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lunedì 17 ottobre 2011

Indignados di Roma. La tragedia

Il blindato simbolo della guerriglia romana
“Cambiamo l'Europa. Cambiamo l'Italia”. “Non chiediamo il futuro, ci prendiamo il presente”. Questi, alcuni slogan significativi della grandiosa manifestazione di Roma, sabato 15 ottobre 2011, degli "Indignados". Macchiata da gravissimi incidenti
causati dai soliti delinquenti dei “black bloc” e non solo. Circa 135 feriti, 12 arrestati, distruzioni e danni enormi alla città. È stato evitato il morto. Una cosa gravissima. Unica tra le 900 città di 82 paesi del mondo dove si sono svolte manifestazioni di protesta. Gli “Indignados”, un movimento, forse tra i più significativi e sentiti degli ultimi decenni, è nato dall'ispirazione dell’appello “Indignatevi!”, un libricino dell’anziano ex resistente francese Stephane Hessel, 32 pagine, pubblicato per la prima volta nel 2010. Un grande successo tra i giovani di mezzo mondo. Le manifestazioni hanno scosso i santuari della finanza mondiale. E adesso la protesta contro i governi e i sistemi bancari. Che hanno indebitato  intere generazioni per gli anni a venire senza dare prospettive di sviluppo e lavoro. 

A Roma sono arrivati in trecentomila. Numeri al di la di ogni previsione, un fortissimo segnale del disagio giovanile che attraversa le società europee. E, ovviamente, l'Italia.
Massimo Cacciari, pochi mesi, su l’Espresso del 24/08/2011, ha scritto: “Italia, rivoluzione in arrivo?”,
sul grande rischio di nuove rivoluzioni che potrebbero scoppiare dopo anni di benessere. E questo “semplicemente perché la politica, nel senso più generale e proprio del termine, ha cessato di considerare ciò che si svolge e matura nel cuore di quelle energie che daranno vita al Paese di domani. Ha cessato di guardare al non-ancora, a ciò che ancora non è organizzazione stabile, corporazione consolidata, lavoro garantito, e che mai lo sarà nelle vecchie forme. Ricercatori, laureati, nuove professioni, freelance: milioni di giovani sono oggi da noi, e non solo in Italia, fuori da caste e palazzi.  

C’è da temere che la loro pazienza sia ai limiti, come lo era quella dei loro colleghi maghrebini e egiziani. Non aspettiamoci che la “rivolta” avvenga, se avverrà,attraverso dichiarazioni di principio, pubblicazione di programmi in migliaia di pagine che elaborano i partiti prima delle elezioni. Come i loro colleghi d’oltre mare, si riconosceranno e si convocheranno attraverso le loro reti, le loro strade “immateriali”. E quando finalmente si manifesterà la loro “potenza”, oggi tutta ancora“potenziale”, i politici, c’è da giurarlo, diranno: “Imprevedibile”. C’è ancora tempo da noi per una soluzione ragionata? Ogni intervento che si limiti a tamponare l’emergenza, senza prefigurare anche e soprattutto un nuovo patto tra generazioni sarà l’ennesima irresponsabile scelta di abbandonare agli eredi tutti i nostri misfatti
 La preoccupazione, quindi, c'è tutta e la politica ha il dovere, se ne é ancora capace, di porsi e affrontare il problema. Il tempo è arrivato. Altro che maggioranze risicate e lotte all'ultimo sangue per restare al governo o per dichiararsi vincitori se invece viene abbattuto. No,non è questo il momento. Non è questa l'ora delle vendette "politiche”, i popoli hanno bisogno d'altro. L'Italia e i suoi giovani hanno bisogno d'altro. La Politica abbia un sussulto di dignità. É gravemente necessario.

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2 commenti:

  1. Questi pensieri mi sembrano giusti, ma qualcuno non ci sta e corre ai ripari. Quali? mettere giovani contro giovani. In questi 2 giorni dai fatti mi sono chiesto: qui prodest? come si fa a minare i buoni principi? Perchè in Italia?
    Oggi tutti contannano ma qualcuno e sicuramente con voce grossa per evitare di essere tacciato per aver sovvenzionato i black bloc .
    oggi non si parla d'altro che del male di quel giorno quindi risultato ottenuto i buoni principi sono taciuti e non propagati.
    il perchè in italia anche questo previsto e avvenuto solo 12 arrestati e fra poco tutti fuori, brava gente.
    Che vogliamo di più, oggi in Italia dei tanti processi importanti non si è trovato il colpevole, perchè mass media, maggistratura e avvocati fanni a gara per trovare l'innocenza dei colpevoli.
    Una volta si parlava di fuga di notizie e si considerava reato e veniva punito, oggi non si fa altro che mettere alla gogna le persone per poi poter dimostrare l'innocenza e dei colpevoli nessuno si prende briga.
    le istituzioni hanno i mezzi per trovare i colpevoli, ma siccome nessuno e senza macchia, nessuno si prende la briga di approfondire nel senso giusto. Perchè in Italia? perchè un paese dove tutto è lecito a cominciare del bullismo, dal non rispettare i genitori e gli insegnanti, dal commettere i più efferati reati alla vista di tutti, senza che si alza un dito in difesa di quei principi che i nostri padri hanno inserito nelle costituzioni a garanzia della democrazia. Viva l'Italia.

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  2. La globalizzazione e internet sono i cavalli di troia usati dall'economia per emanciparsi dalla politica che , a sua volta , è stata scavalcata dalla società civile : cioè da tutti noi intesi come singoli individui che insieme facciamo popolo . La politica è un pugile suonato . Il movimento degli indignados è il segno che la società civile adesso si muove .
    Temo che questo movimento non ponendosi l'obiettivo di proporre un progetto di società alternativa , ma sollevando solo i problemi dei giovani ma anche degli adulti , molto presto alzerà , o se si vuole abbasserà il tiro ,come si dice " ad alzo zero" , cioè sui Luigi XVI e le Marie Antoniette di oggi .

    Pasquale Nevone - 18.10.2011

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