora esiste, e la cui soluzione è di là da venire. 
La donna è considerata subalterna all'uomo; è così da secoli. Anche la chiesa cattolica o cristiana in genere (fa eccezione la chiesa Valdese), ha contribuito non poco a diffondere questo messaggio di inferiorità che tuttora persiste nell'immaginario maschile, in ogni ambito, sia casalingo, lavorativo e anche di rappresentanza politica.
Non si è mai visto un sacerdote donna, come mai c'è stata una donna capo di stato. Si contano sulle dita di una mano le donne manager. La rappresentanza femminile in politica è sempre stata minima, anche se, ora, con le cosiddette "quote rosa", una definizione già di per se discriminante, qualche presenza in più c'è.
invito_22novembre2012Vivere in un contesto culturale maschilista, rende anche difficile denunciare la violenza, specie quella tra le mura di casa, che non viene percepita come un crimine, poiché spesso le vittime sono economicamente dipendenti dal violento, e in più, c'è la percezione che le risposte delle istituzioni non siano appropriate e non tutelino adeguatamente le donne vittime di soprusi. Percezione molto diffusa, anche a causa di certi processi per violenza, in cui la vittima diventava colpevole, anche solo perché indossava una minigonna, come se questo fatto giustificasse il violentatore, quasi a dire... te la sei cercata.
Negli anni, anche per i richiami e le sollecitazioni del Consiglio europeo per i diritti umani, il problema della violenza sulle donne è stato affrontato dalla politica nazionale. Adesso il quadro normativo contribuisce a rendere meno grave la condizione della donna vittima di abusi, ma l'applicazione e i limiti imposti possono rendere inefficace le previsioni di legge. Si potrebbe e si deve fare meglio.
no-violenza-donneAnche le forze dell'ordine hanno i loro limiti. Diffidare, vietare il contatto tra vittima e stalker, a volte non basta; ci si può muovere solo se avviene un delitto... ed è troppo tardi... dopo resta solo un corpo in un sacco e il pianto dei parenti.
È un bollettino di guerra quasi quotidiano, una guerra che si combatte spesso e volentieri tra le mura di casa, lontano dagli occhi degli altri, e a volte, è la vittima stessa che tende a nascondere ciò che succede nel suo mondo privato, per paura o per vergogna.
Oltre la violenza, pura e semplice, esiste una discriminazione, che abbraccia il mondo femminile nella sua interezza.
Cosa la differenzia nell'immaginario maschile? Certo la donna ha capacità che non sono dell'uomo, è preposta a dare la vita, dovrebbe essere un valore aggiunto, invece a volte diventa un discrimine. Nella vita lavorativa ad esempio, è prassi che tra uomo e donna, con pari titoli e competenze, venga privilegiato l'uomo, proprio perché non ha problemi di maternità. È un fatto, senza volere fare sterili polemiche, nell'ambito lavorativo la donna deve impegnarsi e lavorare di più, per riuscire ad emergere e solo a certe condizioni.
Se ne parla, si cercano soluzioni, ma questo universo patriarcale è molto difficile da smontare e da cambiare. Le leggi, alcune ci sono, a volte vengono aggirate, e chi non ricorda quelle donne costrette a firmare contratti con il vincolo a non fare figli per tenersi il lavoro? 
piccolo uomo usa violenzaCome conciliare famiglia, figli, con la legittima aspirazione a realizzarsi nel lavoro? Il discrimine continua anche nella differenza degli stipendi. Ne ho esperienza personale, nell'azienda in cui lavoravo, ero l'unica caporeparto donna e, oltre ad occuparmi del mio reparto di produzione, essendo contabile, espletavo anche la parte amministrativa. Ebbene il mio stipendio era inferiore a quello degli altri due colleghi capireparto maschi. Ho dovuto lottare per riuscire ad avere lo stesso trattamento. Una prassi consolidata che ancora persiste in molte realtà, specialmente del sud dove l'endemica mancanza di lavoro rende le cose ancora più problematiche.
Che fare? Nessuno ha la bacchetta magica, ma bisogna pur cominciare a porsi le domande... e a fare qualcosa.
Si potrebbe cominciare con l'educare i figli, maschi e femmine, fin da piccoli, al rispetto per le persone in genere, senza distinguo uomo-donna... senza identificare la persona in base al sesso. Anche la scuola, ha il dovere di contribuire in questo senso, con una buona educazione civica e sessuale; con seminari e ogni altra iniziativa utile allo scopo. È un primo passo che deve essere supportato da buone leggi e da campagne di informazione incisive magari con la collaborazione di alcune donne vittime di violenza.
violenza-donneMa non meno pericolosa della violenza fisica, è la violenza psicologica. Quella subdola, difficile da affrontare e comprendere, che alcuni uomini esercitano su donne indifese che la subiscono senza che le istituzioni preposte abbiamo la possibilità di combatterla. Al contrario della violenza fisica, infatti, quella psicologica innesca un meccanismo mentale di difesa del proprio carnefice, una sorta di sindrome di Stoccolma, che rende vano il tentativo di aiuto dell'esterno.
Ma non bisogna arrendersi, bisogna usare tutti i mezzi a disposizione, per invertire la tendenza, per fare in modo che le vittime comprendano e si lascino aiutare.
Si può fare, certo che si può, bisogna crederci, e in questo caso l'anima bisogna toccarla. Non solo delle donne, ma molto più quella degli uomini, ad ogni livello, personale e istituzionale perché si attui una politica di educazione all'eguaglianza e al rispetto della persona.

