mercoledì 8 dicembre 2021

L'ASSALTO ALLA DILIGENZA. E I GUASTATORI

di Torquato Cardilli - Nei film western di una volta, genere in cui l'Italia eccelleva, non mancava la scena dell'assalto alla mitica diligenza che trasportava valori di stato. Banditi e pellerossa, che infestavano la prateria, assaltavano armi in pugno il carro guidato da un cocchiere rincitrullito dall'alcool o dal sole, destinato a morire crivellato, e si impossessavano del tesoro da spartire con i loro accoliti, salvo poi dover fare i conti con la legge. Lo sceriffo del luogo, assistito dagli aiutanti pistoleri, imponeva una taglia e se acciuffava i colpevoli li impiccava al primo albero.

Non è dato sapere se i film di cowboy abbiano tratto ispirazione dalla realtà politica italiana o se questa abbia inteso copiare il genere furfantesco, ma un dato è certo: nella realtà politica italiana manca la scena della repressione del delitto con la punizione dei responsabili. Così ogni anno, con la legge finanziaria si ripete in Parlamento il solito canovaccio dell’assalto alla diligenza con il saccheggio delle casse pubbliche. Ciò nell’indifferenza di chi potrebbe opporvisi e nell’assenza di critiche e denunce da parte dei benpensanti sputa sentenze e degli organi d'informazione, che indulgono su scemenze bagatellari, mentre tengono all'oscuro i cittadini sulle vere rapine milionarie e sugli enormi sperperi, approvati per favorire questo o quell’amico o quella lobby.

I profittatori dal canto loro si guardano bene dal rivelare il costo per la collettività dei privilegi che riescono a strappare incuranti delle conseguenze dell’allargamento della forbice del benessere e dell'equità sociale a scapito del mondo del lavoro.

La legge finanziaria si porta dietro un decreto ancor più esecrabile, denominato “mille proroghe”, per finanziare una miriade di contributi a pioggia in favore di enti fasulli senza alcun vantaggio per il paese, su cui tutti sono d'accordo, tranne i contribuenti.

I mille parlamentari nazionali e consiglieri regionali (che tra un mese dovranno eleggere il nuovo capo dello Stato), i “grand commis” pubblici, i banchieri opulenti e bancarottieri, i lobbisti, i grandi industriali, i maneggioni e gli evasori conoscono tutti i trucchi per nascondere le loro magagne, ne parlano tra di loro in codice (qualche rara volta sono intercettati dalla Magistratura), e si guardano bene dall’operare alla luce del sole.

Questo comportamento è uno degli elementi base dell’immensa corruzione, evasione e frode fiscale che secondo la Corte dei Conti supera i 120 miliardi l'anno, cifra superiore al prestito europeo contenuto nei 209 miliardi del PNNR.

Tutti i partiti chiedono soldi da spendere per cause giuste o fantasiose, ma non indicano quali siano le fonti di approvvigionamento praticabili, né includono nella legge finanziaria l'adozione di misure concrete sulla lotta senza quartiere all'evasione fiscale, che da sola potrebbe coprire tutti i fabbisogni di spesa.

I numeri non mentono. La fiscalità generale su un reddito dichiarato di 884 miliardi annui (reddito medio pro capite 21.800 euro) incassa 165 miliardi che per oltre il 90% provengono dall’Irpef dei dipendenti e dei pensionati; i contribuenti sono 38,5 milioni mentre 13,5 milioni non pagano l'Irpef perché al di sotto della quota esente; 186 mila sono i contribuenti con un reddito annuo superiore a 100 mila euro, 40 mila quelli che dichiarano più di 300 mila euro e solo 3 mila quelli che hanno un reddito superiore al milione di euro.

Dal rapporto della Commissione europea risulta che l'Italia si è confermata primo paese nell'UE per l’evasione dell’IVA, con una mancata entrata per lo Stato di almeno 30 miliardi di euro.

L’evasione fiscale resta dunque il maggiore problema ed è evidente che la magnitudine del mancato introito impedisce l'adozione di politiche di assistenza sociale a sostegno dei soggetti a basso reddito.

