venerdì 11 giugno 2021

L’Idea dell’Onestà caratteristica distintiva del M5S

di Gigi Consiglio - La nostra generazione - alludo a coloro che sono nati nel quindicennio 1940 – 1955 e che sono ancora vivi – ha parecchie cose da farsi perdonare dalle generazioni successive, dei nostri figli e nipoti. 
Quella precedente cioè quella dei nostri padri, reduci dagli orrori della guerra persa e tornati dalla prigionia ha riscattato abbondantemente l’ingenuità emersa durante il deprecato ventennio; gli italiani, animati da un comune sentire: sanare la patria ferita, si sono rimboccati le maniche, e guidati da personalità politiche di indubbio e sofferto spessore hanno saputo ricostruire tutti i settori economici, le infrastrutture, la rete viaria, le città bombardate. 

I politici del tempo, seppure divisi dalle ideologie di matrice hegeliana, insegnavano alla popolazione cosa fosse la Democrazia e nel gioco della dialettica partitica, l’Italia cresceva e creava il famoso Boom. Noi abbiamo goduto del benessere fornitoci da questa positiva congiuntura economica, sebbene vassalli di una indiscutibile egemonia americana… d’altronde avevamo perduto una guerra mondiale. Ma non solo abbiamo goduto, ne abbiamo abusato dando la stura a quel malcontento latente che poi è sfociato nella guerriglia fra bande rosse e nere e con la morte di magistrati e politici. 

Nel frattempo la vecchia guardia politica perdeva il suo appeal divenendo parolaia e la dialettica si tramutava in competizione ove i “colpi bassi” erano motivati da interessi privati e non da quelli primigeni, connotanti la ricostruzione anzidetta. 

La storia recente è nota: il degrado morale si è espanso come una pandemia, fin quando perfino i “comici” imperniavano le loro tournée teatrali nella satira di costume: Fo, Luttazzi, Vaime, P. Franco, Montesano, Grillo, Crozza e non solo loro, anche i vignettisti come Giannelli, Altan, Vauro, Forattini.

Tutti costoro hanno tentato di suscitare risate, ognuno a suo modo, e parallelamente l’indignazione per l’inefficienza della macchina pubblica e la consapevolezza dei latrocini commessi all’ombra delle stanze del potere. Tra i menzionati Beppe Grillo è stato più astuto e geniale, forse più fortunato, ma è riuscito a far emergere la rabbia degli scontenti di tutti i settori aggregandola in un movimento politico. 

L’idea probabilmente gliela fornì Coluche, l’attore francese insieme a cui girò il film “Scemo di guerra” diretto da Dino Risi nel 1985 e promotore, in Francia, di un movimento politico protestatario che agiva, nel segno dell’onestà intellettuale, in favore dei diseredati. Candidatosi alle elezioni presidenziali del 1981 con un consenso del 16%, qualche giorno prima delle elezioni si ritirò. 

L’Idea dell’Onestà come caratteristica distintiva nell’ambito della casta politica ha connotato il M5s di Grillo che ha radunato consensi rivoluzionari non graditi ovviamente a coloro che grazie ad una “forma mentis” clientelare ha accumulato privilegi difficili a cui rinunciare. Ma una cosa è protestare in piazza ed un’altra avere a che fare giornalmente con problemi di Governo. Ed i 5Stelle sono stati vittima della loro stessa onestà comportamentale in un paese che ne ha perso il significato. 

Forse con la nuova gestione Conte – amato e stimato ex presidente del Consiglio – le cose cambieranno. Glielo auguriamo sinceramente al fine di riscattare la nostra immagine con quei giovani puliti che sanno invece cosa significa Onestà, tant’è che si sono allontanati. Coloro che non sono disonesti, e ve ne sono tanti anche in altre formazioni, capiscano che la differenza non sta più soltanto fra destra e sinistra, ma fra correttezza e imbroglio.

Gigi Consiglio
11 Giugno 2021 

4 commenti:

  1. "Ed i 5Stelle sono stati vittima della loro stessa onestà comportamentale in un paese che ne ha perso il significato." Condivido questo tuo giudizio, Gigi. Condivido anche le righe conclusive. Complimenti per l'articolo. Su l'onestà. 22 anni fa, ho scritto questi versi, li riporto qui per restare in tema.

    L'ONESTA'

    L'onestà
    è ignorata
    nella società malata,
    disprezzata
    dalla corruzione
    e dalla criminalità organizzata.

    E' un valore
    in affanno,
    sente il peso
    della sua età.