Gisa SiniscalchiGisa SiniscalchiFusignano (RA)
15 Ottobre 2015

34 commenti:

  1. Diffidare, vietare il contatto tra vittima e stalker, a volte non basta....è verooooo,dovrebbero inserire la firma obbligatoria almeno per un anno,sarebbe una maniera di far sentire il fiato sul collo a questi uomini violenti.....e la scuola dovrebbe effettivamente fare qualcosa e subito...

    RispondiElimina
  2. Bel articolo. A mio parere la colpa principale è della Giustizia Italiana che fino a non molto tempo fa c,era ancora il delitto d'onore, leggi fasciste? Purtroppo la mentalità e' rimasta quasi la stessa altrimenti la giustizia avrebbe la mano più pesante ne condannare questi "animali" che commettono questi crimini. Non li ho chiamati uomini per non offendere tutti gli uomini. Perciò concludo che con pene molto più severe e qualche volta anche quella capitale da eseguirsi in pubblica piazza magari in ripresa TV , torniamo indietro nel tempo come quando la chiesa bruciava la gente solo perché era più intelligente degli altri (streghe). Chissà se si aggiusta la situazione.

    RispondiElimina
  3. Argomento che lascia perplessi! La sensibilità e la solidarietà ai preamboli per iniziare ad aiutare queste donne...
    L'educazione alla parità dei sessi è indiscussa anche se le diversità persisteranno per ignoranza del singolo e per difetto di forma nella società!!! E purtroppo non solo in questo caso!!!
    Io introdurrei, già nelle classi primarie, nelle ore di educazione civica e storia, lo studio di stereotipi da evitare e naturalmente frattanto da correggere...
    Spesso l'unico errore della donna è di amare troppo l'uomo sbagliato...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' esattamente questo che ipotizzo nella mia esposizione, educare i bimbi, maschi e femmine, sin da piccoli al rispetto per gli altri senza distinguo uomo/donna...in famiglia e nella scuola...grazie del commento.

      Elimina
  4. Su questioni come quella della parità effettiva uomo dona e chiaro che non bastano le leggi, ci vuole formazione permanente della coscienza civile a partire dalla famiglia, dove si nasce e si cresce, per proseguire nelle aule scolastiche, nei luoghi di lavoro, nelle istituzioni ed in tutte le relazioni umane, come giustamente dice Gisa Siniscalchi. Il processo è lungo e complesso, ma alla parità reale si dovrà arrivare, proprio perchè, maschi e femmine, uomini e donne, siamo fatti della stessa sostanza e le disparità sono storico-culturali, non sono naturali.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Appunto, e la chiesa ha le sue colpe, in questo senso, la leggenda che la donna nasca dalla costola dell'uomo, sarebbe salutare sfatarla, una volta per tutte...grazie per il commento.

      Elimina
  5. Su questioni come quella della parità effettiva uomo dona e chiaro che non bastano le leggi, ci vuole formazione permanente della coscienza civile a partire dalla famiglia, dove si nasce e si cresce, per proseguire nelle aule scolastiche, nei luoghi di lavoro, nelle istituzioni ed in tutte le relazioni umane, come giustamente dice Gisa Siniscalchi. Il processo è lungo e complesso, ma alla parità reale si dovrà arrivare, proprio perchè, maschi e femmine, uomini e donne, siamo fatti della stessa sostanza e le disparità sono storico-culturali, non sono naturali.

    RispondiElimina
  6. Anzitutto la mia piena e convinta solidarietà a tutte le donne vittime della violenza degli uomini.