La questione non sarà mai risolta fino a quando il Governo ed il Parlamento non avranno il coraggio di mettere a confronto e conciliare tutti i tipi di anagrafe esistenti (codice fiscale, sanitaria, elettorale, patenti di guida, PRA delle automobili dei motocicli e dei natanti, assicurazioni di ogni tipo, proprietà immobiliari, contratti di locazione, mutui, conti bancari).

I vari capitoli della legge finanziaria non contengono provvedimenti in favore dell’occupazione giovanile, dell'edilizia scolastica, ospedaliera, carceraria, dell'impianto generalizzato di sistemi fotovoltaici di energia rinnovabile su tutti gli edifici pubblici, di messa in sicurezza del territorio, della regolarizzazione fiscale degli edifici religiosi adibiti a imprese commerciali, però tratta di grandi opere infrastrutturali ferroviarie. A fianco dell’ammodernamento delle linee Tirrenica e Adriatica il pezzo forte è l'alta velocità tra Salerno e Reggio Calabria, i cui benefici (mezz'ora di tempo risparmiato rispetto ai tempi attuali e 180 mila tonnellate di CO2 in meno) saranno di gran lunga inferiori ai costi ambientali ed economici preventivati in 23 miliardi, totalmente a carico dello Stato, ma che a consuntivo saranno il doppio come da prassi nei lavori pubblici italiani.

Mettendo da parte i concetti di onore, di opportunità, di fedeltà alla Costituzione, di etica pubblica, di rigore morale, buona parte dei parlamentari che chiedono pazienza e sacrifici al popolo continuano impunemente a svolgere il secondo lavoro di libero professionista, di avvocato, di imprenditore, di amministratore di società, di conferenziere internazionale al soldo di stati stranieri, disertando i lavori parlamentari per oltre il 50% delle sedute.

L'ipocrisia di quanti ad ogni apparizione in tv parlano di equità sociale e di provvedimenti in favore dei meno abbienti, è stata smascherata alcuni giorni fa quando FI, Lega e Italia viva, hanno bocciato la proposta del premier di congelare per un anno gli sgravi di 270 euro per i redditi più alti (da 75.000 euro in su) quale contributo di solidarietà di 300 milioni da utilizzare per calmierare i prezzi dell'elettricità e del gas in favore di chi non arriva ai 20.000 euro annui.

Questi guastatori all'interno del Governo si sono detti felici di aver fatto saltare una mini patrimoniale: hanno mentito spudoratamente perché i ricchi non avrebbero pagato un euro in più rispetto alle tasse attuali.

Torquato Cardilli

8 Dicembre 2021

7 commenti:

  1. Belle persone, sopra tutto oneste.

    RispondiElimina
  2. Purtroppo siamo in un paese dove la corruzione complici le 4 mafie esistenti e' GIGANTESCA con la caduta di Conte a l'avvento di draghi siamo tornati indietro di 30 anni minimo non vedo la luce in fondo al tunnel !

    RispondiElimina
  3. La peste e il cancro maligno d'Italia quattro deficenti schifosi vigliacchi d'Italia topi ���� di fogna ma come fate schifo all'umanità intera pagliacci appatentati delinquente ladroni balordi gentaglia di galera vergognatevi carname da macello bestie voi e chi vi sta vicino

    RispondiElimina
  4. La foto di approfittatori arraffoni sfruttatori
    il peggio della politica Nazionale!!!!!!!

    RispondiElimina
  5. MELONI, SALVINI, RENZI, CALENDA...BERLUSCONI?...
    Se mettessero un'imposta sulle "CAZZATE"...
    e fosse RETROATTIVA...
    per sopravvivere, sarebbero TUTTI COSTRETTI...
    a richiedere il "REDDITO di CITTADINANZA"...

    RispondiElimina
  6. Vedere Salvini con la mascherina che porta il viso di Borsellino è più di un cazzotto alla legalità. Stronzo

    RispondiElimina
  7. Se i ladroni e corrotti sono al governo la colpa è esclusivamente degli italiani che continuano a votarli

    RispondiElimina