    Sembra inutile
    scegliere l'onestà,
    uno svantaggio
    per chi lo fa.

    Eppure
    c'è
    chi ci crede
    e non teme il danno,
    chi è convinto
    che i nemici dell'onestà
    non prevarranno.

    (29-luglio-1999)
    salvatore r. mancuso

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  2. In linea di massima sono abbastanza d’accordo con quanto viene scritto: i nostri genitori hanno ricostruito un’Italia ridotta in macerie, ci hanno ridato libertà, dignità e benessere che noi, figli loro, abbiamo avuto il merito di distruggere.
    Ma leggendo un po’ qua e un po’ la, nasce spontanea una considerazione: l’Italia del dopoguerra, nelle mani di chi è stata consegnata dagli alleati?
    A me sembra che ci sia una relazione molto stretta, simile fra allora e questi tempi, allora come oggi, ci sono stati italiani onesti che si sono spaccati la schiena per dare dignità e benessere all’Italia e italiani che si sono ritrovati ad avere potere sia economico che di posizione.
    In uno scritto del giornalista Alessandro Marzo Magno si legge che americani ed inglesi, quando lasciarono i territori liberati, sapevano di averli lasciati nelle mani di malavitosi locali: “la mafia, a lungo inattiva, venne rimessa in funzione. L’amministrazione provvisoria degli Alleati (Amgot) per funzionare aveva bisogno di appoggi locali: quando i soldati se ne vanno, i funzionari civili si trovano di fronte a un enorme vuoto che viene subito riempito dagli uomini della mafia. Buona parte degli antifascisti nominati sindaci e prefetti sono in realtà uomini di Cosa Nostra”.
    E prosegue scrivendo: “Si tratta di una specie di manna dal cielo per li mafiosi che immediatamente si impadroniscono dell’attività più lucrosa: il mercato nero. Don Calò Vizzini viene eletto sindaco di Villalba, a nordovest di Caltanissetta. Pochi giorni dopo la sua nomina, il comandante dei carabinieri viene ritrovato assassinato nella piazza del paese. Villalba diventa così il centro di smistamento dei beni per il mercato nero dell’Italia continentale, caricati a bordo dei camion inconsapevolmente forniti dall’Amgot. E quando gli Alleati si trasferiscono al di là dello Stretto, l’infiltrazione mafiosa si fa subito sentire.
    L’ex capo della mafia di New York, Vito Genovese, compare a Nola, vicino Napoli, come interprete dei servizi d’informazione dell’esercito statunitense. Era rientrato in Italia nel 1937 per evitare di essere processato a New York per assassinio ed era riuscito a entrare nelle grazie di Mussolini. Ora si ricicla alla grande: fa arrestare alcuni borsari neri legati a Vizzini, con grande soddisfazione degli americani. Soddisfazione che però scompare non appena si rendono contro che, in realtà, li ha sostituiti con uomini suoi.
    Nel febbraio 1946 Lucky Luciano viene rilasciato sulla parola ed estradato in Italia dallo stesso uomo che l’aveva messo in prigione: Thomas E. Dewey, che da giudice nel frattempo è diventato governatore dello stato di New York”.
    In conclusione, a me sembra di capire che il benessere economico ha attirato a se le mani di gente senza scrupoli, gente che, oggi come allora, per il dio denaro, venderebbe l’anima al diavolo e quegli uomini di allora, che si ritrovarono ad avere potere, di chi o di cosa erano figli?
    Io do questa chiave di lettura e personalmente penso che noi italiani siamo, da sempre, un popolo di santi, navigatori, poeti e grandi approfittatori, siamo quel camaleonte che sa come riciclarsi e sa cambiar colore col mutare delle stagioni.

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  3. Un approfondimento davvero interessante. Complimenti.

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  4. I nostri padri, con il loro lavoro, hanno contribuito a ricostruire il Paese . La nostra generazione, con le lotte sindacali, ha contributo alla conquista dei diritti. Nella diversità, il sentimento unitario dei cittadini e il senso di responsabilità della classe politica hanno agevolato la crescita del Paese. Poi, il sogno finisce. “I partiti non fanno più politica” (Enrico Berlinguer) e il Paese si divide mentre scoppia la questione morale. Questine morale sollevata da Enrico Berlinguer con la famosa intervista del 28 luglio 1981. Sono passati 40 anni, nulla è cambiato. La sola “Onestà”, senza la coerenza e , soprattutto, l’unità di tutte le forze politiche e del Paese non ha la forza ideale per cambiare la situazione. L’Onestà è il punto di partenza……..

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