    Come commento mi limito alla gravidanza e alla carriera politica delle donne.

    Secondo me il trattamento economico delle donne in gravidanza dovrebbe essere uguale per tutte, anche per le casalinghe, e a totale carico dello Stato. Naturalmente tenendo conto del reddito familiare.
    Oggi abbiamo, da una parte i datori di lavoro privato che discriminano, licenziano o praticano ostracismo affinché sia la stessa donna licenziarsi. Dall'altra parte le dipendente dell'impiego pubblico che si mettono in malattia al 3° mese di gravidanza, "rischio aborto", e ci rimangono per 5 anni. Due storture che vanno corrette.

    La carriera politica delle donne: gli uomini, bontà loro, hanno concesso l'alternanza uomo donna nelle liste dei candidati. A questo punto essendo le elettrici di pari numero agli elettori dovrebbero scegliere di votare donna per avere in Parlamento un pari numero di rappresentanti a difendere i loro diritti ed evitare con leggi specifiche le discriminazioni. Ma poiché non tutto si può regolare per legge occorre anche che cambi la mentalità di certi maschilisti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Giusto, è da cambiare la mentalità non solo per quanto riguarda il maschilismo, anche la mentalità verso l'onestà, di tutti...uomini e donne..basta furbizie e vessazioni in primis...il rispetto è fondamentale, verso le persone e verso le regole.

      Elimina
  7. Le donne di tutti i tempi hanno sempre avuto a che fare con una società maschilista che le ha sempre dominate e considerate inferiori. All'interno della famiglia il ruolo di superiorità e di comando é stato per secoli appannaggio degli uomini. La situazione é cambiata con il vento dell'emancipazione femminile: le donne hanno preso consapevolezza delle loro capacità e dei loro diritti ed hanno iniziato un cambiamento epocale nei rapporti uomo-donna sia in ambito familiare che sociale. La strada é ancora lunga da percorrere perché permangono differenze notevoli in ambito lavorativo e dirigenziale anche politico. Tuttavia, secondo me, la vera conquista delle donne consiste nella presa di coscienza che si può essere autosufficienti, si può essere economicamente e culturalmente indipendenti. Ciò ha creato uno sconcerto notevole nella mente degli uomini che non riescono ad accettare questa conquistata indipendenza mentale. Da qui derivano tantissimi casi di violenze contro le donne. Se si esaminano i tantissimi casi, quasi sempre c'è una storia di separazione o di rottura di un rapporto. L'uomo nostro contemporaneo spesso non sa accettare questa conquistata indipendenza mentale e reagisce con la violenza. La donna si è emancipata, l'uomo spesso non riesce ancora ad accettarlo

    RispondiElimina
  8. Che bello questo articolo Gisa!
    Grazie
    Le leggi, l'educazione, le strutture, qui purtroppo molte "cose" importantissime come per esempio le case per la tutela delle donne, sono in un progetto di legge che dorme sogni beati dalla fine degli anni `80.

    RispondiElimina
  9. molto bello ed interessante tutto l'articolo , nei vari aspetti e nei dettagli degli aspetti particolari .
    A me preme sottolineare due cose :
    la prima che spesso pensiamo che il male sta lontano da noi senza accorgerci che cova dentro ;
    il secondo , il ruolo nefasto delle religioni e della cattolica in particolare ove paolo di tarso ha fatto un capolavoro di sudditanza e sottomissione , ma non solo , ancora oggi si insiste nella anacronistica sequela di norme ( preservativo; anticoncezionali ecc. ) perché non può essere sprecato il seme maschile , la femmina non virene nemmeno considerata ... ed è qui che le donne devono concentrarsi per emanciparsi e rendersi libere e paritarie , il resto può apparire sono folcloristico

    RispondiElimina
  10. Guido Edoardo Orbelli16 ottobre 2015 alle ore 10:18

    Un articolo stupendo non femminista ma per le donne!!!!!! Ci vogliono le leggi che non sono affatto sufficienti ma ci vuole soprattutto educazione a partire dalle famiglie........ bisogna far capire che atti abominevoli come la violenza sulle donne se non uccidono la donna fisicamente la uccidono dal punto di vista psicologico! brava Gisa.

    RispondiElimina
  11. Più che un uomo credo sia la donna a dover essere educata a non farsi" violentare" e "sottomettere". Ma questo forse è un discorso un po' complesso che andrebbe comunque approfondito. Spero tu lo faccia Gisa.

    RispondiElimina
  12. Ho letto e ho capito cosa vuole comunicare l'autrice, un argomento che si legge in tutti giornali e dovunque. Ma io voglio fare l'avocato del diavolo. Cioè, che la donna non è affatto inferiore all'uomo e non lo è stata mai. La donna è il potere, la donna quella che partorisce che fa crescere, che alleva... la donna è una è molto importante, perciò non deve fare i lavori dell'uomo. La donna è nata regina, è quella che dà ordini, consigli (dietro ogni potente c’è una donna). La donna non deve mettere la mini gonna per farsi valere e per esporre il suo corpo come un oggetto. Il corpo della donna è bello e attraente, deve essere protetto come un gioiello. La donna deve farsi valere per la sua intelligenza per il suo valore che Dio le ha dato. E secondo me se la donna capisce bene il suo valore non viene mai aggredita da nessuno, deve rispettare se stessa, deve rimanere nella posizione del potere come donna, madre e anche moglie. Ma purtroppo oggi la società ha perso i suoi valori per colpa anche della donna.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non è questo il senso del mio esporre, certo esistono differenze tra uomo e donna, ma attengono al fisico, il discorso di parità è molto più complesso o forse più semplice, come non approvo il patriarcato allo stesso modo non amo il matriarcato, io intendo parità, come complementarietà, non una vittoria dell'una o dell'altra parte, pari livello di azione, libertà di pensiero, comprensione reciproca, nessuna prevaricazione, ne maschile, ne femminile, uguaglianza di diritti e ancor più di doveri, rispetto soprattutto rispetto, per me il fondamento del vivere in armonia con se stessi e con gli altri.

      Elimina
  13. Sarò controcorrente su due punti: 1) le donne sono spesso nemiche delle donne 2) le domande sul come risolvere il problema del carico eccessivo ancora ( o per lo più) sulle spalle delle donne va risolto all'esterno della famiglia.
    Le donne non solidarizzano, non hanno tra loro sempre una limpida reciproca simpatia; anzi in genere sono rivali d'istinto, in uno sfibrante confronto per l'affermazione di un proprio “civettuolo” esagerato femminile che poi, di fatto, finisce con il legittimare la dipendenza dal maschio.
    Così le donne non condividono apertamente e lealmente i disagi, anzi tendono a nasconderli per esorcizzare -latente o no- lo stato di debolezza di sottoposte; tutt'al più si lamentano con pudico affanno, senza mai compromettere il nostalgico vecchio matriarcale.
    Ma lamentarsi a ruota libera, a tempo perso, serve solo ad isolarsi ancora di più per finire col ripiegarsi sulla propria scontentezza.
    Alla Festa dell'Unità sono intervenuta sull'argomento chiedendo se fosse opportuno riattivare un movimenmto femminista, ovviamente al passo con i tempi.
    Che reazione! Ne ho ricevuta una decisa risposta “violentemente”negativa, perché -affermavano dal palco- il femminismo è ormai superato e nulla come donne ci è precluso, sta a noi!
    (Come se l'acquisizione di un diritto ne garantisse la pratica di ruolo).
    Anzi gli uomini -continuavano- diventano violenti proprio per questo, perché non sopportano la parità raggiunta; si ribellano e pongono ostacoli!
    E dunque?
    Comunque stiano le cose, come riconciliare le due parti in conflitto?
    Il problema riguarda sicuramente il sovraccarico a cui oggi è sottoposta la famiglia tutta (e non solo la donna).
    Ed è proprio questo sovraccarico che va alleggerito, cominciando a pensare alla necessità di dover affidare alcuni compiti finora propri della famiglia a strutture di condominio - che creerebbero anche lavoro - nelle quali i figli potrebbero essere seguiti negli studi e nel tempo libero con maggiore serenità da personale “assunto”.
    Ma non solo per i figli: anche per lavanderia, la pulizia della casa, l'assistenza agli anziani, le mense comuni. Tutto nel condominio in cui si abita; ristrutturandone gli spazi e creandone di nuovi.
    ( A carico del pubblico naturalmente!)
    Questo è un passo che oramai va fatto senza doversi per forza sentire tristi, senza dover pensare che non si sia buone madri e buoni padri perché si cerca una vita a dimensione più umana in base alle necessità imposte dai mutamenti sociali.
    (Lasciando salva -si capisce- la libertà di chi preferisce restare in casa ad occuparsi di tutto -uomini o donne non importa- anziché andare fuori a lavorare.)
    Questo cambiamento-affido di ruoli rasserenerebbe sicuramente il clima familiare, proprio quello che, nello sfinimento quotidiano e nella delusione di sé, continua a creare tanti conflitti e disagi; che spesso spingono alla violenza soprattutto maschile; di quell'uomo che rivendica ancora il suo essere maschio padrone; nonché di quella donna che se ne vuole liberare (di un lui siffatto).
    Non c'è niente da fare, indietro non si torna......grazie anche a quelle femministe che hanno aperto la strada alla rivendicazione della dignità della donna.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie al femminismo, certo è stato utile, molto utile, se si pensa come era considerata la donna, basti solo dire il diritto di voto che la donna ha ottenuto in tempi neanche troppo lontani, e già dire ottenuto, per me è un verbo discriminante, ma era così, ci sono voluti secoli per avere dei cambiamenti, ora abbiamo una "parità" o supposta parità, ancora un pò incerta per certi versi, ancora poco efficace, per molti versi, abbiamo voce in capitolo, quello che serve è non sprecare queste opportunità, essere coese e coerenti, senza eccedere, non ergere muri, ma dignitosamente affermare il diritto all'ascolto, alla parola, alla progettazione, al lavoro, alla famiglia, alla vita nella sua interezza, la strada è ancora lunga ed impervia, ma è da percorrere.

      Elimina
  14. Bellissimo articolo Complimenti!! E' vero l'uomo già per cultura nasce dominante rispetto alla donna, che subisce e accetta a volte per amore dei figli a volte per cultura o per educazione. C'è bisogno di un cambiamento radicale nelle donne che devono imparare che nessuno pùò calpestarle e mancarle di rispetto! E' vero la maggiorparte delle volte tutto avviene nelle mura domestiche, vittime non sono solo le donne ma anche i loro figli, che assistono ai litigi verbali e violenti. La maggior parte dei problemi della nostra società, ( dalla criminalità alle tossicodipendenze al bullismo) ha origine proprio nei comportamenti violenti a cui i bambini assistono o magari anche loro subiscono ( questo è un'altro argomento ) nell'infanzia , in famiglia, nell'indifferenza di tutti.
    Forse alcune donne per amore e per rispetto dei propri figli riescono a denunciare o a trovare una soluzione prima che sia troppo tardi, altre invece rimangono incastrate in queste mure domestiche perchè o per cultura o per religione o forse per mancanza di coraggio si sentono dire : " fallo per i tuoi figli"... a tutte le donne che subiscono violenza, che hanno dubbi e non sanno cosa fare ...per primo proteggete i vostri figli, fateli diventare degli uomini forti. In un bellissimo romanzo di Hosseini " Mille splendidi soli", un drammatico romanzo sulla violenze alle donne si racconta come Laila una mamma afgana, picchiata sempre dal marito, viene infine uccisa quando il bambino dice al padre di aver visto nel pomeriggio la mamma con un uomo, frase che scatena la follia omicida del marito, il bambino si rende conto di aver ucciso lui la madre con quella frase, ma Laila donna molto forte dice al bambino prima di morire: "Stai tranquillo Zalmai, dì sempre la verità"! Laila aveva protetto almeno psicologicamente il proprio figlio. Ma la reltà non è sempre questa, non tutte le donne riecono a proteggere i loro figli.
    La vita è una e và vissuta, ma vissuta al meglio e non calpestata quindi non sono nè le minigonne, nè il trucco che ci rende colpevoli, noi donne come anche gli uomini non abbiamo padroni si vive nel reciproco rispetto,questo si deve insegnare ai nostri figli.

    RispondiElimina
  15. Direi che più o meno concordiamo sul fatto che persone adulte rispettose dell’altro (uomo o donna che sia) si diventa solo se la famiglia ha dato l’esempio ed un giusto modello di riferimento. Considerando poi che, almeno fino a pochi decenni fa, il ruolo di educatore aspettava esclusivamente alla donna, possiamo dire che molta responsabilità è da addebitare alle madri. Madri che a loro volta sono state figlie e così indietro per secoli. Madri che nell’educazione dei figli hanno atteggiamenti diversi a seconda che si tratti di figlio o di figlia. Madri che magari si compiacciono sul “giocare con i sentimenti” dei figli maschi salvo poi risentirsi che se quelle azioni vengono compiute sulle figlie. Molto è cambiato sicuramente. L’istruzione scolastica obbligatoria anche per le donne è stato il primo passo da gigante verso l’emancipazione femminile. Per quanto riguarda il discorso “parità” tanto inneggiato dal movimento femminista (bisognerebbe scappare a gambe levate da tutto quello che termina in – ismo, illuminismo a parte), questo è stato frainteso. Assistiamo ad un appiattimento di ruoli che fa inorridire. L’essere uomo e l’essere donna sono diversi e non è un male, è un arricchimento per entrambi. Ma in nome di una fraintesa parità vediamo uomini sempre più smarriti e donne sempre meno femminili.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' vero, c'è una bella confusione, sulla parità, non si è capito molto bene il senso di questo termine, non è e non deve essere la negazione della insita diversità tra l'essere uomo e l'essere donna, anzi è proprio il contrario, poichè se prima l'uomo era il dominante, la parità non significa scambio dei ruoli, donna dominante ma solo complementarietà, come dici tu arricchimento, congiunzione, questa è parità, nessun ruolo, ma solo esseri umani, che si completano e progrediscono senza conflitti.

      Elimina
    2. Non capisco quest'acredine verso il movimento femminista. Che piaccia o no, ha messo in evidenza per la prima volta la necessità di rivendicare la parità fra i sessi, che non vuol dire rinnegare le differenze che ci sono fra uomini e donne, significa semplicemente pretendere rispetto e uguali opportunità. Le differenze fra uomo e donna sono mille: fisiologiche, ormonali, sentimentali, ma ciò non implica che le donne non debbano svolgere ruoli dirigenziali o politici importanti. Ad essere più precisa posso dire che le donne in genere hanno maggiori capacità e rendono di piu' perché sono più costanti, più lavoratrici, più responsabili e più infaticabili rispetto agli uomini.

      Elimina
    3. Nessuna acredine verso il movimento femminista, anzi, per parità io intendo, pari opportunità a dispetto delle differenze che ovviamente ci sono.
      Quello che non mi piace è che per questo si debba demonizzare o squalificare l'altro, sia uomo che donna, non vorremo mica metterci al posto loro, se siamo state discriminate, non è facendo lo stesso verso gli uomini che migliorerà, ne in termini di opportunità, ne di rispetto verso noi stesse, la nostra posizione, sarebbe una vittoria di Pirro, che non voglio appartenga al nostro essere donne.
      Non voglio una discriminazione al contrario...punto e basta.

      Elimina
    4. Personalmente non vedo nessuna discriminazione al contrario.....! Non credo si corra questo rischio.

      Elimina
  16. condivido la riflessione della donna che ha scritto l'articolo.

    RispondiElimina
  17. Il problema, a parer mio, e' atavico e nasce semplicemente da una diversa conformazione fisica e conseguenziale distribuzione naturale dei ruoli. I sessi, maschile e femminile, fino a poco tempo fa, venivano denominati infatti come forte e debole. Abbiamo dunque capito che, fin dai primordi della civilta', l'uomo ha avuto un ruolo predominante rispetto alla donna solo per la forza fisica perche' i l compito ed il ruolo di maggiore responsabilita', rispetto alla difesa ed all'accudimento della famiglia e della tribu', derivavano solo da una piu' salda muscolatura. I rari casi di matriarcato si verificarono infatti solo in territori circoscritti ed opulenti. Gli usi e costumi per molti millenni hanno decretato la superiorita' del maschio sulla femmina. Le leggi sono state codificate in conseguenza: il delitto d'onore e' stato tolto solo circa 50 anni fa. Elia, mia moglie, ha subito apprezzato l'articolo di Gisa e ne ha condiviso entusiasticamente il link. Come loro, tante altre donne sono pronte a battersi per il raggiungimento della completa parita'. Oggi il Genere ha capito che sono la cultura, e soprattutto l'intelligenza, a muovere il mondo. La Scienza e la tecnologia, frutto dell'intelligenza, sopperiscono alla forza muscolare e a molte e fastidiose incombenze giornaliere.L'intelligenza non e' sessuata e questo e' un assioma che anche i maschi meno intelligenti ormai sostengono. Gli adempimenti politici credo stiano arrivando a conclusione. E' la "persona" adesso a farsi valere e come tale la donna corre velocemente con tenacia ed intelligenza. La violenza, i soprusi, le angherie non sono un tema specifico di questo rapporto. Esso riguarda tutto il genere umano; esso riguarda la tara genetica e l'educazione; esso riguarda la violenza - e' stato argomento di Politicaprima - perpetrata verso i piu' deboli, gl'indifesi. La violenza di un uomo verso una donna indifesa e' dunque un atto di vigliaccheria che scaturisce da una personalita' distorta, bacata o malata. Non tutte le donne sono capaci di reagire, anche perche' non sono protette adeguatamente dalle leggi. I politici devono proporre soluzioni drastiche e chiare per eliminare la feccia macista.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie dell'ottimo commento, credo tu abbia capito cosa volevo dimostrare con la mia esposizione, atavico è il termine giusto.
      Come giustamente hai detto, se agli esordi del mondo vi era la necessità che il più forte si prendesse cura del più debole, con passare dei secoli, ha cessato di essere una necessità ed è diventata solo volontà di dominare, e in questo le religioni, le errate interpretazione dei testi sacri, hanno le loro colpe, vedi i divieti e le negazioni verso le donne, sia per quanto riguarda l'educazione, che per il ruolo subalterno cui erano relegate, le poche che hanno cercato di ribellarsi, hanno dovuto pagare uno scotto elevato, in ogni ambito, ad esempio nell'arte, vi sono state donne non meno dotate degli uomini, che per emergere hanno dovuto lottare molto di più.
      Le leggi o consuetudini,sono state appannaggio degli uomini per troppo tempo, ci sono voluti secoli perche cominciasse a delinearsi un cambiamento, che tuttora continua, non è ancora completato, anche se per fortuna, esiste l'intelligenza, che ha permesso alle donne di lottare per la parità e agli uomini di comprendere quanto giuste fossere le rivendicazioni femminili.
      E' un percorso ancora da completare, il traguardo è la persona, non uomo o donna...la persona, non il più forte o il più debole... la persona, l'essere con pari diritti e pari doveri, nel rispetto delle ovvie differenze.

      Elimina
  18. Eccomi "sorella" non sei da sola a denunciare le discriminazioni e le violenze subite dalle donne. Pensavo di dover aggiungere tanto al tuo articolo ed invece ti ringrazierò per aver espresso ciò per cui le femministe lottano da anni. Tra i miei mille impegni sono anche operatrice di un centro antiviolenza e permettimi di dire che grazie a questa splendida avventura ho capito cosa significa essere donna per le donne. Ogni donna dovrebbe essere donna per le donne!!! In questa straordinaria avventura ho capito che in Italia le donne muoiono perché vengono lasciate sole dallo Stato e solo poche sanno che per salvarsi hanno bisogno delle femministe. Eppure la parola femminista talvolta spaventa e proprio per questo cercherò di spiegare cosa fa una femminista. Le femministe Non sono befane o donne sfigate ma Valorose donne che gratuitamente aiutano le vittime di violenza a sottrarsi ad essa e laddove riescono salvano le vittime dalla stessa. E permettimi di aggiungere che Il femminismo dei giorni nostri che tanto viene snobbato dalle donne( per ignoranza),altro non è che una splendida realtà che permetterebbe di salvare la vita di ogni donna potenzialmente in pericolo se conosciuto nella sua più variegata espressione.
    Inoltre ci tengo a sottolineare che Contrariamente a quanto si pensa, il femminismo non afferma la supremazia delle donne ma Insegna alle donne come difendersi dalla violenza distinguendola in economica, psicologica, morale e fisica. Ti farò un piccolo esempio: le femministe spiegano alle donne che un violento sarà sempre un violento e che il primo schiaffo è la linea sottile che le unisce al carnefice. Insomma dal femminismo nascono i centri anti violenza quali luoghi sicuri per le donne e minori in pericolo. Luoghi in cui si salvano le vittime allontanandole e proteggendole dal proprio carnefice.

    RispondiElimina
  19. In tempi in cui si dice" stupro della costituzione"... Non hai idea di quanto sia deletereo e violento istigatorio e maschilista quest lessico...

    RispondiElimina
  20. un Tema decisamente SCOTTANTE quello sulla violenza.....
    ahimè la violenza è dovunque in questo nostro pianeta!
    Non solo sulle donne ma su tutto e tra tutti: il bullismo nelle scuole è violenza tra compagni e tra compagne, la violenza verso il diverso è sempre più in aumento, la violenza sui bambini .....
    Spesso ci penso.....e mi chiedo dove sta il problema di fondo. Perchè ci si accanisce contro il fratello, contro il padre, contro la sorella o il figlio e la figlia, contro la madre, contro colei che hai scelto per compagno o compagna di vita....
    Qual è il vero cammino che la società ha fatto da quando col COLPO di CLAVA si otteneva il possesso di una donna?
    E le donne? Perchè in tutti questi anni hanno/abbiamo fatto così poco contro la mercificazione del nostro corpo nelle pubblicità allusive.....Voi lo sapete! Sono una maestra di scuola primaria! Alla base di tutto probabilmente c'è poca discussione sul tema della violenza! E' una problematica che noi docenti affrontiamo con delicatezza con i bimbi piccoli eppure è la che si coltivano e prendono radice quei valori che poi ci accompagnano lungo tutta la nostra crescita. Nel mio piccolo continuo a sognare un MONDO che NON è quello in cui vivo, un Mondo dove ci sia il RISPETTO tra le persone senza distinzione di sesso, nè di religione, nè di altro.....Sarebbe questo il compito della scuola.....ma ancora c'è tanta e troppa strada da fare!

    RispondiElimina
  21. Cara Gisa, bell’articolo che ho tanto apprezzato. Dopo anni di lotta, ci ritroviamo a parlare della condizione delle donne. A mio parere, IL FEMMINISMO è stato un movimento che doveva portare a rivedere e riconsiderare il ruolo della donna, nell’ambito familiare, sociale e politico, affrancandola da un ruolo marginale e da una discriminazione di genere. Ha sicuramente contribuito a quest’affrancamento l’indipendenza economica raggiunta dalle donne Ma c è stato, anche, un certo tipo di femminismo che ha comportato forme estreme di affermazione, sicuramente da condannare Non era questo il vero scopo del femminismo, che mirava a una parità di genere in una società egalitaria. L’eccesso è stato deleterio, producendo prototipi maschili più fragili, immaturi, spodestati dal loro ruolo e incapaci di costruirsene un altro.
    E ora cosa sta succedendo? Dopo anni di lotta per affermare i diritti delle donne, ci troviamo dinanzi al fenomeno del FEMMINICIDIO e cioè.
    Al suo annientamento come soggetto, fisico, morale, sociale In pratica, io penso che dobbiamo rilanciare il femminismo, senza le cretinate delle quote rosa,(Valgono intelligenza e capacità) ma rivalutandone non la superiorità ma l’uguaglianza, la collaborazione e l’affiancamento con gli uomini. Pensiamo, però, alle tante alle conquiste ottenute e sono tante. Infine sono d’accordo con te perché la scuola faccia la sua parte. Grazie per la riflessione proposta.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Egr. signora Bignardelli, leggo sempre con la dovuta attenzione i servizi che considero di una certa valenza morale e sociale. Lei ha sicuramente commentato un servizio che tratta un grave problema di attualità che per una persona come il sottoscritto abituato ad un rispetto angelico della donna, mi esorta ad una seria ma profonda riflessione. Ormai è pensiero comune considerare la donna nel ruolo di vittima di violenze e maltrattamenti. Anche attraverso i mass media si tende quasi esclusivamente a passare l'immagine di un uomo vissuto come “carnefice”, e di una donna vissuta come bersaglio della rabbia e dell'aggressività maschile. Certamente in molti casi rappresenta la verità, ma c'è un'altra realtà che invece tende a non venire menzionata, tanto da apparire quasi inesistente: quella degli uomini che subiscono violenze, all'interno di un rapporto soprattutto di natura amoroso.Tendenzialmente, la violenza che le donne esercitano sugli uomini è in prevalenza di tipo psicologico, e si esprime attraverso varie forme di rifiuto, accuse infondate, insulti, svalutazioni. Succede anche che la donna punta a denigrare l'uomo nel suo ruolo di amante e di padre, diffamandolo nel privato ma anche nel pubblico o sul posto di lavoro, allo scopo di attaccarne la mascolinità e di favorirne l'isolamento sociale. Perciò cara signora, si tenga presente che esiste anche una violenza femminile che tende ad essere spesso giustificata in quanto riconducibile a sottostanti condizioni di malessere (depressione post – partum , menopausa, auto-difesa). Quindi, anche quando la donna mette in atto comportamenti aggressivi o violenti, questi tendono più facilmente a venire inquadrati come risposte di difesa, rispetto a provocazioni subite, il che alcune volte rappresenta la realtà, ma non sempre, ovviamente. Inoltre, mentre una donna vittima di maltrattamenti può trovare supporto presso numerosi gruppi di auto-aiuto, associazioni o anche attraverso il sostegno di amiche e delle altre donne in generale, gli uomini tendono maggiormente a vivere i maltrattamenti subiti con senso di vergogna e quindi sono più propensi ad occultarli. A conferma di ciò, uno dei più importanti “forum” al femminile, afferma che: “Il malessere per un rapporto amoroso che non va liscio, infatti, gli uomini lo esprimono in maniera differente e non convenzionale rispetto alle donne, raccontano i ricercatori. Ma nel loro intimo soffrono maggiormente”.

      Elimina